LA FIAT
CHIEDE LO STATO DI CRISI
Il piano presentato dall'azienda prevede
la Cassa integrazione a zero ore per un anno per 7600
lavoratori. Arese e Termini Imerese rischiano la
chiusura. Cominciano le proteste degli operai.
8.100 in cassa integrazione a partire dal 2 dicembre
La Fiat chiede lo stato di crisi Richiesta fatta per
accedere agli ammortizzatori sociali. La Fiom: «Vendete
Stampa e Juventus». Venerdì sciopero di 4 ore ROMA - La
Fiat ha chiesto ufficialmente al Governo lo stato di
crisi per accedere agli ammortizzatori sociali per gli
esuberi. La richiesta riguarda anche Comau e Magneti
Marelli. Nel frattempo la Fiom, per voce di Giorgio
Cremaschi, ha chiesto che la famiglia Agnelli venda le
principali partecipazioni esterne al gruppo industriale,
come Stampa e Juventus.
STATO DI CRISI - «Mi è stata fatta - ha confermato il
ministro del Welfare Maroni - una richiesta della Fiat
per lo stato di crisi, per poter accedere agli
ammortizzatori sociali».
Intanto, secondo i primi dati, sarebbero 8.100 i
lavoratori della Fiat che lazienda intende mettere
in cassa integrazione a zero ore dal 2 dicembre.
LO SCIOPERO - Quattro ore di sciopero venerdì 11 ottobre
e un'altra giornata di protesta in un giorno da
stabilire: sono queste le risposte che Fiom, Fim, Uilm e
Fismic al piano di ristrutturazione annunciato dalla
Fiat.
IN BORSA - E' una giornata nera per la Fiat in Piazza
Affari. Dopo la notizia della richiesta dello stato di
crisi i titoli del Lingotto, che già erano in perdita,
cedono il 6,93% a 8,18 euro. Nel corso della giornata il
titolo ha raggiunto un minimo di 8,12 euro, riportandosi
ai livelli dell'aprile 1985.
IL MINISTRO - La crisi del settore automobilistico e
della Fiat «è uno dei temi fondamentali da porre come
oggetto della discussione» di politica economica: lo ha
detto il ministro dell' Economia Giulio Tremonti, che ha
aggiunto: «in questo momento non sono in grado di
formulare valutazioni. Ma certamente c'è attenzione e
impegno nel governo».
LA FIOM: «AGNELLI VENDA STAMPA E JUVENTUS» - «La Fiat
venda la Stampa e la Juventus». Lo ha detto Giorgio
Cremaschi, della segreteria nazionale della Fiom, intervenendo
a un dibattito all'Università di Torino in vista dello
sciopero generale Cgil del 18 ottobre. «È evidente che
per affrontare la crisi della Fiat - osserva Cremaschi - oltre
al ruolo del governo, è necessario che gli azionisti e
la famiglia Agnelli mettano molto del loro solido. Non è
possibile che le partecipazioni varie che hanno le
società di controllo Fiat continuino a crescere, mentre
decine di migliaia di lavoratori, tra dipendenti diretti
e indotto, rischiano il posto». Per Cremaschi, «una
delle condizioni per risollevare la Fiat è che la
proprietà metta risorse all'interno di essa e quindi
questo vuol dire vendere partecipazioni esterne al gruppo
industriale: dalla Montedison e dall'energia, alla Toro
Assicurazioni, alla Stampa, alla Juventus. Solo se
succederà questo la proprietà dimostrerà di credere
nel futuro industriale del gruppo e quindi è neccessario
chiederlo».
10 ottobre 2002
LA STRAGE DI
BALI
Due bombe devastano la zona dei locali
notturni dell'isola indonesiana di Bali, una delle mete
preferite dai turisti di tutto il mondo. Oltre 180 i
morti. Al Qaeda rivendicherà più volte l'attentato.
