Genova, la seconda
fase del movimento Un anno dopo. Con il cuore appeso a ricordi ruvidi,
con il vuoto provocato dalla morte di Carlo, con la
sensazione di essere nel vivo di un conflitto per
trasformare il mondo, ma anche con la consapevolezza di
quanta violenza viene scagliata contro questa sfida. Con
questo animo, da oggi, Genova si riempirà di nuovo di
parole, voci, idee, assemblee, cortei e balli. Sarà
diverso da un anno fa, sarà forse tutto più lucido. Ma
sarà ugualmente importante, ugualmente denso. Lautunno che ci aspetta Salvatore Cannavò (giovedì 18 luglio) |
20.07.2002
Bella ciao, domani il film proibito di Anna Maria De Luca
«Per poter dare a tutti la possibilità di vedere Bella Ciao servirà giocoforza che qualcuno lo riprenda con una telecamera privata durante una delle poche proiezioni che si potranno tenere». Dalla conferenza stampa di Palazzo Ducale, Vittorio Agnoletto, commenta lultimo atto della vicenda che vede protagonista il film documentario di Marco Giusti, Carlo Freccero e Roberto Torelli sui giorni del G8. La pellicola è stata finalmente sdoganata, ma solo per una proiezione, presso il Teatro della Corte, grazie all'intervento del Comune di Genova e di Anita Ginella del Centro ligure di Storia sociale. Insomma, vedere il film resta ancora un'impresa impossibile per tutti quelli che non saranno a Genova domani. «La vicenda di Bella Ciao non si può che definire come un gravissimo caso di censura - afferma Agnoletto - Ma non credo che sarà l'unico a cui assisteremo in questi anni. Questo paradossale episodio è assolutamente nel segno della Rai di Baldassarre, quello che vuole riscrivere la storia. Un caso di censura ancora più grave dato che questo film, prodotto dalla tv pubblica, è stato realizzato con i soldi di chi paga il canone». Insomma, Bella Ciao non deve entrare in circolazione. È un documento che fa paura: creato per la messa in onda su RaiTre, censurato dall'azienda («ci dissero che mancava il punto di vista della polizia», ricorda Freccero), poi selezionato nella Settimana della critica del Festival di Cannes. Bella ciao mostra ciò che conviene non diffondere in giro: meno persone lo vedono, meglio è. Come si può dunque fare per limitarne la circolazione? Lo spiegano, durante la conferenza stampa, Roberto Torelli e Stefano Stefani, un produttore indipendente che ha chiesto invano alla Rai di poterne acquistare i diritti: «Le motivazioni del rifiuto della Rai hanno dell'assurdo e del paradossale: alle nostre richieste di distribuire il film prima e poi di poterne acquistare i diritti, hanno risposto che su Bella Ciao gravavano vincoli derivanti dalla colonna sonora. Ci siamo detti disponibili a cancellare il sonoro, ma neppure in questo caso i veti sono caduti». Lappuntamento di domenica resta quindi un prezioso e, purtroppo raro momento per vedere Bella Ciao, un film che avrà una ufficiale diffusione carsica a meno che qualcuno, come è stato detto dal pubblico dopo la provocazione di Agnoletto, non provi a "taroccare" il master originale e diffonderne le copie. «Attenzione - ha subito precisato Agnoletto - il mio non è un invito a riprodurlo illegalmente, ho già tanti guai giudiziari». «Bella Ciao»: come l'hanno visto a Cannes di Gabriella Gallozzi |