L’ansia riveste un ruolo determinante in tutte le situazioni della vita, comprese quelle non sociali, generando stati emozionali che interferiscono sul pensiero, sul comportamento e sulle emozioni. Le persone anassertive sviluppano ansia associata al timore del giudizio degli altri. Ne consegue che non emettono i comportamenti adeguati per timore, oppure falliscono nel tentativo di farlo.

Qual'é il meccanismo che sostiene l'impressionante mole di fallimenti dell'ansioso?

A monte di tali insuccessi vi è una regola generale che vale per tutti a prescindere dal tipo di problema o situazione:

oltre un certo limite l'ansia abbassa l'efficacia di qualsiasi prestazione.

Paradossalmente, abbiamo deciso di scegliere un esempio tratto dalla psicologia animale. Essa, diversamente dall'etologia, studia gli animale con il preciso intento di generalizzare i risultati all'uomo. L'esperimento che presentiamo è noto a tutti gli studiosi, le risultanze sono leggi empiriche tra le più solide che siano state formulate.

La generalizzazione all'uomo si è dimostrata valida in settori diversi dell'apprendimento: motorio, verbale, discriminativo (Patrick, 1934; Courts, 1939; Young, 1943; Stennet, 1957; e altri). E' un esperimento inquadrabile nel capitolo sperimentale della "punizione". L'ansia che misura è situazionale (di stato), solo nell'uomo è possibile misurare l'ansia come tratto della personalità.

L'esperimento fu fatto nel 1908 ed è noto come la legge di Yerkes-Dodson.

Ratti divisi in 3 gruppi devono apprendere a discriminare tra una scatola nera e una bianca. Quando entrano in quella bianca possono proseguire per tornare al nido senza problemi, quando entrano in quella nera ricevono una scossa elettrica, dolorosa ma a basso amperaggio, che induce ansia. Variabili manipolate:

Scossa: ogni gruppo è sottoposto a diverse prove con le medesime variazioni di intensità della scossa.

Difficoltà del percorso:1° gruppo intermedia, 2° gruppo facile, 3° gruppo difficile.

Come si può notare l'ansia aiuta a migliorare la prestazione in modo ottimale quando oscilla tra il 40% e il 60 %. Si tratta di normale preoccupazione che stimola in modo positivo la nostra attenzione per permetterci di dare il meglio di noi. Oltre questo valore ha effetto disgregante sul comportamento.

Le te curve originali evidenziano anche che l'effetto dell'ansia diminuisce con il diminuire delle difficoltà del compito e del livello dell'ansia. Queste due evidenze empiriche giustificano sperimentalmente il criterio di gradualità nelle psicoterapie. Alcune, come la desensibilizzazione sistematica di Wolpe, hanno fatto della gradualità un principio cardine. Nessuno però, per quanto ci risulta, ha mai riconosciuto a Yerkes e Dodson, la paternità di questo principio.