Bernardini Angela

E' una domanda a cui si possono dare migliaia di risposte. Dipende da chi si pone la domanda...Tutti coloro che nel corso degli ultimi decenni hanno fatto i conti con la potenza economico-militare degli USA risponderanno in linea di massima che finalmente anche gli Americani hanno capito che cosa vuole dire essere vittime, e non solo carnefici. Chi di questa potenza ha beneficiato risponderà che è successo per colpire al cuore l'economia americana e del mondo occidentale. E poi il fondamentalista islamico, il palestinese che vuole la pace, il mussulmano preoccupato, l'uomo di chiesa, l'uomo politico, l'operatore di borsa, la signora al mercato, lo studente incazzato....e si può continuare all'infinito.Ma a cosa serve farci ancora questa domanda? La nostra risposta deve essere un'altra domanda: cosa fare adesso? Come organizzarci per dare una risposta autonoma dai nostri indottrinamenti, dalle nostre ferree convinzioni, dai nostri puri ideali? Da che parte vogliamo stare? Facciamoci chiarezza su questo, cercando di non essere ipocriti, retorici e cinici. Chi di noi ha fatto finta di piangere ed invece ha brindato al crollo delle Twin Towers e del Pentagono? E come dobbiamo considerare queste persone? Non venitemi a dire che tutta questa tragedia è frutto dell'imperialismo, ecc. ecc...E' sicuramente vero, ma guardiamoci DENTRO per una volta: cos'è che giustifica migliaia di morti, quelli che ci sono stati e quelli che ci saranno? Per me niente e nessuno ha il diritto di decidere della vita degli esseri umani, usati come carne da macello in nome di tutti gli ideali del mondo.

REDAZIONE NAMIR - il problema delle vittime e dei carnefici - purtroppo - nasce solo quando i secondi si ribellano SBAGLIANDO ai chi li opprime. C'e' da domandarsi perche' mai gli oppressori non pensano mai a quanto commettono cercando di riparare a chi tolgono.

NO ALLA GUERRA !


E se Bush dicesse....

"Gli Stati Uniti devono cambiare politica -ha affermato il presidente- non possiamo attirare su di noi tutto questo odio. E' necessario fermare tutte le morte inutili, non solo quelle americane. Smetteremo di finanziare i vari Hitler, Noriega, Saddam, Bin Laden, e come segno di distensione toglieremo subito l'embargo all'Iraq, che uccide 6000 bambini al mese.
Dimostreremo al mondo arabo che non vogliamo piu' criminalizzarlo.
Mi rendo conto che non basta, e sto discutendo con i miei esperti la possibilita' di creare uno stato indipendente per i palestinesi, che vorrei amici del mio popolo.
In vista del prossimo vertice Fao, che vorrei si svolgesse a Roma e non in villeggiatura, sto studiando una proposta di ridurre la spesa americana per armamenti da 310 a 80 miliardi di dollari, e investire il risparmio in politiche di sviluppo equo, per limitare lo strapotere delle nostre multinazionali sui paesi piu' bisognosi.
Da oggi l' America sara' all'avanguardia della lotta alla poverta'.

I nostri esperti economici stanno vagliando una riforma strutturale del Wto: come primo passo restringeremo il valore legale del brevetto sui farmaci dai 20 anni di oggi ai 6 mesi, sufficienti ad ammortizzare le spese di ricerca.
Giuro a tutti gli Americani che i nostri 20000 morti di New York non saranno morti inutilmente, ma saranno l'ultimo sacrificio verso la strada della giustizia..."


Tratto dal Manifesto di oggi. Thanx to !




Invece ha detto....

Questo weekend sono impegnato in una lunga riunione con i membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale in quanto stiamo preparando un attacco completo al terrorismo.
(..) Saranno smascherati e scopriranno ciò che altri in passato hanno imparato. Coloro che dichiarano guerra agli Stati Uniti scelgono la propria distruzione. (..)
Stiamo pianificando una campagna lunga ed imponente per rendere sicuro il nostro paese e sradicare la minaccia del terrorismo e siamo determinati a non abbandonare la lotta. Americani di ogni fede e background sono impegnati in questo obiettivo.
(..)Rendiamo ora onore a coloro che sono morti e prepariamoci a rispondere agli attacchi alla nostra nazione.
Non mi accontenterò di un atto simbolico. La nostra risposta deve essere ampia, determinata ed efficace. Abbiamo molto da fare e molto da chiedere ai cittadini americani. Sarete invitati alla pazienza, perché la guerra non sarà breve. Vi sarà chiesta determinazione, perché la guerra non sarà semplice. Verrà richiesta la vostra forza, perché il cammino verso la vittoria potrebbe essere lungo.
(..) Ci ha colpito una grande tragedia e noi la affrontiamo nel migliore dei modi, con coraggio e preoccupazione per gli altri, perché questa è l'America. Questo è ciò che noi siamo. Questo è ciò che i nostri nemici odiano ed hanno attaccato. E questo è il motivo per cui noi prevarremo.


