in questi gironi non vi deliziero' con gli
articoli genovesi. troppe cose da fare. troppa testa impegnata. troppo stress (persi bancomat e postamat, ritrovati dai vigili senza perdite del consistente gruzzolo, rispetto alle popolazioni del terzo mondo) troppa preoccupazione troppa voglia di essere utile troppa consapevolezza di essere 'servo inutile' troppa voglia di festeggiare il 23 luglio quando se ne sono andati. pero' questo articolo ve lo spedisco da repubblica il lavoro Una muraglia di reti "Siamo tutti in gabbia" AVA ZUNINO «Siamo in gabbia, come gli animali», è il commento dei residenti del centro storico davanti alle griglie di ferro, alte cinque metri, che da ieri pomeriggio chiudono il fronte dei vicoli verso la parte di città in cui si svolgerà il vertice del G8. Il centro storico è separato fisicamente dalla zona di via San Lorenzo (ai due lati della strada ogni vicolo è già chiuso o sorvegliato dalle forze dell'ordine), da via XXV Aprile, da piazza Matteotti. Sono i "varchi" di accesso alla zona rossa, quella supersorvegliata che ospita i luoghi del vertice. I "varchi" sono apparsi ieri e nessuno si aspettava che si trattasse di griglie di ferro altissime, dentro cui sono state ricavate delle vere e proprie porte: è da qui che, esibendo il lasciapassare, si potrà entrare e uscire. Tutt'al più la gente pensava alle barriere di cemento, i "new jersey" adoperati per deviare il traffico durante i cantieri. I carpentieri hanno iniziato a montare le griglie nella mattinata di ieri, sul fronte di salita Pollaioli e poi via San Lorenzo e via XXV Aprile. I genovesi, rimasti sconcertati, hanno avanzato timide proteste, soprattutto durante le operazioni di lavoro: le forze dell'ordine, che ormai sorvegliano stabilmente i varchi anche se soltanto da domani saranno necessari i lasciapassare per entrare ed uscire dalla zona rossa, impedivano l'accesso per motivi di sicurezza. Da intendersi, stavolta, nel senso dell'incolumità fisica mentre gli operai lavoravano. «Guardi che io abito qui dietro, sono residente ed ho il "pass"», diceva un signore, mostrando il documento, agli agenti di guardia all'ingresso di vico Falamonica su piazza De Ferrari. Voleva convincerli a lasciarlo passare. E loro: «scenda da vico Casana, che là hanno già finito». Dopo un tiraemolla di qualche minuto, il signore si è convinto che si trattava soltanto di fare il giro più largo per arrivare a casa. Nient'altro, per ora. Nessuno protesta apertamente, davanti alle forze dell'ordine schierate a tutti i varchi, ad ogni vicolo che incrocia le strade del vertice. Ma le espressioni sui volti sono eloquenti. E non è solo un senso di fastidio per la "gabbia", è anche un disagio fisico per le mamme con i passeggini e i più anziani. Le porte aperte nelle griglie di ferro, infatti, non sono a livello dell'asfalto, ma sono leggermente rialzate: in alcuni casi bisogna scavalcare un tubo innocenti, in altri casi è stata costruita (cemento e mattoni) una soglia con due scalini da salire e due da scendere. Chi ha un bambino in carrozzina o passeggino, dunque, deve sollevarla per poter passare dalla porta e qualche anziano ha chiesto una mano per non inciampare. E' finita in gabbia, parazialmente, anche galleria Mazzini, chiusa dalle griglie di ferro sul lato che affaccia su via dei Cebà, dietro alla Coop ---------------------------------------------------------------- Antonio Bruno vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova Altro Polo - Sinistra Verde |