Un minuto di
raccoglimento per i ricchi di dario fo e franca rame
Carlo Marx, stravagante
pensatore del 1800, scrisse che il capitalismo nasconde
l'orrore del suo corpo di ingiustizie e prevaricazioni,
mostrandosi vestito decorosamente nei paesi ricchi ma
gira completamente nudo nelle colonie.
Ora una novita' di portata epocale si e' materializzata e
via via sta spaventosamente lievitando, come un pane del
demonio, sotto gli occhi sbigottiti di milioni di
benpensanti benestanti.
C'era un tempo in cui il capitalismo si limitava a
prendersela con i piu' deboli, si sforzava di pagare una
miseria ai lavoratori e di truffarli poi vendendo loro
prodotti di infima qualita'. Era una vergogna, certo, ma
solo per i lavoratori stessi e le loro miserrime
famigliole e poche "anime belle" (come dice il
Giuliano Ferrara) che provavano orrore davanti alla
brutale crudelta' del sistema.
Ma c'erano milioni di ben nutriti e ben vestiti
personaggi che giudicavano il capitalismo il miglior modo
possibile di vivere e si pascevano di tutto il cibo e le
delizie che abbondavano nella loro casa morbidamente
protetta da armamenti tecnologicamente superiori.
In effetti ancor oggi il capitalismo si dedica a far
lavorare 12 ore al giorno bambini impegnati a cucire
scarpe e palloni firmati e a lucrare vendendo farine
avariate per gli aiuti umanitari. Ma sono pratiche alle
quali si dedicano piu' che altro i ricchi di piccolo
cabotaggio. Tra i veri signori del mondo e' in disuso
perfino la pratica di far lavorare le persone per paghe
da fame. I veri ricchi, i megamiliardari con patrimoni
superiori al miliardo di dollari non si arricchiscono
sfruttando il lavoro, non e' piu' quello il cuore della
loro attivita' economica, anzi dal lavoro salariato
spesso non ricavano neppure un dollaro. I soldi li fanno
in ben altra maniera.
Non siamo impazziti. I fatti sono sotto gli occhi di
tutti. Dopo la Enron e la Tyco e altre aziende piu'
piccole, anche Worldcom e' caduta in disgrazia sotto
l'accusa di aver falsificato i bilanci rubando miliardi
di dollari a milioni di azionisti ed e' indubbio che
siano rimasti fregati una quantita' notevole di ricchi,
ricchini, aspiranti ricchi e finti ricchi benpensanti.
Forse voi, cari lettori, viste le vostre probabili
inclinazioni sinistrorse, non siete restati molto colpiti
da questo evento. Ma si puo' ben immaginare l'espressione
attonita del lettore militante del Sole 24 ore, quando,
giocando in borsa col suo portatile super accessoriato,
si e' accorto che il capitalismo e' basato sulla truffa,
che la piu' importante societa' di revisione dei conti
del mondo e' un'organizzazione di terrificanti bidonisti
e che i giornalisti economici che avevano consigliato a
tutti di investire in queste multinazionali del
contropacco e del raggiro, si sono dimostrati essere solo
l'ultimo anello di una corruzione mondiale che ha
foraggiato politici e signori dei mass media per anni con
cifre da capogiro. E questa volta la vittima non e' uno
zozzone negro incapace di leggere un listino borsistico
ma proprio lui, il ricco speculatore in mutande davanti
al suo personal con connessione alla velocita' della luce
alla borsa telematica planetaria con tanto e di carta di
credito oro.
La misura di questo raggiro e' ormai andata al di la' di
ogni grandezza monetaria mentalmente comprensibile.
Parliamo di svariate centinaia di miliardi di dollari di
valore azionario scomparsi nel nulla assoluto e di un
pugno di beneinformati che ne ha approfittato con tale
dovizia di mezzi, al punto che mai, neppure vivessero
mille anni, potrebbero spendere la decima parte di quello
che hanno rubato con l'inganno. Il gioco era estremamente
semplice. Si spendono miliardi di dollari per corrompere
politici e giornalisti, raccattare appalti immensi,
convincere il mondo di
essere un'azienda in ottima salute con un futuro
meraviglioso e inossidabile. Vedere le azioni salire di
valore e vendere gradualmente mano a mano che il titolo
sale. Nel frattempo la S.p.a. (Societa' per azioni) e'
dissanguata perche' corrompere costa e dar l'idea di
essere l'azienda piu' redditizia del mondo comporta
spaventosi investimenti di immagine. Ad un certo punto
pero' il sistema "salta" e il valore delle
azioni crolla ma tu hai gia' venduto tutto e guadagnato
l'impossibile. I dirigenti della S.p.a. finiscono nei
guai e vengono sacrificati sull'altare del profitto con
contorno di suicidi di chi sa troppo. La dinamica di
questi colossali raggiri e' ormai venuta a galla. Resta
un'incognita: come reagiranno i ricchi del pianeta quando
si accorgeranno che i mega ricchi vogliono il loro
portafoglio e non ci si puo' fidare neanche della borsa?
Si tratta di una frattura culturale non da poco. Da
secoli l'imprenditoria borghese e' cresciuta sulla base
della sua capacita' di garantire un minimo di fiducia
almeno all'interno di una ristretta casta di personaggi
facoltosi. E adesso? che succede se si sgretola uno dei
fondamenti della societa' capitalista?
L'esperienza, spesso amara, ci insegna che i ricchi sono
generalmente spregevoli e pavidi e ci viene da sospettare
che non succedera' proprio niente e che, al massimo,
accorgendosi di essere diventati anch'essi cacciagione, i
capitalisti meno capitalizzati tentino solo di non farsi
impallinare. D'altra parte, il nostro spirito di comici,
ci induce a valutare anche un'altra, improbabile
evenienza. Che succederebbe se i Paperon de' Paperoni
piccoli e medi, turlupinati dai colossi planetari, si
irritassero e decidessero che e' ora che in questo mondo
ci sia un minimo di giustizia? Ci piace immaginare una
rivoluzione capeggiata una volta tanto da capitalisti
fregati, con cortei durissimi pieni di limousine e di
elicotteri e i poliziotti che sono presi da una certa
timidezza quando devono manganellare i manifestanti,
soggiogati dal numero di zeri presente nei loro estratti
bancari...
E che dire degli avvocati che si porterebbero dietro ai
processi successivi ai moti di piazza?
Beh, sognare e' gratis.
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