HANNO
SCELTO LE BOMBE
LE BOMBE NON SCELGONO
I talebani di Washington e di Londra hanno dichiarato
guerra ai talebani di
Kabul. Ma questa sarà un'altra guerra soprattutto contro
le popolazioni
civili. E' quel che annunciano tristemente i 50 missili
Cruise caduti su
Kahandar, Jalalabad e Kabul e i B52 levatisi in volo sui
cieli
dell'Afghanistan.
Ai milioni di profughi ammassati alla frontiera del
Pakistan in condizioni
disumane si sommano adesso le migliaia e migliaia di
uomini donne e bambini
che fuggono dalle città bombardate.
La dimensione e la portata degli attacchi di ieri non
possono lasciar
prevedere un intervento "chirurgico" o
"mirato". La necessità di una
seconda ondata missilistica, indirizzata a colpire gli
obiettivi mancati,
già attesta come i missili della prima siano caduti
anche su obiettivi
imprevisti. E' la legge di tutte le guerre: i famigerati
"effetti
collaterali" che le nuove tecnologie non possono
evitare.
Nessuna guerra e nessun bombardamento farannno giustizia,
nemmeno dei 6000
morti delle Torri gemelle.
Il terrorismo specula sulle vittime innocenti. E' quel
che ha fatto Bin
Laden parlando del dramma dei palestinesi, dei bambini
iracheni stritolati
dall'embargo, delle tragiche condizioni di vita di molti
popoli del
Medioriente. Solo se raggionassimo su come evitare quelle
vittime, rendendo
giustizia ai popoli del mondo, potremmo combattere alla
radice le cause e
gli alibi del terrore.
Ingiustizia-terrorismo-rappresaglia-nuovo terrore è il
circolo vizioso che
stiamo subendo, da avversare e spezzare con tutti i mezzi
e gli strumenti
di comunicazione e di lotta di cui possono disporre oggi
i Forum sociali.
La guerra è la più grande delle ingiustizie e non c'è
pace senza giustizia.
Appuntamenti:
* Lunedì 8 Ottobre ore 17.30
Piazza Nettuno: Manifestazione contro la Guerra
* Da martedì 9 a Venerdì 12 Ottobre
iniziative e banchetti informativi in Piazza Re
Enzo - Piazza Nettuno
* Domenica 14 ottobre
Partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi insieme
a tutti gli altri social
forum. Per prenotazioni ed info: 051203580;
3355742958; 330289731.
Altre iniziative già programmate:
* Mercoledì 10 presso il TPO di Via Lenin, 3. Ore 21.30
riunione tematica sul CPT di via Mattei
http://www.contropiani2000.org/documentazione/eventi/nocptviamattei/index.htm
* Giovedì 11 presso Centro Civico Corticella, Sala Cento
Fiori,
Via Gorki, 10 (da confermare).. Ore 21
Lotte nonviolente e pace nel mondo: incontro con
Alberto L'Abate
Il passato delle lotte nonviolente, il presente
della lotta al terrorismo e
quale futuro per la pace nel mondo? ne parleremo
con il professor Alberto
L'Abate, docente all'Università di Firenze,
esperto di peacekeeping
internazionale e con alcuni suoi collaboratori con
esperienza di
peacekeeping in zone di guerra (Kosovo, Balcani)
Organizza: Lilliput Bologna
http://www.bandieragialla.it/risorse/lilliput.asp
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UN
MONDO SENZA TERRORE E¹ POSSIBILE
Opponiamo il più netto rifiuto all¹utilizzo del terrore
come arma politica,
in qualunque forma esso si manifesti.
In nome degli stessi principi di umanità condanniamo
l¹attentato di New
York e di Washington, che ha causato la distruzione di
migliaia e migliaia
di vite. Condanniamo, peraltro, anche la guerra alla
Yugoslavia, l¹embargo
all¹Iraq, alle cui conseguenze dirette va attribuita la
morte di oltre un
milione di persone fra cui moltissimi bambini vera
e propria arma di
distruzione di massa, così come le rappresaglie
dell¹esercito turco contro
le popolazioni curde e ogni altro impiego del terrore
contro chiunque sia
diretto e da chiunque provenga.
L¹uso del terrore, indiscriminato e annichilente, come
arma politica è un
crimine contro l¹umanità e come tale va perseguito.
Chiediamo da parte di tutte le nazioni che si riconoscono
nei principi di
umanità e democrazia sanciti dalla carta dell¹ONU il
pieno impegno per la
sicura individuazione e persecuzione dei colpevoli degli
attentati negli
Stati Uniti, ed assieme chiediamo che gli sforzi per
portare a positiva
soluzione le tragedie da troppo tempo in atto cui i
criminali possono
appellarsi nel tentativo di trovare appoggi vengano
moltiplicati come non
mai. Il conflitto fra popoli che oppone israeliani e
palestinesi o
l¹aggressione all¹Iraq, che continua nel silenzio degli
organi di
informazione, sono ferite aperte che chiedono immediata
soluzione, se
vogliamo sottrarre ai criminali ogni possibile appiglio.
Commetteremmo un gravissimo errore se la legittima
volontà di punire i
colpevoli dovesse sfociare in una guerra. Un tale esito
rappresenterebbe,
molto probabilmente, proprio quinto si erano prefissi
coloro che hanno
protetto e messo in atto l¹attentato.
