Guido
Crepax è uno dei più grandi autori di fumetti
dItalia. Il suo nome ci ricorda soprattutto il
taglio di capelli, e le curve, di Valentina. In realtà Crepax
è più che semplice fumetto erotico: è stato capace di
rivoluzionare il fumetto, di rivoluzionarne il
linguaggio, ma è anche apprezzato copertinista di libri
e dischi e ottimo illustratore pubblicitario. Ci ha
regalato bellissime versioni di romanzi classici, come
"Dracula" e "Jekyll", ora "Il
Processo" e presto "Frankenstein". Quando
mi sono trovato davanti a casa sua ammetto di aver
provato un po di emozione, ma quando mi ha aperto,
sorridente e pronto a stringermi la mano, ho capito che
questintervista sarebbe stata una piacevole
chiacchierata... Lei allinizio ha lavorato in
pubblicità mentre studiava architettura, ma non ha mai
avuto intenzione di fare larchitetto...
No. Mi ero iscritto a Ingegneria, ma per quanto fossi
abbastanza bravo proprio non era adatta a me. Ho passato
un anno un po infelice, pensi che è stato
lunico anno della mia vita in cui non ho preso la
matita in mano, ma proprio mai disegnato... Sono passato
ad Architettura perché pensavo fosse abbastanza adatta,
ma mi sono accorto che anche quella non faceva per me. Io
sono un tipo abbastanza deciso: quando comincio una cosa
la voglio finire. Mi sono laureato e ho anche frequentato
brevemente uno studio di architettura, neanche un anno...
Già da parecchio tempo lavoravo in pubblicità, ne
facevo molte. Ho avuto anche un premio: una mia campagna
per la Shell ha vinto la Palma dOro della
pubblicità.
Quindi è stato
lontano dal fumetto per un po di tempo?
Per me il fumetto non esisteva! Sì, da giovane li
leggevo: avevo una netta preferenza per i fumetti
americani. Leggevo Alex Raymond, mi piacevano molto
Mandrake e lUomo Mascherato, cera Lyman Young
che faceva Cino e Franco, mi piaceva Bob Star di Chester
Gould... Pensi che avevo fatto in modo che Valentina da
bambina leggesse i fumetti del padre. Però ormai è
diventata vecchia anche Valentina...
A proposito: come
mai ha deciso di farla invecchiare?
È stata una trovata per essere un po più
originale. Da ragazzo mi dava fastidio che i personaggi
dei fumetti non invecchiassero mai, allora ho fatto una
donna che invecchia. Allinizio aveva poco più di
20 anni, adesso ne ha 58. La mia ultima storia è del
96, quando Valentina era già abbastanza vecchia, e
adesso non la faccio più per niente. Sto facendo cose
nuove ma Valentina la considero veramente finita. È
diventata vecchia, le ho fatto nascere un figlio, ma
anche il figlio è cresciuto, e allora lho lasciata
stare. Poi ci sono le altre: Bianca direi che era la più
bella di tutte... Lho ripresa quando ho collaborato
con la rivista Capital: ho fatto una quarantina di storie
di 4 pagine. Bianca non è legata ad unepoca, non
ha tempo: avevo anche fatto una versione di Gulliver, I
viaggi di Bianca, una quindicina danni prima di
Manara. Un altro personaggio era Anita, protagonista di
storie che avevano a che fare con i mezzi di
comunicazione: la televisione, il telefono... Anita
fisicamente lavevo fatta completamente diversa:
bionda, uneroina quasi tipo Barbarella...
Però lei è
stato legato più alle brune che non alle bionde...
