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Axtei, Atei e Laici Giancarlo Tranfo sul libro Gesù di Nazaret e le stupidaggini scritte da Joseph Ratzinger La Storia è un can che dorme che spazzerà via la favola di Cristo Non è un mistero che Ratzinger ha pubblicato il libro "Gesù di Nazaret" per tentare di dare qualche risposta plausibile al libro-denuncia "La favola di Cristo Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù" dello studiso Luigi Cascioli. I "credenti cattolici" attendevano con impazienza da Ratzinger risposte chiare sul personaggio Gesù detto il Cristo. Volevano rassicurazioni su Cristo, che non stavano cioè perdendo tempo a pregare un personaggio di fantasia come fosse Batman o lUomo Ragno. Risposte da Ratzinger non ne hanno avute. Il libro squinternato e deludente di Ratzinger ha aperto anzi molti altri interrogativi dimostrando ancora una volta che Cristo altro non è che un personaggio di pura fantasia come Pinocchio. Un conto è un personaggio inventato come nelle favole, e tuttaltra cosa è dare ad intendere allumanità che Cristo è stato "uomo in carne ed ossa" e un personaggio storico. Chiunque volesse risposte e spiegazioni sul personaggio Cristo e prove certe e concrete che non è una favola inventata, può farlo telefonando direttamente al signor Ratzinger in Vaticano al numero 06698921, farselo passare e chiedere a lui. Se Ratzinger fosse assente oppure impegnato, chiedere del signor Bertone. Se entrambi non ci fossero è possibile chiamare la Cei - Conferenza Episcolale Italiana al telefono 06663981 e chiedere lì. Nel caso che i signori con le gonne non dessero risposte e spiegazioni, è un brutto segno. Ecco il documento straordinario dello studioso Giancarlo Tranfo, da stampare, incorniciare e appendere al muro così che sostituisca per sempre langosciante ed inutile feticcio chiodato del crocifisso. Ennio Montesi Lettera a J. Ratzinger, autore del libro "Gesù di Nazaret" (Rizzoli, 2007) di Giancarlo Tranfo Egr. prof. Ratzinger, voglia scusarmi se nel rivolgermi a lei non ricorro ad espressioni quali "santità" o "santo padre", ma da "eretico" dalla scarsa statura spirituale quale sono, non ravviso, nella sua persona e nel suo ruolo, alcuna "paterna" o "santa" caratteristica tale da indurmi al ricorso a simili titoli. Per lo stesso motivo, dal mio punto di vista, non la ringrazio affatto per avermi concesso la libertà di esprimere liberamente il mio pensiero sul suo libro ripetendo più volte che esso "non è un atto magisteriale": posso assicurarle, infatti, che seppure lo fosse stato, le mie idee su di esso (e quello che avrei scritto per esternarle) sarebbero rimaste immutate: purtroppo per lei e per la sua chiesa, sono sempre di più i malati di quellinguaribile e ingovernabile "complesso di libertà" che fa pensare e parlare le persone senza vincoli o condizionamenti di sorta. E con questo spirito che mi sono accostato alla sua opera cercando di leggerne tra le righe il messaggio, di coglierne il senso e di interpretarne le finalità. Bel lavoro prof. Ratzinger! Bella idea quella di dire "non è un atto magisteriale . posso essere criticato liberamente". Con questa premessa, a dispetto di chi la taccia di oscurantismo, ha potuto dare limpressione di voler "aprire porte" che fino ad ora la sua chiesa non aveva mai aperto nemmeno per finta Ai tradizionalisti potrà sempre dire "non è la chiesa che parla", mentre ai timidi "progressisti" felici delle sue "aperture" potrà sempre dire "avete visto quanto è moderno il papa?" E con questo spirito che recita la parte di chi si accorge distrattamente che Gesù, la sua famiglia e Giovanni il Battista "forse" ebbero qualcosa a che fare con la comunità essena di Qumran. Accidenti che spirito di osservazione .. ma come ha fatto a notarlo? Ah quelle grotte! A saperlo avreste potuto farle bombardare prima ricacciando sotto tre metri di terra quegli stupidi rotoli che vi hanno dato tanto pensiero Ma ora con la sua straordinaria affermazione, egregio professore, ha superato sessantanni di ottuse