Guglielmo Epifani

Vicesegretario generale della Cgil

di DM - Redazione Namir

Nato a Roma nel 1950, si laurea in filosofia. Dopo quattro anni come ''borsista'' a ''storia moderna'' diventa nel 1974 direttore della ''Editrice sindacale italiana''. Dal 1976 lavora all'ufficio sindacale e all'ufficio industria della Confederazione. Nel 1979 viene eletto segretario generale della Filis ( Informazione e spettacolo). Dall' aprile 1990 è segretario confederale Cgil. Al segretario generale e al   vicesegretario generale è affidata la responsabilità della politica delle relazioni estere.

COSA POSSIAMO DIRE SULLA CONCERTAZIONE SINDACALE ?

Epifani: "La concertazione sta finendo per volontà del governo e non della Cgil. La concertazione vive se ci sono obiettivi condivisi. Se non ci sono, muore. Anche se può trovare nuova linfa con controparti pubbliche e private, nel territorio, nei Comuni, nelle Regioni. Il punto di fondo del Libro bianco riguarda, comunque, la sua filosofia generale, non questa o quella misura. Essa consiste nel credere che per dare più forza alle imprese va ridotta una serie di consistenti diritti del mondo del lavoro. Non è questione di flessibilità sì o flessibilità no. Quando si propone il contratto di progetto, vuol dire mirare in sostanza ad avere nello stesso luogo di lavoro tanti contratti differenziati per durata, per scopo, per retribuzione. Il vero obiettivo non è la Cgil: si vogliono ridurre i diritti dei lavoratori attraverso la riduzione del potere contrattuale del sindacato. La volontà è di trasformare il sindacato in un'organizzazione che gestisce servizi, magari entra nel collocamento e nella formazione, magari ritorna nei consigli di amministrazione degli enti previdenziali. Tutto questo pagato con un cambiamento di pelle, con un sindacato che non è più agente contrattuale".

DOPO L'11 SETTEMBRE ANCHE L'ECONOMIA MONDIALE OCCIDENTALE E' IN ODORE DI FORTE CRISI ?

Epifani: "I rischi sono tanti. Una delle prime conseguenze dell'atto terroristico dell'undici settembre è consistita proprio in un grandissimo rallentamento delle prospettive dell'economia mondiale. Abbiamo subito detto, a questo proposito, che i conti presenti nella legge finanziaria del ministro Tremonti non stavano in piedi. Sono poi leciti gli interrogativi su una possibile soluzione "bipartisan" nel dibattito parlamentare. È vero che c'è e c'era bisogno di avere un'idea unitaria del paese in una congiuntura internazionale così difficile. È altrettanto vero, però, che si era litigato a fondo fino al giorno prima, anche su questioni che poi erano inerenti ai temi in discussione. Come quelli relativi, appunto, alle rogatorie internazionali e alla lotta nei confronti dei capitali illeciti. Lo schema "bipartisan" non può essere assunto solo quando fa comodo". Abbiamo denunciato la leggerezza dei conti governativi. Quello che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti: il commercio mondiale si sta riducendo, i consumi stanno calando, in Italia gli investimenti si stanno rarefacendo, il turismo è in crisi, il settore automobilistico pure, l'industria del trasporto aereo è in difficoltà, il trasporto merci via mare è diminuito del 30 per cento. È un fenomeno mondiale. Quello che spinge in alto l'economia è la fiducia nel futuro. Ed è quella che manca in questa fase. Così gli investitori rinviano le loro operazioni, i cittadini i loro consumi. I promotori della legge finanziaria non hanno capito che stava cambiando lo scenario. Hanno messo un tampone nell'attesa di avere poi la vera Finanziaria".

La parola- TERRORISMO - ha cambiato dall'11 settembre 2001 il nostro vivere quotidiano, attraverso questa espressione drammatica si puo' innescare una - GUERRA INFINITA - contro numerose popolazioni nel mondo - cosa ne pensa il sindacato ?

