LA CRITICA E' LEGITTIMA, L'IMPUNITA' NO!

di Piero Ricca

Due belle notizie in due giorni. Il "Lodo Schifani" è stato dichiarato contrario ai principi della Costituzione. La "critica politica", per quanto accesa o colorita, è stata considerata coerente a quei principi. Mi fa piacere notare che il motivo di quella mia contestazione del 5 maggio scorso, non meritevole di querela secondo la Magistratura, sia stato messo nero su bianco dalla Corte Costituzionale. Anche l'imputato Berlusconi, dunque, ha il dovere di "rispettare la legge", cioé di "farsi processare". Ora comprendo meglio quella frase rivoltami dal presidente Ciampi nel novembre del 2002, allorché lo contestai garbatamente davanti alla Bocconi di MIlano per la firma della legge Cirami: "Abbiate fiducia nelle Istituzioni", mi disse sorridendo.  Ora forse risulta più chiaro che il vero "insulto" è quello portato alla democrazia, cioé alla dignità di ciascuno, da chiunque utilizzi i pubblici poteri per finalità private, tentando nel contempo di zittire ogni voce libera. Si tratta di un dato comprensibile da molti, e in futuro chissà anche da M. Serra e F. Merlo, i quali per ora mi dipingono come una specie di ingenuo esagitato, che fa il gioco del potente che vorrebbe contestare. Se me ne danno il permesso li inviterò d'ora in poi ai tanti dibattiti e manifestazioni cui partecipo e che con tanti amici "movimentisti" contribuisco a organizzare: avendo un poco più di tempo dei 50 secondi di quella contestazione, in quelle occasionii mi rallegro ad ascoltare e tento di portare degli argomenti, quasi tutti però riassumibili in quel "rispetta la legge! rispetta la costituzione! rispetta la democrazia!" del 5 maggio e di fatto condivisi da Istituzioni di garanzia e autorevoli testate nazionali e internazionali, tra le quali Repubblica. Gridare "buffone" non è dunque la mia unica specialità, anche se, dizionario alla mano, rivendico la corrispondenza fra il significato di quella definizione e la mia valutazione della personalità del signore al quale l'ho lanciata, che non è esattamente un "passante" o un "capo-ufficio", anche se lui forse tale si sente, e dunque dovrebbe concedere una tolleranza per le critiche un poco maggiore. Sarebbe stato assai più divertente, ne convengo con l'avvocato Pécorella, potermi difendere nel merito dell'accusa in un pubblico dibattimento. Sarà per la prossima volta. .  

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