SE DOMANI
MI AMMAZZANO AD BAGDAD ISAIS NOBEL di donatella doni Sig. Presidente degli Stati Uniti dell'America. Sig.
Primo Ministro della Gran Bretagna. Sig.
Presidente della Repubblica dell'Iraq. E tutti voi,
complici delle sinistre ombre: Se domani mi
ammazzano a Baghdad, Se un'altra
volta muoio domani in Tian-An-Men, Se un'altra
volta mi assassinano in Chiapas, in Vietnam, in
Hiroshima, In Treblinka,
in Dachau, a Buenos Aires, Se nuovamente
gli Assiri, i Persiani, i Romani, I Cattolici
Re, i Nazisti, Stalin e gli Yankees, Gli Imperi
delle Cattive dissolvenze incrociate, Quelli che
tagliano teste e lanciano bombe di napalm Sui bambini,
Bruciano
esseri umani per rubare l'oro dei suoi denti, Dal suo
abisso, seduti nel suo abisso cancellano la
vita di migliaia di milioni. Se
domani ammazzano il bambino di Baghdad, all'anziano che
ripara la scarpa, Alla donna
che canta mentre cura il malato, Alla bambina
che balla e è il paese, All'uomo che
prepara il pane di tutti nell'alba E ringrazia
al suo Dio. Se domani
assassinano a tutte le promesse Che vivono
nella vivente vita, In ogni
essere umano che cerca completare Il suo
destino nella Terra: Io, anonimo
poeta dell'America del Sud, Il figlio di
un piccolo ebreo, il padre Del mio
proprio Destino, un essere umano più, Un umanista
più vicino a milioni Di altri
esseri umani Li noto e
dico loro: Già rozza.
Usciranno dalla Storia e del pianeta. Sono solo il
viso dello spavento, l'abisso senza nome, il proto
umano è, mai la cosa umana: il futuro che
canta. Già rozza.
Ora noi cancelliamo le ombre. Non ci
saranno più dei, né uomini, né patrie, né denaro
Assassinando
il bambino di Baghdad, al futuro che canta. Già rozza.
Ora noi arriviamo del futuro, Per portare
dal futuro un canto: Il poema
dell'uomo Che
dell'abisso oscuro Rinasce alla
luce del Senso, del Sacro Senso dell'esistenza umana. |
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