NO ALLA GUERRA !

LA REDAZIONE NAMIR SI ASSOCIA

COORDINAMENTO "INTOLLERANZA ZERO!"
Gruppi/Associazioni/Collettivi della provincia EST di Milano.

Qui ci vuole qualche precisazione.

Non ho gioito per la morte di nessuno, solo per il crollo di un simbolo.

Al di là delle cadute di stile che possono avvenire di fronte al venir meno della razionalità - provate a combattere per anni un nemico che sembra invincibile ed un giorno, all'improvviso, vederlo in ginocchio - e dell'orrore per gli innocenti che ci sono rimasti, vi è un punto fondamentale da tenere in considerazione:la maggior parte dei movimenti islamisti (o cosiddetti integralisti musulmani) che sono andati moltiplicandosi negli ultimi dieci anni nel mondo hanno potuto prosperare grazie all’appoggio…degli Stati Uniti !!

Ormai, una tale affermazione può stupire solo i consumatori assidui dei film di propaganda hollywoodiana in cui l’eroe buono e burbero stile Chuck Norris stermina i perfidi mujahidin cospiranti contro il "mondo libero". In realtà la comunanza di intenti fra le potenze commerciali e marittime anglo-americane e i settori più oscurantisti e retrogradi del mondo musulmano risale ai tempi della regina Vittoria. Dagli anni 30, tale tendenza è palese nell’appoggio al regime fondamentalista saudita, divenuto progressivamente l’« epicentro del terremoto islamico nel mondo ». Da qui, appoggiati negli anni 80 dalla CIA, i cosiddetti « Afghani » (ex-volontari della Jihad anti-sovietica) hanno esteso dappertutto la nuova rivoluzione islamica. Ora, la base mondiale più violenta e sovversiva del terrorismo islamico non è più l’Iran dei Mollah, ma il « polo » Pakistan-Afghanistan finanziato e sostenuto dall’Arabia Saudita e messo in piedi da Washington, la cui responsabilità nella crescita della piaga islamico-terrorista nel mondo e in Occidente (sopratutto in Europa) è schiacciante. Non per caso fu Bin Laden stesso (miliardario saudita ex-comandante della « Legione islamica » anti-russa in Afghanistan, sotto controllo della CIA), attuale capo del « Fronte Internazionale Islamico », a mettere il fuoco terrorista islamo-separatista in Cina (Xin Jang), in India (Kashmir), in Bosnia ed anche in Kossovo, dove il Pentagono accettò la presenza, nella direzione dell’UCK (allenata ed armata dai servizi tedeschi, turchi, austriaci, croati e sopratutto americani e agenzie « private » americane di « consiglio strategico » vicine al Pentagono come la MPRI o Duncop) e di stretti collaboratori del terrorista Bin Laden, come Ahmad Zawahiri.

I principali obiettivi a medio e lungo termine erano :

- impedire la rinascita dell’ex nemico russo-sovietico con la « cintura verde » turco-islamista e favorendo l’indipendenza dei paesi musulmani dell’ex Unione sovietica per fare perdere a Mosca il controllo delle riserve e delle ruote del petrolio e del gas;

- conservare a qualsiasi prezzo buoni rapporti con l’Islam, che possiede 75% delle risorse di petrolio nel mondo, e che rappresenta più di un miliardo di fedeli sempre più anti-occidentali, ma consumatori di prodotti e tecnologie americane senza essere concorrenti...

- creare Stati musulmani e pro-turchi nei Balcani, focolai di tensione e d’instabilità, per esasperare gli « scontri di civiltà », non solamente tra Islam e Ortodossia ma sopratutto tra Europa occidentale ed Europa post-Bizantino-ortodossa a causa dello stesso problema islamico, per giustificare l’allargamento della Nato, buttare (« roll back ») la Russia fuori dall’Europa (« Nuovo Containment »), e tagliare l’Europa in due, grazie ad una « Nuova Cortina di Ferro e di Sangue », al risveglio dello scontro di civiltà tra Ortodossi e « Occidentali ».

