Cortei del Social Forum e dell'ala dura dei no global
Qualche momento di tensione, ma senza incidenti
Centomila persone a Genova
ricordano Carlo Giuliani

In piazza Alimonda un quarto d'ora di applausi
in memoria del ragazzo ucciso un anno fa

GENOVA - Prima un quarto d'ora di applausi in piazza Alimonda, poi un imponente corteo pacifico: a Genova decine di migliaia di persone hanno ricordato in questo modo Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso esattamente un anno fa durante gli scontri che funestarono il G8. C'è stato qualche momento di tensione, qualche scaramuccia, ma nessun incidente di rilievo.

Al corteo del Social Forum hanno preso parte 100.000 persone: per una volta questura e organizzatori sono d'accordo sul numero dei manifestanti, che ha superato di molto le aspettative. Soltanto 400 circa invece i dimostranti che da piazza Giusti hanno raggiunto il carcere di Marassi per la protesta organizzata dall'ala dura del movimento no global.

In testa al corteo del Social Forum c'era uno striscione dedicato a Giuliani: "Con Carlo nel cuore - il nostro futuro non è una merce". Tra i manifestanti bandiere e striscioni di Forum sociali di tutt'Italia, della Fiom, dei Cobas, di una miriade di organizzazioni e associazioni. Tantissimi gli slogan e i canti, da "Genova libera" a "Carlo è vivo e lotta insieme a noi", da "Siamo migliaia questa forza non la fermerete mai" a "Bella ciao". C'era anche tanta musica, c'era chi ballava e in fondo al corteo tre camion oltre alla colonna sonora dispensavano anche birra, quasi una testimonianza della vitalità del movimento. Qualche momento di tensione c'è stato in via XX Settembre, davanti a un circolo del gruppo di estrema destra Fronte nazionale, che negli anni Sessanta ospitò una sede del Movimento sociale italiano: alcuni dimostranti hanno urlato "Assassini, assassini" ai circa 50 poliziotti che presidiavano l'edificio e hanno contestato anche i componenti del servizio del Social Forum che si sono frapposti tra il corteo e gli agenti.

L'altro corteo, organizzato dal Centro Sociale InMensa, si è fermato in corso De Stefanis, all'altezza di via Bertuccioni, poco prima del carcere di Marassi, dove era stata fissata la fine della manifestazione e dove si era schierato un cordone di polizia. Una delegazione di InMensa ha discusso con alcuni funzionari di Ps e dopo circa 30 minuti il cordone degli agenti è arretrato permettendo al corteo di raggiungere il carcere di Marassi. Le forze dell'ordine hanno posto come condizione che i dimostranti arrivassero a volto scoperto e non lanciassero oggetti contro il muro della casa circondariale. Dopo la protesta davanti al carcere, i manifestanti sono tornati in piazza Giusti, dove c'è stato qualche altro momento di tensione. Una ventina di dimostranti hanno poi danneggiato un paio di fioriere e distrutto alcuni cestini dei rifiuti nei pressi della stazione di Brignole.

Prima delle manifestazioni, il cuore della commemorazione era stato piazza Alimonda. Alle 17.27, ora della morte di Carlo Giuliani, è scattato un lunghissimo applauso, mentre in cielo si sono levati decine di palloncini colorati. I genitori di Carlo Giuliani - Haidi e Giuliano - e la sorella Elena si sono seduti nel punto in cui il ragazzo è stato ucciso. Haidi Giuliani, che indossava la canottiera portata dal figlio il giorno della sua morte, ha fatto il gesto di abbracciare la folla. Giuliano Giuliani, che portava una maglietta con su scritto "Ciao Carlo", ha ringraziato le tante persone venute a Genova: "Non è una commemorazione - ha detto - abbiamo voluto fare una festa alla vita, al diritto alla vita e ai tanti diritti negati alla vita che ci sono nel mondo e adesso anche in Italia".

In piazza nel corso della giornata sono passati tra gli altri
il leader della Cgil Sergio Cofferati, il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante, tanti esponenti del movimento no global tra i quali Vittorio Agnoletto e Luca Casarini, Franca Rame insieme con Sergio Cusani, l'ex ministro Cesare Salvi e parlamentari di Rifondazione Comunista e dei Verdi.

