"Far vivere e lasciar morire" di Wanda Piccinonno.
una ragione strumentale, giova
rilevare che non solo erano noti gli effetti nefasti
prodotti dall'uranio impoverito in Iraq, ma si sapeva
anche che gli Usa sono stati antesignani
nell'introduzione dei nuovi armamenti. Sono gli Usa,
infatti, che hanno consentito al mondo di entrare
nell'era delle armi nucleari, innescando una corsa a
potenziali distruttivi sempre maggiori. La verità è che
la corsa agli armamenti, al tempo della guerra fredda, ha
inaugurato una nuova tappa nell'evoluzione del
capitalismo. Il mantenimento del complesso
militare-industriale trova la sua
"giustificazione" nelle spedizioni punitive
delle guerre il commercio di opere di morte,
che sortiscono risultati devastanti per l'uomo e per
L'ambiente. Mucca pazza, inquinamento radioattivo, le
collusioni evitate solo per caso, come dimostra l'ultimo
episodio Ustica, sono la prova tangibile che non solo
Imperversa la mucca pazza, ma anche una follia, camuffata
dai riti del disordine istituito. Intanto, in un caos
generalizzato, i politicanti, ovvero i ciarlatani garanti
del controllo statale, mostrano vivo interesse per la
salute dei cittadini, omettendo il dettaglio non
trascurabile, che gli artefici delle catastrofi sono
loro, coadiuvati, ovviamente dagli "alleati".
Non mi dilungo oltre sull'argomento, preferendo alla
polemica la problematizzazione. Intendo, infatti,
focalizzare l'attenzione sul diritto di vita e di morte
del biopotere odierno, avvalendomi anche a della
«critica" di Foucault. Vale la pena evidenziare che
il biopotere nasce dai meccanismi di potere, che via via
si sono innescati, favorendo la statalizzazione del
biologico e determinando la mistificazione del comune.
Partendo dalla teoria classica della sovranità, si
evince che il diritto di vita e di morte s'inscrive in
una tecnica disciplinare. Nella seconda metà del secolo
XVIII appare una "tecnologia del potere", che
incorpora la vecchia tecnica, ma investe anche l'uomo,
inteso come essere vivente. Da qui la biopolitica della
specie umana, che ingloba il paradigma dell'igiene
pubblica. Quest'ultima assolve le sue funzioni,
avvalendosi di organismi che coordinano le cure mediche.
Va precisato che in un primo momento la medicazione della
"popolazione" concerne la elementi questi che dovrebbero consentire di garantire la continuità presente-futuro. A questo punto, però, emerge in modo palese una contraddizione, il potere, infatti, sopprime la vita e, al tempo stesso, assicura la vita. Ne consegue l'acquisizione di un dato ossia che si attua l'eccesso del biopotere sul diritto sovrano. Dal XIX secolo fino ai giorni nostri, dunque, si sono imposte relazioni di potere che consentono di uccidere i presunti nemici, ma anche gli stessi cittadini. L'onnipotenza totale del biopolitico è, pertanto, come il "Caligola" di Camus, che "voleva la luna", tanto era forte la brama di dominio. Può sembrare paradossale ma l'assetto biopolitico odierno presenta molte analogie con il nazismo. Quest'ultimo, dopotutto, non e' altro che lo sviluppo delle strategie di potere instaurate a partire dal secolo XVIII e ciò è suffragato dal fatto che nessuno stato è risultato più disciplinare del regime nazista; in nessuno stato le regolazioni biologiche sono state riattivate e amministrate in modo più serrato. La società nazista, infatti, si avvale dell'interazione tra potere disciplinare e biopotere, basti pensare alla gestione del biologico, della procreazione, della malattia degli incidenti. Eppure, contemporaneamente alla costituzione di una societa' assicurativa e securizzante, si assiste allo scatenamento del potere omicida,ovvero del vecchio potere sovrano di uccidere Pertanto, pur rilevando che il nazismo ha spinto sino al parossismo alcuni