Piccola ipocrisia duomini doppi CAVILLOSO DISTINGUO SU UNA MISSIONE ANTICOSTITUZIONALE di Luigi Melilli Se avessimo un governo di dementi forse avremmo maggiori probabilità di produzione di atti, se non proficui, almeno certamente non troppo e non sistematicamente nocivi: le malefatte dei deficienti mentali, infatti, non raggiungono mai la proporzione delle catastrofi e soprattutto poi non durano e non sanno mascherarsi: tutti le riconoscono per tali e quindi sono in grado di difendersi. Ma non abbiamo neppure questa fortuna: abbiamo un governo che fa della bugia e della doppiezza il suo maggior titolo di caratterizzazione: intanto parla sempre a più voci discordi, eppoi le posizioni non sono mai fisse, sono per di più intercambiabili e soprattutto smentibili e riaffermabili a turno tra i vari o le varie componenti a seconda dellopportunità del momento. Come dire, insomma, Giano Bifronte in soglio, se non ci fosse il dubbio di rimanere al disotto della realtà, dovendosi più adeguatamente parlare di un Giano allennesima potenza e cioè di un Giano proteiforme. Gli esempi non mancano: Tremonti è felice per landamento della situazione finanziaria: e chi ne aveva dubitato mai limitatamente allimmediato? Il problema è lavvenire, anche quello impellente. Si aumenta il prelievo fiscale sul tabacco, che potrebbe sembrar cosa buona se non lo si facesse per aumentare i fondi per la lotta contro il fumo, una specie di chiodo scaccia chiodo. S9 fanno panieri per calcolare al ribasso landamento dellinflazione e malgrado ciò poi si attuano manovre di calcolo per tirarne ancora più giù i risultati già addomesticati con il paniere. Si tagliano i fondi dellassistenza per poi ripartirli tra le Regioni che potranno così lanciare in aria le briciole per raggiungere gli stracci che per aria ci vanno per antonomasi ecc. ecc. ecc. Ma basta là! direbbe un buon piemontese. Perché non era questo largomento che volevo affrontare; lho toccato perché sia proemio propiziatore della pazienza tramite il sorriso di compatimento. La cosa immonda e indegna non solo di un paese civile come il nostro è il distinguo che si fa sullinvio dei nostri alpini in Afghanistan: gli americani dicono che dovranno combattere, mentre il nostro ministro ci tiene a precisare che sì, possono correre qualche rischio, ma sono là per la pacesin0onimizzata alla lotta al terrorismo.Insomma, sempre lo stesso adagio, buono per tutti gli imperi: Si vis pacem parabellum A parte il fatto che è semplicemente demenziale la precisazione del nostro governo, la cosa veramente inaccettabile, perché chiaramente anticostituzionale è linvio di nostre truppe in un paese che è sostanzialmente in guerra. Perché mai dovremmo associarci alla funzione di poliziotto universale assunta dagli Stati Uniti dAmerica non si capisce davvero, se veramente ci si vuole ispirare al dettato della nostra Costituzione. Ecco il testo dellart. 11: , su cui non mi risulta che i nostri berlusgovernani abbiano ancora messo le mani riformatrici: LItalia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali
Mi si obietterà che in Afghanistan si tratta di sconfiggere il terrorismo internazionale del fondamentalismo e che quindi noi non andiamo a far guerra ma a difenderci. Bella trovata! Ma è davvero così? Non prendiamoci in giro: la verità è che in Afghanistan come in Iraq, come già in Jugoslavia, si tratta di riparare alle malefatte dellìimperialismo USA, che quando si tratta dei propri interessi non va tanto per il sottile e non si scomoda neppure a guardare un diti al di là del naso. I nemici contro i quali oggi ci vogliono mobilitare gli USA sono tutte loro creature messe là quando loro serviva e che poi non sono riusciti a controllare. Perché hanno scelto gli argomenti del pr3edominio e della forza e non quelli della reciproca convinzione e condivisione. Davvero non esistono altri mezzi per persuadere questi ex utili idioti o ritenuti tali a non continuare a minacciare la pace e la sicurezza dei popoli? O non è per caso una nuova affermazione di supremazia per mettere al loro posto altri utili idioti che possano servire alla bisogna presente? Io penso che ci sono ancora tanti altri tentativi da esperire prima di usare le armi, e il primo di essi è di non far la politica dei due pesi e delle due misure; il disinteresse che tutti, USA compresi, per latroce vicenda dei curdi la dice lunga sulla strumentalità di certi gesti parademocratici e paraumani., E poiché sento già i Soloni dellimbroglio ricordare larrendevolezza dei paesi democratici nei confronti delle pretese di Hitler, preciso subito che questa è una ulteriore carognata. La situazione di adesso non è in nulla paragonabile a quella che ho accennata ove davvero la si volesse prendere a pretesto Né si tratta di antiamericanesimo. Gli USA sono una Confederazione a cui molto dobbiamo, come molto dovevamo alla Germania prima che lrredentismo divenisse pretesa di egemonia universale. Ma altra è lAmerica di Carter premio Nobel per la pace e di Clinton e altra è lAmerica dei Bush & Co, che vuol curare la sua recessione con il sangue dei propri figli e quello dei propri alleati. Se si vuol tagliare lerba sotto ai piedi del fondamentalismo islamico e dogni altra forma di minaccia alla pace basta ridurre gli squilibri che ci sono tra mondo che crepa di satollo e quello che crepa di fame; e questo si potrebbe ottenere anche abbastanza facilmente se il famoso sviluppo che è lobiettivo delle politiche interne sia comunitarie che atlantiche fosse anche di poco temperato, per far parte agli altri di quel che ci rigurgita dalle frogia (tenendo conto che anche da noi cè la fame e la miseria e che questo può generare potenziali alleati dei fondamentalismi tanto temuti e avversati). Ma questo non è possibile: un mondo di Lobbies che finanziano le scalate anche elettorali e sostengono poi gli eletti, non può consentirlo Come spiegarsi altrimenti il nefasto sharonismo di Israele e il suo inferocimento prodotto dagli gli appoggi che dopo Clinton riceve? Cè un rimedio alla tracotanza di chi tutto può e tutto ha e che pretende di far pagare agli altri ogni piccolo suo arretramento? E se non cè è possibile cercarla, inventarla, concordarla nellinteresse comune? Per me è questo il dilemma. Un dilemma che non si risolve col mobilitare qualche milione di tonnellate di naviglio da guerra, miriadi di velivloli e milioni di uomini. Se questo è vero bisognerà allora anche distruggere e con urgenza la morale fondata sul quanto costa e sul quanto ci guadagno. Perché questa non è morale e non serve per far giustizia, così come non serve, purtroppo, per favorire la pace e combattere il terrorizmo cui dà esca. Rieti, martedì 4 febbraio 2003
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