Mi permetto di proporvi
un mio ulteriore intervento relativo ad una traduzione sui commenti dell'International
Action Center al discorso di Bush sulla questione palestinese e la conseguente
risposta delle organizzazioni della Resistenza palestinese.Se lo ritenete
opportuno date diffusione al documento che vi invio in allegato.
Vogliate ricevere auguri sentitissimi di un proficuo lavoro per la diffusione
di informazioni che sempre aiutino a far crescere la consapevolezza di tanti
sui diritti inalienabili dei popoli.
Curzio di Soccorso Popolare di Padova

Invio la traduzione di un documento dell'International Action Center(IAC) che riporta ampi stralci del discorso di Bush sulla questione della possibilità di una nascita dello Stato di Palestina, con opportuni commenti. Il discorso, così tanto atteso, è decisamente paradigmatico di un atteggiamento imperialista e colonialista degli Usa. Dimostra l'intensa protervia di coloro che pensano essere diventati i padroni definitivi del mondo e dello situazione di vassallaggio di tanti stati mediorientali.

Viene sottolineata la violenza assassina dello Stato di Israele, l'impotenza di fronte a questa dei dirigenti attuali dell'Autorità Palestinese e il desiderio di riscatto del popolo di Palestina che non ammette più ricatti e compromessi di scambio. Il popolo Palestinese non vuole diventare merce di scambio e tanto più non ammette che i suoi tanti resistenti lo diventino, per ottenere in definitiva uno Stato definito da Bush solo "provvisorio".

Il fatto che l'OLP abbia a lungo pensato di fare la pace con Israele tollerando in qualche modo l'occupazione è soltanto uno dei suoi numerosi errori strategici e tattici. Una nuova generazione è ora ormai cresciuta, che non rispetta più i vecchi tabù e non tollera la deplorevole "flessibilità" che ha dato alla liberazione della Palestina lo status di un "punto interrogativo", piuttosto che quello di un segnale di speranza, del suo inalienabile diritto ad esistere.

Le energie liberate dall'Intifada non sono facilmente contenibili in una qualunque forma, e la protesta palestinese è una protesta contro tutti gli aspetti di uno status quo che gli Imperialisti Occidentali vogliono a forza imporre sul mondo.

Prima della traduzione allego il testo, da me tradotto, di un comunicato della Resistenza Palestinese,

( sarebbe stato forse opportuno indicare anche le singole organizzazioni sottoscriventi la dichiarazione), inviato alla lista da: "Angela" stella.rossa@tiscali.it assolutamente complementare al documento dell'IAC.

Buon lavoro a tutti nel sostenere la causa del Popolo della Palestina.

Curzio di Soccorso Popolare di Padova

Comunicato Resistenza Palestinese

26 giugno 2002

Comunicato stampa

Emesso dalle organizzazioni della Resistenza Palestinese.

Le organizzazioni della Resistenza Palestinese si sono incontrate il 25 giugno 2002 per discutere i più recenti sviluppi politici e in particolare per esaminare il messaggio del Presidente degli USA e le sue perniciose implicazioni per la causa Palestinese e per la Nazione Araba.

L'assemblea ha affermato i seguenti punti:

1. Il discorso del Presidente Americano è stato considerato come un palese tentativo di liquidare la causa Palestinese e i legittimi diritti di una nazione per il popolo della Palestina.

2. È stato respinto il contenuto di quel messaggio in quanto perfettamente in accordo con il punto di vista Sionista e in quanto porta avanti in modo totale i piani dell'entità Sionista contro il popolo Palestinese e la Nazione Araba.

3. Il contenuto del discorso di Bush costituisce una reiterazione delle posizioni ostili dell'Amministrazione Americana nei confronti del popolo Palestinese e della sua causa nazionale.

4. Questa posizione ostile è come un vento di tempesta contro le leggi internazionali e i patti che hanno affermato il diritto del popolo Palestinese all'autodeterminazione sul suo territorio e la legittimità della resistenza all'occupazione.( Nota del traduttore: con la risoluzione 2711 del 14 dicembre 1970 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite riaffermava il riconoscimento della legittimità della lotta di liberazione dei popoli sottoposti al potere coloniale, e non si può dire che questo non sia esercitato da Israele, condotta attraverso l'esercizio del loro diritto per una libertà di scelta all'autodeterminazione, e invita tutti gli Stati a fornire a questi popoli tutto l'appoggio necessario!!)