Epifani: - "Abbiamo tenuto molto ferma una linea tesa a contrastare ed eliminare alla radice il fenomeno terroristico. Bin Laden e i suoi seguaci non hanno certo costruito un mondo più giusto. La nostra preoccupazione crescente è di non fare diventare questa lotta al terrorismo, una guerra indiscriminata che colpisca gli inermi e soprattutto possa allargarsi ad altri paesi. Questa via, oltretutto, si rivela inadeguata a combattere sul serio il terrorismo. Può invece contribuire ad alimentare quei brodi di coltura utili al terrorismo per accrescere il proprio radicamento sociale e politico. Sarebbe invece necessaria un'iniziativa politica e diplomatica non da rinviare a una fase successiva, ma da sviluppare subito, ad esempio in una situazione esplosiva come quella tra palestinesi e israeliani".

PERCHE' NON INTERVENIRE CON DELLE FORZE DI PACE ?

Epifani: "Un'iniziativa da accompagnare a un intervento delle forze dell'Onu e di paesi che possono risultare garanti per i due Stati, in modo che si ponga fine alla spirale d'odio crescente che alla fine allontana il rapporto tra i due popoli. Una tale azione politica rafforzerebbe quei paesi laico-moderati del fronte arabo che coraggiosamente sono impegnati nella lotta a quel fondamentalismo pericoloso che hanno anche nel loro seno".

SULLE PENSIONI E IL MILIONE AL MESE VOGLIAMO CHIARIRE ?

Epifani: "È un trucco perché abbiamo oltre sette milioni di pensionati che sono sotto al milione di lire. La proposta interviene, bene che vada, sul 20 per cento di costoro. Manca qualsiasi principio di equità. Occorrerebbe un piano organico pluriennale, in cui alla fine tutte le pensioni al minimo siano effettivamente portate a un milione di lire al mese. Capendo che esiste un problema di reddito, ma anche di contribuzione. Soprattutto senza dar luogo a una grande confusione tra spesa previdenziale e spesa assistenziale. Il governo deve chiarire che la misura annunciata è di sostegno assistenziale. Non può venire a dirci, domani, che è aumentata, per quella scelta, la spesa previdenziale e che quindi bisogna tagliare, colpendo indiscriminatamente. Il timore è che intenda dare in malo modo un segnale che accontenta qualcuno, per poter poi colpire tutti in maniera più forte".

E L'UNITA' SINDACALE ?

Epifani: "Bisognerebbe arrestare questa deriva. Abbiamo tentato in tutti i modi. Esistono comparti che tengono, come i pensionati, i chimici, i tessili. E anche molti territori, come la Campania. Sono esperienze dove, sia pure con fatica, si mantiene un rapporto unitario... È un problema che riguarda soprattutto la Cisl. Il governo vuole isolare la Cgil per avere un suo ruolo, una sua visibilità, ne può trarre vantaggi a breve. Alla lunga, però, mette in discussione il proprio profilo di organizzazione ".

LA DOMANDA PUO' SEMBRARE BANALE SOPRATTUTTO IN QUESTO MOMENTO STORICO - MA COSA PENSA LA CGIL DELL'ARTICOLO 18 DEI LAVORATORI ?

Epifani : " confermo quello che la Cgil pensa da tempo, ovvero che il governo punta a tagliare e abolire le pensioni di anzianità nonché a ridurre i diritti previsti dall’art. 18.Noi avevamo abbastanza chiaro, che sarebbe stato questo l’esito delle scelte del governo. E oggi c'e' la conferma ai timori che avevamo espresso e che peraltro erano stati criticati da qualche altro ministro.Non c’è alcun motivo di cambiare la riforma Dini, perché i conti previdenziali sono in equilibrio.Quanto alla modifica dell’art. 18 quella norma tutela i lavoratori da licenziamenti illegittimi e senza giusta causa. Modificarla significa semplicemente spostare potere a favore delle direzioni aziendali e a svantaggio dei lavoratori. A questo punto è evidente che il governo della destra intende onorare la cambiale rilasciata a Confindustria e senza nessuna giustificazione economica: i conti della spesa previdenziale sono in ordine; nessuna bizzarra teoria si è rivelata in grado di dimostrare che rendendo più facili i licenziamenti l’occupazione aumenta. Pietro Folena, coordinatore dei reggenti dei Ds, dichiara di condividere la sferzata di Cofferati e aggiunge che essa deve spingere l’intero Ulivo a prepararsi con tutte le forze sociali ad un’opposizione molto forte e netta, non ci stiamo ritirando.