da - il corriere della sera 14 febbraio 2004

Nella sua camera sono stati trovati dei farmaci

Addio Pantani, il Pirata non c'è più

E'stato trovato senza vita accanto al letto in una stanza del residence «Le Rose» di Rimini: si era isolato da tutti ROMA - Il campione che ha fatto sognare i tifosi, che volava sulle vette dello sport più duro, non c'è più. Marco Pantani è stato trovato senza vita, a 34 anni, in una stanza del residence «Le Rose» di Rimini. Sono stati i gestori dello stesso residence a dare l'allarme. Sul posto arrivano subito uomini della squadra mobile della Questura di Rimini e un medico legale. Gli investigatori controllano e sono convinti che non si sia trattato di morte violenta. Si pensa a un malore, ci sono dei farmaci nella stanza.
C'è da indagare, fare esami e controlli.

VISTO NEL POMERIGGIO PER L'ULTIMA VOLTA - Pantani aveva preso alloggio da pochissimi giorni, da solo, al residence-hotel «Le rose», che si trova in viale Regina Elena, sul lungomare di Rimini. Al personale dell'albergo era apparso strano e a tratti assente.A dare l'allarme verso le 21.30 è il portiere. Pantani era stato visto per l'ultima volta nel pomeriggio, poi in serata non è sceso e il personale del residence, insospettito, ha bussatoinutilmente alla camera, trovando anche difficoltà ad aprire la porta che era chiusa dall'interno. Quando finalmente riescono a entrare nella stanza, trovano Pantani riverso e privo di vita.

A TERRA A FIANCO DEL LETTO - Il cadavere di Marco Pantani, semisvestito, giaceva a terra, vicino al letto, all'interno della camera che sul lungomare riminese. La polizia ha compiuto un primo sopralluogo, rilevando la presenza di alcune confezioni di farmaci. I primi accertamenti portano a escludere fatti violenti e fanno ritenere probabile che il ciclista sia morto in conseguenza di un malore, non si sa se insorto spontaneamente o in conseguenza dell'assunzione di farmaci o altro.

I RACCONTI, IL DOLORE- Le prime testimonianze degli amici, dei colleghi, dei giornalisti che lo avevano visto recentemente riferiscono di una situazione difficile dal punto di vista psicologico, di isolamento. Tutte cose comprensibili dopo una vita e una carriera segnate dalla sfortuna e dalla necessità di ricominciare sempre daccapo, come se per lui dovesse sempre essere tutto in salita, non soltanto quando pedalava. E anche la solitudine di questo ultimo periodo è un paradosso per uno che, quando vinceva. aveva tantissima agente attorno a lui. Il Pirata se ne va in silenzio, solo, dopo essere salito da trionfatore in vetta alle montagne e allo sport della fatica più dura.

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le reazioni

Il triste addio al Pirata GIMONDI: «HA PAGATO TUTTO A TROPPO CARO PREZZO» - «Ha pagato tutto a troppo caro prezzo. Per quattro anni è stato sempre nell'occhio del ciclone dopo essere stato il numero uno. E poi, un po', si era isolato da solo. Era fragile»

IL CT BALLERINI: «NON MI SEMBRA VERO»
- «È' una cosa talmente grande che non mi sembra vera». È la prima reazione del ct della nazionale italiana di ciclismo Franco Ballerini alla notizia della morte di Marco Pantani. «Con Marco non ho mai avuto molti contatti perchè era difficile parlare - continua - avevo notizie da amici e dal presidente del club di Cesenatico». Il ct ricorda un gesto: «Il lancio del cappellino, che annunciava l'inizio di una azione irresistibile. Anche questo mancherà di Marco Pantani».

CIPOLLINI: «LASCIA UN VUOTO IMMENSO» - «Sono sconvolto. E' una tragedia di proporzioni enormi per tutto il mondo che conosce il ciclismo, lascia un vuoto immenso. Sono incredulo».

DAVIDE CASSANI: «NON ERA PIU' LUI» -«Non ho parole, è impossibile trovarne». Con la voce commossa Davide Cassani, a Sport2 Sera, commenta la scomparsa di Marco Pantani. Perchè è successo? «Vorrei capirlo anch'io - dice Cassani -. Sono stato con lui nel '97 dopo l'incidente e abbiamo passato dei momenti straordinari, ma so che adesso passava un momento difficle della sua vita, era affondato in un vortice... Sono veramente affranto». Quando lo ha sentito per l'ultima volta? «Un mese fa: era profondamente amareggiato, cambiato, non era più lui,era un altro uomo». è stato aiutato Pantani dal mondo del ciclismo? «Qualcuno lo ha aiutato, altri no. Pantani ha avvicinato tanta gente al mondo del ciclismo. Anche oggi mi chiedevano come stava, quando tornava. Non era più lui, era amareggiato. E io sono affranto».

ZACCHERONI: «NON DOVEVA FINIRE COSI'» - Alberto Zaccheroni ha perso un amico, un conterraneo, un uomo al quale era legato da anni. La notizia della morte di Pantani, della sua morte improvvisa e in solitudine, ha lasciato sgomento l'allenatore dell'Inter. «Sapevo,tutti sapevamo - commenta Zaccheroni - che c'erano dei problemi, ma non immaginavo fino a questo punto».Il tecnico, come tanti altri amici, aveva cercato di essergli vicino, ma ricorda: «Negli ultimi mesi era difficile contattarlo, coinvolgerlo. L'avevamo cercato, anche col sindaco, quest'estate, per una partita tra sportivi e cantanti. Avevamo provato a coinvolgerlo in questa iniziativa, ma non c'era stato niente da fare. Non lo si trovava». Pantani non rispondeva, non si faceva trovare. E questo, dice Zaccheroni, «doveva far capire che il suo problema era veramente grande. Ma per quanto fosse grande nessuno poteva immaginare che la storia di un grande uomo, di un grande campione, finisse così».