5. Il discorso di Bush costituisce uno schiamazzante intervento negli affari interni della Palestina in un tentativo di imporre una capitolazione al nostro popolo.

6. L'assemblea ha condannato la posizione tenuta dall'Autorità Palestinese rispetto alle espressioni di Bush, che hanno ricevuto un benvenuto più che una posizione di rigetto. Avendo assunto questa posizione, l'Autorità Palestinese si è sottomessa ai diktats Americani e Sionisti.

7. L'assemblea ha condannato le dimostrazioni di consenso per il discorso di Bush espresse da alcuni regimi Arabi. I partecipanti esigono da questi regimi di non usare la posizione dell'Autorità Palestinese come scusante per sottrarsi alle loro responsabilità di nazioni Arabe, in quanto la posizione dell'Autorità non esprime la volontà del popolo Palestinese a resistere fermamente per i suoi diritti, per la continuazione dell'Intifada, per la lotta di resistenza e per le operazioni dei martiri.

8. L'assemblea ha condannato e denunciato il memorandum che è stato prodotto da un gruppo che ricerca la conciliazione allo scopo di bersagliare la nostra causa nazionale, e ha invitato questo gruppo a recedere da questa posizione.

9. L'assemblea ha respinto la risoluzione dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea che etichettava la resistenza popolare Palestinese come " terrorismo."

10. L'assemblea ha preteso dall'Autorità Palestinese l'immediato rilascio di tutti i detenuti nelle sue prigioni, in primo luogo il fratello Ahmad Saadat, Segretario Generale del Fronte per la Liberazione della Palestina.

Noi raccomandiamo al nostro popolo di essere ben consapevole e responsabile nel considerare i piani che le forze ostili hanno per colpire le forze della resistenza e complottare contro di loro, nella ricerca di spezzare i ranghi della nazione Palestinese, e di fomentare conflitti interni.

Noi esortiamo le masse Arabe a sollevarsi contro il complotto che cerca di liquidare la causa Palestinese e a stabilire egemonia sulla regione.

Le organizzazioni continueranno a tenere incontri per mettere in atto progetti per prevenire il nemico nel conseguimento dei suoi obiettivi, e continuare l'Intifada e la lotta per la Resistenza.

Le organizzazioni della Resistenza Palestinese.

Israeli Terror & Bush's Demands

Il Terrorismo di Israele & le Richieste di Bush

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1 luglio 2002

"Mentre i carri armati di Israele seminano terrore,

Bush pone veti al leader dei Palestinesi"

di Richard Becker, Coordinatore Regionale della Costa Occidentale

International Action Center

Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova

Perfino per gli standards presidenziali USA, si trattava di un discorso di una stupefacente arroganza imperiale. Come è dimostrato da un titolo, "Il discorso lascia di sasso i Palestinesi ed elettrizza Israele."

Mentre il discorso del Presidente George W. Bush del 24 giugno nel Middle East, non sorprendentemente, non ha offerto alcuna "mappa stradale" per la creazione di uno Stato Palestinese, invece ha puntato moltissimo in direzione di un nuovo e più esteso conflitto nella regione.

Non solo Bush ha dato sbocco a terribili avvertimenti al popolo Palestinese, così da tanto tempo martoriato, se non avesse seguito la linea degli USA, ma ha anche nello stesso tempo minacciato Iran, Iraq e specialmente la Siria, ai quali ha rivolto di fatto un ultimatum.

Contemporaneamente, Bush ha ordinato ai Palestinesi di sbarazzarsi della dirigenza da loro eletta, e di rimpiazzarla con una più accettabile da Washington.

Bush non ha accusato Israele dell'occupazione dei territori, ma la resistenza Palestinese a questa occupazione, come fattore di crisi in Medio Oriente.

Il Primo Ministro del governo di Israele Ariel Sharon ha risposto al discorso lungamente atteso accelerando la rioccupazione completa della West Bank.

Come viene riportato, tutti i più grossi paesi e città, con eccezione di Jerico, sono stati rioccupati.

