dario
fo e franca rame
7
Ottobre 2001
Quando
si inizia a dividere la storia umana in storia di diverse
civilta', cercando di stabilire una classifica di valori
di civilta', si commette
immancabilmente un grave peccato di semplificazione.
Soprattutto se si
parla di Islam, cristianesimo ed ebraismo. Tre culture
profondamente
interconnesse grazie a una comune origine culturale.
Scriviamo usando
l'alfabeto fenicio e i numeri arabi, esploriamo le leggi
della natura
utilizzando le teorie di Albert Einstein, cerchiamo cure
alle malattie
seguendo la strada scientifica tracciata dai medici arabi
e fondiamo i
metalli grazie a tecnologie mediorientali.
A quando risalirebbe l'inizio della superiorita'
occidentale?
Al 1800, con lo schiavismo e il colonialismo?
Al 1900, con le guerre mondiali (e' ormai dimostrato che
ne' Hitler ne'
Stalin fossero di origine musulmana. E neppure Roosvelt
era di razza
orientale, nonostante abbia sganciato le bombe atomiche
su Hiroshima e
Nagasaki).Oppure si tratta di una superiorita' post
bellica... con l'apartheid in Usa
fino agli anni sessanta, la guerra del Vietnam, i
proiettili all'uranio degli
anni novanta?Le polemiche feroci di queste settimane,
impostate sulla classifica dei
valori di civilta' tra le varie culture e religioni, ci
hanno fatto scoprire il
permanere di un punto di vista che credevamo estinto.
Ancora molti sono
convinti che la fame del mondo non sia colpa delle
furbizie commerciali
globalizzate che strangolano le economie locali. Molti
credono veramente
che quei popoli soffrano dell'indigenza e della miseria
per ragioni che
niente hanno a che vedere con il colonialismo, lo
sfruttamento delle loro
ingenti ricchezze minerarie e lo strozzinamento bancario
che si pratica sui
prestiti bancari. Essi, da sempre, fin dalle loro
origini, sono miserabili..
Miserabile la loro cultura, la loro conoscenza, la loro
civilta'.
Chi parla di culture superiori dovrebbe poi sapere che
usa parole che
fertilizzeranno la malapianta del razzismo. E questo
dovrebbe far
riflettere i media sulle loro grandissime
responsabilita'. Oggi, in Italia
mezzo milione di persone non vengono piu' salutate quando
entrano in un
bar. Sono lavoratori immigrati di fede musulmana, la
gente li vede come
se fossero tutti agenti del terrore. Uno di loro ha detto
che dal 12
settembre i colleghi di lavoro lo trattano come fosse
spazzatura
Che
dire...Si dovrebbero realizzare tante iniziative per
incrementare un minimo di
buon senso. Forse bisognerebbe iniziare dai ragazzi,
insegnando a scuola
la storia di quando noi eravamo una popolazione di
semiselvaggi e gli
arabi raffinatissimi uomini di scienza.
Si potrebbe iniziare leggendo la testimonianza di un
medico arabo del
dodicesimo secolo che, in terra musulmana, viene chiamato
in un campo
di crociati Franchi, per curare alcuni feriti.
"...Mi presentarono un
cavaliere che aveva un ascesso a una gamba, e
una donna afflitta da una consunzione. Feci un empiastro
al cavaliere, e
l'ascesso si apri' e miglioro', prescrissi una dieta alla
donna,
rinfrescandole il temperamento. Quand'ecco arrivare un
medico franco,
che dice: «Costui non sa affatto curarli!», e rivolto
al cavaliere gli
domando': "Cosa preferisci, vivere con una gamba
sola o morire con
due gambe?», e avendo quello risposto che preferiva
vivere con una
gamba sola, ordino': «Conducetemi un cavaliere gagliardo
e un'ascia
tagliante». Vennero cavaliere ed ascia, stando li' io
presente. Colui
adagio' la gamba su un pezzo di legno, e disse al
cavaliere: «Dagli giu'
un gran colpo di ascia, che la tronchi di netto!» E
quegli, sotto i miei
occhi, la colpi' di un primo colpo, e, non essendosi
troncata, di un
secondo colpo; il midollo della gamba schizzo' via, e il
paziente mori'
all'istante. Esaminata quindi la donna disse: «Costei ha
un demonio nel
capo, che si e' innamorato di lei. Tagliatele i
capelli!» Glieli tagliarono,
e quella torno' a mangiare i loro cibi, aglio e senape,
onde la
consunzione le aumento'. «Il diavolo e' entrato nella
tua testa»
sentenzio' colui, e preso il rasoio le apri' la testa a
croce, asportandone
il cervello sino a fare apparire l'osso del capo che
colui strofino' con il
sale...; e la donna all'istante mori'. A questo punto io
domandai: «Avete
piu' bisogno di me?» Risposero di no, e io me ne venni
via, dopo aver
imparato della loro medicina quel che prima
ignoravo."
(da Storici arabi alle Crociate a
cura di Francesco Gabrieli, Giulio Einaudi Editore,
Torino
1987, pagg. 76/77)
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