FANNO MALE SOLO I CELLULARI ?

inquinamento elettromagnetico

La redazione namir piu' volte si e' schierata senza mezzi termini e in favore dell'infanzia, contro l'inquinamento elettromagnetico, fosse anche quello dell'antenna VATICANA, che comunque prolungando i tempi del suo risanamento tecnico, e' riuscita a scavalcare il governo, pseudo di sinistra che le era contro, attendendo l'arrivo della destra che sicuramente gli facilitera' la sopravvivenza nelle emissioni delle suemortali trasmissioni.

Eliminata questa piccola parentesi, che per lo piu' dovrebbe far riflettere i cattolici, siamo andati a verificare con tutti i nostri collaboratori, quali effetti producono le onde elettromagnetiche sulla nostra salute, e il dibattito, come potete leggere e' di elevato interesse, soprattutto perche' si nota che la verita' e' sicuramente coperta, sia dal fatto che non esistono relativi esperimenti scientifici che chiariscono il tutto , sia dal fatto che ci sono enormi interessi economici in gioco.

Il primo interessante testo :

Dopo la pubblicazione nel 1979 della prima ricerca che documenta i rischi di elettrosmog si moltiplicano studi e iniziative per tentare di stabilire i limiti sicuri di emissione elettromagnetico, sia da parte degli elettrodomestici - computer e cellulari, sia da parte delle antenne - ripetitori televisivi e radio.

Nel 1990 Internetional Radiation Protection association ( Irpa ) e l'Interational Commission on Non-Ionizing Radiation ( Icnirp ), dopo una analisi della lettura scientifica sui rischi da esposizione ai campi elettromagnetici, stabilisce i limiti prudenziali per l'esposizione ai campi di frequenza di 50 hz - abbiamo cercato la relazione scientifca del 1979, ma non ne conosciamo i dati e i relativi esperimeti verificati.

Nel 1992 In Italia, un decreto del presidente del consiglio dei ministri fissa i limiti da rispettare per i campi elettromagnetici : dal 5 a 10 kv su un mentro di campo elettrico per 24 ore di esposizione, mentre per il campo magnetico il limite massimo e' di 100 microtesla.

Nel 1998 un decreto legge stabilisce le norme per le radiofrequenze di impianti fissi di telecomunicazioni e radio tv. Successivamente si moltiplicheranno le discussioni per l'approvazione di una legge che fissa a 0,2 microtesla il valore di attenzione per icampi magnetici, totalmente diverso da quello stabilito nel 1992- di cosa dispone, scientificamente, quindi, il nostro governo per attuare questi cambiamenti ai limiti precedentemente fissati ?

Dall'Istituto Mario Negri di Milano, dove si e' svolto un seminario nell'anno 2000

Cosa Hanno provato fino ad ora le ricerche ?

L'esposizione questi campi elettromagnetici e' un fenomeno nuovo per l'umanita'. Gli esseri umani non sono adatti dal punto di vista evolutivo a questo tipo di radiazioni. L'esposizione naturale a campi magnetici di origine solare e' un milionesimo rispetto a quella cui oggi le persone sono esposte dal consumo dell'elettricita'. Le ricerche di laboratorio non hanno ancora provato effetti cancerogini.I campi elettromagnetici non provano in vitro trasformazioni cellulari e non sono tossici per il dna. Quindi non possono promuovere un processo cancerogeno, ma non e' escluso la possibilita' che possano agire da promotori non genotossici. Anche gli esperimenti sugli animali sono stati negativi. Una ipotesi suggestiva avanzata era che campi da 50-60 hz potessero influire sui ritmi circadiani che controllano la secrezione di melatonina, l'ormone che regola il ritmo di sonno e veglia. E la melatonia avrebbe un'azione protettiva contro i tumori. Ma gli studi, fino ad ora realizzti, non hanno portato ancora a nessuna prova conclusiva.

E a questo punto, noi tutti della redazione namir, ci poniamo una domanda - se la melatonina, come affermano tutti gli scienziati, sembra proteggerci dal tumore, perche' abbiamo dichiarato PAZZO DI BELLA che sulla melatonina basava tutta la sua terapia ?

Date un'occhiata a questa pagina web :

http://www.tinet.ch/dibella/italiano.html

Il tutto continua a non essere chiaro e ci vengono immediatamente alla memoria parole che lo stesso professore affermava - i miei tabulati e le mie ricette per la cura del tumore sono stati notevolmente manipolati in fase di sperimentazione negli ospedali, in cui sono stati applicati i protocolli -.

LE PROVE RACCOLTE

Le prove raccolte riguardano sia gli individui esposti nell'ambiente di lavoro sia quelli che vivono in abitazioni con cavi ad alta tensione sovrastanto o in prossimita' delle case. Per queste ricerche, ci si riferisce di solito solo ai campi magnetici, in parte perche' quelli elettrici sono attenuati da muri e deviati da oggetti e quindi piu' difficili da misurare e anche meno rilevanti. Una pletora di studioccupazionali hanno portato a dimostrare e altri a smentire, aseconda dell'entita' edei metodi usati per quantificare le esposizioni, un aumento relativo di rischio di tumori al cervello e soprattutto di leucemia. Ma si tratta di evidenze epitemiologiche contrastanti e spesso l'associazione e' debole.

Non è vero, inoltre, che non esistano prove della correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e insorgenza di patologie, di cui alcune molto gravi, come la leucemia infantile. Gli istituti scientifici del Ministero della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, affermano, infatti come l’indagine scientifica e la ricerca epidemiologica, sebbene non conclusive, mostrino un’evidenza di aumento di determinate patologie in relazione al livello di esposizione. Essi così concludono: "gli studi epidemiologici suggeriscono un’associazione fra esposizione a campi magnetici a 50 Hz (gli elettrodotti) e la leucemia infantile."

