La Marcia, la
Pace di
silvio cinque
Ha ragione Mario Vicentini quando nel suo agile,
aperiodico giornalino Amico Quartiere, scrive che alla
marcia della pace i Social Forum erano un po
pochini. Sarà stato leffetto esorcizzante del
luogo straordinario e dell ormai consolidato
avvenimento ecclesiale, ma in effetti di pacifisti dei
social forum non ne ho visti tanti. La loro presenza era
certamente nei volantini firmati Umbria Social Forum o da
qualche gruppo anarchico. Per il resto non vedevo da
anni, da quando cioè mio figlio li frequentava, un
numero così imponete di scout. Presente anche Liliput e
le bandiere dei tre sindacati e qualcuna della RdB. Poche
bandiere di partito, Rifondazione e Ds con la Sinistra
Giovanile e bandiere,tante, delle Acli. E poi tante suore
e preti che si sa sono pacifiste quasi ovviamente. Questo
per dire chi cera. Ho un gran numero di volantini
che mi sono portato per fare unanalisi dei testi e
dei contenuti. Ma di questo parlerò in seguito.
Sceso a Ponte S. Giovanni dal Pulman, organizzato da il
Manifesto, inizia la grande kermesse. È tutto un
pullulare di pulman che in questa giornata di sole hanno
scaricato, come per una gita sulla neve, migliaia di
persone, striscioni, bandiere, volantini, giornali.
Moltissimi e moltissime ostentano la classica divisa dei
marciatori ormai incalliti: scarponcini e calzettoni,
possibilmente di cotone tipo tennis, calzoncini corti,
maglietta k-way a portata di mano e zainetto, pochi
cappelli, molte bandane o strisce, tipo arcobaleno Arci,
per la testa. Si va verso S. Maria degli Angeli passando
per Bastia Umbra e frazioni. La strada inizia con un bel
salitone che ci porta fuori dal luogo
dappuntamento. La giornata si annuncia calda, ma
velata, una sorta di velo pietoso che sosterrà e
proteggerà dal caldo afoso e umido di questa domenica di
maggio. Incontro amici: il suddetto Mario, con la sua
aria dolce e silenziosa, col quale scambio un lungo
sguardo di saluto, Moreno Biagioni che ho conosciuto ai
Cantieri Sociali la settimana prima allUniversità
3, col quale faccio un lungo tratto di strada, insieme,
invidia invidia, al suo biondo e timido figliolo David
"un nome impegnativo". Parliamo
dellintegrazione al resoconto della nostro gruppo
di lavoro su Migranti e città plurali, [integrazione che
ancora Gigi Sullo non ha inserito nel Cantiere] e scopro
che è stato bibliotecario alla mitica Centrale di
Firenze. Mi piace la sua aria pacifica ed entusiasta, una
sorta di magia infantile che lo rende simpatico.
Arriviamo a Ospedalicchio dove rinuncio al sacro rito
dellevacuazione perché nellunico bar
cè una fila paurosa per lunico bagno.
Fortuna che più avanti si trovano una serie di bagni
chimici funzionanti e relativamente assiepati. Comincio a
guardarmi in giro e faccio un gioco: Incontro uomini e
donne con sciarpe tricolori e domando: Sindaco da dove
viene? non sono sindaco mi risponde gentilmente la
bionda signora, - ma in sua assenza lo rappresento. Vengo
da Borgo S. Stefano-. E lei ? Da S. Andrea Ionico
provincia di Catanzaro. Da Cossato (Bassano del
Grappa) ecc. Con Silvano il sindaco di Ponte a Caiano
(Prato) faccio un lungo tratto di strada e intanto mi
racconta del suo paese e dei 9 comuni che sono sotto la
sua giurisdizione, e di come sia difficile far capire
alla gente limportanza di alcune spese, come quella
relativa alla creazione di uno smaltitore dei rifiuti,
che eviterebbe così mandare i rifiuti "nostri nei
paesi dellAfrica". Ma le spese sono alte per
un comune con così pochi paesi e la gente non accetta
volentieri questa proposta. Mi racconta
dellemigrazione degli anni 60 quando venivano
dal sud, dalla Campania e dalla Puglia. Ora sono
perfettamente integrati. Mi parla della nuova realtà dei
migranti soprattutto cinesi e indiani e della loro
presenza in piccole fabbriche di pelletteria e si
dimostra preoccupato della scarsa partecipazione alla
vita del comune: i cinesi ci sono, ma è difficile avere
contatti. - Lunica speranza sono questi qua-, mi
dice indicandomi un gruppetto di giovani ragazzi. -I
giovani cinesi vengono a scuola e sono i nostri mediatori
culturali. Sono loro che riportano a casa la realtà del
comune e della scuola e siccome oltre a fare il sindaco
sono anche professore, devo fare attenzione che riportino
bene e chiaramente i nostri intenti. Una volta
cerano le scuole serali, il diritto allo studio per
i lavoratori e le 150 ore. Ora tutto questo è occupato
dai cinesi e dai magrebbini che vengono ad imparare
litaliano ed hanno una grande voglia di studiare e
di integrarsi. Ma i ragazzi cinesi a scuola sono i
più integrati di tutti. A parte il fatto che li senti
parlare in perfetto toscano e ti fa un effetto un
po strano, ma poi sono quelli che rispondono di
più alle mode ed al mercato dei consumi. E poi mi
racconta che è sindaco grazie alla caparbia ostinazione
del notabile democristiano locale che si è presentato
alle elezioni da solo, sicuro di vincere senza
lappoggio di AN che ahimè ha preso tantissimi
voti. Così senza lappoggio di An, il notabile ha
perso ed io governo con una coalizione Rosso-Verde, senza
lappoggio di Rifondazione. Questa volta è andata
bene, ma la prossima chissà
.- Di famiglie Rom ne
hanno 6 "perfettamente inserite".
