1978 3) A
Francesco Cossiga
Caro Francesco, mentre t'indirizzo un caro saluto, sono indotto dalle
difficili circostanze a svolgere dinanzi a te, avendo
presenti le tue responsabilità (che io ovviamente
rispetto) alcune lucide e realistiche
considerazioni. Prescindo volutamente da ogni
aspetto emotivo e mi attengo ai fatti. Benché non
sappia nulla né del modo né di quanto accaduto dopo il
mio prelevamento, è fuori discussione - mi è stato
detto con tutta chiarezza - che sono considerato un
prigioniero politico, sottoposto, come Presidente della
D.C., ad un processo diretto ad accertare le mie
trentennali responsabilità (processo contenuto in
termini politici, ma che diventa sempre più stringente).
In tali circostanze ti scrivo in modo molto riservato,
perché tu e gli amici con alla testa il Presidente del
Consiglio (informato ovviamente il Presidente della
Repubblica) possiate riflettere opportunamente sul da
farsi, per evitare guai peggiori. Pensare quindi
fino in fondo, prima che si crei una situazione emotiva e
irrazionale. Devo pensare che il grave addebito che mi
viene fatto, si rivolge a me in quanto esponente
qualificato della DC nel suo insieme nella gestione della
sua linea politica. In verità siamo tutti noi del
gruppo dirigente che siamo chiamati in causa ed è il
nostro operato collettivo che è sotto accusa e di cui
devo rispondere. Aldo Moro ------------------------------- 6) A Benigno
Zaccagnini
Caro Zaccagnini, scrivo a te, intendendo rivolgermi a Piccoli,
Bartolomei, Galloni, Gaspari, Fanfani, Andreotti e
Cossiga ai quali tutti vorrai leggere la lettera e con i
quali tutti vorrai assumere le responsabilità, che sono
ad un tempo individuali e collettive. Parlo
innanzitutto della D.C. alla quale si rivolgono accuse
che riguardano tutti, ma che io sono chiamato a pagare
con conseguenze che non è difficile immaginare.
Certo nelle decisioni sono in gioco altri partiti; ma un
così tremendo problema di coscienza riguarda
innanzitutto la D.C., la quale deve muoversi, qualunque
cosa dicano, o dicano nell'immediato, gli altri.
Parlo innanzitutto del Partito Comunista, il quale, pur
nella opportunità di affermare esigenze di fermezza, non
può dimenticare che il mio drammatico prelevamento è
avvenuto mentre si andava alla Camera per la
consacrazione del Governo che m'ero tanto adoperato a
costituire. Aldo Moro ---------------------------------- 11) A Papa Paolo VI
Beatissimo Padre, nella difficilissima situazione nella quale mi trovo e
memore della paterna benevolenza che la Santità Vostra
mi ha tante volte dimostrato, e tra l'altro quando io ero
giovane dirigente della Fuci, ardisco rivolgermi alla
Santità Vostra, nella speranza che voglia favorire nel
modo più opportuno almeno l'avvio di quel processo di
scambio di prigionieri politici, dal quale potrebbero
derivare, in questo momento estremamente minaccioso,
riflessi positivi per me e la mia disgraziata famiglia
che per ragioni oggettive è in cima alle mie angosciate
preoccupazioni. Immagino le ansie del Governo. Ma
debbo dire che siffatta pratica umanitaria è in uso
presso moltissimi governi, i quali danno priorità alla
salvezza delle vite umane e trovano accorgimenti di
allontanamento dal territorio nazionale per i prigionieri
politici dell'altra parte, soddisfacendo così esigenze
di sicurezza. D'altra parte, trattandosi di atti di
guerriglia, non si vede quale altra forma di efficace
distensione ci sia in una situazione che altrimenti
promette giorni terribili. Avendo intravisto qui
nella mia prigione un severo articolo dell'Osservatore,
me ne sono preoccupato fortemente. Perché quale altra
voce, che non sia quella della Chiesa, può rompere le
cristallizzazioni che si sono formate e quale umanesimo
più alto vi è di quello cristiano? Aldo Moro ------------------------------- 29) Al segretario
generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim
desidero innanzitutto ringraziarla, nella drammatica
situazione nella quale mi trovo, per il fervido messaggio
che ha voluto formulare per la salvezza della mia
vita. E' un segno, tanto autorevole quanto gradito,
oltre che del suo ben noto spirito umanitario, della
benevolenza della quale mi fa oggetto da anni, da quando
cioè ebbi la ventura di trattare lungamente con lei dei
problemi dell'Alto Adige e di giungere poi alla felice
conclusione di Copenaghen. Aldo Moro -------------------------------------- 35) A Flaminio
Piccoli
Caro Piccoli, mi rivolgo a te con la fiducia e l'affetto che sai. Sei tu ora, punto di riferimento. E vedo il segno della tua presenza nel fatto che sia stato sin qui evitato il peggio, la chiusura indiscriminata. Guardando agli aspetti umanitari, che sono essenziali e valgono per tutti i Paesi, bisogna rapidamente approfondire questa breccia. Andare avanti, cioè, nel concreto, senza illudersi che invocazioni umanitarie possano avere il minimo effetto. Non dividete sul sangue la D.C., non illudetevi di risolvere così i problemi del paese, date fiducia, ora che si manifesta intero, all'umanitarismo socialista, anche se vi fosse la sfida della crisi, la cui composizione del resto è stata così faticosamente accettata. La crisi, per questo motivo che lascia allo scoperto i comunisti, non ci sarebbe o almeno sarebbe risolvibile. Non lasciate allo scoperto i vecchi amici che hanno dato fino all'ultimo. Sarebbe un fatto obbrobrioso e immorale. Sarebbe un eroismo su basi fragilissime. Scusa queste considerazioni che, soprattutto per la famiglia dovevo fare, ed abbiti i più cordiali saluti Aldo Moro On. Flaminio Piccoli --------------------------------- 43) A Pietro Ingrao