I CECENI NEL
TEATRO DI MOSCA
Comincia la tragedia del teatro Dobrovka
di Mosca, dove un commando di terroristi ceceni fa
irruzione nella sala e prende in ostaggio gli spettatori.
- All'alba del 26 ottobre le truppe speciali russe danno
l'assalto al teatro, usando gas tossici che finiscono per
uccidere oltre 110 ostaggi, e 50 guerriglieri.
I terroristi hanno minato l'edificio, circondato dalle
forze speciali Mosca, gruppo ceceno prende ostaggi in
teatro L'irruzione durante lo spettacolo. Il commando è
di trenta uomini. A bambini e musulmani consentito
lasciare la sala
MOSCA - Una trentina di uomini armati hanno preso in
ostaggio circa 700 persone all'interno del teatro
Nord-Ost, a sud est di Mosca, e hanno minato l'edificio. Secondo
le prime informazioni - date da un reporter che si
trovava nel teatro e che è riuscito a chiamare la sua
agenzia di stampa, la Interfax - sono stati sparati dei
colpi in aria ma non ci sarebbero feriti. I terroristi hanno
minacciato di far saltare in aria il teatro se le loro
richieste non verranno accolte. Lo riferiscono ostaggi
che hanno comunciato con i telefonini.
ESTERI I terroristi hanno minato l'edificio,
circondato dalle forze speciali Mosca, gruppo ceceno
prende ostaggi in teatro L'irruzione durante lo
spettacolo. Il commando è di trenta uomini. A bambini e
musulmani consentito lasciare la sala
MOSCA - Una trentina di uomini armati hanno preso in
ostaggio circa 700 persone all'interno del teatro
Nord-Ost, a sud est di Mosca, e hanno minato l'edificio. Secondo
le prime informazioni - date daun reporter che si trovava
nel teatro e che è riuscito a chiamare la sua agenzia di
stampa, la Interfax - sono stati sparati dei colpi in
aria ma non ci sarebbero feriti. I terroristi hanno
minacciato di far saltare in aria il teatro se le loro
richieste non verranno accolte. Lo riferiscono ostaggi
che hanno comunciato con i telefonini.
L'IRRUZIONE DURANTE LO SPETTACOLO - Al momento
dell'irruzione in teatro era in corso lo spettacolo
musical dal quale ha preso il nome il teatro,
«Nord-Ost», una produzione fra le più popolari in
Russia. Il commando, dopo qualche minuto di irruzione ha
consentito a tutti i musulmani e ai bambini di lasciare
la sala.
Forze speciali della polizia e il gruppo d'intervento
anti-terrorismo «Alfa» hanno circondato l'edificio.
Nella sua breve chiamata il giornalista dell'Interfax ha
precisato che gli assalitori hanno consentito al pubblico
di fare brevi telefonate ai familiari. Sempre secondo il
reporter gli assalitori sarebbero originari della regione
del Caucaso.
«Siamo ceceni, non scherziamo, siamo in guerra. Siamo
venuti a Mosca non per vivere ma per morire». Così ha
parlato il capo del commando dopo l'irruzione nel teatro
alle ore 21, all'inizio del secondo tempo del musical
«Nord-Ost». Lo ha detto l'attore Sergei Fadeev che ha
trovato la libertà calandosi con una corda improvvisata
dal terzo piano dello stabile.
CHIESTO IL RITIRO DEI RUSSI DALLA CECENIA -Separatisti
ceceni hanno contattato la Bbc chiedendo il ritiro
immediato delle truppe russe dalla repubblica caucasica e
hanno ripetuto che il commando che ha preso in ostaggio centinaia
di persone in un teatro di Mosca ha piazzato esplosivi
nell'edificio ed è pronto a morire nell'assalto.