paradigmi, vale la pena constatare le analogie con l'assetto biopolitico odierno, che coniuga i parametri di una società assicurativa della vita con quelli delle guerre umanitarie, che seminano distruzione e morte. Le analogie non si fermano qui, ma investono diversi campi, sicché vorrei fare cenno su quelle più rilevanti. Onde evitare fraintendimenti giova precisare che in ogni epoca storica la "cartografia" del potere si manifesta in guise diverse e pertanto le assonanze non escludono le variabili che determinano le mutazioni. Per quanto concerne la pubblicità, come la propaganda nazista, sì avvale di corpi perfetti, di aitanti giovani, dì ragazze dal seno prorompente. Inoltre, anche le campagne contro il fumo e in favore della prevenzione delle malattie, sono il comune denominatore dei due sistemi Ovviamente non manca il razzismo, che nella fase odierna si manifesta in forma mimetica. Se non si può parlare di omicidi di massa, è altresì vero che il razzismo attuale si esplicita all'insegna del fondamentalismo culturale e dell'ideologia dell'esclusione. D'altra parte, oggi, a differenza del nazismo, sono i governi e le burocrazie che esercitano il loro potere sulla società
con le loro pratiche di controllo. Non mancano poi le
mire egemoniche, anche se attualmente l'espansione
riguarda la sfera Europa - Usa. E' evidente infatti, che
con la retorica dell'intervento umanitario, s'impone
l'egemonia politico-militare delle relative alleanze.
Ciò significa che fatti apparentemente eterogenei
rientrano in una strategia globale di contenimento ed
egemonizzazione "dell'altro mondo". All'insegna
del «Far vivere e lasciare morire», dilaga la forza di
un potere costituente che riduce l'intero pianeta ad
"ambiente del capitalismo. Da qui l'esigenza di
decodificare i meccanismi di potere, per operare una
critica "ecologica" sull'articolazione delle
relazioni tra Stato, rapporti di produzione e natura.
Demistificare la logica del neoliberismo dovrebbe essere
un imperativo. perché incombe una minaccia Polimorfa
ossia l'alleanza tra due barbarie: la barbarie di
distruzione e morte, riemersa prepotentemente, e la
barbarie anonima e fredda del mondo tecno-economico.
Occorre prendere atto che tutti gli umani sono sottomessi
alle medesime minacce mortali dell'arma nucleare, del
pericolo ecologico della biosfera, della sterilizzazione
degli oceani, dei mari, dei fiumi e delle catastrofi
senza frontiere. Pertanto, nella consapevolezza che tutti
appartengono alla "Terra Patria", è necessario
affrontare i problemi della convivenza umana e della
qualità della vita. Considerata la complessità delle
relazioni che si manifestano in un quadro
d'interdipendenza, occorre penetrare nel nuovo regime di
dominazione e nel variegato sistema di Lucidamente J.Dryzec sostiene che sia gli economisti che gli ecologisti hanno dello stato una visione semplicistica, infatti i loro studi s'incentrano solo sui mercati e sugli ecosistemi. La razionalità ecologica, intesa come bisogno sociale, afferma M Nobile, è un problema che impone una crisi delle fondamenta politiche, economiche, ideologiche; in altre parole, del capitalismo in quanto totalità sociale D'altronde il capitalismo con la sua politica di armamento a oltranza, ha già insanguinato interi popoli, ma, nella consapevolezza che oggi le bombe "umanitarie" all'uranio e al plutonio, prospettano un'autentica catastrofe, occorre inventare un'arte del controllo, ossia una nuova resistenza, per programmare una linea di fuga, in vista di una filosofia dell'avvenire. Considerando che la fabbrica dei poteri pervade gli spazi giudiziari, economici e politici, che si manifestano come decisamente reazionari, e' necessario analizzare il biopotere, per rilevare contraddizioni e per focalizzare