L' "OMELIA" DEL VESCOVO MATARRESE:
OFFENDE I GAY E INSULTA I FEDELI



FRASCATI (RM)-ADISTA. Singolare catechesi quella offerta, lo
scorso 26 maggio, dal vescovo di Frascati, mons. Giuseppe Matarrese, ai
ragazzi che si preparavano alla cresima nel Duomo di Montecompatri (Rm):
illustrando le virtù della famiglia, il vescovo ha affermato ­ a quanto
ha appreso Adista ­ che i gay non possono essere considerati
cristiani.

Parole in chiaro contrasto con il Magistero cattolico ma,
fra quattro mura e davanti a un pubblico giovane e ben predisposto, ci
si può permettere di parlare francamente e senza nascondimenti. La
sorpresa, per il vescovo, è però venuta da una delle ragazze presenti al
ritiro, che ha avuto il coraggio di contestare la sua affermazione e di
dire la propria: Secondo me, non è giusto, perché i gay invece possono
amarsi come un uomo e una donna.

Mons. Matarrese non ha preso bene
l'Oimpudenza della ragazza. Visibilmente irritato, l'ha zittita dandole
della scema mentre a una sua compagna, che aveva preso la parola per
difenderla, ha bruscamente risposto: Hai una capoccia vuota!. E non
bastava: mons. Matarrese pretendeva le scuse ufficiali del gruppo dei
cresimandi per l'irriverenza delle due ragazze, minacciando
l'esclusione dalla cresima; prete e catechiste si facevano portavoce
della sua volontà e cercavano, nello sconcerto dei genitori, di
convincerle ad accondiscendere. Ma la piccola Oribellione¹ all¹autorità
del vescovo non finiva lì, dato che le scuse non sono arrivate.


L'indomani, malgrado le minacce, mons. Matarrese impartiva il sacramento
della confermazione a tutto il gruppo dei giovani, nonché a quei pochi
adulti che, presenti al ritiro, erano rimasti in silenzio. Durante
l'omelia, però, il vescovo di Frascati non ha mancato di tornare
sull'episodio del giorno prima: questa volta, però, si è rivolto ai
genitori dei ragazzi, invitandoli caldamente a tenere d'occhio più da
vicino i loro figli che, evidentemente, si erano allontanati dalla
retta via.


Fratello di Antonio Matarrese, immarcescibile presidente della Lega
Calcio, e di Vincenzo, presidente della squadra di calcio del Bari, il
73enne monsignore, con impeccabili credenziali ruiniane, non è nuovo a
queste uscite. Sono di destra. Che c'è di male a dire: OVotate
Storace, aveva dichiarato alla vigilia delle elezioni regionali del
2005, quando aveva organizzato per i 30 preti della sua diocesi un
incontro con il governatore uscente.

Nella mia famiglia ho politici di
spicco che militano nel centro-destra, aveva aggiunto per spiegare la
sua fede politica: il riferimento, oltre alla sorella sposata ­ a quanto
riportano i giornali ­ con un senatore di Forza Italia, è anche al
fratello Antonio, all¹epoca membro della direzione nazionale dell¹Udc,
nonché segretario provinciale a Bari dello stesso partito. (alessandro
speciale)