GRUPPO COMPOSTO DA KAMIKAZE CON CINTURE ESPLOSIVE -
Il gruppo di guerriglieri cececni che ha sequestrato
circa 700 persone all'interno di un teatro moscovita è
composto da una trentina di kamikaze. Lo ha rivelato
Movladi Udugov, ideologo degli indipendentisti cececni e
capo del servizio di informazione della guerriglia
separatista. Udugov ha rivendicato alla radio Eco di
Mosca la paternità dell'azione e nel corso di una
telefonata al comando delle forze aeree russe in Caucaso
ha aggiunto che l'assalto è opera di un commando di
kamikaze ceceni agli ordini di Movsar Barayev, nipote del
leader ceceno Arbi Barayev, ucciso lo scorso anno dalle
truppe russe. Secondo i testimoni, i guerriglieri, che hanno
addosso cinture esplosive, si sono presentati agli
ostaggi come i «suicidi della divisione 29».
VERTICE AL CREMLINO E TRATTATIVA CON I TERRORISTI - Il
presidente russo Vladimir Putin ha convocato un vertice al
Cremlino con il ministro dell'interno Boris Gryzlov e il
capo dei servizi segreti (Fsb) Nikolai Patrushev per
decidere l'azione da seguire per far fronte alla presa di
ostaggi. Al vertice partecipa anche il premier Mikhail
Kasyanov.
Nella notte sarebbe iniziata una trattativa con i
terroristi: secondo alcuni testimoni, un membro ceceno
del parlamento federale russo, Aslambek Aslakhanov, è
entrato nel teatro per condurre i negoziati con i
ribelli.
23 ottobre 2002
IL RIENTRO DEI
SAVOIA
La Gazzetta Ufficiale pubblica la legge
costituzionale che permette il rientro in Italia dei
discendenti maschi dell'ex casa reale.
L'ETNA SI
RISVEGLIA
L'attività del vulcano preannunciata da
uno «sciame sismico». La protezione civile compincia il
monitoraggio, nei giorni successivi la lava scenderà
copiosa unita a scosse telluriche e forti emissioni di
cenere.
SAN GIULIANO,
CROLLA LA SCUOLA
Scossa di terremoto dell'8° grado della
scala Mercalli con epicentro nel Molise. Una scuola
crolla a San Giuliano di Puglia, i bambini restano
intrappolati all'interno. E' l'inizio di un dramma che
scuote tutto il Paese.
CAMPOBASSO - Cinque bambini intrappolati nelle macerie
della scuola crollata dopo il violento terremoto che ha
squassato il piccolo centro molisano di San Giuliano di
Puglia sono stati estratti vivi dalle squadre di
soccorso. Uno dei piccoli è stato estratto dalle macerie
mentre il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi era
in visita al piccolo comune del Molise devastato. Secondo
fonti ufficiali, le vittime del sisma a San Giuliano di
Puglia sono otto: sei bambini e due adulti, tutti
intrappolati nelle macerie della scuola.
NUOVA SCOSSA - La terra ha ancora tremato nella provincia
di Campobasso: alle 22,33 una scossa del quarto grado ha
creato altro allarme e panico nelle zone colpite
dall'evento sismico. I centralini del vigili del fuoco
sono stati nuovamente subissati di telefonate dopo la
scossa di intensità 3,4 della scala Richter. Il centro
operativo del Dipartimento dei vigili del fuoco del
Viminale ha localizzato l'epicentro tra San Giuliano di
Puglia e Colletorto.
LE VOCI DEI BIMBI - «Le voci dei bambini là sotto si
sentono sempre di meno, anzi dalla parte della scuola
più colpita non si sentono più». È quasi disperato il
vigile del fuoco che, dopo avere scavato, spiega che «la
situazione è grave anche perchè le voci dei bambini non
si sentono quasi più». Diminuiscono dunque le speranze
di salvare tutti gli alunni della scuola elementare
ancora sotto le macerie dell'edificio. «Da una parte -
spiega il vigile del fuoco - ancora si sentono delle
urla. Ma dal lato più colpito, quello della classe che
si trova sotto, ormai non sentiamo più nulla».
SITUAZIONE DISPERATA - Uno dei vigili del fuoco che è
riuscito a salvare il bambino poco dopo l'operazione ha
commentato: «È una situazione disperata». E ha
spiegato anche perché la situazione è «al limite».
