Per la nascita della nuova Luna del 2000.

Utente Anna lettera inviata alla redazione - Namir - il 2 . Dicembre . 1999.

Come scriverti degli alberi che si svegliano, foglia dopo foglia per ripararsi dal gelo e come spiegarti dell’alba e del tramonto senza dirti di starci seduta dentro un’intera giornata. Respira sempre tutto cio’ che appare statico, perche’ e’ cosi’ la vita, comprende cio’ che nasce dove tutto sembra inutile. Come spiegarti la mia storia simile alle altre incisa nel vento dell’Africa ingolfata e agile come un rumore. Bisogna - scoprire - impastare nuova terra sorridere di tutto e di tutto meravigliarsi, e’ cosi’ ora che frughi nel naso. Ho visto mani affaticarsi per prendere

- cose - tu mangia nei luoghi in cui andrai quel che e’ nei luoghi, ma sazia solo la fame e non l’avidita’, ci sono mondi dove non sentiresti nulla con i sapori occidentali. Ho visto un cardellino con l’ala rotta bloccare il traffico di un’intera citta’, gente che tentava di salvarlo, curarlo perche’ era innocente, era amore. Salvati dal caos razionale, non diventare una linea retta, salta dal grande ponte se non unisce gli umani e’ meglio il fiume che separa e la sua corrente che spazza le - neutre idiozie -. Non insistere resistere sul sentimento - negativo - il proprio errore si nota subito nella paura e nella tristezza degli altri. Mi dirai che tutto questo e’ pieno di regole, ma non desidero importele, ti scrivo quel che ho incontrato, tu inventa altro ne mio ne loro. Quando ero un microbo ascoltavo i grandi da grande ascolto i microbi e’ un terribile buco nero da evitare, l’intellettualismo distante dall’intelligenza, finirci all’interno e’ come una notte senza stelle, una candela nell’acqua. L’egoismo ti fara’ pressioni, giorno dopo giorno e il tempo si trasformera’ come tu gli rispondi, ma attenta, sprecare la voce non e’ un bene per gli altri fiori che vogliono nascere. Intingi la punta dei piedi nel bordo del mare, intreccia le paure con perle vivaci, trasforma l’apatia e la stanchezza, in reazione, coltiva l’interesse per la fiaba quella con la fata e i funghi simili a casette, raccogli tesori e lasciali in superficie perche’ cio’ che e’ oro non deve essere nascosto, donato alla vista dei pochi. Scala la montagna, ma non fermarti a meta’ strada, conduci fino in fondo ogni tua decisione e una volta in cima stringi nuvole e aria, poi scendi e lascia cio’ che e’ vero nel suo luogo cosi’ continuera’ ad esistere.... malgrado noi. Il - rancore - non e’ uguale per tutti i fatti, ma lui lo e’, ti semina all’interno dei polmoni, alghe che divorano ossigeno e a lui dovrai chiedere ordini per muovere un solo passo. E’ la cultura - DIVERSA - che dovrai assimilare - ammirare - rispettare - unendola alla ricerca e allo spazio del mondo. Vivi la sessualita’ senza mai nasconderti nel tradimento, riscaldati la pelle con l’ingenuita’ delle voglie, goditi con il rispetto - istintivo - dei secoli, i tuoi splenditi semi che avranno per questo l’umore della conchiglia, il bacio del bruco. Sbuffa la polvere, come fa il cavallo, quando vorranno chiuderti in un perimetro programmato.Questo volevo dirti alla fine della giornata, che scivola via, portandosi con se, stanchezze, che solo raramente hanno vinto la mia speranza.