Due milioni di Palestinesi sono stati confinati nelle loro case per un coprifuoco di 24 ore, pena la morte. Almeno 11 Palestinesi, compresi diversi bambini, sono stati ammazzati, per aver violato l'ingiunzione di stare chiusi sotto chiave.

Il discorso puzza di colonialismo

Sarebbe difficile produrre una dichiarazione più trasudante colonialismo del discorso del 24 giugno, come dimostra qualcuna delle citazioni di Bush:

- "La pace richiede una nuova e diversa leadership Palestinese, e così solamente può nascere uno stato Palestinese. Io invito il popolo Palestinese ad eleggere nuovi leaders, leaders non compromessi con il terrorismo."

- "Io li [i Palestinesi] invito a costruire una democrazia praticata, basata sulla tolleranza e la libertà."

- "La riforma deve essere molto di più che un cambio di facciata o un velato tentativo di preservare lo status quo. La vera riforma richiederà assolutamente nuove istituzioni politiche ed economiche basate sulla democrazia, sulle economie di mercato e sull'azione contro il terrorismo."

- "Oggi, il corpo legislativo eletto dai Palestinesi non ha autorità, e il potere è concentrato nelle mani di pochi inaffidabili. Uno stato Palestinese può servire i suoi cittadini solo con una nuova Costituzione che separi i poteri di governo."

-"Gli Stati Uniti, insieme all'Unione Europea e agli Stati Arabi, lavoreranno con i leaders Palestinesi per creare una nuova struttura democratica ed una democrazia operativa per il popolo Palestinese. E gli Stati Uniti, insieme ad altri nella comunità internazionale, aiuteranno i Palestinesi ad organizzare e a monitorare in modo imparziale elezioni multipartitiche locali per la fine dell'anno, ed in seguito elezioni nazionali."

-"Oggi, il popolo Palestinese manca di effettive corti di giustizia e non ha possibilità di difendersi e di rivendicare i suoi diritti. Gli Stati Uniti e membri della comunità internazionale sono pronti per collaborare con i leaders Palestinesi per istituire, finanziare e controllare un potere giudiziario veramente indipendente."

- "Oggi, il popolo Palestinese vive nella stagnazione economica, peggiorata dalla corruzione della dirigenza ufficiale. Uno stato di Palestina avrà bisogno di una vibrante economia, nella quale l'impresa onesta viene incoraggiata da un governo onesto."

- "Gli Stati Uniti, la comunità internazionale donatrice, e la Banca Mondiale sono pronti a collaborare con i Palestinesi per un più alto progetto di riforme economiche e di sviluppo. Gli Stati Uniti, l'EU, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale sono pronti a sovrintendere le riforme finanziarie Palestinesi, incoraggiando la trasparenza e la revisione indipendente delle finanze."

- "Oggi, le autorità della Palestina, non opponendosi al terrorismo, lo stanno incoraggiando. Questo è inaccettabile. E gli Stati Uniti non appoggeranno l'insediamento di uno stato Palestinese, finché i suoi dirigenti non si impegnano in una prolungata lotta contro i terroristi e non smantellano le loro infrastrutture. Questo richiederà uno sforzo, controllato dall'esterno, per ricostruire e riformare i servizi di sicurezza Palestinesi. Il sistema di sicurezza deve avere chiari comportamenti di autorevolezza e di affidabilità e una catena unificata di comando."

"Quando il popolo Palestinese avrà nuovi leaders, nuove istituzioni e nuovi dispositivi di sicurezza con i suoi vicini, allora gli Stati Uniti di America appoggeranno la creazione di uno stato Palestinese, i cui confini e alcuni aspetti relativi alla sua sovranità dovranno essere provvisori, come risoluzione di una parte dell'assetto definitivo in Medio Oriente. ... Quando emergeranno nuove istituzioni Palestinesi e nuovi dirigenti, a dimostrazione di una reale messa in opera di sicurezza e di cambiamento, allora chiamerò Israele a rispondere e a collaborare fino ad un accordo su uno status finale. Con uno sforzo intenso da parte di tutti noi, un accordo può essere raggiunto entro tre anni a partire da adesso. Ed io e la mia nazione saremo alla testa attivamente per conseguire questo obiettivo."

