Appello a trattare per salvare la vita dell'on. Moro
Lotta Continua 13 aprile

“La società e lo Stato sono prima di tutto nella volontà cosciente dei cittadini; conseguentemente la degenerazione attuale è nostra interiore crisi di valore (scarso senso della moralità pubblica, estraneità della cultura, sistematica sfiducia nella legge, mentalità del tutto e subito). Perciò, nelle attuali tragiche circostanze, ognuno deve farsi carico prioritariamente delle proprie responsabilità ed impegnarsi a recuperare la validità dei valori fondamentali dei quali nessuna emergenza può giustificare l'abbandono. Ogni comportamento deve essere proiezione di tale vitalità interiore, ricevendo da essa forza e significato. Il recupero è possibile, considerando i risultati positivi conseguiti con il comune sforzo nella edificazione dello Stato democratico e l'abnegazione di tutti coloro che non hanno esitato a sacrificare la vita per tale nobile ideale. Tutto ciò trova il suo fondamento nel fatto che la salvaguardia delle istituzioni trae la sua legittimazione essenziale dalla capacità di realizzare e tutelare l'uomo. Nel nostro sistema costituzionale il valore base è sicuramente la persona umana (art. 2 della Costituzione), che l'ordinamento intende garantire e realizzare come fine ultimo della sua presenza nella società; lo Stato per la persona. E' un principio guida sia per i cittadini sia per le istituzioni. La dignità e il prestigio dello Stato non possono essere scissi in nessun momento dalla tutela della vita umana. Pertanto nelle attuali circostanze una trattativa intesa a salvare la vita dell'on. Moro, lungi dall'essere espressione di debolezza, rappresenta, in questa luce, un modo civile per la realizzazione dei fini dello Stato democratico”. Prof. Luigi AMBROSI, rettore dell'Università di Bari; prof. Carlo RIZZOLI, rettore dell'Università di Bologna; prof. Saverio MONGELLI, rettore dell'Università di Lecce; dott. Domenico FAZIO, direttore generale dell'Istruzione universitaria presso il Ministero della P.I.; prof. Claudia MALAGUZZI VALERI, pro-rettore dell'Università di Bari; dott. Mario NATALE, direttore amministrativo dell'Università di Bari; prof. Francesco MANZOLI, preside della facoltà di Medicina di Chieti; prof. Michele SALVINI, docente dell'Università di Pavia; dott. Achille INFERNUSI, intendente di Finanza di Bari; gr. Uff. Angelo MARINO, presidente della Camera Commercio Bari; prof. Alberto PAGLIARINI, presidente Opera universitaria Bari; prof. Giovanni GIRONE, docente della facoltà di Economia e Commercio Bari; Cesare FOTI, docente facoltà Ingegneria Bari; prof. Mario POLEMIO, docente facoltà Agraria Bari; prof. Ada LAMACCHIA, docente facoltà Lettere Bari; prof. Rosa LAMACCHIA, docente facoltà Magistero Bari; prof. Domenico CAMPANALE, docente facoltà Giurisprudenza Bari; prof. Giovanni MASSARO, docente facoltà Magistero Bari; prof. Carmelo SIMONE, docente facoltà Medicina Bari; prof. Francesco BELLINO, docente facoltà Magistero Bari; avv. Carlo FORCELLA, presidente Ipres; prof. Umberto RUGGERO, docente facoltà Ingegneria Bari; prof. Pasquale DELPRETE, docente facoltà Giurisprudenza Bari; prof. Salvatore GAROFALO, docente facoltà Economia e Commercio Bari; prof. Nicola DAMIANI, primario ospedale Di Venere; prof. Ernesto BOSNA, docente facoltà Magistero Bari; prof. Vito Antonio BALDASSARRE, docente facoltà Magistero Bari; prof. Fernando SCHIROSI, docente facoltà Magistero Bari; prof. Ferdinando PALMIERI, docente facoltà Scienze Bari; prof. Mariano LODDO, docente facoltà Scienze Bari; prof. Giuliano PANZA, docente facoltà Magistero Bari; prof. Giuseppe ZITO, docente facoltà Scienze Bari; prof. Ciro SANTORO, docente facoltà Magistero Bari; prof. Pantaleo MINERVINI, docente facoltà Magistero Bari; prof. Vittoriano CAPORALE, docente facoltà Magistero Bari; prof. Rita D'AMELIO, docente facoltà Magistero Bari; mons. Michele MINCUZZI, vescovo di Ugento, S. Maria di Leuca; mons. Renato LUISI, vescovo missionario residente a Foggia; prof. Giuseppe DI NARDI, docente di Economia politica all'Università di Roma.

Appello di Eleonora Moro.
Il Giorno 7 aprile

Gentile direttore,
in questa situazione che non ci consente alcun contatto, mi avvalgo della cortesia del suo giornale, sul quale mio marito ha tante volte scritto, per rivolgermi a lui, se mai sarà possibile che egli ne sia informato, e rassicurato che tutti i componenti della famiglia sono uniti e in salute. Noi, purtroppo, non abbiamo alcun segno che conforti la nostra speranza del suo ritorno. Vorremmo, tuttavia, sapesse che gli siamo vicini, che viviamo con lui, attimo per attimo, le ore di questi lunghissimi giorni, che preghiamo con lui, che, avendo, nonostante tutto, fiducia negli uomini, crediamo sia ancora possibile, dopo tanto dolore, riabbracciarlo. Con viva gratitudine.
Eleonora Moro

Appello della famiglia Moro.
Il Giorno 26 aprile

La famiglia di A. Moro ci ha mandato questa lettera nella speranza che possa giungere al suo caro.

Caro papà,
sentiamo il bisogno, dopo tanti giorni, di farti giungere, con queste poche righe, un segno del nostro affetto. Il pensiero di ogni momento ti è dedicato con un amore nuovo, di giorno in giorno più consapevole di ciò che tu sei e sei stato per noi. E no soltanto per noi. Tocchiamo con mano l'affetto che hanno per te le più differenti persone: dai tuoi collaboratori ed amici ai bimbi, alla gente che ogni giorno ci scrive cose care per te. In questa tragedia abbiamo scoperto, ognuno a suo modo, che ci hai regalato inaspettate risorse di forza morale e di amore. E proprio per questo, pur nella nostra grande debolezza, siamo oggi imensamente forti e uniti. Coltiviamo, con le preghiere e con le opere, la speranza di riaverti con noi e di riabbracciarti. Anna sta bene e con particolare amore ti pensa ricordando ogni cosa bella da te ricevuta.
Ti amiamo profondamente.
La tua famiglia
Roma, 25 aprile


 

 

 

 

 

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