Impedita la vendita del biodiesel
Tratto da La Leva di Archimede


Impedita di fatto la vendita di biodiesel in Italia, con il ricorso alla
solite furbizie all'italiana. -

L'Unione europea ha approvato una disposizione
che ammette una tassa ridotta solo sul biodiesel mischiato al gasolio (al
5% come additivo o al 25% come combustibile per autotrazione di mezzi pubblici).

Per utilizzarlo puro si dovrebbe pagare la tassa sui carburanti e in questo
modo il prezzo diventerebbe proibitivo.

Il Biodiesel è un un carburante liquido a base di materie prime rigenerabili derivante da prodotti agricoli,
in particolare è prodotto con olio di colza e di girasole, perciò biodegradabile e sicuro.

Il biodiesel è l'unico carburante che non contribuisce all'aumento di C02
nell'atmosfera e che non accelera pertanto l'effetto serra.

Nella disposizione inviata dall'Italia è contenuta una doppia astuzia: oltre a impedire di
fatto la vendita del biodiesel puro si escludono dal mercato i piccoli produttori
italiani di biocarburante che non hanno le autorizzazioni e le tecnologie
per miscelare biodiesel e gasolio e quindi dovranno vendere tutta la loro
produzione alle grandi raffinerie. In Italia, ricordando che il settore
dei trasporti su strada è responsabile di oltre il 90% delle emissioni di
benzene, secondo dati di fonte Cives, sono solo 41.000 i veicoli elettrici
venduti, di cui circa la metà sono biciclette a pedalata assistita. Intanto
con la concessione di riapertura della centrale termoelettrica dell'Agip
a Gela, "gli operai di Gela scontano sulla loro pelle un decennio di inadempienze
e colpevoli silenzi" commenta Legambiente  che lancia un ulteriore allarme
rosso su tutto il resto del petrolchimico. [11.03.2002] "
Fonte: Emissione Zero
http://www.emissionezero.it


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SCRIVETEGLI, SE ODIATE LE PELLICCE!!!   Mi è appena capitata tra le mani una copia di Casamica, inserto del
Corriere della Sera del 2/11/02. All'interno fa bella mostra di sè un
articolo dal titolo LA CASA IN PELLICCIA, con numerose fotografie di pezzi
di arredamento in pelliccia: divani, poltrone, coperte, letti, ecc. ecc.

Edificante!


Per chi volesse inviare la propria opinione:

Redazione di Casamica
tel. 02 2584 3991 - 02 2584 3331
fax 02 2584 3693
e-mail
casamica@rcs.it


Daniela - Milano

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vi invito a vedere questa vergogna. e se vi è possibile a scrivere al ministro polacco!   http://www.diamocilazampa.it/stragi_nel_mondo/cavalli_polacchi.htm    

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Dicembre 2002 - Per il governo del Peru' il progetto di estrazione di gas
naturale nella regione Camisea potrebbe aiutare l'economia e diminuire la
dipendenza energetica dall'estero.

Ma per gli ecologisti, il progetto da 2
miliardi di dollari rappresenta una condanna a morte per una delle ultime
foreste vergini del mondo e per i gruppi indigeni che la abitano.

Il Presidente Peruviano, Alejandro Toledo, ha detto che Camisea, il cui gas
sara' estratto da un gruppo di multinazionali guidato dalla Pluspetrol
(Argentina) e dalla Hunt Oil (USA), e' proprio il megaprogetto di cui il
Peru' ha bisogno per uscire dalla poverta' e per alleviare il debito estero
del paese che attualmente ammonta a 30 mld di dollari. In Peru' meta' della
popolazione vive con 1.25 dollari al giorno e molti praticano
un'agricoltura di sussistenza.

Le riserve di Camisea contengono 368 miliardi di metri cubi di gas
naturale. Il gas naturale di Camisea, 1200 km a sud est di Lima, comincera'
ad essere utilizzato per il fabbisogno energetico della capitale a partire
dall'Agosto 2004. Il progetto richiedera' una somma iniziale di 1.96
miliardi di dollari e un totale di 4.5 miliardi di dollari per esportare il
gas verso gli USA e il Messico. Il governo prevede che l'estrazione di gas
a Camisea fara' crescere dello 0.8% il PIL annuale del Peru' nei prossimi
40 anni (cioe' per la durata del contratto), e diminuira' la dipendenza
dalle importazioni di idrocarburi dall'estero.

Ma gli ecologisti sostengono che il costo reale per il Peru' sarebbe
catastrofico, e supererebbe di gran lunga i benefici economici. Inoltre
calpesterebbe i diritti delle popolazioni indigene che vivono nell'area e
danneggerebbe il fragile ecosistema forestale.

Le associazioni stanno facendo azioni di pressione sulla IABD
(Inter-American Development Bank), sulla ExIm Bank(USA) e su altri
potenziali prestatori affinche' neghino i 900 mln di dollari richiesti per
finanziare il progetto. La IABD ha detto che non partecipera' al progetto
senza che non siano affrontante in modo appropriato le questioni
riguardanti l'ambiente, la salute, la sicurezza e gli impatti sociali. Ma
sta considerando la possibilita' di fornire 75 mln di dollari per la
costruzione di un gasdotto e per la copertura di altri costi.

