I pacchi bomba "contro'' la Ue
Una strategia senza senso e senza sbocchi
Gli imperialisti europei colgono il pretesto per istituire una task force a guida italiana
Pisanu annuncia nuove misure legislative e repressive.


Che cosa c'è dietro i plichi bomba che hanno preso di mira il presidente della Commissione europea Romano Prodi e altri parlamentari ed esponenti delle istituzioni Ue? Quali forze, quali strategie, e soprattutto come si inseriscono nei movimenti di opposizione al capitalismo e all'imperialismo e dove mirano a portarli?
Ricordiamo che la catena di attentati natalizi è stata "firmata'', fin dal primo episodio del 21 dicembre (due bombe artigianali piazzate in due cassonetti dei rifiuti vicino all'abitazione bolognese di Prodi), con due volantini recapitati il 23 dicembre alla redazione bolognese del quotidiano la Repubblica, da una misteriosa "Federazione anarchica informale'' (in sigla: Fai), che dichiara di riunire le seguenti quattro formazioni "anarco-insurrezionaliste'' già note: "Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)''; "Brigata 20 luglio''; "Cellule contro il capitale, il carcere, i suoi carcerieri e le sue celle''; "Solidarietà internazionale''. La sigla scelta (Fai) risulta forse intenzionalmente identica a quella della Federazione anarchica italiana, che ha dichiarato pubblicamente la sua estraneità ai fatti con un comunicato di denuncia datato 28 dicembre, riportato in parte sullo scorso numero de Il Bolscevico.
Il primo volantino di rivendicazione contiene una sorta di lettera di presentazione della "nuova'' sigla al "movimento anarchico ed antiautoritario'', in cui sono esposti a grandi linee il suo programma politico, dichiaratamente basato sugli attentati dimostrativi e la sua struttura organizzativa "informale'', cioè volutamente spontaneista e acefala. Conclude con una seconda parte scritta a normografo con minacce rivolte a Prodi e "ai suoi simili''. Il secondo volantino, intitolato "Operazione Santa Claus'', proclama l'inizio della "prima campagna di lotta della Federazione Anarchica Informale'' e altre ne preannuncia "che seguiranno'' contro "apparati di controllo/repressivi e protagonisti'' delle istituzioni europee, tra cui in particolare le forze di polizia, le carceri e i burocrati politici.
Diciamo subito, come ha immediatamente denunciato il comunicato dell'Ufficio politico del PMLI del 27 dicembre, che questa catena di attentati è un atto fuorviante e controrivoluzionario da condannare risolutamente, un'operazione dai risvolti alquanto oscuri che quantomeno risponde a una strategia insensata e senza sbocchi, attuata da individualisti piccolo-borghesi incorreggibili, frustrati e sbandati che non capiscono nulla della lotta di classe e non sanno vedere oltre il loro naso. è evidente che chiunque siano essi mirano con questi gesti dimostrativi tipici degli anarchici-individualisti ad influenzare e attrarre nella loro orbita settori dei movimenti no-global e antagonisti, che invitiamo a stare in guardia dal cadere in questa pericolosa trappola.

Spostamento di obiettivi


A cosa porta infatti la strategia terroristica propugnata dalle formazioni "anarco-isurrezionaliste'' che si rifanno alla fantomatica Fai? Intanto essa sposta tutta l'attenzione sull'imperialismo europeo, oscurando invece quello italiano, proprio in un momento in cui è massimo il suo impegno a fianco degli Usa e della Gran Bretagna nell'occupazione dell'Iraq e nel sostegno alla criminale politica globale della "guerra preventiva'' di Bush. Analogamente tende a spostare l'obiettivo su Prodi, quando attualmente il nemico principale delle masse contro cui indirizzare i colpi della lotta di classe per buttarlo giù dal seggiolone non è certo il presidente della Commissione europea e leader della "sinistra'' borghese, bensì il neoduce Berlusconi, il nuovo Mussolini che oggi ha rimesso la camicia nera all'Italia, ma che guarda caso non è neanche nominato nei comunicati del sedicente Fai.
E in ogni caso, anche in riferimento alla battaglia contro la Ue, questa strategia non solo è senza sbocchi e non porta da nessuna parte, ma tende a dividere e a restringere il campo delle forze che vogliono sinceramente lottare contro l'europa imperialista, spaventando le masse meno coscienti e preparate e isolando gli antimperialisti più avanzati e combattivi, che possono essere genericamente confusi con le frange "ultrasinistre'' e terroriste. Quindi paradossalmente (ma non tanto), la strategia "anarco-insurrezionalista'' finisce oggettivamente per rafforzare e non per indebolire la Ue imperialista!
Ma non è tutto. Considerando il momento politico scelto, le teorizzazioni di chi li ha rivendicati e le reazioni del governo e delle forze repressive dello Stato, ci sono diversi elementi che ci fanno sentire puzzo di bruciato in questi attentati. è solo un caso, infatti, che tali atti avvengano in un momento in cui l'avvicinarsi delle elezioni europee e la fine della tregua tacitamente stabilita per il semestre di presidenza italiana della Ue sta facendo rapidamente salire il livello dello scontro politico tra la destra e la "sinistra'' della borghesia rappresentate rispettivamente da Berlusconi e da Prodi? Senza contare la concomitanza alquanto sospetta con altri due fattori oggettivamente attinenti agli attentati di Natale: i colpi subìti dalle cosiddette "nuove Br'', che hanno aperto un vuoto nell'area terroristica che altre forze "ultrasinistre'' e anarchiche possono cercare di riempire, e le misure liberticide e da stato di guerra che il governo sta attuando con il pretesto della lotta al terrorismo internazionale e interno.

