GIUSTIZIA:
SU RIFORMA 'L'OMBRÀ DEL RINVIO ALLE CAMEREdi francesco erasmi
Sono rimasto incredulo di
fronte alle dichiarazioni del Ministro della Giustizia
che, a proposito di un ddl partorito dal suo Ministero,
dai suoi amici saggi e dal suo ufficio legislativo, dice
che è scritto in ostrogoto per spiegare perchè nessuno
lo capisce....
Il fatto è che non lo abbiamo scritto noi; dunque,
o lui capisce l'ostrogoto (altrimenti non lo avrebbe
avallato e sostenuto con forza) o i suoi tecnici
dell'Ufficio legislativo (di cui non è mai abbastanza
evocato il ruolo in questo passaggio storico!!) glielo
impongono o, ancora, il suo partito politico si propone
di farne la lingua nazionale. A quest'ultimo proposito,
però, non so bene - scusate l'ignoranza - se c'è
relazione tra ostrogoti, celti, padani ed affini.
Ai colleghi dell'Ufficio legislativo, al suo
Direttore, alla Vice Direttrice ed a quelli
che lavorano alla riforma la richiesta di spiegazione:
perchè scrivono in ostrogoto? Perchè? Non era meglio il
latino (...che io sono amico di un grande latinista che
almeno me lo spiegava...) ?
Leggere per credere questa nota d'agenzia.
Armando Spataro
Segretario del Movimento per la Giustizia
= (AGI) - Roma, 28 set. -
Sulla riforma dell'ordinamento giudiziario, tanto
sostenuta dal Guardasigilli Roberto Castelli, quanto
contestata dall'Associazione nazionale magistrati, che ha
appena indetto un congresso straordinario, pesa l'ombrà
di un eventuale rinvio alle Camere da parte del
Quirinale.
«Io sono ragionevolmente sicuro che l'impianto
della legge sia costituzionale», ha detto oggi ai
giornalisti il ministro della Giustizia, Roberto
Castelli, sottolineando che quando si tratta di
approvazione di norme le «questioni costituzionali sono
sempre sul tappeto». Bisognerebbe, ha aggiunto, «fare
una ricerca su quante volte la Corte costituzionale si è
pronunciata su una legge, quante centinaia o migliaia di
volte ciò è successo». Sulla costituzionalità del
testo che il Senato potrebbe varare prima
dell'inizio della sessione di bilancio, il
Guardasigilli ha anche detto: «Io ho riflettuto mille
volte. La risposta la darà il Presidente
della Repubblica e la darà la Corte costituzionale. Il
giudizio degli altri, con tutto il rispetto, non conta».
In ogni caso, ha sottolineato il titolare del
dicastero di Via Arenula «a me questo non sembrerebbe
una brutta figura»,
evidentemente riferendosi all'ipotesi di un
eventuale intervento della Consulta o ad una ipotetica
decisione del Capo dello Stato sul disegno di
legge delega. «Basta - ha poi detto
Castelli - smettiamola una volta per tutte.
Sanno benissimo (ha detto riferendosi
all'opposizione) che se resisteranno qualche mese non si
farà più questa legge». Ci vuole, ha proseguito
il Guardasigilli parlando con i giornalisti, «di un
minimo di decenza anche da parte vostra».
Il problema «è che nessuno l'ha letta questa legge.
Nessuno è talmente masochista da leggerla tutta visto
che è scritta talmente in ostrogoto», ha
sottolineato Castelli riferendosi al linguaggio giuridico
e molto tecnico delle norme previste dal
disegno di legge delega.
«Bisogna distinguere quello che si può da quello che
non si può fare - ha poi proseguito - io posso
scegliere quello che è nelle possibilità del
ministro. Non posso scegliere quello che deciderà il
Capo dello Stato». Ma «quante volte l'opposizione si è
appellato al Capo dello Stato? Se il Parlamento
dovesse sospendere una legge perchè l'opposizione
dice che è incosistuzionale e il Capo dello Stato
non la firmerà...» ha osservato Castelli quasi a
dire che si verificherebbe un blocco dell'attività
parlamentare. In ogni caso, il Capo dello Stato «non fa
parte dell'agone politico. Bisogna
lasciarlo stare».
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