Il capo della Polizia ribbatte ancora alle accuse
Intanto i no global pensano ai nuovi progetti "di lotta"
De Gennaro: "Ingenerose
le critiche agli agenti"

Ma tutti esprimono soddisfazione
per come si è svolta la giornata di ieri

GENOVA - Da un lato i no global che festeggiano il successo delle manifestazioni pacifiche di ieri. Dall'altra il capo della polizia che difende ancora una volta l'operato dei suoi agenti, sui quali ancora pesano le accuse relative al comportamento di un anno fa. Il giorno dopo, a Genova, è abbastanza tranquillo, ma le celebrazioni vengono archiviate subito, per parlare di nuove iniziative.

Il movimento infatti discute del futuro. L'organizzazione di uno sciopero generale e generalizzato, a difesa dell'articolo 18, per l'estensione dei diritti ai lavoratori flessibili e precari, contro la legge Bossi-Fini e la privatizzazione di scuola, sanità e servizi sociali, è una delle proposte che ha preso forma oggi nel corso dell'assemblea del movimento.
Ma si è parlato anche di leadership, di organizzazione, di forme di lotta contro il liberismo ("perchè certo non possiamo illuderci di sconfiggerlo con uno slogan" ha osservato il leader dei Disobbedienti Luca Casarini), e del Forum europeo che dal 7 al 10 novembre trasformerà Firenze nella Porto Alegre d'Europa.
Si sono tradotti in dibattito e confronto i malumori che da giorni percorrevano le reti no global nei confronti del portavoce Vittorio Agnoletto, "accusato" di aver sottovalutato la capacità del movimento di portare in piazza migliaia e migliaia di persone (le sue previsioni si erano attestate su una partecipazione di circa 30.000 manifestanti).

Se da una parte ci sono i no global che discutono, dall'altra prende forma l'amarezza del capo della Polizia, Gianni De Gennaro: "Sono ingenerose le critiche e le accuse indiscriminate nei confronti dei poliziotti o di chi li rappresenta" ed "eventuali errori o responsabilità di singoli" saranno accertati dalla magistratura.
De Gennaro, in una nota, riafferma il suo "costante impegno nella tutela delle donne e degli uomini della polizia che ogni giorno garantiscono con abnegazione e sacrificio la sicurezza dei cittadini". E assicura che, "come recentemente ribadito a Cagliari dal ministro dell'Interno, eventuali errori o responsabilità dei singoli saranno accertati e sanzionati nelle sedi competenti, anche attraverso l'opera della magistratura, in cui la polizia di stato ripone totale fiducia ed a cui fornisce piena e leale collaborazione".

Sulla stessa lunghezza d'onda il neo ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, che ha anche espresso "il suo più vivo apprezzamento" al viceprefetto Nicoletta Frediani, al questore di Genova Oscar Fioriolli ed a tutti i funzionari, ufficiali e forze dell'ordine che hanno operato a Genova "per la gestione saggia e intelligente del complesso servizio di ordine pubblico" di ieri.
Pisanu, inoltre, ha ringraziato i genitori di Carlo Giuliani e gli altri organizzatori della manifestazione che, "collaborando attivamente con le Autorità di pubblica sicurezza, hanno efficacemente assecondato lo svolgimento pacifico delle manifestazioni".

(21 luglio 2002)

 

G8 un anno dopo: domani cortei e presidio in piazza Alimonda
Botta e risposta polemico tra Agnoletto e Fassino
Tensione, ma anche ottimismo
Genova attende i no global

Calma vigile in città, il questore tranquillizza
La scuola Diaz resta occupata. Aperta un'inchiesta