Chiediamo che l¹ONU sia riformato, rispetto alla sua
struttura attuale, che
lo rende succube delle logiche di potenza, assumendo
realmente il ruolo di
risolutore dei conflitti fra i popoli.
All¹idea dell¹inevitabilità della guerra dobbiamo
contrapporre il
superamento della logica e degli apparati militari in
favore di forme di
soluzione pacifica dei conflitti sulla base del pieno
riconoscimento dei
diritti dei popoli a partire da quello palestinese.
La giustizia rischia di essere una parola vuota finchè
le politiche
neoliberiste continueranno ad approfondire con la miseria
il fossato che
sta separando i popoli del mondo.
NO
ALLA NATO
Siamo convinti che
stia andando avanti il processo di accentramento dei
luoghi di decisione sui destini del mondo sia a livello
economico che
politico.
La NATO assume un ruolo decisivo in una fase in cui la
guerra riprende il
suo ruolo nel mondo, un ruolo che non è in
contraddizione con l¹egemonia
degli USA, anzi la NATO si pone come strumento di questa
egemonia sul piano
militare coinvolgendo l¹Europa in una posizione
subalterna.
L¹obiettivo dello scioglimento della NATO si pone,
quindi, come passaggio
decisivo per mettere in discussione l¹egemonia militare
degli USA e la
tendenza alla guerra oggi presente.
Non c¹è disarmo possibile senza lo scioglimento della
NATO, così come non è
possibile nemmeno pensare ad un ruolo diverso
dell¹Europa senza mettere in
discussione questa alleanza militare.
GUERRA
E GLOBALIZZAZIONE
Il movimento di
Seattle ha messo in discussione la globalizzazione
finanziaria il pensiero unico liberista. Oggi il
movimento si deve
confrontare con una situazione di guerra che fa correre
il rischio di farci
fare pesanti passi indietro con il ricostituirsi di un
nuovo unanimismo
intorno all¹idea di guerra giusta e quindi, per
definizione,
incontestabile. Su questo si rischia di fondare un nuovo
consenso al
dominio mondiale in cui i paesi poveri e gli oppressi di
tutto il mondo
sarebbero schiacciati in modo molto più pesante che nel
già tragico
presente. Già la guerra contro la Yugoslavia ci ha
portato il concetto di
"guerra umanitaria" che noi abbiamo contestato
perché un conflitto bellico
non è mai umanitario e quell¹idea serviva solo a
giustificare un attacco
distruttivo per le persone e per l¹ambiente che è
servito ad affermare una
presenza della NATO nei Balcani e ha ulteriormente
destabilizzato
quell¹area.
Non è possibile non mettere insieme la contestazione
della globalizzazione
finanziaria come strumento di dominio e di sfruttamento e
la guerra come
modalità principale, nella fase attuale, per stabilire e
confermare questo
dominio in un contesto diverso.
Di fronte ad un legittimo desiderio di giustizia occorre
riaffermare che
non ci può essere giustizia nemmeno per le vittime nelle
torri gemelle, se
non c¹è giustizia e pace nel mondo.
GUERRA
E FINANZIARIA
Non accettiamo
l¹uso strumentale della guerra "attesa" allo
scopo di
continuare a portare avanti la logica di taglio dei
servizi sociali a
favore delle spese militari. Questo avviene negli USA, ma
anche nella legge
finanziaria proposta dal Governo Berlusconi.
Bush, come Berlusconi, come altri, decidono di aumentare
le spese militari
a scapito di quelle sociali a tutto vantaggio delle
multinazionali legate
alle armi. E¹ una logica cinica che usa i morti per
accelerare l¹attacco
alle condizioni di vita dei cittadini americani e
italiani e che considera
i paesi poveri come compratori di armi per un futuro di
guerre.
C¹è un collegamento quindi tra la lotta per la pace e
la lotta sulle
questioni sociali in Italia e nel mondo.
Questo vale anche per il popolo dell¹Afganistan, che
conta già milioni di
profughi per il terrore di 20 anni di guerre e sotto la
minaccia di una
nuova guerra.
Il Governo Americano promette a loro un minimo di aiuto
umanitario solo a
bombardamenti avvenuti.
GUERRA
E LIBERTA¹ DEMOCRATICHE
Non ignoriamo le
conseguenze di una guerra sulla vita democratica di tutti
i cittadini. Anche qui in Europa gli spazi di democrazia
si
restringono. Berlusconi ha parlato di scontro fra
civiltà e i governi
europei hanno già legittimato gravi delimitazioni della
libertà personale,
in particolare per i migranti di religione islamica.
Non accetteremo il restringimento degli spazi del
dissenso, né la
criminalizzazione dei movimenti sociali.
SIAMO
CONTRO GLI ATTI DI GUERRA DI QUALSIASI TIPO COME RISPOSTA
ALL¹ATTACCO
ALLE TORRI GEMELLE, PERCHE¹ NON RISOLVEREBBERO NESSUN
PROBLEMA. NON SI
FAREBBE ALTRO CHE ACCENTUARE LA SPIRALE
TERRORE/RAPPRESAGLIA NELLA QUALE
RIMARREMMO STRITOLATI TUTTI, MA SOPRATTUTO I POPOLI
OPPRESSI DEL MONDO.
NON C¹E¹ PACE SENZA GIUSTIZIA
NO AL TERRORE NO ALLA RAPPRESAGLIA
NO ALLA NATO
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