negazioni ed ha preso per mano una pericolosa evidenza! Le due righe di disinvolto possibilismo nelle quali ha "imprigionato" e "liquidato" la sua "apertura" rimettono lei e la sua chiesa al passo con i tempi (almeno queste sono le sue evidenti intenzioni). E come se avesse detto "forse è così, forse è vero . ma è poca cosa e nulla cambia". Peccato, professore, che lei non conosca così bene la storia! Peccato che non abbia mai letto con attenzione le opere di Flavio Giuseppe. Se lo avesse fatto si sarebbe accorto che la sua "apertura" può portare molto più lontano di quanto lei non abbia calcolato. Se Giovanni il Battista e Gesù ebbero a che fare con quella comunità allora, egregio professore lo vogliamo dire?... Furono dei ribelli fondamentalisti e rivoluzionari! Infatti, già a partire dal 30 a.c. (e per tutti gli anni a venire fino alla disfatta del 70 d.c.) lessenismo si mescolò sempre più con lo zelotismo rivoluzionario fino a perdere del tutto le caratteristiche ascetico mediatative (tanto ben dipinte da Filone Alessandrino) a vantaggio di un interventismo politico di stampo terroristico mirato a rovesciare la locale dinastia regnante, la casta sacerdotale e, soprattutto, il potere di Roma. E, infatti, agli anni "messianici" che risalgono il Rotolo di Rame, la Regola della Guerra e il Commentario ad Abacuc (che somigliano più ai comunicati di guerra diramati negli "anni di piombo" dalle brigate rosse, che ai manualini di catechesi appoggiati sui vostri banchi delle offerte ) A questo punto sarebbe il caso che lei ci spiegasse, soprattutto con riferimento a Gesù (o a chi egli realmente fu) come avvenne la trasformazione da "guerrigliero" a "colomba", da messia davidico e terreno a "figlio unigenito di Dio", da combattente per la libertà del suo popolo a salvatore di tutti gli uomini del mondo e alleato delle espressioni più bieche del potere costituito. Ce lo spieghi lei perché è dalla sua viva voce, egregio professore, che attendiamo una risposta, anche se noi laici, agnostici, atei e storici miscredenti (in passato purificati dai sacri roghi ai quali potendo tornereste volentieri) abbiamo ben chiaro ciò che lei fa finta di scoprire solo ora. Ai lettori del suo libro ha chiesto un "anticipo di simpatia" ma se avesse voluto evitare una domanda come questa avrebbe dovuto chiedere "un anticipo di pietà" che almeno noi cattivi (che non siamo poi così pochi) non siamo disposti a concederle facendo finta di niente: lei lha detta grossa (e vera), ora la spieghi! Provi anche a spiegare come e quando si è accorto che i soprannomi di "zelota" e "iscariota", attribuiti rispettivamente agli apostoli Simone e Giuda, forse non trovano una spiegazione valida nei fantasiosi "voli pindarici" che in passato vi hanno portato a dire che la parola "zelota" indica lardore zelante di chi ama Dio e quella di iscariota la provenienza dalla città di Keriot! Alcuni apostoli di Gesù erano zeloti? Giuda faceva parte del braccio armato dei sicari? Posso usare unespressione evangelica? Lei lha detto noi già lo sapevamo! Ma se dice questo, perché mai non va oltre questa semplice affermazione e non si affaccia sulle implicazioni che essa reca? Perché non ci spiega pure cosa, questi signori, ci facevano al seguito del mite "agnello di Dio" che non si occupava delle cose di questo mondo, che porgeva laltra guancia e che non conosceva loffesa ma il perdono? Certo, come da lei accennato, dovette essere ben complessa e variegata questa realtà messianica salvifica, divina e universale se riuscì ad inglobare e santificare i terroristi senza stravolgere se stessa e a trasformare in innocue prospettive celesti i loro orientamenti rivendicativi insurrezionali (tuttaltro che pacifici e universali), storicamente circoscritti al sogno di riscatto della nazione ebraica (di biblica ispirazione)! Insomma, esimio professore, con quelle poche righe con le quali nel suo libro ha disinvoltamente pensato di rubare il mestiere agli storici, potrebbe creare più guai al suo "sedile" di quanti non ne avrebbe e