Qui ci
vuole qualche precisazione. Non ho gioito per
la morte di nessuno, solo per il crollo di un
simbolo.
Al di là
delle cadute di stile che possono avvenire di
fronte al venir meno della razionalità - provate
a combattere per anni un nemico che sembra
invincibile ed un giorno, all'improvviso, vederlo
in ginocchio - e dell'orrore per gli innocenti
che ci sono rimasti, vi è un punto fondamentale
da tenere in considerazione:la maggior parte dei
movimenti islamisti (o cosiddetti integralisti
musulmani) che sono andati moltiplicandosi negli
ultimi dieci anni nel mondo hanno potuto
prosperare grazie allappoggio
degli
Stati Uniti !!
Ormai, una
tale affermazione può stupire solo i consumatori
assidui dei film di propaganda hollywoodiana in
cui leroe buono e burbero stile Chuck
Norris stermina i perfidi mujahidin cospiranti
contro il "mondo libero". In realtà la
comunanza di intenti fra le potenze commerciali e
marittime anglo-americane e i settori più
oscurantisti e retrogradi del mondo musulmano
risale ai tempi della regina Vittoria. Dagli anni
30, tale tendenza è palese nellappoggio al
regime fondamentalista saudita, divenuto
progressivamente l« epicentro del
terremoto islamico nel mondo ». Da qui,
appoggiati negli anni 80 dalla CIA, i cosiddetti
« Afghani » (ex-volontari della Jihad
anti-sovietica) hanno esteso dappertutto la nuova
rivoluzione islamica. Ora, la base mondiale più
violenta e sovversiva del terrorismo islamico non
è più lIran dei Mollah, ma il « polo »
Pakistan-Afghanistan finanziato e sostenuto
dallArabia Saudita e messo in piedi da
Washington, la cui responsabilità nella crescita
della piaga islamico-terrorista nel mondo e in
Occidente (sopratutto in Europa) è schiacciante.
Non per caso fu Bin Laden stesso (miliardario
saudita ex-comandante della « Legione islamica
» anti-russa in Afghanistan, sotto controllo
della CIA), attuale capo del « Fronte
Internazionale Islamico », a mettere il fuoco
terrorista islamo-separatista in Cina (Xin Jang),
in India (Kashmir), in Bosnia ed anche in
Kossovo, dove il Pentagono accettò la presenza,
nella direzione dellUCK (allenata ed armata
dai servizi tedeschi, turchi, austriaci, croati e
sopratutto americani e agenzie « private »
americane di « consiglio strategico » vicine al
Pentagono come la MPRI o Duncop) e di stretti
collaboratori del terrorista Bin Laden, come
Ahmad Zawahiri.
I
principali obiettivi a medio e lungo termine
erano :
- impedire
la rinascita dellex nemico russo-sovietico
con la « cintura verde » turco-islamista e
favorendo lindipendenza dei paesi musulmani
dellex Unione sovietica per fare perdere a
Mosca il controllo delle riserve e delle ruote
del petrolio e del gas;
-
conservare a qualsiasi prezzo buoni rapporti con
lIslam, che possiede 75% delle risorse di
petrolio nel mondo, e che rappresenta più di un
miliardo di fedeli sempre più anti-occidentali,
ma consumatori di prodotti e tecnologie americane
senza essere concorrenti...
- creare
Stati musulmani e pro-turchi nei Balcani, focolai
di tensione e dinstabilità, per esasperare
gli « scontri di civiltà », non solamente tra
Islam e Ortodossia ma sopratutto tra Europa
occidentale ed Europa post-Bizantino-ortodossa a
causa dello stesso problema islamico, per
giustificare lallargamento della Nato,
buttare (« roll back ») la Russia fuori
dallEuropa (« Nuovo Containment »), e
tagliare lEuropa in due, grazie ad una «
Nuova Cortina di Ferro e di Sangue », al
risveglio dello scontro di civiltà tra Ortodossi
e « Occidentali ».