La compagnia petrolifera argentina Techint provvedera' alla costruzione di
un gasdotto lungo 720 km che portera' il gas di Camisea in un impianto
industriale nella costa del Pacifico e a Lima.

Il gruppo di multinazionali che provvedera' all'estrazione, guidato dalla
Pluspetrol, spendera' 150 mln di dollari per la costruzione di un impianto
per ricavare i combustibili liquidi a soli 3 km dalla riserva costiera di
Paracas, uno dei siti marini piu' ricchi di fauna e una delle maggiori
attrazioni turistiche del paese. Ogni giorno verranno estratti 70,000
barili di combustibile liquido.

La compagnia Belga Tractebel, legata alla Francese Suez Lyonnaise (una
multinazione che controlla il mercato mondiale delle infrastrutture per la
distribuzione idrica), distribuira' il gas a Lima dove sara' usato per
produrre elettricita', rifornendo industrie e singole abitazioni. Gran
parte del gas estratto sara' esportato nella penisola Baja (Messico) per
rifornire i consumatori Californiani che non dovranno sostenere alcun costo
ambientale e sociale, sostengono gli amici della terra. E' da notare che la
multinazionale Hunt Oil e' molto legata al Presidente Bush: ha fornito
centinaia di migliaia di dollari alle campagne elettorali del Partito
Repubblicano. Infatti il governo americano e' in prima linea nel promuovere
il progetto.

Tra i gruppi etnici presenti nella foresta ci sono i Nahua e i Kugapakori,
che non hanno contatti con il mondo esterno e vivono in isolamento
volontario. Secondo Amazon Watch, il progetto costringera' gli indigeni
dall'area a spostarsi. Inoltre, queste popolazioni sono a rischio di
epidemie come l'influenza, o potrebbero soffrire di fame a causa della
riduzione della fauna dovuta all'avanzamento del progetto. La regione
ospita 800 specie ornitologiche e 45 specie di orchidee, tanto che l'Unione
Mondiale per la Conservazione (IUCN) l'ha definita l'ultimo posto sulla
terra dove estrarre idrocarburi, mentre il WWF l'ha inserita tra le global
200 (le 200 ecoregioni piu' biologicamente rilevanti del pianeta). Tra i
mammiferi minacciati ci sono le scimmie "lanose", il tamarino imperiale, la
lontra gigante, l'armadillo gigante, il giaguaro e il gatto Andino. I
gasdotti passeranno a soli 300 metri da una scuola e da alcune abitazioni,
esponendo le comunita' locali al pericolo di esplosioni.
I rifiuti industriali, il rumore e la deforestazione stanno gia'
contaminando l'acqua e riducendo le risorse ittiche e faunistiche in
generale.

Il governo e la Pluspetrol dicono che non esiste una riserva formalmente
istituita e criticano gli ambientalisti perche', secondo loro, non
considerano gli enormi benefici che il progetto garantirebbe alle comunita'
locali. Il gruppo di multinazionali ha promesso che paghera' almeno 1 mln
di dollari di risarcimenti alle popolazioni indigene durante la
costruzione, e in seguito fornira' altri pagamenti annuali, ma l'ammontare
di questi pagamenti non e' stato specificato dal consorzio.

Mandate un'email per chiedere alla ExIm Bank e alla IABD di non finanziare
il progetto:
http://www.foei.org/cyberaction/camisea.php

Per maggiori informazioni:
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A12381-2002Nov19.html

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Altri articoli sulla ExIm e le agenzie di credito all'esportazione (ACE):
Global: Le Agenzie di Credito all'Esportazione vanno riformate

http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=single&field.joined.id=854&fi
eld.joine
d.singleid=9205
India: Enron ha violato i diritti umani tra il 1992 e il 1998

http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=single&field.joined.id=854&fi
eld.joine
d.singleid=9204
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Homepage Econotizie
http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map
Archivio Econotizie
http://sito.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=all&field.joined.id=854

PURTROPPO ANCORA NOTIZIE DI ESPERIMENTI SUI CANI BEAGLES !!! QUESTI SONO ALCUNI ARTICOLI DEL TEMPO. PER CHI NON LA POSSIEDE, ALLEGO LA LISTA DEI PRODOTTI NON TESTATI SUGLI ANIMALI, FATTA TEMPO FA DAGLI ANIMALISTI ITALIANI (PETA). MOLTI SONO ACQUISTABILI NELLE NORMALI PROFUMERIE. NON ACQUISTIAMO E CONVINCIAMO A NON ACQUISTARE I PRODOTTI DI CASE NON INSERITE NELLA LISTA, PER NON ESSERE COMPLICI DI QUESTA VERGOGNA!!!!! PER NOTIZIE SULLA RICERCA SENZA ANIMALI, RICORDO www.ricercasenzaanimali.org e www.oipaitalia.com. GRAZIE A TUTTI! LUCA        

