La divisione
all'interno dell'Ulivo Credo che in
occasione della scelta dei membri italiani per scrivere
la nuova Costituzione Europea la sinistra italiana abbia,
per l'ennesima volta, fatto una ben magra figura. Berlusconi ha
incassato un indubbio successo facendo accettare tre
commissari italiani oltre ad Amato; inoltre ha avuto il
buon gusto (o l'astuzia politica) di affermare che Amato
si era mosso benissimo in questa circostanza. Non solo :
pare confermato che Fini sarà il rappresentante
ufficiale del governo, il che dimostra (direi
definitivamente) che l'Europa ha accettato la
legittimità del suo partito. Dunque da oggi in poi non
sarà più possibile dire che certe scelte politiche ci
squalificano a livello europeo, né sostenere che,
cacciando via Ruggero, Berlusconi si è alienato le
simpatie dell'Europa. Tutto questo, lo ripeto, è stato
un grande successo. E, mentre il
Governo incassava questo successo, l'opposizione, che
aveva almeno l'opportunità di scegliere un suo uomo, ha
colto solo l'occasione per mostrarsi più divisa,
litigiosa e irritante che mai, discutendo se dovesse
andarci D'Alema come rappresentante del partito più
forte o un rappresentante dell'Ulivo quale coalizione o
chissà chi; salvo poi accordarsi sul nome (ottimo, per
carità) di Dini ma troppo tardi e dando quasi
l'impressione di accettarlo come male minore. Ci sono molte
spiegazioni (o almeno scuse) per questo atteggiamento :
ne citerò solo tre. 1. Si
sostiene che le discussioni interne sono solo un segno di
ricchezza politica; dall'altra parte, si dice, c'è un
"padrone" che decide lui per tutti e gli altri
devono adeguarsi 2. Si dice
che non è facile far convivere tradizioni molto diverse
come quella cattolica, quella ex-comunista
e parte di quella liberale 3. Si
afferma ( e talvolta si riesce anche a dimostrare) che i
mass-media amplificano al massimo i contrasti
dell'opposizione e minimizzano quelli della maggioranza. Tutte
considerazioni valide ma
ma
1. La
ricchezza di opinioni è certamente una ricchezza : ma
chi le ha viste le opinioni in questo dibattito ? Non si
è affatto discusso del tipo di idee o di posizioni che
avrebbero difeso D'Alema o gli altri candidati. Ci
saranno state certamente opinioni diverse, ma sono state
annegate in un contrasto che è stato (o almeno è parso
a tutti) solo un gioco di potere, un modo come un altro
per vedere quale corrente o partito fosse il più forte;
insomma una caccia alla poltrona o quasi. 2. E'
certamente difficile far convivere certe tradizioni: ma a
destra si direbbe addirittura impossibile far vivere
insieme Lega e AN, eppure mi sembra che ci si riesca
piuttosto bene. Di là ci sarà anche un
"padrone" che tiene tutti in riga ma a sinistra
mi sembra che si manchi troppo di buona volontà, che si
giochi a volersi distinguere a tutti i costi, senza
capire che questo irrita le persone medie, che non
capiscono (né vogliono sforzarsi per capire)
sottigliezze e schermaglie politiche e che vorrebbero
solo poche idee, chiare, ben espresse e possibilmente
spettacolari 3. L'atteggiamento
dei media è spesso schierato, ma esistono mille e un
modo per difendere le proprie posizioni; da destra si
accusa spesso la sinistra di aver monopolizzato la
cultura e l'intellighenzia; se è così (e penso lo sia
stato) che fine ha fatto quella cultura e
quell'intellighenzia ? Perché non trova il modo di farsi
sentire, di appianare i contrasti e di spiegare meglio
quelli inevitabili ? Detto
questo, la situazione appare abbastanza scoraggiante, né
secondo me c'è molto da aspettarsi dai processi che pure
pendono sul cavaliere e su esponenti delle maggioranza;
la stagione di Mani Pulite è purtroppo finita ed anche
eventuali condanne non avrebbero grande impatto politico. Anzi è forse
ora di finirla di aspettarsi al soluzione dei problemi
politici dai processi : se gli italiani avessero voluto
tener conto di questi aspetti non avrebbero votato come
hanno votato. E' molto
meglio riprendere la battaglia politica : il confronto
sul mercato del lavoro, per esempio, può essere un punto
su cui il Governo può vacillare. Ho la
sensazione, infatti, che in Italia non si sia ancora
pronti a tutte le riforme di "liberalizzazione"
del mercato del lavoro che sta mettendo in atto il
governo. Su temi come
il lavoro, la riforma scolastica (abbastanza vuota ed
inconsistente), le leggi presentate ad uso e consumo di
pochissimi, il ritardo nell'inizio delle tanto
sbandierate Grandi Opere ecc. ecc. c'è molto da dire e
molta opposizione seria da fare sia per gli onerevoli che
per tutti noi. |