-
equilibrare (e farsi « perdonare »), con questa
strategia islamica, la politica pro-israeliana di
Washington, dando allIslam nuove basi in
Europa, e lasciando perdere poco a poco i
nazionalisti israeliani (accordi di Oslo),
- impedire
la costruzione di unEuropa forte ed
indipendente favorendo lentrata della
Turchia nellEuropa, linfeudazione di
questultima alla Nato, e trasformandola
(escludendone Russi e Serbi) in un protettorato
americano, una « testa di ponte geostrategica
dellAmerica » (Z. Brzezinski), una « zona
morbida » (Gallois), ma prima di tutto un luogo
di consumo dei prodotti americani.
Ecco i
veri obiettivi di guerra americani della Nato in
ex-Yugoslavia e in Kosovo, i Balcani essendo
divenuti adesso un protettorato
germano-turco-americano e una nuova base
strategica della Nato nel Mediterraneo e in
Eurasia. In fine, con la decisione, a Helsinki,
in novembre 1999, di accettare la candidatura
della Turchia per lentrata nellUnione
europea e, poco prima, la designazione di Javier
Solana a « capo » della Politica Estera e di
Sicurezza Comune (PESC), i veri obbiettivi della
guerra della NATO sembrano essere state
raggiunte. I criteri di «europeità » sono
ormai diventati quelli della Nato, cioè quelli
dellAmerica che la comanda, in nome
dellUnione « euro-atlantica » e «
occidentale », trappole strategico-semantiche
nelle quali sono caduti gli Europei. Per gli
strateghi anglosassoni e per i responsabili
politici europei favorevoli al sistema atlantista
e libero-scambista di Bruxelles, l«
Occidente » non significa più la civiltà
europea, antica o cristiana. Per loro, la
Turchia, lAzerbaigian, Israele o il
Giappone sono « occidentali » perché gli «
Occidentali » moderni sono quelli che difendono
gli interessi economico-geopolitici americani e
la Nato. (A. Del Valle, Guerres
contre l'Europe, Paris, Des
Syrtes, 2000
Al momento
il mio sospetto è che (come già a Pearl
Harbour) l'aggressione sia stata provocata allo
scopo di compattare l'"Occidente"
dietro la bandiera a stelle e strisce
"Porteremo il mondo alla vittoria".
Spiegatemi voi altrimenti come mai tutti i
servizi di sicurezza americani non abbiano
funzionato e i numerosi avvertimenti siano stati
ignorati.
Prego
leggere quest'ottima analisi.
Che Dio
(basta che non sia quello che quel popolo di
blasfemi rappresenta sulla cartamoneta) ci
benedica.
"C'è
una disperata ricerca di un 'buon nemico'"
Il manifesto, 13/9/2001
Un'intervista allo storico Gabriel Kolko che
ricorda come O-Bin-Laden sia, in origine, una
delle invenzioni della Cia
PATRICIA LOMBROSO
"Il
problema in queste ore a Washington,
probabilmente, sarà quello di ristabilire la
credibilità nel mondo intero della grande
Potenza americana. Staranno pianificando una
rappresaglia con missili Cruise contro Kabul, in
Afganistan, contro O-Bin Laden, anche come gesto
simbolico. Ma sarà questa una operazione
fallimentare dal punto di vista militare,
strategico, politico. Le soluzioni vengono
inventate sul momento, senza una riflessione
convincente. Non esistono più i comunisti da
sconfiggere al mondo; non esiste più il
'nemico'. Gli americani se lo devono inventare.