Intanto siamo arrivati a Bastia Umbra che percorriamo
velocemente. È un pullulare di bancarelle, di chioschi,
di punti di ristoro. Cè linsegna di un
servizio di pompe funebri che espone molto ostentatamente
la sua insegna: Fatevi vivi!. Lungo la strada ci sono
anche banchetti delle associazioni. In una cè la
firma per la Tobin Tax "ma solo per quelli che
abitano in Umbria". Le Acli sono in grande quantità
di bandiere. Cè anche un loro banchetto per una
petizione sulla "FLESSIBILITA SOSTENBILE"
che naturalmente non firmo. Un banchetto con del vino
rosso di Sigillo, le magliette con leffige del Che
e quelle più aggressive, chissà perché, dei NON
GLOBAL. Non ci sono i cinesi con le loro cineserie o gli
africani con i cd masterizzati. In compenso circolano
tante zingare con i loro marmocchi e sono venute per
chiedere lelemosina come spesso accade anche alle
manifestazioni a Roma. Per loro la pace è in quel poco
che riescono a strappare alla pietà della gente.
Cè un banchetto della SPI-CGIL FNP-CISL e
UILP-UIL: è una petizione popolare per
lapprovazione in tempi rapidi di una legge
nazionale per lautosufficienza. "per
realizzare un sistema integrato di servizi sociosanitari
e di interventi economici a sostegno delle persone
anziane non autosufficienti (disabili) e delle loro
famiglie". La strada è dritta e pulita con
alberelli piantati e delle belle acacie in qualche
spiazzo di aia. Cè una mostra sulla Palestina
organizzata dallArci che si è collocata tra un
furgone che vende porchetta e un banchetto
dellassociazione ASI CubaUmbria nel cui volantino
si esprime solidarietà al popolo palestinese. Uno
striscione rosso di Rifondazione ribadisce la
solidarietà alleroico popolo palestinese e quello
dei DS. Ci sono tante, tantissime bandiere palestinesi,
ma non posso negare limbarazzo quando, con la Kfieh
sulla testa per ripararmi dal sole, mi imbatto in un
gruppetto che ostenta bandiere israeliane. Mi vergogno
per questa difficoltà che è un limite certamente e a
nulla vale laffermazione che nessuna bandiera mi
interessa e mi piace solo quella che esprima e simboleggi
un idea e non una nazione. Il fatto è che ho un senso di
disagio a vedere quel bel panno bianco-ghiaccio
traversato da queste linee blu. Mi ricordo la spiegazione
dellamico Yussef: le due linee orizzontali
tracciano i confini del Grande Stato di Israele: a ovest
il fiume Nilo, ad est lEufrate; dallEgitto
allIraq il grande stato dIsraele. Non so se
sia vero, ma vero è questo disagio che permane pensando
che dietro ogni israeliano o israeliana cè la
consapevole, libera e democratica scelta di uno stato
forte, aggressivo e militarizzato. Ma come insegna Etty
Hillesum "una delle tante uniformi ha ora un volto.
Ci saranno ancora altri volti sui quali poter leggere e
capire qualcosa. E questo soldato ora soffre anche lui.