Anche per le cosiddette radiofrequenze (ripetitori per telefonia cellulare, impianti di trasmissione radiotelevisivi, radar), pur essendo tecnologie nuove e, quindi, la ricerca scientifica più recente, viene affermata la necessità di adottare il principio di cautela. Scrive, infatti, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro: "indicazioni provenienti dall’epidemiologia e dalla sperimentazione, tra cui quella di grande rilievo dovuta al recente studio australiano, spingono ad assumere valori di guida più cautelativi rispetto ai valori limite vigenti per gli effetti acuti. Conforta in questa direzione il fatto che, per l’esposizione alle radiofrequenze, è tecnologicamente ed economicamente possibile raggiungere una riduzione degli attuali tetti massimi di esposizione, soprattutto nelle aree residenziali e destinate all’infanzia o alle strutture sanitarie."

PER LE ABITAZIONI COSTRUITE IN PROSSIMITA' DI IMPIANTI E VICEVERSA.

Il primo studio risale al 1979, hanno messo in correlazione i campi magnetici sovrastanti le case alle leucemie infantili, soprattutto la linfloblastica acuta, quella che piu' comuemente colpisce i bambini, Studi che sono arrivati spesso, e non se ne comprende il motivo, a differenti conclusioni. Per esempio nel 1994,ricerche condotte in Danimarca e Svezia che utilizzavano dati racolti in modo obiettivo ricavati da registri nazionali, spinsero il comitato consultivo del Britsh national radiological protection board, a concludere, a proposito di leucemie infantili, che - la possibilita' di un rischio esisteva - . Due anni dopo Il National research council americano asseriva che un incremento di rischio c'era ma che poteva essere confuso da altri fattori sociali.

Due studi analatici molto recenti, inglesi e americani, hanno nuovamente incluso che non esiste un eccesso di rischio di leucemia infantile anche per livelli piu' alti di esposizione. Forse a nostro parere i ricercatori dovrebbero incontrarsi per confrontare i loro risultati e verificare l'ipotesi di partenza, ma soprattutto, sganciarsi da qualsiasi fondo economico multinazionale che ne suggerisce la ricerca.

COME FARE QUESTA RICERCA ?

Uno studio svedese del 1993 che ha usato i registri delle compagnie elettriche per mappare i cavi di 220 a 400 kv che attraversano il paese e ha poi individuato le proprieta' abitate all'interno o ai bordi di un corridoio lungo 325 metri. Le persone che abitavano nel raggio di 300 metri dai cavi elettrici tra il 1960 e il 1985 sono state individuate attraverso i registri nazionali. Il numero di casi di leucemiainfantile sviluppatosi in quel corridoio sono stati confrontati con quello di un gruppo di controllo che abitava lontano dai cavi. Simili tecniche di ricerca sono state usate da danesi - norvegesi - finlandesi - I loro studi suggerisconola possibilita' di un minimo aumentodirischio di leucemia infanile.In Italia questo tipo di ricerca potrebbe essere attuato cosi' come nelle altre grandi nazioni europee.

ANNI DI RICERCHE.

~ 1979 Nancy Wertheimer, epidemirloga, e Ed Leeper, fisico, documentano per la prima volta la possibile associazione tra campi elettromagnetici a 60 Hz e l'insorgere di leucemie infantili. Lo studio molto meticoloso è pubblicato sul l'~merican journal of epidemioioiw.


~ 1982 Samuel Milham mette in evidenza un eccesso di casi di leucemia tra i lavoratori in attività elèttriche nello stato di Washington. Tre anni dopo un altro studio tra lavoratori del Maryland riporta un incremento di tumore al cervello.


~ 1986 Una ricerca svedese analizza i casi di tumore infantile a Stoccolma tra il '58 e il '73 e riscontra un eccesso di tumori nei residenti vicino a linee elettriche da 200 kV.


~ 1988 David Savitz analizza i casi di leucemia infantile a Denver, nel Colorado, tra il '76 e l'83 e riscontra un'associazione tra leucemie, tumori al cervello ed esposizione a campi elettromagnetici.


~ 1992 Uno studio svedese dimostra un aumento significativo del rischio di leucemia infantile per campi elettromagnetici superiori a 0,2 microtesla. lì British radiologicaì protection board asserisce che i primi studi positivi sono inadeguati e che sono solo utili per formulare ipotesi.


~ 1994 Uno studio danese e un altro svedese, che si basano su dati
nazionali raccolti in modo oggettivo, concludono che esiste un incremento di rischio per leucemie infantili dovuto a esposizione a campi elettromagnetici.


~ 1994-95 Due ricerche apparse sull'Americanjoumal of epidemioiog~', sui lavoratori di tre compagnie elettriche, 2 francesi e 1 canadese, dimostrano un aumento significativo di leucemia e tumore al cervello per esposizione a campi magnetici di intensità superiore a 10 microtesla.


~ 1995 lì Dipartimento dell'energia statunitense finanzia un opuscolo informativo per le scuole su come diminuire l'esposizione elettromagnetica, ma ne blocca la distribuzione due anni dopo.


~ 1997 Un articolo pubblicato sul New Englandjoumal otmedìcine riaccende il dibattito. Secondo gli autori anche se ~non si può escludere la possibilità di un incremento di rischio di leucemia linfoblastica acuta nei bambini che vivono in prossimità di campi magnetici elevati, l'associazione non è statisticamente significativa


~ 1999 L'Uk Childhood cancer study, pubblicato su The Lance~ non conferma l'associazione tra l'esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza e l'insorgere di leucemie nei bambini. Analoghe le conclusioni di un altro studio del National cancer institute a Bethesda.