GENOVA - Le previsioni parlano di 50/60mila persone in procinto di marciare su Genova. Da molte parti d'Italia (Napoli, Torino, Milano) stanno confluendo nel capoluogo moltissimi manifestanti. Tanti, tutti tornati nella città ligure un anno dopo le violenze del G8 e la morte di Carlo Giuliani. L'atmosfera che si respira è a metà tra la vigile attenzione e il moderato ottimismo. E in effetti sia da parte dei manifestanti che da parte delle forze dell'ordine arrivano segnali che vanno tutti nella stesa direzione: tenere calme le acque, evitare provocazioni, fare in modo che quella di domani sia una giornata pacifica. Al punto che il questore di Genova Oscar Fiorolli ha lanciato ha lanciato un invito ai suoi concittadini: "Invito i genovesi a stare qui e quindi anche a partecipare a questi eventi che possono essere condivisi o non condivisi. Questo non è comunque un motivo per scappare dalla città". E sul fronte dei no global si fa sentire l'ex portavoce, Vittorio Agnoletto: "In maniera pacifica e non violenta saremo in piazza".

- Pubblicità -Domani due cortei attraverseranno la città. Le preoccupazioni maggiori, per quanto riguarda l'ordine pubblica, riguarda quello organizzato dall'ala dura dei no global. Alle 17.27 poi in piazza Alimonda si svolgerà un presidio per ricordare Carlo Giuliani. I manifestanti si siederanno per terra e dal porto risuoneranno le sirene. Molti negozi del centro resteranno chiusi per timore di incidenti e la zona attraversata dai cortei sarà inibita alla circolazione.

La scuola Diaz rimane occupata. Da ieri, una cinquantina di giovani "disubbidienti" si sono installati nell'edificio che fu teatro del sanguinoso blitz della notte del 21 luglio. Un'occupazione pacifica e simbolica "per ricordare" che però, oggi, è diventata oggetto di un'inchiesta giudiziaria aperta dalla procura di Genova e di una polemica politica con scambio di accuse tra Regione e Provincia. In procura, il pm Vittorio Ranieri Miniati ha aperto un fascicolo in cui si ipotizzano i reati di occupazione abusiva e danneggiamenti. E il presidente del Consiglio regionale Gianni Plinio (An) , ha accusato l'assessore provinciale all'Istruzione, Eugenio Massolo di "omissione di atti d'ufficio" per non aver chiesto l'immediato sgombero della scuola. Massolo, che, ieri aveva visitato la Diaz rendendosi conto del carattere anche "ordinato" dell'occupazione, ha risposto che il compito di chiedere lo sgombero spetterebbe al preside e che, comunque, essendo in corso un'inchiesta, sarebbe meglio aspettarne i risultati. Massolo ha anche ricordato che durante la riunione del Comitato di Sicurezza, non è emersa "nessuna particolare preoccupazione per un'occupazione che è illegale, ma simbolica".

Sul fronte politico i no global chiedono una "commissione parlamentare di inchiesta" in grado di fare veramente luce su quello che accadde a Genova nel luglio 2001, sia sul piano della gestione dell'ordine pubblico, sia sul fronte delle responsabilità politiche. Richiesta bocciata dal segretario dei Ds, Piero Fassino: "Chiediamo verità e giustizia, ci sono stati troppi silenzi, troppe omissioni, troppe ricostruzioni parziali. Ma non è Agnoletto che detta l'agenda politica". Mentre il diessino Pietro Folena fa autocritica: "E' stato un errore non esserci stati l'anno scorso". Secca la replica di Francesco Caruso dei "disobbedienti": "I Ds? Solo uno squallido balbettio".

(19 luglio 2002)

 

Fischi al capogruppo dei Ds alla Camera, applausi al leader
della Cgil in piazza Alimonda dove fu ucciso Carlo Giuliani
Genova, contestato Violante
Cofferati: "Non dimentichiamo"

Il padre del ragazzo ucciso: "Oggi festa del diritto alla vita"
Sgombrata senza incidenti la scuola Diaz, cortei nel pomeriggio