Non si sono conflitti tra gli uomini sofferenti, si
patisce sempre da una parte e dallaltra e si deve
pregare per tutti", così ci sono migliaia di
pacifisti, migliaia di donne come Miriam del racconto di
Kanafani, migliaia di Nurit Peled o di Daniel Amit. Devo
imparare a distinguere, a conoscere la storia del singolo
e della singola. Non è più tempo di massificazioni e
facili omologazioni. Dalla strada principale arriviamo
finalmente a S. Maria degli Angeli. È come me la
ricordavo dal 1993. Ci sono ancora e ci saranno sempre le
bancarelle con i vestitini di blujeans, quelle dei
ricordini sacri , dei rosari e dei tau e dei centrini e
dei ricami al punto Assisi, appunto. E poi il banchetto
di Beniamino con i libri ed i cd de il Manifesto. Mi
fermo esausto, sono le 12 circa, e mi mangio i panini che
mi sono portato da casa. Non ho fatto in tempo a
mangiarmene un paio che un gruppo di giovani scout invade
intorno a me con la sua chiassosa esuberanza ostentando
bandiere dIsraele. È una pacifica
"occupazione" alla quale cedo volentieri il mio
piccolo spazio. Ho aspettato che arrivasse la testa del
corteo lasciata ad una distanza di circa due ore e verso
le 14 ricomincio ad andare. Nel frattempo turisti,
marciatori e marciatrici si sono un po mescolati
perché gli uni e gli altri si sono dispersi per la
grande scalea della basilica. È tutto un armeggiare di
panini e bottigliette, cartine e zaini in una baraonda
accaldata e colorata. Un caos da caravanserraglio nel
quale ognuno fa pacificamente la sua parte. Riparto con
la mia bella maglietta portata a Genova lanno
scorso che ostenta una sorta di ironia un po troppo
erudita: davanti, la battuta I love G.8
di Bondone
e dietro, la riproduzione della cacciata dei diavoli da
Arezzo da parte di Francesco. Ora il sole cè e si
fa sentire. Lultimo tratto verso Assisi, le
basiliche e la Rocca è tutta in salita.
Ma intorno a me bandiere e marcianti silenziosi salgono e
sventolano in un lungo serpentone ostinato. Ma intorno a
me e prima ancora, gia a bastia e frazioni, la campagna
con i suoi quadrati di tenero verde grano che ancora
immaturo è già bello gonfio di terra e di sole, campi
di orzo e frutteti ed a margine filari di papaveri rossi
con i loro fragili spicchi di anguria ondeggiano lenti e
pesanti, piccole vele nel mare di tenero verde. Belli i
papaveri e non ce un rosso papavero che sia uguale ad un
altro rosso papavero. Belli i papaveri. Alle prime salite
è già venuto meno il ferreo principio della correttezza
podistica. Strade improvvisate tagliano e salgono i
tornanti lasciando una discutibile scia di orzo e grano
calpestato. Ma ad ogni incrocio un presidio di vigili
urbani, una transenna che esclude il traffico ed in alto
irraggiungibile, fastidioso lelicottero che dai
giorni di Genova non posso più sentire se non con
fastidio, appunto. Ed infine la porta di S. Francesco,
lultima salita e siamo alla piazza della basilica
inferiore. Qui dal loggione un cardinale porta il
"saluto del Santo Padre ai pacifisti". E poi è
tutto un battimani e un eccitato sospirare delle signore
allarrivo di Cofferati. Cè anche Alfonso
Pecoraro Scanio e sul sagrato della basilica superiore
incontro Luisa Morgantini che aspetta qualcuno per andare
alla Rocca. Così si parte per la Rocca mentre da valle
sale un ventaccio nero che porta minaccia, ma solo
quella, di pioggia. Prima di salire mi tolgo la Kefieh a
bandana ed entro. Sono pochi per me, ormai irrecuperabile
alle lusinghe della trascendentalità, sono pochi i
luoghi "magici" e non tutti sono sacri a
qualcuno. Se siete fortunati che non cè molta
gente intorno, a Roma sono i mitrei, non tutti, ma quello
di S. Prisca e quello di via dei Cerchi. Poi villa
Celimontana e S. Sabina e S. Giorgio al Velabro e certi
giardini delle case di Città Giardino a Monte Sacro. A
Parma cè il Battistero dellAntelami e poi
cè questa Chiesa Superiore con questi affreschi
straordinari. Così entro a confrontare la mia misera
maglietta con loriginale. Dal muro sembra staccarsi
questa fuga e questa visita e questa natività e questa
cacciata e questa predicazione e le figure e le scene
sembrano muoversi per conto loro e se le guardi in un
certo modo e se tu sei in un certo modo queste scene e
questi personaggi ti portano via con loro, tra le loro
case ed i paesaggi che sembra averli già visti e
conosciuti chissà quando e quanto tempo fa , con le loro
ansie e le loro serenità e le attese e i disappunti. Con
gli occhi colorati da pastelli netti e vivaci riparto per
la Rocca Maggiore. Fare la via omonima sarebbe troppo
facile anche se più lunga. Così cè una
scorciatoia che è un vero massacro perché sale ripida e
stretta e costeggia le mura esterne, sfiorando scarpate
recintate e dirupi e poi dopo un ultimo scalino si arriva
a questo prato pieno di vento e di erba e sul palco già
Vecchioni e i Nomadi e Jovannotti (ultimamente anche lui
su posizioni più flessibili sul pacifismo) e non ricordo
quale complesso, forse i Modena non so che. Incontro Alì
Rachid che si affretta a salire sul palco dove cè
anche Gino Strada e Cofferati ed altri che mi
perdoneranno lomissis. Jovanotti coinvolge in una
sorta di karaoke Gino e Sergio che cantano per la gioia e
lemozione di chi ha fatto tanta faticosa salita ed
io capisco perché e come sia diventato santo uno che
però aveva anche il fisico giusto per salire così
faticosamente in alto.