È vero, ma anche lì era una reazione perché quando
io ho iniziato le donne dei fumetti erano sempre
invariabilmente bionde. La Barbarella di Forest ma anche
quelle più commerciali, piuttosto volgari, disegnate
anche male... Per esempio mi viene in mente Isabella: una
porcheria! E così parecchie altre cose. Io in realtà di
donne belle nei fumetti ne ricordo poche: Pravda era
bella, secondo me. Era disegnata da Guy Peellaert, che
però ha fatto ben poco: questa Pravda, Jodelle... ma era
bravo. Ma in fondo, tanto per parlare male degli altri,
anche Forest non era un gran ché... Trovo molto più
bravo Peellaert...
La figura di
Valentina è ispirata a quella di Louise Brooks. Ma si è
ispirato a lei anche dal punto di vista caratteriale?
No, non direi, anche se è un tipo di donna che mi è
sempre piaciuta. Lei è stata unattrice abbastanza
nota ma è stata dimenticata presto, non credo neanche si
sia arricchita... Tra laltro ci siamo scritti
parecchie lettere, ma non ci siamo mai visti. Io le avevo
mandato un mio libro e lei allinizio laveva
presa un po male: mi aveva risposto dicendo che i
disegni erano mistificatori. Però io le ho scritto
ancora dicendole che non volevo raccontare la sua vita,
che avevo inventato unaltra storia... Abbiamo fatto
pace rapidamente. Mi piaceva moltissimo, avevo visto
alcuni suoi film, come Loulou [t.i.: Il Vaso di Pandora].
Sono film un po dimenticati, li avevo visti perché
ero iscritto ad una cineteca. Il cinema è stato
unaltra delle mie passioni: ero un po un
maniaco di cinema, di film russi soprattutto. Le mie
grandi passioni, a parte il disegno, sono la musica e il
cinema.
Parlando di
cinema: è rimasto deluso da 'Baba Yaga', il film su
Valentina?
Sì, ma non del tutto. Beh, ha perso un po, ma
mi ha fatto piacere che abbiano voluto farne un film.
Però secondo me il cinema non ha molto a che fare col
fumetto. Io sono stato influenzato dal cinema, ma il
cinema non è influenzato dal fumetto: non è reciproca
la cosa.
E della serie
televisiva cosa ne ha pensato?
È stata sceneggiata bene, non mi è dispiaciuta,
però sento pochi contatti. Io ho voluto rimanerne
estraneo, non ci ho lavorato intorno. Demetra Hampton
lho conosciuta: era una bella ragazza ma non era
neanche tanto adatta a fare Valentina, secondo me. Non
direi che oggi ci sia unattrice adatta, ma non
cè mai stata. Certo, io ero partito da Louise
Brooks, ma lei era nata nel 1906...
Lei ha anche
prodotto delle versioni a fumetti dei grandi classici
della letteratura, anche erotica...
Sì, la mia Histoire dO è stata molto
importante perché è stata tradotta in molte lingue e mi
ha fatto conoscere moltissimo. Justine è forse il mio
libro più riuscito, quello in cui ho messo
limpegno maggiore perché ho cercato di ricostruire
bene lepoca. Tenga conto che io non sono un
appassionato di erotismo. Disegnando mi è venuta un
po la passione, però non era un mio interesse.
Sono andato sempre verso lhorror, è stata la
letteratura che mi ha influenzato di più. Ad esempio ho
fatto Jekyll... Volevo fare la storia del Dottor Jekyll
fin da bambino, perché ero influenzato dal film.
Quello con
Spencer Tracy?
No. Ho visto Spencer Tracy, che non era male, ma
quello per me più bello era quello con Frederich March,
che era stato fatto molto prima. Ma ho fatto il mio
Jekyll senza guardare gli altri, come lo pensavo io. Ad
esempio quando Jekyll si trasforma diventa più piccolo:
Mr. Hyde è poco più di un nano, dice
Stevenson, e allora io lho voluto disegnare così.
Nei film secondo me ci volevano due attori, ma non
lhanno mai fatto: il dottor Jekyll diventava un
mostro, però era sempre lo stesso attore.
Lei ha fatto
anche una Storia di U. Cosera?