GENOVA - E' Carlo Giuliani, il ragazzo di 23 anni ucciso durante gli scontri al G8 di Genova, il protagonista del giorno del ricordo che oggi si celebra nel capologo ligure a un anno di distanza dai fatti. A sollecitare la "memoria" di quei giorni, il segretario della Cgil Sergio Cofferati che stamane ha visitato piazza Alimonda, dove Giuliani è stato ammazzato il 20 luglio dello scorso anno, e dove una folla di circa 200 persone si è concentrata fin dalle prime ore del mattino. "Il ricordo di quei tragici momenti serve a rafforzare la democrazia" e "il Paese non deve dimenticare" sono stati gli ammonimenti che Cofferati ha rivolto alla piazza. Sul piano concreto, il segretario della Cgil ha auspicato una commissione d'inchiesta per fare chiarezza sulle molte verità ancora opache che riguardano quei giorni.

Cofferati, accompagnato da un numeroso servizio d'ordine, ha abbracciato i genitori di Carlo Giuliani, Heidi e Giuliano, e si è fermato con loro a parlare davanti alla cancellata, trasformata in una sorta di altarino laico, con biglietti, palloncini colorati, fiori, in memoria del ragazzo ucciso. La sua presenza e l'assalto delle telecamere e dei fotografi ha fatto salire a tratti la tensione in una piazza e in una Genova che è in occasione dell'anniversario del G8 blindatissima, con circa tremila uomini delle forze di sicurezza a vigilare sui venti-trentamila che sono arrivati già ieri e che parteciperanno ai due corte che nel pomeriggio sfileranno per la città.

Dopo l'abbraccio coi genitori di Carlo Giuliani, la deposizione di un mazzo di fiori per Carlo (gesto che l'ex portavoce del Gsf Vittorio Agnoletto ha definito un "atto importante"), Cofferati ha preso la parola in piazza Alimonda: "Non bisogna rimuovere ma ricordare quel che è successo perché la dialettica, la libertà di partecipare ad una manifestazione, il confronto delle idee, sono il sale della democrazia e vanno garantiti e rispettati". Cofferati ha poi fatto un breve accenno ai rapporti con il movimento no-global. "Io penso - ha detto - che sia molto importante il rapporto tra soggetti diversi, il sindacato, le associazioni di volontariato, le varie anime del Movimento. Devono poter parlare fra di loro, fare cose insieme quando gli obiettivi sono comuni, nel pieno e reciproco rispetto. Questo è importante per un Paese democratico e civile".



In piazza Alimonda è andato anche il capogruppo dei DS alla Camera, Luciano Violante, ma per rimanervi solo pochi minuti date le contestazioni ricevute: appena giunto, accompagnato da Giuliano Giuliani, Violante è stato immediatamente apostrofato con un coro di "vergogna, vergogna", perché un anno fa "non eravate qui e ora venite a fare la passerella". Il capogruppo alla Camera dei Ds ha quindi deciso di tornare sui suoi passi e alle 13 terrà una conferenza stampa presso la Federazione genovese.

Al padre di Carlo non è piaciuta la contestazione: "Così - ha detto ai giovani in piazza - Berlusconi riuscirà a fare il sacro romano impero. Non c'è riuscito Carlo Magno e ci proverà Silvio Berlusconi". Giuliani ha poi ricordato che la giornata di oggi non deve essere una commemorazione ma "una festa del diritto alla vita e deve essere una festa serena del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti negati nel mondo e anche qui da noi".

E nella serenità si è svolto infatti lo sgombro in mattinata della scuola Diaz di Genova, protagonista lo scorso anno del sanguinoso blitz notturno della polizia. Circa cento esponenti degli Studenti in Movimento e dei Disobbedienti, che l'hanno occupata simbolicamente giovedì scorso, se ne sono andati senza nessun atto di violenza, nè di vandalismo, secondo quanto sostengono gli stessi giovani. "Tutto si è svolto pacificamente - ha detto Francesco Caruso ex esponente del Genoa Social Forum ed ex leader dei No Global di Napoli - prima di andar via abbiamo pulito e lavato le aule e tutti gli ambienti dove siamo stati in questi giorni per restituire la scuola così come l'abbiamo trovata. Il clima di queste ore alla Diaz, diversamente da un anno fa dove tutto qui sembrava un lager, è stato pacifico e allegro, insomma una occupazione scolastica vera e propria".