«I bambini - ha spiegato - si trovano intrappolati tra
due pareti che sono crollate con la scossa di stamani. È
crollata la parete dove danno le classi, ma anche la
parete opposta dell'edificio». Per questo la scuola
elementare ora è diventata una trappola che i vigili del
fuoco e gli uomini della Protezione civile cercano di
penetrare anche attraverso un cunicolo che sono riusciti
ad aprire tra le maceri.
IL BILANCIO - A circa 10 ore dal terremoto che questa
mattina, alle 11.32, ha colpito il Molise, è in atto una
drammatica corsa contro il tempo per salvare molte
persone - forse alcune decine - che si trovano sotto le
macerie dell'edificio scolastico crollato a San Giuliano
di Puglia (Campobasso). Proprio negli ultimi minuti i
vigili del fuoco sembrano avere raggiunto qualche aula e
stanno mettendo in salvo alcuni bimbi. Finora il bilancio
ufficiale è di otto morti: sei scolari e due donne (una
di 56 anni, l' altra di 90), queste ultime decedute per
le ferite riportate nel crollo parziale di altri edifici.
ALTRE VITTIME - Ma il timore è che il numero delle
vittime possa salire sensibilmente, dal momento che -
secondo i testimoni - nella scuola vi erano almeno una
cinquantina di persone, quasi tutti bambini. Dalle
macerie, di tanto in tanto, filtrano voci e lamenti degli
scolari prigionieri, travolti dal crollo della scuola che
si è piegata su se stessa. La speranza dei soccorritori
è che le parti cadute dei solai abbiano creato degli
spazi che possano aver salvato la vita dei bambini.
SCAVARE CON LE MANI - Proprio per questo i soccorritori
continuano a scavare anche con le mani, evitando di
utilizzare mezzi meccanici che potrebbero provocare nuovi
crolli e aggravare il bilancio delle vittime. L'opera di
soccorso è resa ora più difficile dal sopraggiungere
dell'oscurità, anche se sono già attive le fotoelettriche
dei vigili del fuoco e non vi sono pause nella frenetica
azione di scavo, che ha consentito finora di estrarre
vive dalle macerie una ventina di persone.
OTTAVO GRADO MERCALLI - Il terremoto è avvenuto alle
11.32 di questa mattina, è stato di magnitudo 5.4
Richter, pari all'ottavo grado della scala Mercalli, ha
avuto diverse repliche (alcune di intensità fino al
quinto grado), è stato avvertito in tutto il centro sud
Italia. Cinque i comuni più colpiti, tutti in provincia
di Campobasso: San Giuliano di Puglia, Montelongo,
Larino, Colletorto e Santa Croce di Magliano. In seguito
ai danni provocati dalla scossa, numerose abitazioni sono
inagibili. Si contano almeno 2.500 sfollati. La macchina
della Protezione Civile si è subito messa in moto e già
tra qualche ora dovrebbe cominciare l'allestimento delle
tendopoli. Militari dell'esercito sono in arrivo per
aiutare gli uomini della Protezione Civile.
BILANCIO - La Prefettura di Campobasso ha comunicato una
prima valutazione dei danni e delle vittime provocati dal
terremoto. L'area interessata in provincia di Campobasso,
secondo la Prefettura, è di circa 1.000 chilometri
quadrati con una popolazione di circa 50.000 persone.
Oltre che a San Giuliano, sono stati evidenziati notevoli
danni dal patrimonio abitativo pubblico e privato nei
comuni di Macchia Valfortore, Larino e Santa Croce di
Magliano dove però non risultano persone decedute.
Secondo la Prefettura alle 20 risultano ricoverate presso
gli ospedali di Larino, Termoli e Campobasso 43 persone
di cui 13 bambini. La maggior parte dei pazienti non
presenta traumi importanti ed in seguito alle cure
prestate sono stati dimessi.
31 ottobre 2002
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