Era una storia veramente diversissima, di neanche 30
pagine. U sta per Uomo: lunico uomo in mezzo ad un
mondo di animali. Sono tutti animali, però sono degli
animali un po strani: si comportano un po da
uomini... Il suo principale è un rinoceronte...
Oltre
alloriginalità delle storie lei è molto originale
anche dal punto di vista grafico. Comè arrivato a
questo stile?
Io nel disegno mi considero un po
tradizionalista. Il montaggio delle tavole era la mia
preoccupazione principale, perché volevo rivoluzionare
il fumetto. A me il fumetto non piace neanche tanto, sono
stato degli anni interi senza leggerne mai, fino a che ho
pensato ma potrei provare a farlo io, il
fumetto! Poi col tempo non credo di essere tanto
cambiato... Sì, certe volte anche un disegno un po
noioso, pieno di particolari...
Ma cosa crede che
sia la cosa che piace di più ai lettori, nelle sue
storie?
Beh, certamente le donne. Però le assicuro che non
è una cosa premeditata, mi è venuto spontaneamente. Mi
dà un po fastidio che dicano che sono il
disegnatore delle donne: mi piacciono, le disegno anche
bene, però non sono quello che fa sempre le donne! La
pubblicità quasi sempre ricorre alle donne, basta aprire
il giornale... Con Valentina ho avuto anche delle
difficoltà di censura, mentre Bianca è stata
liberissima. Io un po per... non dico dispetto ma
comunque reazione, la facevo sempre nuda. Considero i
libri di Bianca forse i miei libri migliori, perché sono
quelli che ho fatto nella totale libertà.
Che materiali usa
per disegnare?
Oh, io vorrei fare un monumento al pennino! Il
pennino è sempre stato lo strumento del mio lavoro:
quando disegno adopero la boccetta di inchiostro di china
che intingo con un pennino.
Quando lavora,
visto che è appassionato di musica, ascolta musica
oppure lavora in silenzio?
Tutta la mia passione per la musica si risolve
nellascolto dei dischi: sono pieno di compact di
jazz e classica. Mio papà era un musicista, è stato
primo violoncello della Scala, e io ho assorbito
parecchio. La classica mi interessa tutta, da Bach a
Stravinskij, ma se posso dare una preferenza direi
Beethoven. Con il jazz sono partito dalle origini, da
Luis Armstrong, il solista più originale che il jazz
abbia mai avuto. Non il più bravo, ce ne sono stati di
più bravi: Dizzy Gillespie, Miles Davis, Chet Baker,
Gerry Mulligan... Quando lavoro sento della musica
diversa e cambio da un genere allaltro. Non ho
preferenze: mi piace sentire la musica, la bella musica.
Torniamo al
fumetto: è uscita da poco la sua versione del Processo
di Kafka. Cosa ci dice?
Il Processo non è horror e ci sono poche donne, ma
è un gran libro: un capolavoro. Direi il capolavoro di
Kafka. Kafka è uno degli autori che mi è sempre
piaciuto di più. Kafka e Thomas Mann. Infatti ero
incerto se disegnare un libro di Mann: La Montagna
Incantata è una cosa straordinaria, ma Il Processo era
un libro che mi attirava proprio come disegno.
Si è basato solo
sul romanzo o ha preso spunto anche dal film che ne aveva
fatto Orson Welles?
Mi era piaciuto il film di Welles, però non ne ho
tenuto conto. È stato un libro che ho disegnato così
come mi veniva.
Recentemente è
uscito un volumetto con delle sue storie tratte da Edgar
Allan Poe. Ha intenzione di fare altre cose sue?
Poe è un altro dei miei autori preferiti, ma ho
disegnato solo poche storie perché cè stato
veramente un grande disegnatore, Dino Battaglia, che ha
fatto moltissimi racconti. Io sono andato a scegliere
proprio quelli che lui non aveva fatto. Battaglia lo
considero veramente, degli italiani, il più bravo di
tutti.
