Dalla strage di Stato al Genoa social forum.

Di Wanda Piccinonno.

Dopo 32 anni, la strage di piazza Fontana ha tre colpevoli, ossia Zorzi, Maggi e Rognoni. I buontemponi e gli ottimisti, commentando la sentenza, hanno parlato di trionfo della verità, dimenticando le " misteriose " impunità e avallando la dottorale autorità delle menzogne. D’altro canto, in Italia, le verità ufficiali si sono valse sempre delle tecniche dell’occultamento, sicché anche questa sentenza e’ parte integrante di un psicodramma che perpetua la politica dell’arbitrarietà. Dapprima la notizia ha suscitato le consuete beghe da cortile, ma in breve tempo, come da opinione, e’ stata archiviata. Ciò significa che ancora una volta gli spinosi problemi, inerenti stragismo e terrorismo, sono tornati ad assolvere la statica funzione di reperti archeologici. Nella consapevolezza che le miserie del presente sono connesse alle dinamiche perverse di un passato " oscuro ", e’ opportuno liberare la verità dalle camere a gas del potere, ponendo il seguente quesito : e’ possibile che il passato ridotto a materia letargica continui ad essere funzionale all’Apparato per perpetuare le menzogne ? considerando il fatto che la carneficina rispolvera le liturgie e riproduce i rituali di un passato infame, vale la pena districare il bandolo della matassa del continuiamo italiano. Sicché, l’etica della responsabilità e una fumante indignazione spingono a decostruire gli orrori rimossi, evitando analisi sommarie che mettono tra parentesi il contesto. Innanzitutto, valicando il ciarpame culturale dilagante, occorre demistificare la tesi opinabile che esalta la superiorità della nostra democrazia. Difatti, da un excursus storico, si evince che nel Bel paese sussiste una debolezza strutturale, che inscrive nel suo codice una marcata vocazione compromissoria con la forte tendenza fascistoide. Basti pensare ai governi post-fascisti, ai massacri perpetrati ai danni dei lavoratori del governo Bonomi, all’istituzione dei reparti " celeri " di Scelba e a tutte le operazioni di squadrismo di Stato. Le cifre della repressione, che vanno dal 1948 al 1954, sono illuminanti : caduti 70, arrestati 148-269, condannati 61-243. inoltre sempre in questo periodo sono arrestati 1697 partigiani. D’altronde conviene ricordare che, dopo la caduta del Duce, le leggi del fascismo hanno governato il nostro paese per trent’anni. Continuando ad esplorare i tratti salienti della " Democrazia " post-fascista si registrano i tentativi di golpe di Tamponi ( 1960) e quello del generale De Lorenzo ( 1964 ). A quest’ultimo succede un governo di centro-sinistra, che adotta una linea che non disdegna le " convergenze parallele " e che approda a una politica stagnante, non scevra, però, da discriminazioni sociali. Col ‘68 e con l’autunno caldo, riesplode il conflitto sociale e da qui la prima strage di Stato, ossia quella di Piazza Fontana ( 1969 ). Questa data infame rompe la fievole linea di demarcazione tra fascismo e antifascismo, infatti l’apparato statale mostra in modo palese la sua illegalità, depistando le indagini e legittimando fatti e misfatti di ministri, agenti segreti, poliziotti, giudici. In questo clima di destabilizzante si scatena una vera e propria caccia alle streghe, debitamente surriscaldata dalla strategia della tensione. Ciò consente di varare leggi più liberticide, finalizzate ad intensificare la repressione. Intanto il Pci, via via, finisce per accreditare la componente criminale dello Stato cooperando nell’area governativa. Basti pensare che nel 1975 il Pci, con campagne ideologiche mirate, appoggia il referendum sulla legge Reale. Giova ricordare che questa legge permette alla polizia di sparare liberamente e impunemente. A questo proposito Lelio Basso ha osservato : " La legge Reale si inscrive in una concezione tipica del fascismo e del codice Rocco. Per quanto concerne la legislazione di emergenza ", ovvero lo squadrismo legalizzato. Cesare Bernani ha affermato : " La legislazione d’emergenza e’ il punto d’arrivo di un processo involutivo iniziatosi nel ’74 ben prima quindi che fosse necessaria qualsiasi legislazione di emergenza in relazione al terrorismo ". Preso atto che per stabilire una data per una data per segnalare un processo involutivo in Italia, risulta un’impresa ardua, e’ opportuno evidenziare che la restaurazione autoritaria persegue l’obiettivo di azzerare il conflitto sociale, per favorire il nuovo piano di ristrutturazione capitalistica. Dalle osservazioni fatte emerge dunque,che sono proprio le leggi repressive che spingono molti uomini di sinistra all’adesione al partito armato. Continuando a districare il bandolo della matassa e seguendo la successione degli eventi, non si puo’prescidere dal sequestro Moro ( 1978 ). Innanzitutto si pone l’interrogativo : perche’ Moro e non Andreotti, Fanfani o Piccoli ? La risposta non richiede grandi elaborazioni concettuali, vuoi perche’ Moro rappresenta il personaggio centrale della Dc, vuoi perche’ e’ l’uomo che , varando il governo della solidarieta’ nazionale , approda al compromesso