Alle 17.27 c'è stato un momento di raccoglimento, tutti in ginocchio, e subito dopo migliaia e migliaia di palloncini colorati a cui era attaccato un biglietto con scritto "Ciao Carlo" sono stati liberati nel cielo. Quindi, dopo il lungo, interminabile applauso, l'urlo "Carlo è vivo e lotta insieme a noi".

 

 

Umberto Pruzzo rinuncia alla difesa dopo l'intervista
al Tg1 in cui il militare ha dichiarato "Sparai in aria"
G8, lascia il legale di Placanica
il carabiniere che sparò a Genova

Il nuovo difensore: "Tutta la verità è nei filmati tv"

ROMA - Umberto Pruzzo, il legale di Mario Placanica, il carabiniere indagato per la morte di Carlo Giuliani, ha rinunciato al suo mandato. Dopo un anno dai tragici fatti di Piazza Alimonda, dopo un anno di indagini durante le quali il legale è stato a fianco del giovane carabiniere, la decisione di lasciare. Troppe volte Mario Placanica ha cambiato versione su quello che realmente accadde quel pomeriggio a piazza Alimonda. L'ultima risale a ieri sera. In un'intervista mandata in onda dal Tg1 Mario Placanica ricorda quel pomeriggio di un anno fa. E racconta di aver sparato in aria. Davanti a me, dice, non c'era Carlo Giuliani. Una dichiarazione, che secondo indiscrezioni, l'avvocato Pruzzo ha giudicato "suicida", anche perché l'inchiesta si sta avviando verso l'archiviazione.

Ora a difendere Mario Placanica nelle ultime fasi delle indagini preliminari, sarà Vittorio Colosimo del foro di Catanzaro, che ha già detto che "tutta la verità sulla morte di Carlo Giuliani è nei filmati televisivi". E probabilmente, la scelta di rilasciare quell'intervista, con le nuove dichiarazioni, è stata suggerita proprio dal nuovo difensore.

Ma le parole di Placanica - che oggi in un'intervista rilasciata all'Ansa - torna a ribadire di aver sparato in aria, pongono nuovi interrogativi. E il primo a farsene interprete è Vittorio Agnoletto, l'ex leader delle Tute bianche, che oggi è tornato a sfilare nelle strade di Genova per ricordare Carlo Giulani. "Il rischio infatti - ha detto Agnoletto - è che alla fine non ci sia nessun responsabile per la morte di Carlo Giuliani. Noi oggi siamo in grado di dire non chi ha sparato quel colpo, ma che quel colpo è stato sparato ad altezza d'uomo e non in aria". E a Placanica, Agnoletto ha rivolto una domanda: "Se non sei stato tu, chi ti ha ordinato di portare avanti questa versione per un anno intero?".

Dichiarazioni, quelle di Placanica, che comunque non entreranno a far parte dell'inchiesta che sta conducendo il pm Silvio Franz. Il magistrato ha fatto sapere che non acquisirà la registrazione dell'intervista, così come in precedenza aveva deciso di non acquisire la cassetta con la registrazione di un'altra intervista rilasciata a Mediaset diverse settimane fa.

Il prossimo atto dell'inchiesta sarà la consegna da parte dei consulenti di parte civile e del pm delle perizie balistiche e della ricostruzione di quanto avvenuto alle 17,27 di un anno fa in piazza Alimonda. L'ultima ricostruzione sostiene che il proiettile sarebbe stato deviato. Ma la famiglia Giuliani, attraverso il suo legale, avvocato Giuliano Pisapia, che da sempre chiede un'altra verità, ha ribadito che chi ha sparato aveva comunque intenzione di uccidere. E ha nuovamente chiesto il dibattimento processuale.

Ma la tesi del nuovo avvocato di Placanica è diversa. "Il carabiniere - ha detto il legale - è stato già assolto dagli italiani, per questo ritengo che non ci possa essere spazio per altre sentenze".

(20 luglio 2002)