(20 luglio 2002)

 

Situazione completamente diversa rispetto ai giorni del G8
Due cortei percorreranno la città: un brindisi per Carlo Giuliani
A Genova un anno dopo
ma il movimento è cambiato

di ANDREA DI NICOLA

ROMA - Un movimento diverso rispetto ad un anno fa, ammaccato, ma "vivo" come assicurano i suoi leader, si presenta a Genova un anno dopo le terribili giornate del G8. Mostre fotografiche sulle violenze della polizia nelle strade, testimonianze, ricordi, concerti ed un corteo, anzi due visto che i duri dei centri sociali, i "non dialoganti" non si vogliono mischiare a Casarini e soci e sfileranno per conto loro. Un appuntamento, quello nelle strade del quartiere Foce dove morì Carlo Giuliani e nell'allora blindata zona rossa, che servirà a ricordare il ragazzo ucciso in piazza Alimonda e per chiedere, "gridare" dice Luca Casarini "verità e giustizia" ma anche per fare il punto con una grande assemblea domenica.

Un movimento diverso rispetto alla fiumana prima festosa e poi sanguinante dell'anno scorso sul quale pesano le incognite della partecipazione, scemata via via negli ultimi mesi dopo un anno di cortei e manifestazioni. Francesco Caruso, uno dei protagonisti del Genoa Social forum è ottimista: "Sento crescere la voglia di partecipare, vedo i treni speciali che si preparano in tutta Italia e credo che sarà una bella manifestazione".
Sabato sarà la giornata clou. Questa volta niente bardature di difesa né facce tese. La questura assicura di non voler blindare la città, i capi del movimento assicurano manifestazioni pacifiche. Anzi Caruso pensa ai 2 mila 500 poliziotti che sorveglieranno la città e dice: "A che servono 2 mila 500 poliziotti se non per creare un clima di provocazione. Mai come in questa occasione non può succedere nulla. Glielo abbiamo detto in tutti i modi ma non ci sentono".

Ogni spezzone di movimento avrà le sue piazze tematiche mentre si terrà un presidio in piazza Alimonda dove i genitori di Carlo danno appuntamento per una "brindisi", un bicchiere di vino in onore di Carlo, con le sirene dei rimorchiatori del porto che alle 17,27 di sabato, l'ora in cui dalla Beretta 92 partirono i colpi che uccisero Carlo, suoneranno per chiedere alla città di fermarsi e i ragazzi del movimento si siederanno per terra in silenzio per 5 minuti.

Due cortei, dopo le piazze tematiche, partiranno intorno alle 18: da piazza Verdi quello dell'ex Gsf che sfilerà sotto palazzo Ducale per finire al porto vecchio dove ci sarà un concerto; da piazza Martinez e diretto verso Marassi quello dei centri sociali più duri.

Clima diverso, dunque, senza zone rosse da assalire. Intanto non ci saranno i black bloc. Gli stranieri, infatti, saranno a Strasburgo al campeggio internazionale No Border contro le politiche sull'immigrazione della Ue e i "duri" italiani sono molto più controllati e controllabili dalle forze dell'ordine. Mancherà, però, rispetto allo scorso anno anche la Rete Lilliput quelli che si aggiravano per Genova e sotto le cariche della polizia con le mani alzate e dipinte di bianco, parte importante del movimento che ha deciso di fare da sola le sue manifestazioni e di presenziare al presidio in piazza Alimonda. Però saranno in piazza Cgil e sinistra ufficiale che lo scorso anno dopo tanti tentennamenti ritirarono le loro bandiere dai cortei ma non riuscirono a fermare i loro militanti.

Un clima, finalità ma anche un movimento nel suo complesso diverso da quello dello scorso anno, un movimento chiamato anche a smentire le campane a morto sul suo futuro che molti osservatori hanno già iniziato a far suonare.

(19 luglio 2002)