Sono rimasti soli, ma hanno ancora la capacità
di far esplodere le 'bombe'. Oltre tutto hanno
creato dei mostri; dei Frankenstein del fanatismo
islamico che sono stati addestrati; hanno appreso
la lezione molto bene, sanno manovrare a livello
operativo, anche in situazioni complesse e
difficili e maneggiano bene le 'bombe'. La
storia, quasi in una nemesi, sta ritorcendosi
contro l'America. Sono questi i limiti della
potenza americanaGrande, con un immenso arsenale
militare in cerca di 'un buon nemico'. Ma che non
riesce a trovare. E la situazione è destinata a
peggiorare con maggiore instabilità e
credibilità per gli Stati uniti". E' questo
il primo commento dello storico Gabriele Kolko,
nell'intervista a il
manifesto, mentre passano
sullo schermo le immagini apocalittiche del
peggiore attacco terroristico sferrato
all'America, trasmesse in tutto il mondo dalla
Cnn. Kolko è autore di "I limiti della
potenza americana dal 1945 ad oggi" tradotto
da Einaudi, e di "Anatomia di una guerra in
Vietnam", nonché di "Anatomia di una
pace in Vietnam" del 1998; e infine di
"Un secolo di guerre", pubblicato nel
1999 dalla "New Press". E' Professor
Emeritus alla York University di Toronto, in
Canada; nonché cofondatore della prestigiosa
rivista marxista: "The Monthly Review".
Quali le
motivazioni della conduzione della politica
estera americana che hanno portato a questo atto,
terroristico e apocalittico?
E' questo
il risultato di una politica perseguita dagli
Stati uniti da Reagan, George Bush Senior,
Clinton. Il contesto cambia, ma di poco. Gli
americani, in Afganistan, in Algeria, in Arabia
saudita, Egitto hanno negli ultimi dieci o
quindici anni reclutato, addestrato e finanziato
le persone sbagliate: la Cia, in Afganistan, ha
condotto una operazione in funzione
antisovietica, finanziando i Mujahiddin con 6
milioni di dollari. Venne considerata dai servizi
segreti un vero successo. Mezze figure del
fanatismo islamico vennero incoraggiate e
'appaltate'. Sono questi oggi i principali
responsabili della stragrande maggioranza degli
assetti strutturali del fondamentalismo islamico.
Sono tutti veterani dell'operazione della Cia in
Afganistan; provengono dall'Algeria, dall'Arabia
saudita, dall'Egitto, dalla Palestina; sono tutti
reduci, ben armati e addestrati. O-Bin-Laden è
uno dei tanti, il nome più noto. Dietro ai
Talebani, in Afganistan appoggiati dagli Usa
stanno i Pakistani. Il Pakistan costituisce un
elemento dell'assetto geopolitico, molto
importante, perché appoggia i Talebani afgani e
fa parte della coalizione dei paesi dell'Est
asiatico (Seato) fra gli alleati degli Stati
uniti. Ne risulta una spirale infernale da cui
gli americani nonriescono a uscire. Essi hanno
lavorato con tutti i fanatici islamici in varie
parti del mondo. Li hanno mandati a combattere in
Afganistan ed in funzione antisovietica. Ma ora
che il nemico sovietico non c'è più, che fare?
E' il quesito a cui in queste ore gli strateghi
attorno al tavolo della Casa Bianca non sanno
cosa rispondere...
La rete
televisiva Fox News, ora riporta che l'attacco al
Pentagono viene considerato dal Presidente Bush
un atto di guerra, cui si risponderà subito in
difesa...
E' certo
possibile che Washington conduca una rappresaglia
contro Kabul, in Afganistan. Anzi, non ci sono
dubbi che la rappresaglia militare con i Cruise
avverrà subito. E'un gesto anche simbolico, ma
anche questa volta gli Stati uniti verranno
sconfitti, come avvenuto in Vietnam.
Perché?
Quali possono essere i vantaggi di un attacco
missilistico per la credibilità degli Stati
uniti rispetto al mondo?
