La divisione all'interno dell'Ulivo

 di Luca Varrese

Credo che in occasione della scelta dei membri italiani per scrivere la nuova Costituzione Europea la sinistra italiana abbia, per l'ennesima volta, fatto una ben magra figura.

Berlusconi ha incassato un indubbio successo facendo accettare tre commissari italiani oltre ad Amato; inoltre ha avuto il buon gusto (o l'astuzia politica) di affermare che Amato si era mosso benissimo in questa circostanza. Non solo : pare confermato che Fini sarà il rappresentante ufficiale del governo, il che dimostra (direi definitivamente) che l'Europa ha accettato la legittimità del suo partito. Dunque da oggi in poi non sarà più possibile dire che certe scelte politiche ci squalificano a livello europeo, né sostenere che, cacciando via Ruggero, Berlusconi si è alienato le simpatie dell'Europa. Tutto questo, lo ripeto, è stato un grande successo.

E, mentre il Governo incassava questo successo, l'opposizione, che aveva almeno l'opportunità di scegliere un suo uomo, ha colto solo l'occasione per mostrarsi più divisa, litigiosa e irritante che mai, discutendo se dovesse andarci D'Alema come rappresentante del partito più forte o un rappresentante dell'Ulivo quale coalizione o chissà chi; salvo poi accordarsi sul nome (ottimo, per carità) di Dini ma troppo tardi e dando quasi l'impressione di accettarlo come male minore.

Ci sono molte spiegazioni (o almeno scuse) per questo atteggiamento : ne citerò solo tre.

 

1.      Si sostiene che le discussioni interne sono solo un segno di ricchezza politica; dall'altra parte, si dice, c'è un "padrone" che decide lui per tutti e gli altri devono adeguarsi

2.      Si dice che non è facile far convivere tradizioni molto diverse come quella cattolica, quella     ex-comunista e parte di quella liberale

3.      Si afferma ( e talvolta si riesce anche a dimostrare) che i mass-media amplificano al massimo i contrasti dell'opposizione e minimizzano quelli della maggioranza.

 

Tutte considerazioni valide ma…ma…

 

1.      La ricchezza di opinioni è certamente una ricchezza : ma chi le ha viste le opinioni in questo dibattito ? Non si è affatto discusso del tipo di idee o di posizioni che avrebbero difeso D'Alema o gli altri candidati. Ci saranno state certamente opinioni diverse, ma sono state annegate in un contrasto che è stato (o almeno è parso a tutti) solo un gioco di potere, un modo come un altro per vedere quale corrente o partito fosse il più forte; insomma una caccia alla poltrona o quasi.

2.      E' certamente difficile far convivere certe tradizioni: ma a destra si direbbe addirittura impossibile far vivere insieme Lega e AN, eppure mi sembra che ci si riesca piuttosto bene. Di là ci sarà anche un "padrone" che tiene tutti in riga ma a sinistra mi sembra che si manchi troppo di buona volontà, che si giochi a volersi distinguere a tutti i costi, senza capire che questo irrita le persone medie, che non capiscono (né vogliono sforzarsi per capire) sottigliezze e schermaglie politiche e che vorrebbero solo poche idee, chiare, ben espresse e possibilmente spettacolari

3.      L'atteggiamento dei media è spesso schierato, ma esistono mille e un modo per difendere le proprie posizioni; da destra si accusa spesso la sinistra di aver monopolizzato la cultura e l'intellighenzia; se è così (e penso lo sia stato) che fine ha fatto quella cultura e quell'intellighenzia ? Perché non trova il modo di farsi sentire, di appianare i contrasti e di spiegare meglio quelli inevitabili ?

 

 Detto questo, la situazione appare abbastanza scoraggiante, né secondo me c'è molto da aspettarsi dai processi che pure pendono sul cavaliere e su esponenti delle maggioranza; la stagione di Mani Pulite è purtroppo finita ed anche eventuali condanne non avrebbero grande impatto politico.

 

Anzi è forse ora di finirla di aspettarsi al soluzione dei problemi politici dai processi : se gli italiani avessero voluto tener conto di questi aspetti non avrebbero votato come hanno votato.

 

E' molto meglio riprendere la battaglia politica : il confronto sul mercato del lavoro, per esempio, può essere un punto su cui il Governo può vacillare.

Ho la sensazione, infatti, che in Italia non si sia ancora pronti a tutte le riforme di "liberalizzazione" del mercato del lavoro che sta mettendo in atto il governo.

Su temi come il lavoro, la riforma scolastica (abbastanza vuota ed inconsistente), le leggi presentate ad uso e consumo di pochissimi, il ritardo nell'inizio delle tanto sbandierate Grandi Opere ecc. ecc. c'è molto da dire e molta opposizione seria da fare sia per gli onerevoli che per tutti noi.