- equilibrare (e farsi « perdonare »), con questa strategia islamica, la politica pro-israeliana di Washington, dando all’Islam nuove basi in Europa, e lasciando perdere poco a poco i nazionalisti israeliani (accordi di Oslo),

- impedire la costruzione di un’Europa forte ed indipendente favorendo l’entrata della Turchia nell’Europa, l’infeudazione di quest’ultima alla Nato, e trasformandola (escludendone Russi e Serbi) in un protettorato americano, una « testa di ponte geostrategica dell’America » (Z. Brzezinski), una « zona morbida » (Gallois), ma prima di tutto un luogo di consumo dei prodotti americani.

Ecco i veri obiettivi di guerra americani della Nato in ex-Yugoslavia e in Kosovo, i Balcani essendo divenuti adesso un protettorato germano-turco-americano e una nuova base strategica della Nato nel Mediterraneo e in Eurasia. In fine, con la decisione, a Helsinki, in novembre 1999, di accettare la candidatura della Turchia per l’entrata nell’Unione europea e, poco prima, la designazione di Javier Solana a « capo » della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), i veri obbiettivi della guerra della NATO sembrano essere state raggiunte. I criteri di «europeità » sono ormai diventati quelli della Nato, cioè quelli dell’America che la comanda, in nome dell’Unione « euro-atlantica » e « occidentale », trappole strategico-semantiche nelle quali sono caduti gli Europei. Per gli strateghi anglosassoni e per i responsabili politici europei favorevoli al sistema atlantista e libero-scambista di Bruxelles, l’« Occidente » non significa più la civiltà europea, antica o cristiana. Per loro, la Turchia, l’Azerbaigian, Israele o il Giappone sono « occidentali » perché gli « Occidentali » moderni sono quelli che difendono gli interessi economico-geopolitici americani e la Nato. (A. Del Valle, Guerres contre l'Europe, Paris, Des Syrtes, 2000

Al momento il mio sospetto è che (come già a Pearl Harbour) l'aggressione sia stata provocata allo scopo di compattare l'"Occidente" dietro la bandiera a stelle e strisce "Porteremo il mondo alla vittoria". Spiegatemi voi altrimenti come mai tutti i servizi di sicurezza americani non abbiano funzionato e i numerosi avvertimenti siano stati ignorati.

Prego leggere quest'ottima analisi.

Che Dio (basta che non sia quello che quel popolo di blasfemi rappresenta sulla cartamoneta) ci benedica.

"C'è una disperata ricerca di un 'buon nemico'" Il manifesto, 13/9/2001
Un'intervista allo storico Gabriel Kolko che ricorda come O-Bin-Laden sia, in origine, una delle invenzioni della Cia
PATRICIA LOMBROSO

"Il problema in queste ore a Washington, probabilmente, sarà quello di ristabilire la credibilità nel mondo intero della grande Potenza americana. Staranno pianificando una rappresaglia con missili Cruise contro Kabul, in Afganistan, contro O-Bin Laden, anche come gesto simbolico. Ma sarà questa una operazione fallimentare dal punto di vista militare, strategico, politico. Le soluzioni vengono inventate sul momento, senza una riflessione convincente. Non esistono più i comunisti da sconfiggere al mondo; non esiste più il 'nemico'. Gli americani se lo devono inventare. Sono rimasti soli, ma hanno ancora la capacità di far esplodere le 'bombe'. Oltre tutto hanno creato dei mostri; dei Frankenstein del fanatismo islamico che sono stati addestrati; hanno appreso la lezione molto bene, sanno manovrare a livello operativo, anche in situazioni complesse e difficili e maneggiano bene le 'bombe'. La storia, quasi in una nemesi, sta ritorcendosi contro l'America. Sono questi i limiti della potenza americanaGrande, con un immenso arsenale militare in cerca di 'un buon nemico'. Ma che non riesce a trovare. E la situazione è destinata a peggiorare con maggiore instabilità e credibilità per gli Stati uniti". E' questo il primo commento dello storico Gabriele Kolko, nell'intervista a il manifesto, mentre passano sullo schermo le immagini apocalittiche del peggiore attacco terroristico sferrato all'America, trasmesse in tutto il mondo dalla Cnn. Kolko è autore di "I limiti della potenza americana dal 1945 ad oggi" tradotto da Einaudi, e di "Anatomia di una guerra in Vietnam", nonché di "Anatomia di una pace in Vietnam" del 1998; e infine di "Un secolo di guerre", pubblicato nel 1999 dalla "New Press". E' Professor Emeritus alla York University di Toronto, in Canada; nonché cofondatore della prestigiosa rivista marxista: "The Monthly Review".

