LAVAVETRI
PROSTITUTE E ROM Cari amici, il Movimento ha preparato questo intervento sui sindaci per contribuire ad una soluzione più umana della questione lavavetri e rom; per il quale chiede il vostro aiuto. Gl'indirizzi: Sindaco Firenze Leonardo Domenici, comunefirenze@comune.fi.it Sindaco Bologna Sergio Cofferati, sindaco@comune.bologna.it Sindaco Roma Walter Veltroni, ld.gabinetto@comune.roma.it Sindaco Torino Sergio Chiamparino, urc@comune.torino.it Sindaco Milano Letizia Moratti, sindaco.moratti@comune.milano.it Sindaco Bari Michele Emiliano, urp@comune.bari.it Un saluto fraterno da Arrigo Colombo Movimento per la Società di Giustizia e
per la Speranza Lecce Ai Sindaci di Firenze, Bologna, Roma,
Torino, Milano, Bari a tutti i sindaci italiani Lavavetri e rom: non emarginazione ma
integrazione In queste ultime settimane hanno fatto grande scalpore le ordinanze di sindaci, a cominciare da quello di Firenze, che interdicevano ai lavavetri quei crocevia dovessi cercavano di guadagnare qualche soldo per il loro sostentamento; con un lavoro certo anomalo, e fastidioso per gli automobilisti che attendono lo scatto del semaforo per ripartire. Si è invocato, come già in passato, un principio di legalità e un principio dordine pubblico. Ma il Movimento pensa che si debba invocare anche un principio di solidarietà e di provvidenza; che il comune, togliendoli dal crocevia, debba offrire loro un altro lavoro, un lavoro vero. Lintervento cioè devessere più articolato: con una commissione o un ufficio che censisce queste persone, le incontra, studia le possibilità dimpiego nel pubblico o nel privato, attraverso accordi con le imprese; con la collaborazione magari della Caritas e di altre associazioni di solidarietà. Solo così si provvede realmente anche allordine pubblico, che persone in condizione precaria possono danneggiare in modo molteplice. I rom costituiscono certo un problema maggiore. Perché non si tratta di un nomadismo a base economica, come i popoli pastori in cerca di pascoli. E perché, con lobsolescenza dei lavori che un tempo li caratterizzavano allevatori di cavalli, calderai, artigiani di tradizione, musicisti e con lo sviluppo di una società opulenta e consumista, essi sono praticamente caduti nella microcriminalità e vivono di accattonaggio (costringendovi bambini e madri o pseudomadri con piccoli bimbi), di furto, di piccoli commerci illeciti. Il nomadismo qui non ha più senso, e diventa dannoso per loro (se si pensa che il 97% dei bambini non è scolarizzato) e per la società. Il Movimento ritiene che i comuni, anziché costruire accampamenti per i rom, che poi diventano luogo di crimine, li debbano portare alla sedenterizzazione. Un problema complesso, perché si tratta di cambiare mentalità e costume; ma non impossibile in quanto una parte di loro lo ha già fatto. Anche qui è necessario un intervento articolato, con commissione o ufficio apposito; con uno studio attento delle situazioni e delle soluzioni; con laiuto delle associazioni. Dovrebbessere coinvolta lANCI, per affrontare il problema su base nazionale; perché solo su tale base può essere risolto. E dovrebbessere coinvolta lUnione Europea perché di un problema europeo si tratta: i rom sono infatti circa 8 milioni (2,5 in Romania); in Italia sono circa 100.000, cioè una città (ma in Francia sono il doppio, e in Spagna il quadruplo). Le nazioni balcaniche hanno avviato per i rom un decennio dintegrazione 2005-2015: bisognerebbe collegarcisi. Lecce, il 3 settembre 2007 per il Movimento, il responsabile Prof. Arrigo Colombo Arrigo Colombo, Centro
interdipartimentale di ricerca sullutopia,
Università di Lecce Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160 |