non ne ha creato con gli inutili fiumi di parole e pagine con le quali vende a buon mercato la solita noiosissima teosofia di paolina derivazione fondata, come sempre e come da sempre, su unarchitettura, figlia di un platonismo di bassa lega, incentrata su abnormi ed astrusi disegni salvifici fatti passare attraverso la parola, lesempio, i miracoli, la nascita, la morte e la resurrezione del vostro Dio che si fece uomo e vi incaricò di soggiogare in suo nome lintera umanità, sol perché il nome di Pietro somigliava a quello della pietra sulla quale avete costruito la basilica di piazza San Pietro (pensi se si fosse chiamato Oronzo )! Professor Ratzinger, lei sicuramente non leggerà mai questa lettera e, altrettanto sicuramente, mai nessuna voce si leverà dallesercito di prelati e fedeli per farle notare la "gaffe" nella quale è incappato (anche perché, non vorrei peccare di presunzione dicendo che non è da tutti accorgersene e, ancora meno, dirlo). Tuttavia noi, "pecorelle smarrite", beleremo forte: chissà qualcuno potrebbe sentire e qualche imbarazzo potrebbe derivargliene! Perché siamo così cattivi? Perché, allettati dalle presentazioni del suo libro dove si parlava di Gesù come di "una figura storicamente sensata e convincente" abbiamo speso 19,50 euro per acquistarlo (a proposito a chi andranno i proventi delle vendite ?) convinti di trovare finalmente quei riscontri storici che invano reclamiamo da anni (ha mai sentito parlare delle sfide di Luigi Cascioli che vi guardate bene dal raccogliere?). Purtroppo, in mezzo a migliaia di inutili parole, ancora una volta, non abbiamo trovato quella piccola e semplice prova storica dellesistenza del vostro Gesù! Nella sua leziosa lezione "non magisteriale" di cristologia da sbadiglio, egregio professore, di storico non cè nulla al di là di qualche "offesa alla logica, allintelligenza e alla storia" sulla quale vale la pena soffermarsi. A pag. 138 lei ha scritto "il Gesù del quarto vangelo e il Gesù dei sinottici è la stessa identica persona: il vero Gesù storico". Purtroppo, egregio professore, noi non siamo i papa boys pronti a salutare ed applaudire ogni pontificio starnuto. Noi miscredenti abbiamo il brutto vizio di andare oltre lamorevole suono delle papaline parole per cercarne e valutarne il senso logico e storico. E per questo che ci domandiamo attoniti, quali comunanze può aver riscontrato tra il lincorporeo "logos" giovanneo che prende le sembianze di carne al momento del battesimo e i tanti Gesù (nati e cresciuti prima di predicare) che incontriamo nei sinottici. Perché tanti Gesù? Perché nascono in anni molto diversi, i loro genitori vengono da città diverse e vanno in luoghi diversi, alcuni nascono poveri, uno in particolare (quello di Matteo) sembra essere un potente re, quando crescono si accompagnano con discepoli di numero diverso e di nomi in parte diversi, fanno miracoli diversi, dicono cose diverse ed a volte inconciliabili tra loro, muoiono tutti in croce e resuscitano lasciando sbigottite davanti al sepolcro vuoto persone diverse, qualcuno sale in cielo, qualcuno prima torna a fare capolino tra i mortali, di altri non se ne conoscono le sorti. Il vostro unico "Gesù dei vangeli", egregio professore, è forse un "denominatore comune" dei tanti, una creazione intellettuale storicizzata e passata fraudolentemente per figura reale. Ora, se volessimo raccogliere il suo invito, dovremmo essere certi che questa astrusa creatura è "logica" dal punto di vista storico. Noi "pecorelle discole" di fronte a questa sua "paterna rassicurazione" non solo rimaniamo a bocca asciutta (e portafoglio più vuoto di 19,50 euro ) ma ci sentiamo profondamente disorientati. Non riusciamo, infatti, a comprendere come mai per luomo- dio che compie prodigi e strabilia le folle, non sia stata spesa una goccia di inchiostro dai più di quaranta storici suoi contemporanei. Unaltra cosa che ci risulta oscura (sarà un nostro limite?) è la "logica" in base alla quale un messia celeste (incomprensibile in quanto tale per gli ebrei del