Azioni armate e spontaneismo


Nel dichiararsi "radicalmente avversi a qualunque cancro marxista'' e nel teorizzare l'"azione armata'' come unica strategia e segno di riconoscimento dell'organizzazione "informale'', gli estensori del documento di rivendicazione si dichiarano "decisi a non posticipare la nostra insurrezione in attesa che tutti siano pronti: convinti, oggi come sempre, che il più semplice fatto diretto contro le istituzioni, comunichi meglio che non migliaia di parole''. Con ciò, mentre prendono apertamente le distanze dal "cancro marxista'' e dalla concezione marxista-leninista dell'insurrezione proletaria rivoluzionaria, al tempo stesso essi sposano quella fallimentare e suicida di matrice brigatista, basata sul terrorismo e l'azione di piccolo gruppo; sul falso presupposto, già ampiamente confutato dalla storia, che l'azione armata "esemplare'' possa risvegliare la coscienza delle masse più del duro lavoro politico e sindacale quotidiano.
Non solo, ma la stessa struttura "informale'' teorizzata nel documento di "presentazione'', di matrice chiaramente anarchica, "senza assemblee plenarie, rappresentanti, delegati o comitati'', basata unicamente sul "dibattito orizzontale anonimo, prodotto dalla pratica stessa'' ecc., lungi dal garantire dalle infiltrazioni e delazioni, come si sostiene con un semplicismo alquanto sospetto, si presta invece perfettamente alle azioni provocatorie delle forze repressive: chiunque infatti potrebbe ordire attentati e rivendicarli a nome di una tale "organizzazione'' protetto dall'anonimato e sicuro di non poter essere mai smascherato.
Comunque sia l'uso strumentale di questa catena di attentati da parte delle forze repressive è già iniziato. L'8 gennaio, in un'audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali della Camera, il ministro dell'Interno Pisanu ha annunciato la costituzione di una task force europea a guida italiana per investigare sul "fenomeno dell'anarco-insurrezionalismo in tutte le sue espressioni''. Gli attentati anarchici hanno così fornito il pretesto ai governi europei per creare una superpolizia europea a guida italiana per reprimere meglio ogni manifestazione di dissenso e di opposizione alla Ue imperialista e ai singoli governi stessi.
Che sia questo il bel risultato dei plichi esplosivi firmati Fai lo dimostra anche la contemporanea richiesta alla commissione, da parte del ministro di polizia, di permettere l'adozione di "alcune specifiche innovazioni legislative, come suggerito in questi giorni anche da autorevoli esponenti della Magistratura'' (D'Ambruoso). Si vuol cioè cogliere la palla al balzo per un'ulteriore restrizione delle libertà e delle garanzie democratico-borghesi in nome della "lotta al terrorismo'', come sta accadendo negli Usa.

Attacco a tutti gli oppositori del sistema


Ma non solo. La strategia "anarco-insurrezionalista'' fornisce anche il pretesto al ministro forzista per mettere nello stesso calderone del terrorismo tutti gli oppositori del sistema capitalista. Non per nulla, infatti, egli ha evocato una fantomatica "pedemontana eversiva'' nel triangolo industriale Genova-Milano-Torino e nel Nord-Est, "fatta di significative presenze, confuse nel mondo del lavoro e in taluni ambienti sociali e culturali'', e ha individuato nell'"intera galassia dell'antagonismo estremo'' i destinatari dell'ivito della sedicente Fai a "combattere insieme''.
Come dire che chiunque si oppone e lotta contro il governo, il capitalismo e l'imperialismo è un fiancheggiatore dei terroristi. Anche chi "nel mondo del lavoro'' attua scioperi e lotte dure, come i metalmeccanici Cgil, gli operai dell'Alfa e i tranvieri? Anche i marxisti-leninisti? Sembrerebbe di sì, visto che Pisanu insiste su questo infame tasto insinuando che "di fronte a questa prospettiva (la presunta saldatura del terrorismo coi movimenti antagonisti, ndr) appaiono piuttosto deboli o soltanto retoriche le prese di distanza della nuova Fai dal cosiddetto `cancro marxista'''.
Si sta replicando, insomma, con attori ed etichette diverse, lo stesso copione dei cosiddetti "anni di piombo'', quando il terrorismo delle sedicenti "Brigate rosse'' è servito a fare terra bruciata dei movimenti rivoluzionari del '68 e del '77 e a preparare il terreno alla seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista oggi imperante, disegnata nel "piano di rinascita democratica'' e nello "schema r'' della P2 di Gelli, Craxi e Berlusconi.
Tutto questo dovrebbe aprire gli occhi ai terroristi in buona fede e fargli capire che la strada da loro intrapresa non porta da nessuna parte; che non ci sono scorciatoie alla lotta delle masse indispensabile per buttare giù il neoduce Berlusconi e avvicinare la prospettiva del socialismo; che il terrorismo fa solo il gioco della classe dominante in camicia nera, riducendoli a sue pedine inconsapevoli da manovrare per rafforzare il suo regime neofascista e imperialista.

(Articolo de "Il Bolscevico", organo del PMLI, n. 2/2004)

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