E questo sarebbe quanto se non mi regalassi una piccola
considerazione finale. La bandiera della Palestina
nerobiancoverde con triangolo rosso una volta non era
così. Dopo la Nakba del 48 il nero è diventato
più grande senza però invadere la pazienza, la forza e
la vitalità degli altri colori che sono il vero cuore e
la vera anima dei palestinesi. Un giorno il nero tornerà
ad essere più piccolo quando torneranno a riposare nella
loro terra anche coloro che vi sono nati, ma che sono
morti lontani, esuli, profughi, fuggiaschi. Non so se sia
vera neanche questa storia del mio amico Ziad, ma perché
ci fosse una bella bandiera bianca a strisce blu doveva
esserci quel nero più grande in un'altra bandiera. Oggi
lo stato dIsarele spende più del 9% del suo PIL
per le spese militari*. I giovani, uomini e donne hanno
lobbligo della leva e fanno comunque parte della
riserva, mantenendo questo obbligo. Ma attenzione perché
anche i riservisti che si rifiutano di questo obbligo, i
refusenik, anche loro sono sionisti. Perché come spiega
Sveva Haertter ogni volta che può, il sionismo ha varie
sfaccettature e vari sfumature e il suo fondatore
politico, Herzl era un socialista. Forse mi aspettavo una
marcia sullo stile del pacifismo anni 70, oppure
qualche striscione un po più coraggioso che
denunciasse questa militarizzazione e questo militarismo
che condiziona pesantemente leconomia e la vita
dIsraele. Una marcia nella quale erano molti gli
assenti ma soprattutto due: il governo ed i suoi partiti,
e i pacifisti palestinesi ai quali Israele non ha
permesso di partire. Una di queste due assenze si è
sentita pesantemente e con tristezza. A voi decidere
pacificamente quale.
Ho trovato 140.000 siti che parlano di Israele
Ho trovato 62.600 siti che parlano di Palestina
Ho parlato di
Nurit Peled-Elhanan
http://www.europarl.eu.int/comparl/afet/droi/pdf/sakharov/sach_2001_it.pdf
Daniel Amit
http://www.larivistadelmanifesto.it/archivio/27/27A20020413.html
Yussef Salman
http://www.abitarearoma.it/dicembre01/7.htm
Ghassan Kanafani
http://www.ecn.org/reds/palestina0101kanafani.html
Ali Rachid
http://www.comune.pontedera.pi.it/sindacoforum.html
Luisa Morgantini
http://www.luisamorgantini.net/
Sveva Haertter
http://www.uniroma2.it/rdb/torvergata/link/terrorismo/LetteraLerner.htm
i refusenik:
http://www.mixa-razzismo.it/dossier/3_restomondo/mond73.html
http://www.storia900bivc.it/pagine/attual/mondo/refusenik.html
http://www.diario.it/cnt/notizie/israeledialogo.htm
Lilliput
http://www.retelilliput.org/
Pace e Marcia
http://www.peacelink.org/
http://www.tmcrew.org/news/nato/
http://www.palestina-balsam.it/
http://www.nimn.org/jewishper/italy.html
con notizie e dati esaurienti su Israele e Palestina
http://www.ilnuovo.it/inserti/enduring_freedom/body_home.html
tre siti di parte
sulla bandiera
http://www.popolizio.com/speciale/palestina/
<http://www.radioislam.net/islam/italiano/palesti5.htm>
http://www.arabcomint.com/violazione%20diritti%20umani%20in%20Palestina.htm
tre siti di parte
sulla bandiera
http://www.menorah.it/articoli/lettori/statebr.htm
http://www.ascoltaisraele.it/
http://www.morasha.it/israele/noraim24.html
http://www.atuttomondonetwork.com/
un sito delle pacifiste
http://digilander.iol.it/awmr/conf_3.htm
un sito interessante
http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1630.htm
le cifre di YABASTA
http://www.yabasta.it/palestina/14-18.htm
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