Onorevole Presidente della Camera, in questo momento estremamente difficile, ritengo mio
diritto e dovere, come membro del Parlamento italiano, di
rivolgermi a Lei che ne è, insieme con il Presidente del
Senato, il supremo custode. Lo faccio nello spirito di
tanti anni di colleganza parlamentare, per scongiurarla
di adoperarsi, nei modi più opportuni, affinché sia
avviata con le adeguate garanzie, un'equa trattativa
umanitaria, che consenta di procedere ad uno scambio di
prigionieri politici ed a me di tornare in seno alla
famiglia che ha grave ed urgente bisogno di me. Lo
spirito umanitario che anima il Parlamento ebbe già a
manifestarsi in sede di Costituente, alla quale anche in
questo campo ebbi a dare il mio contributo, e si è fatto
visibile con l'abolizione della pena di morte ed in
molteplici leggi ed iniziative. D'altra parte non
sfuggono alle Assemblee né i problemi di sicurezza, che
possono però essere adeguatamente risolti, né la
complessità del problema politico per il quale non
sarebbero sufficienti scelte semplici e riduttive. Suo On. Pietro Ingrao ---------------------------- 48) A Giulio
Andreotti
Caro Presidente, so bene che ormai il problema, nelle sue massime
componenti, è nelle tue mani e tu ne porti altissima
responsabilità. Non sto a descriverti la mia
condizione e le mie prospettive. Posso solo dirti
la mia certezza che questa nuova fase politica, se
comincia con un bagno di sangue e specie in
contraddizione con un chiaro orientamento umanitario dei
socialisti, non è apportatrice di bene né per il Paese
né per il Governo. La lacerazione ne resterà
insanabile. Nessuna unità nella sequela delle
azioni e reazioni sarà più ricomponibile. Con
ciò vorrei invitarti a realizzare quel che si ha da fare
nel poco tempo disponibile. Contare su un
logoramento psicologico, perché son certo che tu, nella
tua intelligenza, lo escludi, sarebbe un drammatico
errore. Aldo Moro On. Giulio Andreotti ---------------------------------- 49) A Bettino Craxi
Caro Craxi, poiché ho colto, pur tra le notizie frammentarie che
mi pervengono, una forte sensibilità umanitaria del tuo
Partito in questa dolorosa vicenda, sono qui a
scongiurarti di continuare ed anzi accentuare la tua
importante iniziativa. E' da mettere in chiaro che
non si tratta di inviti rivolti agli altri a compiere
atti di umanità, inviti del tutto inutili, ma di dar
luogo con la dovuta urgenza ad una seria ed equilibrata
trattativa per lo scambio di prigionieri politici.
Ho l'impressione che questo o non si sia capito o si
abbia l'aria di non capirlo. La realtà è però questa,
urgente, con un respiro minimo. Ogni ora che passa
potrebbe renderla vana ed allora io ti scongiuro di fare
in ogni sede opportuna tutto il possibile sull'unica
direzione giusta che non è quella della
declamazione. Anche la D.C. sembra non
capire. Ti sarei grato se glielo spiegassi anche tu
con l'urgenza che si richiede. Credi, non c'è un
minuto da perdere. E io spero che o al San Rafael o
al Partito questo mio scritto ti trovi. Mi pare
tutto un po' assurdo, ma quello che conta non è
spiegare, ma, se si può fare qualcosa, di farlo. Aldo Moro On. Bettino Craxi -------------------------------- 77) A Benigno
Zaccagnini
Caro Zaccagnini, la lunga e tormentata vicenda della mia prigionia
presso le Brigate Rosse pone dei problemi ai quali è
doveroso e sempre più urgente rispondere. Mi
riferisco all'atteggiamento di totale indifferenza
assunto dal Partito nei confronti della mia persona e
della mia famiglia, la quale paga un prezzo altissimo per
un modo di fare che non ha assolutamente precedenti nella
D.C. Quest'ultima è venuta incontro, più o meno, alle
necessità che premevano sui suoi associati, ma mai, come
in questo caso, è restata del tutto fuori da una vicenda
gravissima, delicatissima e per la quale non era certo
priva di mezzi d'intervento. Si poteva fare, solo
che si fosse voluto rimuovere una inconsistente
pregiudiziale, ed invece non si è fatto. Il culto
esasperato del rispetto della legalità formale ha reso
rigidi e insensibili, ha ridotto ad essere soffocante,
come mai era stata, la disciplina di partito, ha tolto
ogni libertà di ragionevole movimento, ed ha
sacrificato, con me e con la mia famiglia, quelle ragioni
umanitarie che militano a favore, oltre che di vittime
innocenti, ma anche di persone condannate le cui
condizioni di salute e di vita abbisognano di particolare
cura e per le quali si offre l'ospitalità, caritatevole
o amichevole, di un paese straniero. [...] la lettera s'interrompe senza conclusione -------------------------------------- |
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