Rapporto sullo stato del nostro pianeta
Stati Uniti sotto accusa
Il Wwf: "Record di sprechi
fra 50 anni la Terra morirà"

Per poter sopravvivere l'umanità
dovrebbe spostarsi verso altri mondi

ROMA - Un pianeta prossimo al collasso, a cui restano a malapena 50 anni di vita, dopo i quali l'umanità sarà forse costretta ad imbarcarsi verso altri mondi per poter sopravvivere. E' questa l'apocalittica situazione della Terra secondo il nuovo rapporto mondiale del Wwf, anticipato ieri dal quotidiano britannico "Observer", che sarà presentato ufficialmente domani a Ginevra. Intitolato (quasi ironicamente) "Living Planet 2002", è il quarto documento di analisi dello stato di salute del pianeta prodotto dall'organizzazione ambientalista a partire dal 1998, quando il Wwf arruolò scienziati ed esperti di ogni parte del mondo per ottenere dati affidabili e sufficienti a rispondere ad una domanda terribile: a quale velocità stanno scomparendo le risorse naturali della Terra?

Una velocità altissima, dice oggi il Wwf, ed in costante accelerazione, poiché il ritmo dei nostri consumi ha ormai superato la capacità del pianeta di sostenere la vita. Negli ultimi tre decenni, vale a dire l'arco di una sola generazione, abbiamo allegramente dato fondo a più di un terzo delle risorse che il pianeta metteva a nostra disposizione, consumandole come se fossero rigenerabili all'infinito.

Il rapporto del Wwf arriva a questo scenario utilizzando un particolare indice di misura dello stato degli ecosistemi naturali della Terra, denominato LPI (Living Planet Index), che serve a calcolare le ricchezze naturali ed il modo in cui variano nel tempo. Tenendo conto della perdita (progressivamente sempre più importante) di biodiversità e della pressione dei consumi e dell'inquinamento, l'indice mostra un continuo peggioramento, che i responsabili del documento attribuiscono in primo luogo agli stili di vita "dissennati" dei paesi più ricchi. Non c'è dubbio, infatti, che l'Occidente e i suoi abitanti facciano la parte del leone in quest'orgia di esaurimento delle risorse naturali, mentre i paesi in via di sviluppo, nei cui territori spesso si trova gran parte di queste risorse, subiscono quasi esclusivamente le conseguenze del saccheggio degli ecosistemi.

Molto politico nelle sue conclusioni, come riferisce l'Observer, "Living Planet 2002" viene presentato a poco più di un mese dall'Earth Summit delle Nazioni Unite in programma a Johannesburg dal 26 agosto prossimo, una riunione che potrebbe essere determinante per le strategie mondiali sull'ambiente, ma che molti temono sarà fatta fallire dall'atteggiamento di chiusura mostrato dall'amministrazione di Bush Jr. E sono proprio gli Stati Uniti, secondo il rapporto, la nazione che più di ogni altra impone il proprio peso sulle risorse della Terra: consumandone, dice il Wwf, fino a 24 volte di più di alcuni paesi dell'Africa.

(8 luglio 2002)