FEDERALCONFORMISMO di roberto amato.
Ci sono parole ed espressioni
che vengono ripetute più o meno
pedissequamente solo perchè le dicono tutti,
fondamentalmente, credo,
perchè ci sente a disagio a non essere nel coro.
Io sinceramente non ho ancora capito perchè
dovremmo essere
"federalisti".
"Federazione" è un'unione di unità autonome e
largamente indipendenti,
unite per un fine comune, mi sembra, così di primo
acchito, senza aver
consultato il vocabolario.
Penso che certo, in una nazione si devono tenere nel
massimo conto le
esigenze locali, nel rispetto primario dell'interesse
comune (che è
primario, appunto) e della reciproca fattibilità:
è quello che si
intende per buon governo della nazione.
Questo, credo, si fa o si dovrebbe fare in ogni tipo di
società, dalla
coppia, alla famiglia, alla nazione.
Ma allora, perchè questo impellente bisogno, che da
qualche anno
riempie la bocca di tutti, di "federalismo"?
Non sarà per caso che qualcuno voglia spacciare questo
concetto solo
con l'intento di accentuare (o inventare) la separazione
(e
l'indipendenza) delle parti (o di alcune parti...) a
scapito
dell'insieme (e/o di altre parti)?
Per non parlare del sospetto che, in più alte sfere, si
voglia cercare
di applicare (o meglio di fare "autonomamente"
applicare) politiche
divisioniste di revisione costituzionale ("divide et
impera"...) alle
realtà nazionali a cui (per varie ragioni) non sono
applicabili più
brutalmente strategie frammentatorie sinteticamente
assimilabili al
concetto di "balcanizzazione".
Pur con tutta la mia buona volontà non riesco a vedere
nell'Italia di
oggi parti tanto autonome e indipendenti da doversi
sentire limitate e
costrette in una normale convivenza nazionale, dove le
diversità non
sono più di tante e più diverse delle diversità tra le
parti che
compongono un corpo, un organismo vivente unitario.
Tanto per parlare semplicemente.
E mi scusino i "federalisti" duri e puri se
posso aver dato
l'impressione di sottovalutare le loro reali ragioni ed
esigenze.
Non era mia intenzione...
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