Quali le motivazioni della conduzione della politica estera americana che hanno portato a questo atto, terroristico e apocalittico?

E' questo il risultato di una politica perseguita dagli Stati uniti da Reagan, George Bush Senior, Clinton. Il contesto cambia, ma di poco. Gli americani, in Afganistan, in Algeria, in Arabia saudita, Egitto hanno negli ultimi dieci o quindici anni reclutato, addestrato e finanziato le persone sbagliate: la Cia, in Afganistan, ha condotto una operazione in funzione antisovietica, finanziando i Mujahiddin con 6 milioni di dollari. Venne considerata dai servizi segreti un vero successo. Mezze figure del fanatismo islamico vennero incoraggiate e 'appaltate'. Sono questi oggi i principali responsabili della stragrande maggioranza degli assetti strutturali del fondamentalismo islamico. Sono tutti veterani dell'operazione della Cia in Afganistan; provengono dall'Algeria, dall'Arabia saudita, dall'Egitto, dalla Palestina; sono tutti reduci, ben armati e addestrati. O-Bin-Laden è uno dei tanti, il nome più noto. Dietro ai Talebani, in Afganistan appoggiati dagli Usa stanno i Pakistani. Il Pakistan costituisce un elemento dell'assetto geopolitico, molto importante, perché appoggia i Talebani afgani e fa parte della coalizione dei paesi dell'Est asiatico (Seato) fra gli alleati degli Stati uniti. Ne risulta una spirale infernale da cui gli americani nonriescono a uscire. Essi hanno lavorato con tutti i fanatici islamici in varie parti del mondo. Li hanno mandati a combattere in Afganistan ed in funzione antisovietica. Ma ora che il nemico sovietico non c'è più, che fare? E' il quesito a cui in queste ore gli strateghi attorno al tavolo della Casa Bianca non sanno cosa rispondere...

La rete televisiva Fox News, ora riporta che l'attacco al Pentagono viene considerato dal Presidente Bush un atto di guerra, cui si risponderà subito in difesa...

E' certo possibile che Washington conduca una rappresaglia contro Kabul, in Afganistan. Anzi, non ci sono dubbi che la rappresaglia militare con i Cruise avverrà subito. E'un gesto anche simbolico, ma anche questa volta gli Stati uniti verranno sconfitti, come avvenuto in Vietnam.

Perché? Quali possono essere i vantaggi di un attacco missilistico per la credibilità degli Stati uniti rispetto al mondo?

Mi sono recato in Afganistan e le assicuro che non è davvero un territorio nel quale la potente e tecnologica macchina da guerra del Pentagono, altamente sofisticata, possa prevalere. Non saranno certo sufficienti missili Cruise per eliminare dalla faccia della terra i 'mostri' creati proprio dagli Stati uniti. La storia della conduzione della politica estera americana degli ultimi cinquant'anni ci ha dimostrato che l'impiego della forza bruta militare, ha prodotto, come risultato, soltanto fallimenti, a livello strategico e militare. Fallimento che si è verificato anche quando gli Stati uniti sono stati costretti a confrontarsi con superpotenze al loro stesso livello di armamento, come l'Unione sovietica oppure la Cina. Di fatto, gli strateghi americani, non riusciranno mai ad arrivare a chi comanda queste schegge impazzite del fondamentalismo islamico. I missili sono inutili

E'dunque un fallimento della strategia a livello militare e geopolitico?

Voglio includere anche uno dei più grandi fallimenti dei servizi segreti dell'America. Tanto la Cia che il Nsa (National Security Agency) hanno ignorato quanto era già stato annunciato da O-Bin-Laden, tre settimane fa in un settimanale londinese. In un'intervista ha ipotizzato un drammatico e spettacolare attacco contro l'America. Perché i servizi non ne hanno tenuto conto, lanciando un segnale di allarme? Quanto all'arsenale militare americano, esso è strutturato per colpire centri urbani mediante l'impiego di altissima tecnologia avanzata. Non è questo il contesto ambientale dell'Afganistan. Tale contesto non esiste in Afganistan né tantomeno in tutti i paesi del Terzo Mondo presi di mira dal Pentagono: i cosiddetti stati-canaglia come sono etichettati questi paesi. Dalla guerra del Vietnam in poi, esiste una coazione a ripetere da parte del gigante americano, quale che sia il contesto. Solo che non esistono più comunisti da sconfiggere. Il nemico se lo devono inventare. Per le soluzioni, applicano le stesse del passato. Sono questi i limiti della grande Potenza americana.