Mi sono
recato in Afganistan e le assicuro che non è
davvero un territorio nel quale la potente e
tecnologica macchina da guerra del Pentagono,
altamente sofisticata, possa prevalere. Non
saranno certo sufficienti missili Cruise per
eliminare dalla faccia della terra i 'mostri'
creati proprio dagli Stati uniti. La storia della
conduzione della politica estera americana degli
ultimi cinquant'anni ci ha dimostrato che
l'impiego della forza bruta militare, ha
prodotto, come risultato, soltanto fallimenti, a
livello strategico e militare. Fallimento che si
è verificato anche quando gli Stati uniti sono
stati costretti a confrontarsi con superpotenze
al loro stesso livello di armamento, come
l'Unione sovietica oppure la Cina. Di fatto, gli
strateghi americani, non riusciranno mai ad
arrivare a chi comanda queste schegge impazzite
del fondamentalismo islamico. I missili sono
inutili
E'dunque
un fallimento della strategia a livello militare
e geopolitico?
Voglio
includere anche uno dei più grandi fallimenti
dei servizi segreti dell'America. Tanto la Cia
che il Nsa (National Security Agency) hanno
ignorato quanto era già stato annunciato da
O-Bin-Laden, tre settimane fa in un settimanale
londinese. In un'intervista ha ipotizzato un
drammatico e spettacolare attacco contro
l'America. Perché i servizi non ne hanno tenuto
conto, lanciando un segnale di allarme? Quanto
all'arsenale militare americano, esso è
strutturato per colpire centri urbani mediante
l'impiego di altissima tecnologia avanzata. Non
è questo il contesto ambientale dell'Afganistan.
Tale contesto non esiste in Afganistan né
tantomeno in tutti i paesi del Terzo Mondo presi
di mira dal Pentagono: i cosiddetti
stati-canaglia come sono etichettati questi
paesi. Dalla guerra del Vietnam in poi, esiste
una coazione a ripetere da parte del gigante
americano, quale che sia il contesto. Solo che
non esistono più comunisti da sconfiggere. Il
nemico se lo devono inventare. Per le soluzioni,
applicano le stesse del passato. Sono questi i
limiti della grande Potenza americana.
La
conduzione della politica americana nel mondo è
in continuità con la storia degli ultimi
cinquant'anni?
Molto
peggiore nella fase odierna, perché questo
attacco costituisce una svolta politica della
storia del mondo. Di fatto è emerso il più
grosso fallimento dell'America, a livello di
pianificazione strategica: gli Stati uniti
saranno sempre più costretti a doversi
confrontare con i Paesi del Terzo Mondo. E non
sono preparati. Il Pentagono ha - lo ribadisco -
dai tempi del Vietnam in poi una struttura
altamente focalizzata per colpire centri urbani,
ma si trova dinanzi, sempre più frequentemente,
paesaggi con deserti e cammelli. Gli Usa sono
grandi, potenti, ma tutta la loro forza non sanno
come impiegarla. Hanno bisogno di un 'buon
nemico', ma non riescono a trovarlo. O-Bin-Laden
stesso è un nemico inventato. Il problema
dell'America oggi è quello di sempre; una
politica senza una coerenza, una riflessione, un
disegno politico. E' il problema che non sono
riusciti a risolvere in America latina, in Centro
America. Ora hanno di nuovo un problema con il
nemico da trovare o piuttosto da inventare. Il
programma dello scudo spaziale, abbracciato da
Bush, non è che rappresentazione di questo
fatto.
REDAZIONE
NAMIR -
alcune considerazioni sono ardue - ad esempio
l'entrata della turchia in Europa per renderla
piu' debole - La turchia e' debole per le sue
politiche e nella trattativa della sua entrata in
Europa c'era e c'e' ancora la vita del portavoce
kurdo. Da considerare anche che la Germania e' un
paese che ha ospitato i turchi da sempre e con la
stessa nazione da anni c'e' in atto un buon
mercato di armi - questo da quanto e' stato detto
nella trasmissione di M.Santoro. Per il resto ci
sentiamo uniti a quanto lei afferma.
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