tempo), promotore di tolleranza, pace, fratellanza e distensione politica con loppressore romano, sia riuscito non dico a suscitare meraviglia e devozione, non dico nemmeno ad ultimare la sua pluriennale missione in terra fino alla fatidica frase "tutto è compiuto" ma semplicemente a rimanere vivo dopo i primi tre minuti del primo discorso pubblico in una terra simile ad una "polveriera esplosiva" dilaniata dallintolleranza fondamentalista, dagli attriti sociali, dalle tensioni religiose e dalle ossessioni di rivalsa nazionale. Eppure, in barba ad ogni logica ed evidenza, a pag. 316 leggiamo che "Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia " (quale storia?) e che "possiamo per il tramite dei testimoni, udire le sua parole" (quali testimoni?) . Insomma, professore, Gesù è stato quello che voi da sempre avete deciso che sia stato e, in quel contesto storico, è logica e sensata la sua presenza (come quella di un pesce a passeggio in alta montagna)! Ma cè di più: nella stessa pagina, rispolverando lantica idea di Giustino, ne spara una da capogiro: "i miti hanno aspettato lui, in cui il desiderio è diventato realtà". Ecco perché in tutti i culti preesistenti al cristianesimo incontriamo un Dio nato da madre vergine che si fa uomo, fa miracoli, viene ucciso, muore, risorge (Mitra lo fa dopo tre giorni), ascende al cielo e ritornerà alla fine dei tempi per giudicare gli uomini! Per Giustino erano diaboliche anticipazioni del demonio che, conoscendo le future vicende di Cristo e per privare questo di credibilità, aveva fatto sorgere miti simili prima di lui. Per lei, invece, sono "desideri". Milioni di uomini nei tempi più remoti non hanno creduto in Dioniso, Attis, Soter, Horus, Mitra ecc., ma hanno solo desiderato che essi fossero reali . poi è arrivato Gesù di Nazaret e li ha accontentati tutti! E questo il "metodo storico", da lei sbandierato in premessa, al quale "deve esporsi la fede cristiana"? Seguire il metodo storico significa sparare un fiume di assurdità passandole per storia senza spendere mezza parola per sostenerne la reale credibilità? Penso, in tutta franchezza, che 19,50 euro avrebbe dovuto darli lei a chi, come me, si è sorbito tutto il suo libro fino alla fine come un bicchiere di olio di ricino Prof. Ratzinger, segua un consiglio saggio, reciti langelus al balcone di piazza San Pietro e non stuzzichi quel "can che dorme" che si chiama "storia": il suo Gesù fa a pugni con la storia, la storia non conosce il suo Gesù, lei non conosce la storia insomma, perché ne vuole parlare? Tutti noi (non allineati) comprendiamo lo spirito del tentativo che lha portata a scendere sullo stesso terreno degli storici "detrattori" per farsi trovare vincente anche su quello. Lesercito di ebeti plaudenti, che per il suo libro sarebbero disposti a spendere anche 100 euro, lapplaudiranno e lavrebbero comunque applaudita anche se per confutare certe moderne "ricostruzioni" della figura messianica avesse detto "ambarabà ciccì coccò" (non è che poi abbia detto cose molto più sensate ). Tuttavia, al di fuori della sacrestia o del cortile della parrocchia, il mondo laico, critico, scientifico e serio non può che provare tanta commiserazione di fronte al goffo annaspare del capo della cristianità sul primo metro di riva del mare della storia. Non vada oltre professor Ratzinger affogherebbe! 4 maggio 2007 Giancarlo Tranfo Studioso del cristianesimo delle origini, ex cattolico pentito ed autore di una ricerca storica pubblicata sul sito web www.yeshua.it (non vada a leggerla professore, potrebbe cadergli la papalina in terra ) "Avrete notato quanto poco i papi abbiano discettato da allora in materia di fede, tranne puntualizzazioni bizzarre come lassunzione di Maria in cielo (dogma proclamato da Pio XII il 1° novembre 1950, forse una risposta pontificia agli Sputnick comuinisti), ma quanto, invece, si siano impegnati sul fronte della moralità. E la loro maniera di essere moderni". Maurizio Ferraris "Babbo Natale, Gesù Adulto In cosa crede chi crede?" Bompiani Editore |