Ci sono altri
autori di fumetti che le piacciono?
Sergio Toppi mi piace, è molto bravo. Ma io il
fumetto di adesso lo guardo poco, non mi piace tanto.
Insomma: Dylan Dog, quelle cose lì... Ormai il fumetto
per me è finito, ci sono delle cose che io considero
concluse, come la musica jazz...
Lei ha pronta la
sua versione di Frankenstein che dovrebbe uscire tra
poco. Come ha strutturato la storia?
Ho seguito il romanzo di Mary Shelley. Quando
trasporto un libro a fumetti seguo sempre il libro, sto
sempre molto attento: voglio rispettare lautore.
Sul Frankenstein ci ho lavorato molto: mi piacevano molto
i film con Boris Karloff. Spero di stamparlo presto,
voglio fare almeno un altro libro oltre a questo. Ormai
sono orientato verso i libri classici, non parliamo di
erotismo perché lerotismo mi ha scocciato. Adesso
sto lavorando al Doppio Sogno di Schnitzler, ma poi il
mio futuro non lo conosco.
tratta da - http://www.cinefile.biz/crepax.htm
31
luglio 2003
Guido Crepax si è spento oggi a Milano.
Per tutti era il creatore di Valentina, la bruna fatale
dalle curve sexy, che ha alimentato le letture e
soprattutto i sogni di tanti suoi lettori.
Ricordiamolo con una storica intervista del 1983.
1983:
Siamo in uno studio fotografico, il luogo di lavoro di
una delle eroine più amate del fumetto italiano:
Valentina Rosselli.
Una volta tanto ribaltiamo il gioco e facciamo diventare
Guido Crepax, il suo inventore, oggetto della fotografia.
Guido,
tu hai scomposto il ritmo tradizionale della striscia,
perché?
Ti confesso che questa era la mia preoccupazione più
grande, nel tentativo di essere nuovo nella composizione
della pagina, nel montaggio insomma.
L'attrice
americana Louise Brooks è stata l'ispiratrice di
Valentina. Perché proprio lei?
Semplicemente perché mi piaceva ed era l'unica attrice
di cui tenevo la fotografia nel cassetto.
Perché
a un certo punto della tua vita hai iniziato a scrivere a
fumetti?
Effettivamente c'è un motivo: a me piace molto
disegnare, ma mi piace anche raccontare delle storie, ma
non so scrivere. Perciò non restava che il fumetto.
L'universo
delle tue storie è caratterizzato da numerose
protagoniste femminili: Valentina, Bianca, Anita. Come
mai?
Sarebbe molto facile dire che è perché mi piacciono le
donne, ma, siccome le critiche più pesanti che ho
ricevuto sono quelle diantifemminismo e maschilismo, devo
dire che mi ritengo assolutamente innocente; le mie donne
pensano molto e sono protagoniste attive. Lasciami
aggiungere che uno dei titoli che mi è piaciuto di più
è stato quello di Gianni Riotta sul Manifesto, quando ha
detto 'Valentina donna soggetto', e non oggetto come
spesso mi è stato obiettato ingiustamente.
Qual
è il futuro del fumetto italiano?
Anche questa è una domanda a cui è pressoché
impossibile rispondere.
Direi che il futuro non è più mio, è di altri
disegnatori, più giovani.
E il
futuro del fumetto di Guido Crepax?
Questo
è ancora più imbarazzante.
Ma
dal vaso di Pandora di Crepax, cosa verrà fuori?
Forse
certi miei critici saranno contenti di sentirmi dire che
sono un po' stanco dell'erotismo. Forse ne ho fatto un
po' troppo.
Valentina
arriverà alla soglia dei sessant'anni?
Io
le auguro di sì come donna. Come disegno non lo so
proprio, anzi ho paura senz'altro di no.
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