La conduzione della politica americana nel mondo è in continuità con la storia degli ultimi cinquant'anni?

Molto peggiore nella fase odierna, perché questo attacco costituisce una svolta politica della storia del mondo. Di fatto è emerso il più grosso fallimento dell'America, a livello di pianificazione strategica: gli Stati uniti saranno sempre più costretti a doversi confrontare con i Paesi del Terzo Mondo. E non sono preparati. Il Pentagono ha - lo ribadisco - dai tempi del Vietnam in poi una struttura altamente focalizzata per colpire centri urbani, ma si trova dinanzi, sempre più frequentemente, paesaggi con deserti e cammelli. Gli Usa sono grandi, potenti, ma tutta la loro forza non sanno come impiegarla. Hanno bisogno di un 'buon nemico', ma non riescono a trovarlo. O-Bin-Laden stesso è un nemico inventato. Il problema dell'America oggi è quello di sempre; una politica senza una coerenza, una riflessione, un disegno politico. E' il problema che non sono riusciti a risolvere in America latina, in Centro America. Ora hanno di nuovo un problema con il nemico da trovare o piuttosto da inventare. Il programma dello scudo spaziale, abbracciato da Bush, non è che rappresentazione di questo fatto.

REDAZIONE NAMIR - alcune considerazioni sono ardue - ad esempio l'entrata della turchia in Europa per renderla piu' debole - La turchia e' debole per le sue politiche e nella trattativa della sua entrata in Europa c'era e c'e' ancora la vita del portavoce kurdo. Da considerare anche che la Germania e' un paese che ha ospitato i turchi da sempre e con la stessa nazione da anni c'e' in atto un buon mercato di armi - questo da quanto e' stato detto nella trasmissione di M.Santoro. Per il resto ci sentiamo uniti a quanto lei afferma.

E' vero, davanti a certe immagini e a certe notizie si resta senza parole! Gente, in fondo come noi, non capitani d'industria, non i 'padroni del vapore', non i diretti responsabili di una politica e di un'economia, se non sbagliata comunque discutibile, sono stati coinvolti in un evento dagli effetti paragonabili solo ad un'esplosione nucleare. Questo ci deve far riflettere su un terrorismo che spara nel mucchio, che vendica e non rivendica, in nome di una causa che mai può giustificare l'annientamento di (forse) 25/30.000 persone. Che ci si possa, tutti noi, sentire ignari, esenti da responsabilità, forse può essere oggetto di una profonda riflessione di tutti e di ciascuno. Ma la domanda che ora ci dobbiamo fare, e soprattutto l'Amministrazione USA si dovrà porre è 'PERCHE'? Perché qualcuno, in qualche parte del mondo ha deciso di investire denaro, intelligenza, mezzi e persone (di queste alcune 'a perdere'!), per un'impresa del genere? Quale ideale o religione perversa, quale dio malefico può spingere a tanto degli esseri umani? La prima cosa che a me viene in mente è che a questo punto, davanti a tante sue vite terminate così repentinamenete ed in tanta lucida violenza, sarebbe necessario che anche gli Stati Uniti rivedano la loro strategia diplomatica, proterva e unilaterale, nella soluzione di crisi quale quella Mediorientale. Finora, illusi da una supposta invulnerabilità del proprio suolo, hanno potuto 'giocare' veramente un ruolo arbitrario. Ma ora spero che abbiano acquisito la tragica consapevolezza che l'essere la massima potenza del mondo, comporta l'assunzione della massima responsabilità di fronte anche alla follia del mondo! Questo atto di lucida follia, di determinata e premeditata violenza, che non si discosta di un millimetro dal concetto di assassinio, non è, e non può essere il gesto di una mente folle, e, con tutta la sua efferata ferocia, dimostra di non essere né folle e né cieco. E quindi ha anche un perché, la ricerca del quale coinvolge tutti noi, e, proporzionalmente alle responsabilità di ciascuno, ci deve impegnare perché, quantomeno non si abbia a ripetere. Ma, bada bene, non perché si è in grado di mettere in gioco un terrore maggiore e più 'organizzato' che ne anninenti gli autori, con violenza pari (o superiore) e contraria, ma, auspico, perchè il Mondo Civile (chiunque sia e chiunque lo rappresenti), sarà stato in grado di rispondere al 'PERCHE' e sarà stato di rimuovere le cause vere! Spero veramente che i Tuo Lorenzo, che presto ci darà la gioia di essere tra noi, possa vedere certe cose solo nei filmati di repertorio.

