cosa dire di questo libro ?.......

due sole cose :

1 - fa parte della TRILOGIA DELL'AUTORE - quindi se non leggi i precedenti..... manca qualcosa.

2 - non si puņ dir altro se non ascoltarlo.

MI LIMITERO' QUINDI a riportarvi, quanto ho sottolineato leggendolo :

di LUIGI PINTOR - IL NESPOLO -

molti dei suoi anni li ha vissuti chiusi in una stanza a scrivere sui giornali contro qualcosa o qualcuno. era per temperamento e per mestiere un polemista un bastian contrario, come si dice dei bambini indocili ) . quel che faceva non serviva a nulla ma a lui sembrava di grande importanza e a quel mestiere rivoluzionario era dedito completamente. fantasticare o scrivere senza scopo sotto un albero serve invece a fumare meno sigarette.

al ventesimo secolo si puo' perdonare tutto, anche le due guerre mondiali e quelle successive, anche le sfilate di moda e le corse di formula uno, ma non il peccato di aver sacrificato il cinematografo alla televisione. e' codesta una scatola vuota che mostra il mondo piatto come una lavagna e non distingue una scena di guerra da una partita di calcio. tra i due schermi c'e' la stessa differenza che passa tra il calore di un camino e un frigorifero spento.

la notizia fu trasmessa eccezionalmente per radio cosi' che i medici rianimatori si impegnarono piu' del solito e il terzo giorno resuscito' dal coma. il gallo ha cantato, annuncio' l'infermiera. se quel ragazzo fosse stato uno sconosciuto sarebbe morto in un angolo dell'astanteria.

il progresso contrae il tempo e accorcia la vita allungandola in apparenza.

aggirarsi in una stanza fumosa con occhiali scuri sul naso, cotone nelle orecchie, sabbia in bocca, scarpe di misura quarantotto e una botte sulle spalle. e' facile mettere in caricatura gli impedimenti dell'eta' che sono comici piu' che pietosi.

molto tardi si impara che la debolezza non e' un difetto ma una qualita' della persona. una qualita' rischiosa che non richiede indulgenza o severita' ma riconoscenza. la condizione di un genitore che sopravvive e' piena di vergogna.

anche le stanze sul cortile erano buie ma spaziose e potevano offrire ospitalita' agli amici e vincere la solitudine. ragionamento sbagliato perche' la solitudine non e' una cosa materiale e non ha amici.

totalitarismo e democrazia sono due parole senza qualita'. avrebbero bisogno di molti aggettivi per l'appunto qualificativi. un dispotismo puo' essere illuminato e una democrazia putrefatta e non e' semplice districarsi tra queste antinomie. un animalista esperto, o anche esopo, potrebbe dire che la differenza tra queste due forme del potere sta nel fatto che la prima ti chiude in una gabbia con fitte sbarre come i felini allo zoo mentre la seconda ti confina in un recinto arioso dove puoi passeggiare come i cammelli e le giraffe. e' anche questa una privazione della liberta' ma e' molto piu' intelligente e chi la subisce neppure se ne accorge.

e' impressionante la quantita' di chiavi, tessere, schede di cui si fa uso nella vita quotidiana. un COMUNISMO utopico, che e' meglio di quello scientifico, potrebbe essere un mondo senza chiavi.

ogni tanto il dolore si deposita sul fondo, poi riaffiora per uno stimolo occasionale ma prepotente, poi torna sul fondo. va su e giu' ma non si altera ne' quando viene in superficie ne' quando scende in profondita'. e' il caso di ripetere che il tempo non e' un medico sapiente ma puntiglioso aguzzino che non risana ma infetta.

finito di leggere il 24 aprile 2001