trabocchetti. Basti pensare che in Francia le aziende più inquinanti competono per organizzare fondazioni finalizzate a contribuire alla qualità dell'aria, dell'acqua, del paesaggio, infatti, l'E.D.F., la COGEMA e l'industria chimica sono particolarmente attive per distruggere da un lato e riparare dall'altro. In un contesto mobile e complesso, in cui i giochi di potere interagiscono anche le O.N.G vengono corrotte e controllate dalle aziende agroalimentari o farmaceutiche. Inoltre, come nella società nazista> non mancano le cavie umane usate per le sperimentazioni. L'Africa è la nuova frontiera della barbarie e ciò è suffragato dalle testimonianze dì J.Le Carrè e del "British Medical Journal". Difatti, nell'ospedale di Kano, in Nigeria, gli analisti di Wall Streett hanno sperimentato un antibiotico della Pfizer, assoldando 200 bambini. I piccoli pazienti non solo non hanno risposto alla "terapia", ma addirittura undici bambini sono morti. Dalle osservazioni fatte si evince, dunque, che le minacce del nuovo totalitarismo investono la vitalità dell'ambiente sociale e "naturale" inteso come strumento dì vita. E' evidente, pertanto, che dilaga una tendenza alla necrofilia, ossia a ciò che tende alla distruzione. Lucidamente il filosofo spagnolo Unamuno, in un discorso pronunciato nel 1936, ebbe ad affermare che il motto dei falangisti, Viva la muerte, era una parola d'ordine necrofila. Quest'ultima, d'altra parte, era particolarmente attiva nell'ideologia nazista e a questo proposito sono illuminanti le osservazioni dello storico P. V. Naquet, che ha sostenuto: "L'unicità dell'Olocausto sta nell'utilizzazione metodica di tecniche industriali e scientifiche al servizio di un assassinio di massa burocratizzato e anonimo". Pur prendendo atto che il nazismo è stato "orrore puro", verità vuole che si dica che, se Hitler ha scatenato una guerra che ha provocato lo sterminio di milioni di uomini, non gliene va attribuita una responsabilità esclusiva, perché lo stesso hanno fatto e fanno generali e uomini di stato, per lo più giustificandolo con la razionalizzazione che era necessario per il bene della patria, e oggi per il bene dei popoli con le guerre "umanitarie". Vero è che attualmente si blatera tanto sulla pace, ma, in realtà, quest'ultima convalida la guerra, perché il fondamento dello stato è il mantenimento della pace come condizione della violenza legittima. Ciò significa, come osserva Toni Negri, che il tempo zero della pace è l'omologo del tempo-morte della guerra. D'altronde, la potenza dell'astrazione giuridica moderna riduce il diritto a tecnica vuota e ciò implica il primato dei mezzi sui finì. Per via dei miei messaggi infausti, si potrebbe pensare che sono figlia di Cassandra. Spesso, però, sfugge che "i profeti" non sono deterininisti, non pre-dicono ma esprimono. Vale la pena ricordare che in epoca biblica, al tempo dei profeti, si poneva l'alterativa tra l'adorazione del potere statale e la distruzione dello stato. Oggi esiste il medesimo problema, nel senso che anche noi ci troviamo di fronte ad una scelta tra una società umanizzata e la distruzione totale. Occorre, dunque riconoscere il carattere arbitrario del nornos e focalizzare l'attenzione sull'Opposizione con la physis, per rendere possibile una nuova pragmatica militante, in vista di "un'estetica della vita", ossia dì modi dì esistenza etici evitali. D'altra parte, se non ci fosse scarto tra società di controllo, meccanismi di potere e divenire, non sarebbe possibile il mutamento. Pertanto, è necessario l'esodo, inteso come evento creativo e vitale, nella consapevolezza che, come voleva Deleuze " La sola possibilita' degli uomini e' nel divenire rivoluzionario. Solo cosi' possono scongiurare la vergogna o rispondere all'intollerabile ". |