di STEFANIA MORDEGLIA
VENTI CAGNOLINI-CAVIE SARANNO UCCISI IN LABORATORIO

Roma.In viaggio dagli Stati Uniti per essere uccisi in un laboratorio di Aprilia.   Un triste destino quello dei 20 cuccioli di beagle, cani da caccia con il mantello pezzato, sbarcati ieri all'aeroporto di Fiumicino. Quando i doganieri hanno visto la destinazione delle gabbie sono saltati sulla sedia.
"Per uso laboratorio" riportava la bolletta di importazione. Ad acquistare gli animali è stata un'azienda farmaceutica con sede ad Aprilia. Che dall'allevamento dell'Illinois ha fatto arrivarei cucciolli, da uccidere dopo atroci torture per provare cosmetici, creme e belletti.
Un'agghiacciante realtà, cui i doganieri del Leonardo da Vinci non si sonovoluti arrendere. Lo sguardo assetato d'affetto di quei cagnolini dietro le sbarre ha spinto gli operatori aeroportuali a rovistare nei codici di legge,
sperando di trovare un cavillo che permettesse loro di bloccare il viaggio della morte. Niente da fare. Nessun appiglio burocratico poteva essere utilizzato. All'ora di pranzo il camion che li trasportava ha varcato il cancello della fabbrica-laboratorio di Aprilia. Molte delle "cavie" verranno uccise dagli esperimenti prima di Natale.


di STEFANIA MORDEGLIA SI MOBILITANO gli animalisti per protestare contro l’utilizzo ...
... dei cani per testare nuovi cosmetici. Ha suscitato indignazione generale la denuncia de «Il Tempo» dell’arrivo a Fiumicino di 20 cuccioli di beagle destinati ad un laboratorio di Aprilia, ma successivamente trasferiti a Catania, dove saranno impiegati in cruenti esperimenti di prodotti di bellezza, che provocheranno la loro morte. Ma non solo. I 20 cagnolini proventienti dagli Usa non sono altro che la prima parte di una spedizione che porterà in Italia nei prossimi mesi altri 300 beagle destinati alla stessa agghiacciante finalità.
Per protestare contro l’atroce delitto di esseri innocenti, il presidente degli Animalisti italiani, Walter Caporale, ha inviato un appello al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al ministro della Salute, Girolamo Sirchia, e al presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, chiedendo che «i 20 cani vengano immediatamente acquistati dal governo e sottratti a una sorte terrificante: atroci torture per esperimenti cosmetici inutili, che potrebbero essere effettuati con test o colture in vitro di cellule e tessuti».
Da parte sua, l’assessore regionale alla Sanità, Vincenzo Saraceni, ha dichiarato che «se la sperimentazione degli animali a fini terapeutici può essere considerata un male necessario, quando invece la finalità è testare cosmetici le riserve diventano insormontabili». L’assessore ha detto di non aver saputo che ad Aprilia esistesse un laboratorio che testa creme e altri prodotti di bellezza sui cani, fino a provocarne la morte, poiché aziende del genere «non sono sottoposte ad autorizzazioni della Regione». Saraceni ha quindi assicurato che «cercherà di occuparsi del caso» e che, qualora ci fosse un’iniziativa legislativa nel Lazio, prenderà provvedimenti.
Intanto, prosegue la campagna del Movimento ecologico nazionale Uomo-Natura-Animali (UNA) contro la sperimentazione animale nella cosmesi. In oltre 200 punti delle strade delle città italiane è possibile firmare due petizioni, una a livello europeo e l’altra a livello nazionale, e avere chiarimenti. Il punto di raccolta firme di Roma è in via Ezio 31 (tel. 349-8501557). Poiché a Natale i prodotti dei bellezza sono uno dei regali più comuni, nei punti dell’UNA viene anche distribuita la lista dei prodotti cruelty free, ossia sostanze non testate sugli animali.

lunedì 23 dicembre 2002

 


 
 «VOGLIAMO andare a protestare davanti al laboratorio di Aprilia che tortura gli animali per sperimentare prodotti di bellezza
Bisogna salvare quei poveri beagle». I lettori de «Il Tempo» continuano a dare prova di grande sensibilità e non si arrendono ad essere spettatori di notizie. Anche ieri il centralino del nostro giornale è stato bombardato di telefonate di persone che chiedevano il numero di associazioni animaliste e progettavano interventi per protestare contro l’impiego di animali nei test di laboratorio. Maria Marchi, Dante Luzzetti, Walter Fabrizi, Liliana Fargioni, Nanda Martinzelli, Patrizia Pin, Cinzia Pignani ci hanno chiesto consigli su come agire, su chi contattare, sulla forma di protesta più utile. Si sono offerti di adottare i cuccioli. «Sfortunatamente la legge consente questi esperimenti - ha detto Dante Luzzetti di Ciampino -. Capisco la legalità, ma preferisco la giustizia. Ho lavorato come agente zoofilo e ho visto come vengono uccisi gli animali: sei i muri dei macelli fossero di vetro, tutti diventerebbero vegetariani».
St. Mor.

lunedì 23 dicembre 2002

Immagini allegate:



File: lista spesa.jpg