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da - la republica :

Il corpo del ciclista scoperto nella stanza dove viveva dal portiere
La polizia avrebbe trovato scatole di farmaci intorno al corpo
Marco Pantani trovato morto
in un residence di Rimini

RIMINI - Il ciclista Marco Pantani è stato trovato morto questa sera in un residence di Rimini. Il cadavere è stato trovato in una stanza del residence 'Le Rose' di Rimini dove viveva da qualche tempo. Dai primi sopralluoghi della polizia sembra che nella stanza di Pantani siano state trovate delle scatole di farmaci anche se sono ancora sconosciute le cause della morte. Sembra certo, però, che non si sia trattato di una morte violenta. Overdose o suicidio tra le ipotesi: sarà l'autopsia, già disposta dall'autorità giudiziaria, a stabilire le cause del decesso.

Marco Pantani aveva preso alloggio da pochissimi giorni, da solo, al residence che si trova in viale Regina Elena, sul lungomare di Rimini. Al personale dell'albergo era apparso strano e a tratti assente. Oggi, i dipendenti lo avevano visto per l'ultima volta nel pomeriggio e proprio quell'atteggiamento di assenza ha insospettito il portiere quando non ha più visto il campione uscire dalla sua stanza.

Intorno alle 21,30 il portiere ha bussato inutilmente alla camera di Pantani, trovando anche difficoltà ad aprire la porta che era chiusa dall'interno. Quando finalmente è stato possibile entrare nella stanza, Pantani è stato trovato riverso per terra vicino al letto e privo di vita. Pantani era semisvestito.

(14 febbraio 2004)

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da - l'unita'

È morto il "Pirata" Marco Pantani, tragico gigante del ciclismo
di red.

Marco Pantani, il “Pirata”, vincitore nel 1998 del Giro d’Italia e del Tour de France, impresa riuscita solo ad un altro gigante del ciclismo, Fausto Coppi, à stato trovato morto sabato sera in un residence di Rimini. Non si conoscono le cause della morte. Nella camera la polizia ha trovato alcune confezioni di .farmaci,ma non si hanno ancora indicazioni se si possa essere trattato di un malore o di un suicidio.

Marco Pantani aveva preso alloggio da pochissimi giorni, da solo, al residence-hotel Le rose, che sul lungomare di Rimini. Al personale dell'albergo era apparso strano e a tratti assente. A dare l'allarme è stato verso le 21.30 il portiere. Pantani era stato visto per l'ultima volta nel pomeriggio.Il personale del residence, insospettito per non averlovisto scendere, ha bussato inutilmente alla camera, trovando anche difficoltà ad aprire la porta che era chiusa dall'interno. Quando finalmente è stato possibile entrare nella stanza, Pantani è stato trovato riverso e privo di vita.

«Per chi gli ha voluto veramente bene c'è una sola parola: tragedia. Non riesco a pensare a niente. per me è un dramma». Giuseppe Martinelli piange al telefono. È stato il suo direttore sportivo, quello dei trionfi e quello del grande tonfo a Madonna di Campiglio nel '99. «Ha fatto emozionare e piangere tutti, anche stavolta - dice Martinelli - lo definivo “fenomeno”, e non si è smentito''. Nel '98 Marco Pantani vinse, con Martinelli, Giro e Tour nello stesso anno. Un anno dopo venne fermato per ematocrito troppo alto prima della tappa decisiva del Giro. In maglia rosa. Era il numero uno del ciclismo, divenne il simbolo del male. «Sicuramente qualcuno non gli voleva bene. E qualcun altro gliene ha voluto troppo». Un appello: «Non sbagliate a parlarne. Era un gigante».

Come Fausto Coppi, nella vittoria e nella tragedia. Marco Pantani, nato a Cesenatico il 13 gennaio 1970, era noto ad appassionati del ciclismo e semplici amanti dello sport come il “Pirata”: quel soprannome l'aveva guadagnato per il coraggio e l'aggressività sui pedali, ma anche per la bandana portata in testa sulle tappe più dure. Il gesto di toglierla e gettarla alle spalle era per tutti il segnale dell' attacco. E l'immagine più nota è quella degli arrembaggi sulle montagne del Giro d'Italia 1998, il suo anno magico.

In quella stagione infatti Pantani centrò l'accoppiata Giro-Tour, un'impresa riuscita prima d'allora a un solo italiano, Coppi appunto, nel '49 e nel '52. Il Giro l'aveva già vinto da dilettante nel '92; 14 volte maglia rosa e sei in gialla, 36 le sue vittorie da professionista. All'ultimo Giro d'Italia cui partecipò, quello 2003, si era qualificato quattordicesimo, mentre dal precedente si era ritirato. Ma la carriera agonistica del Pirata si era conclusa nel giugno scorso, con il ricovero in una clinica che ne aveva segnato il vero addio a ogni speranza di ritorno in gara.




 

 

 

 

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