-----Messaggio
originale----- Da: biggreg_80@yahoo.it > Parto dal presupposto che qualunque danno materiale non valga una vita umana e dal fatto che io non sono contento della morte di quel ragazzo. Ma ho ventun anni e provo a mettermi nei panni di quel carabiniere: non ho il minimo di esperienza, sono ancora troppo giovane per essermi fatto le ossa combattendo contro criminali veramente pericolosi, il mio sangue è tutt'altro che freddo, mi trovo in una città che probabilmente non conosco, dove centinaia di migliaia di persone mi odiano (siano esse vestite di bianco o di nero), so che altri miei colleghi sono stati presi di mira da una folla di esagitati (magari molti tra loro sono usciti di casa con buone intenzioni, ma quando c'è una mela marcia si sa che presto anche le altre la seguiranno) che hanno volontariamente bruciato altri mezzi dell'arma, sono ferito alla testa e al braccio, penso:"Perché sono qui? Che cosa vi ho fatto?", sono all'interno di un fuoristrada dell'arma, sono circondato, tutti i finestrini rotti, cercano di entrare, ho PAURA, ce l'hanno con me, ho PAURA, urlano, spingono, "mi ucciderebbero?", ho PAURA, vedo un ragazzo, mio coetaneo, brandisce un estintore e minaccia di lanciarmelo, "non ti ho fatto niente, io non centro, perché sono qui, avrei voluto essere in spiaggia...non lanciarlo, fermati ti prego...", ho PAURA, impugno la pistola, ora lo spavento e se ne va, "non costringermi a sparare...", ho paura, non si ferma, viene più vicino, l'estintore, ho PAURA, sono ferito, chiudo gli occhi e allungo il braccio verso il finestrino (rotto da qualche pietra...), sparo..."noo...cosa ho fatto, l'ho colpito... non volevo, doveva solo spaventarlo..." Questa è solo una mia ipotesi, pensate sia credibile? Con questo voglio solo dire che è troppo facile puntare il dito contro le forze dell'ordine e dire che cosa dovevano (sorvegliare una manifestazione pacifica) o non dovevano (far del male alle persone) fare dopo che le cose sono successe e senza averle vissute. A meno che, beh, a meno che questa non sia una scusa per dare contro allo stato italiano... Qualcuno a mai protestato quando qualche ultrà, dopo avere distrutto lo stadio, è morto con un coltello nella pancia, infilatogli da un tifoso avversario? In certi casi, un po' di retorica, un po' di sano discorso sulla violenza negli stadi, ma perché parlare tanto di uno che "ama" a tal punto la sua squadra tanto da essere pronto a dare vera e propria battaglia agli avversari... o era solo uno che del calcio non gli interessava niente e che andava allo stadio solo come pretesto per fare a botte... Purtroppo al mondo c'è anche chi non aspetta altro, un'occasione qualunque pur di fare rissa... Il G8, che figata, si possono rompere vetrine, picchiare le persone, migliaia di persone, venute da tutto il mondo... Evitiamo quindi discorsi su chi siano i veri colpevoli di tutto (G8 su una portaerei, organizzazione diversa tra parentesi non credo che tutto ciò sia successo solo perché il governo è di destra, sarebbe stato lo stesso, bisogna essere obbiettivi o forze dell'ordine assassine...), ma mi chiedo cosa sarebbe successo se a morire fosse stato il giovane Carabiniere: stato di merda (le colpe allo stato vanno sempre scaricate) che manda giovani inesperti in situazioni così pericolose, manifestanti assassini, perché non limitarsi a manifestazioni pacifiche ma distruggere e uccidere... Spero con queste parole di avervi messo un piccolo dubbio sull'effettiva malvagità delle forze dell'ordine e vi pongo, e mi pongo, un'ultima domanda: chi, come gli esponenti del Black Block, aveva deciso di staccarsi dalla manifestazione ufficiale (pacifica, salutare, indolore...) e attaccare più duramente, si era fatto scrupoli sulla morte di qualche innocente (è innocente chi, mascherato da un passamontagna lancia un estintore verso qualcuno?)? O erano a conoscenza del fatto che giocando col fuoco, prima o poi qualcuno si brucia, sia esso chi l'ha acceso o chi tenta di spegnerlo? DG |