Consultare la Consulta?

MA LA DESTRA INFEROCITA LA RIDURREBBE IN POLPETTE

Un confronto forse presuntuoso… o no?

di Luigi Melilli

 

Era, mi pare l’autunno del 1969 ed io ero ancora – almeno credevo – assessore alla P.I. del Com8une di Poggio Mirteto, provincia di Rieti,  in una giunta di sinistra.

Come quasi tutte le sere, finito il mio lavoro di docente e di sindacalista dello SNASE (Sindacato Autonomo Scuola Elementare) mi recai in comune per svolgere alcune pratiche che avevo lasciato in sospeso, e che avrei voluto completare per dar loro attuazione.

Grande fu la mia sorpresa nel riscontrare che la chiave con la quale avevo sempre aperto la sede comunale non entrava più nella toppa. Sceso in piazza chiesi spiegazioni alla guardia municipale, e seppi così che per ordine pretorile era stata cambiata la serratura e tutta la giunta comunale sospesa.

Ripensai allora che in quella stessa  mattina, mentre facevo lezione ai miei alunni i quinta elementare, era venuto da me un compagno assessore, il quale mi aveva detto qualcosa che mi era sembrato impossibile: la Federazione socialista di Rieti e l’organo provinciale della DC avevano deciso che i socialisti sarebbero usciti dalla giunta di sinistra per far cadere l’Amministrazione comunale di Poggio Mirteto ed andare a nuove elezioni con un diverso assetto politico.

La cosa mi sembrò tanto enorme che la presi sullo scherzo, e battibecchi a lungo con il mio ex compagno di partito, credendo che volesse reggere la posizione per vedere se riusciva a farmici credere. Non riuscii neppure a licenziarlo in malo modo, tanta era la stima che avevo di lui e tanto radicata era in me la convinzione che volesse celiare.

L’operazione che era venuto a propormi, infatti, era miseramente fallita quattro anni prima, quando un altro capostazione aveva tentato il cambio di maggioranza, perdendo miseramente le elezioni. Era ancora vivo il ricordo delle persone che andavano in giro con la giacca rovesciata per dileggio di quelli che avevano tentato di recitare la parte dei voltagabbana, di cui la nostra storia è purtroppo piena.

Che meraviglia allora se, sentito quanto mi aveva confidato la guardia municipale, i rimasi esterrefatto e tuttavia incredulo?

Tornato a casa vi trovai la citazione in giudizio portatami dall’ufficiale giudiziario della pretura di Poggio Mirteto: un’operazione lampo, dunque; studiata in modo da evitare il fallimento verificatosi quattro anni prima.

Inutile dire che fummo condannati dal pretore, ma assolti in appello, quando ormai le nuove elezioni erano già state effettuate e con esito non felice per noi.

Perché ho raccontato questo episodio?

Chiarissimo: per metterlo in confronto con l’inconsulta reazioni dei berlusconari alla recente sentenza della Corte costituzionale, che però non ha condannato e non ha rimosso nessuno dagli incarichi di rappresentanza, ma ha solo  ristabilito l’eguaglianza tra tutti i cittadini secondo gli articoli della costituzione dalla detta Corte indicati.

C’è bisogno di commenti? O non si conferma in qualche misura il vecchio adagio in voga da noi  ed esprimente una verità incontrovertibile e ciop che in Italia vanno in galera solo i ladridi polli?

Sarebbe il caso di ricordare conclusivamente un altro adagio, per ammonimento dell’irosa e rissosa maggioranza riunitasi intorno al “casino delle libertà di comodo”, questo: “passerottini, prudenti almeno se non casti!” E il passerottini è una vezzo aggiunto da me, per non far torto ai tanti angioletti che formano il seguito dell’arcoreico cavoliere infelicemente regnante..

Quando si dice che non c’è più religione…..

 

Rieti, giovedì 15 gennaio 2004

 

Luigi Melilli

 

prima pagina.

 

 

 

contatore http://artenamir.interfree.it

e forum