- In altre parole: Sbarazzatevi del vostro leader, il Presidente dell'Autorità Palestinese Yasser Arafat (questo viene detto da un leader egli stesso designato da un organo delegato, la Corte Suprema. n.d.tr.: Bush è stato eletto dai giudici e non dal voto dei cittadini!). Lasciate che vi scriviamo una nuova Costituzione, lasciateci insediare le vostre corti di giustizia e le forze di polizia, lasciateci riorganizzare la vostra economia, e solo allora, forse, in tre anni o via di lì, noi tutti vi daremo l'appoggio per ottenere una qualche sorta di "stato provvisorio" non ben definito. Non vi è mai stato prima, in nessuna circostanza, uno "stato provvisorio", ne' questa risulta una entità considerata dal diritto internazionale.

Bush ha stabilito in termini veramente generali che Israele deve porre fine all'occupazione durata 35 anni, ma solo dopo che i Palestinesi avranno risposto alle sue numerose richieste. Non vi è alcun richiamo per bloccare la spietata repressione sui Palestinesi. Solo dichiarazioni del tipo, "Quando noi conseguiremo progressi verso la sua sicurezza, le forze di Israele potranno ritirarsi completamente sulle posizioni tenute da loro prima del 28 settembre 2000."

Mentre Bush insiste sul fatto che i Palestinesi devono riformare il loro corpo legislativo, il governo e le loro istituzioni di governo sotto condizioni di una occupazione militare, non vengono presentate simili richieste alle regali monarchie e alle dittature di polizia dell'Arabia Saudita, Giordania, Kuwait, Emirati Arabi Uniti o l'Egitto, che sono gli "amici" USA nella regione.

D'altro canto, Bush si fa minaccioso con nuovi richiami a tre stati della regione non sotto controllo USA-- Iraq, Iran e Siria.

"Nel passato avevo affermato che le nazioni o sono con noi o contro di noi nella guerra al terrorismo. Per essere enumerate dalla parte della pace, le nazioni devono agire.

"Ogni leader che realmente si impegna per la pace dovrà finire di incitare alla violenza nei mezzi di comunicazione ufficiali e pubblicamente deve denunciare i bombaroli omicidi.

Ogni nazione realmente impegnata per la pace bloccherà il flusso di denaro, di equipaggiamenti e di proseliti ai gruppi terroristi che cercano la distruzione di Israel, e che comprendono Hamas, la Jihad Islamica e gli Hezbollah.

"Ogni nazione realmente impegnata per la pace deve bloccare le spedizioni di rifornimenti Iraniani a questi gruppi e opporsi a quei regimi che favoriscono il terrorismo, come l'Iraq.

E la Siria deve scegliere la parte giusta nella guerra al terrorismo, chiudendo i campi di addestramento dei terroristi ed espellendo le loro organizzazioni."

Con "organizzazioni terroristiche" Bush faceva chiaramente riferimento a tutte quelle organizzazioni Palestinesi che hanno le loro rappresentanze in Siria.

Gli Israeliani & i Palestinesi rispondono

Nessuna meraviglia che il capo del partito Shinui di Israele, Yosef Lapid, abbia dichiarato: "Il discorso di Bush è il più favorevole per Israele mai pronunciato da un presidente Americano indirizzato al conflitto Israelo-Palestinese."

Il ministro del governo Israeliano Dan Naveh, parlando a nome del governo, dichiarava che il discorso rappresentava "la fine dell'era di Arafat e la vittoria della posizione di Israele."

"Questa notte il presidente ha annunciato ufficialmente la morte politica di Yasser Arafat," così si esprimeva un anonimo "funzionario di alto grado di Israele" in accordo con il New York Times.

Molti uomini pubblici Palestinesi hanno denunciato le affermazioni di Bush.

Saeb Erekat, capo dei negoziatori Palestinesi durante i negoziati di Oslo e considerato un "moderato" affermava: "Non posso trovare accettabile il discorso del Presidente Bush….Il problema rimane l'occupazione Israeliana, che rappresenta la più alta forma di terrorismo.