Con affetto

Franco

REDAZIONE NAMIR - lei fa bene a porre la domanda - perche' ? - e' una riflessione questa assolutamente assente dai quotidiani e dagli USA - e invece aiuterebbe molto a comprendere quale futuro del mondo bisogna riscoprire.

by manuel 12:48pm Fri Sep 14 '01


in questi tre fottuti minuti di silenzio..
mi chiedo..


saranno riusciti a trattenere le lacrime i ragazzi del sudan?
saranno riuscite a tacere le grida di dolore
le madri del milione di bimbi iracheni che la "civilta'"
ha strappato loro? avranno concesso tregua alla popolazione
palestinese? kurda? avranno rispettato
il dolore delle vittime americane gli schiavi del
mercato civile, in nome dei famosi "valori comuni"?

qualcuno sa niente circa il plan colombia?..
la guerra, ops.. scusate, missione di pace del golfo,
dei balcani,
la repressione in turchia, la questione palestinese,
gli enormi interessi dietro lo scudo stellare,
la c.i.a., collegata alle maggiori famiglie mafiose
e agli squadroni della morte per gestire l'affare droga
in sud america, gli accordi ed alleanze tra l'intelligence
americana ! e i fondamentalisti islamici, la strage del cermis
e tutto il resto che non sto' qui ad elencare?..

considerate i morti fatti dalle multinazionali
interi villaggi spazzati via nel nome del profitto..
genocidi, bombardamenti, deforestazioni, finanziamento
di corpi paramilitari, sostegno alle peggiori dittature,
istituzione di veri e propri campi di lavoro
dove uomini donne e bambini sfiniscono la loro vita
con un fucile puntato alla schiena.. in sud america
come nel lontano est asiatico..

nell'ombra, senza diretta della cnn..
senza le strazianti lacrime dei sopravvissuti..
senza il commentino dell'idiota di turno..

i morti innocenti sono tutti uguali..
americani, pakistani, africani, iracheni, kurdi, slavi, albanesi,
turchi, giapponesi, afgani, italiani, palestinesi..
che siano vittime di un dirottamento aereo, o di un
ben pianificato accordo bilaterale, che saltino
in aria per una bomba terrori! sta, o su una mina
anti-uomo made in italy, che si siano stati
da ostacolo al progetto di qualche dio prepotente,
o alla politica estera di qualche impero..

condanno in modo assoluto qualsiasi
atto violento terroristico, che venga da folli fanatici religiosi..
che venga da distinti signori in giacca e cravatta..
che venga in nome di allah, o del dio denaro..

cosi' come piango le vittime della tragedia americana..
piango anche tutte le altre vittime che i media hanno taciuto
in tutti questi anni e continueranno a tacere..

voglio tre minuti di silenzio per ognuno di loro..

spero tutti abbiano chiaro che la cosa e' un po' piu' complessa
di quanto ci vogliono far credere.. che non si tratta di scegliere tra il
bene
e il male.. come dice 'god blessed' bush jr..

se qualcuno vuol costringermi a scegliere da che parte stare,
scelgo di stare con tutti gli innocenti, oppressi, sfruttati,
violentati, ! massacrati, bombardati, senza speranza..
che questo mondo sta' contando..
non certo con una bandiera, non certo con un esercito,
non certo con i potenti e loro sporchi interessi..
non certo con la civilta' e chi predica umanita'
con le mani sporche di sangue..

a fare in culo i feltri, i vespa, i ciampi,
i berlusconi, i bush, la nato, l'art. 5,
le rappresaglie, le speculazioni dietro le tragedie..

no justice, no peace.. chissa' se prima o poi,
lo capiranno che non si tratta di una minaccia..

un sincero abbraccio a tutti coloro che stanno soffrendo..
per la morte di amici e parenti.. e a tutti coloro
che continuano a lottare in questo schifo di mondo..

i miei tre minuti sono per tutti loro..
manuel

LA REDAZIONE NAMIR SI ASSOCIA - pur onsapevole che non bisogna attuare le stesse violenze che si subiscono come risposta - ma CONTESTARE CULTURALMENTE sempre senza mi ignorare laVERITA'.

 

 

 

 

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