"I leaders Palestinesi non vengono calati dall'alto con il paracadute da Washington o da chicchessia. I leaders Palestinesi vengono eletti direttamente dal popolo Palestinese. Il Presidente

Yasser Arafat è stato direttamente eletto in una libera e onesta elezione…Il mondo e il Presidente Bush devono rispettare le scelte democratiche del popolo Palestinese."

Mostafa Bakri, capo redattore del settimanale El Osboa, ha dichiarato che nel discorso lo stato di Palestina "consiste proprio in una provvisoria promessa, in una illusione senza confini, senza identità. Il discorso di Bush ha il significato di dare luce verde a Sharon per sbarazzarsi di Arafat. Le nazioni Arabe, specialmente l'Egitto e la Giordania, giocano il ruolo più importante nel rendere effettiva questa iniziativa, inclusa la collaborazione per l'espulsione del leader Palestinese."

Ismail Abu Shanab, un leader del Movimento di Resistenza di Hamas-Islamica nella città di Gaza rispondeva: "Io spero che l'Autorità Palestinese ora capirà che deve appoggiare la resistenza e non rincorrere l'Occidente. Il Presidente Arafat ha perso il sostegno dell'amministrazione Americana."

Quanto disastrosamente sia vista da parte del Presidente dell'Autorità Palestinese questa perdita del sostegno può spiegare la dichiarazione ufficiale del gabinetto di Arafat, che parzialmente recita: "Il Presidente Arafat e la dirigenza Palestinese hanno ben accolto le idee proposte dal Presidente Bush. Il Presidente Arafat e il governo vedono queste idee come un serio contributo per spingere in avanti il processo di pace."

La dichiarazione ufficiale di Arafat facilita la strada ai governi Egiziano e Giordano--entrambi altamente dipendenti dagli USA--per elogiare il discorso di Bush come "equilibrato".

Come può il Presidente dell'Autorità Palestinese elogiare un discorso che richiede la sua stessa espulsione?

Fin dall'inizio di quello che è stato denominato come "processo di pace di Oslo", dieci anni fa, la leadership di Arafat ha riposto le sue speranze per la nascita di uno stato di Palestina nell'intervento degli USA. Solo gli USA, questa è la linea di ragionamento che è passata, hanno sufficiente influenza per forzare una ritirata di Israele da tutta o dalla maggior parte della West Bank e da Gaza.

Nel lontano 1990, in seguito al collasso dell'Unione Sovietica--alleato chiave dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina--l'idea che "il treno Americano stava passando attraverso la regione e questo era l'unico da acchiappare" guadagnava terreno fra i leaders del partito Fatah di Arafat.

Ma ora il "macchinista" sta buttando fuori dal treno USA non solo il Presidente Arafat, ma anche tutti i dirigenti dell'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina).

Questo avviene nel momento in cui il prestigio di Arafat nell'opinione pubblica Palestinese è nettamente in declino, a causa delle numerose recenti concessioni estortegli dal team USA-Israele.

La rimozione del tanto diffusamente stimato leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP), Ahmed Saadat, e il suo imprigionamento nelle carceri USA ed Inglesi come parte di un accordo per la liberazione di Arafat dalla prigionia Israeliana in aprile ha generato nei Palestinesi una collera diffusa contro il Presidente dell'Autorità Palestinese.

Gli USA ed Israele hanno lavorato di comune accordo per indebolire la posizione di Arafat, come preludio del tentativo di distruggerlo completamente.

Il 25 giugno, Arafat, parlando ad una conferenza stampa a Ramallah, non ha criticato il discorso di Bush, ma ha dichiarato che spetta ai Palestinesi decidere chi dovrà essere il loro leader. "Questo è quello che il mio popolo deciderà. Loro sono i soli e gli unici che possono determinare questo."

L'opinione di molti Palestinesi poteva essere sintetizzata nelle parole di Mohammed Hussein, un tecnico informatico che vive a Gaza. "Io sono per un cambiamento. Ma sono contro un cambiamento e le riforme imposte da una forza esterna."

Con riferimento al nuovo leader fantoccio Afghano, Hamid Karzai, Hussein continuava: "Noi non avremo qua un Karzai, come ha imposto l'America sull'Afghanistan. Noi rifiuteremo una tale circostanza."

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