storico ( Moro - Berlinguer ) . D’altra parte occorre mettere in luce che l’Italia, da colonia USA, deve attenersi ai dettami di Kissinger, adeguandosi alla nuova ristrutturazione economica. Da qui l’esigenza di un nuovo modello di democrazia, che implica la flessibilita’ dei diritti, caratteristica peculiare del post-fordismo. Gestori del movimento traghettatori della transizione sono Moro, il Pci e Gelli. Va precisato che il Pci intende guadagnare la fiducia dei poteri politici americani : aspirazione questa che notoriamente non si realizza, perche’, dopo il decesso di Moro, si passa al pentapartito alla banda del CAF ( Craxi - Andreotti - Forlani ) . Ritornando al sequestro Moro e alla cosiddetta " politica della fermezza " di cui sono paladini i massoni di Gelli e il Pci, sono doverose alcune osservazioni, che sono peraltro illuminanti per decostruire la condanna a morte dello statista. Da qui’ la necessita’ di rilevare che la richiesta dei brigatisti di riconoscimento da parte dello Stato risulta vana, vuoi perche’ la Dc e’ un governo fantoccio della NATO, vuoi perche’ gli Usa ritengono inaccettabili le aperture al Pci di Moro, ne consegue che la morte di Moro e’ inscritta in un contesto che celebra l’orgia dei poteri, dove non mancano commissioni aberranti tra Dc, servizi segreti e USA. Ma a questo punto, dopo aver indicato le coordinate di quegli anni, nella consapevolezza che la storia scrittala vincitori si traduce in un falso storico, intendo rievocare il "68, avvalendomi pero’ delle chiavi di lettura dei vinti. La rievocazione spinge ad esplorare " un altro mondo " , caratterizzato da una rumoroso, vitale e rivoluzionaria foresta, in cui si scongelano le ideologie e i linguaggi stereotipati, per dar vita ad una generosa liberazione. Indubbiamente sul "68, esistono griglie interpretative divergenti, infatti ci sono sostenitori della palingesi e gli assertori della negativita’. I detrattori, ovvero i lacche’ del potere, parlano di " annichilimento della ragione ", di ubriacatura " collettiva ". In realta’ il "68 e’ l’espressione dei corpi, della soggettivita’,che intendono segnare le tracce della loro esistenza. I protagonisti ditegli anni, individuando i nodi della repressione e della corruzione, rompono con i codici sociologici, politici ed economici dominanti, e, cosi’ facendo, danno vita ad un rivoluzionario protagonismo sociale. Vero e’ che l’aurora della liberazione ha di fronte un inferno popolato dai kissenger, dalla CIA e dalla Trilateral, da agnelli e da Pirelli. Ma, come voleva Weber : " il possibile non sarebbe mai raggiunto nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile ". Dopo aver liberato il ’68 dal gioco delle scomuniche e degli anatemi, e’ obbligatoria una breve indagine sulla ragione " dell’avventurismo " delle Br. Innanzitutto occorre rilevare che il termine del " terrorismo " ha assunto una valenza negativa, perche’ conferita dalle classi dominanti. Fatta questa precisazione, e’ lecito evidenziare che l’impianto teorico delle Br si basa " sulla necessita’ di incidere militarmente per poter incidere politicamente ". Per quanto concerne la guerriglia, conviene sottolineare che ogni guerriglia si configura come una forma di lotta terroristica, basti pensare ai partigiani. A questo proposito sono illuminanti le le osservazioni di Pietro Secchia, che afferma : in un paese dominato dalla dittatura del fascismo…. La lotta armata combinata con le azioni di massa, non solo e’ giustificabile, ma necessaria ". Pertanto, pur prendendo atto che generalizzare la lotto in se’ e’ quanto mai opinabile, per quanto riguarda le Br sono doverosi alcuni rilievi. Ai brigatisti sfuggono dettagli non trascurabili, ossia che le loro azioni si collocano in un periodo storico, in cui le forme di fascismo sono camuffate da una pseudo democrazia borghese. Inoltre le Br commettono l’errore di operare fuori dal movimento di massa, sicche’ cio’ inficia il confronto dialettico, comportando il fenomeno del " sostituismo ", ovvero la convinzione di rappresentare l’avanguardia combattente. D’altra parte a mio avviso, la lezione marxiana non va mai dimenticata, proprio perche’ esige un esame storico delle forme di lotta. Le osservazioni fatte non intendono avallare l’assunto che associa Br e criminalita’, infatti la violenza dei brigatisti va distinta da quella criminale perche’ pregna di un profondo significato politico.ma al di la’ degli errori di valutazione delle Br, nella convinzione che ogni evento storico va contestualizzato e’ necessario analizzare le motivazioni che hanno generato l’extrema ratio della lotta armata. Rivisitando nella inquieta fase storica, si evince che dilagano l’imperialismo delle multinazionali, emergenze sociali e pratiche politiche repressive e reazionarie. Inoltre, evitando sempre di smembrare il contesto, occorre focalizzare l'attenzione su elementi di grandi rilievo, ossia lo stato di imbarbarimento del Pci e del sindacato. A questo proposito alcuni richiami sono illuminanti: la legittimazione dello Stato delle stragi e del massacro sociale ; il vergognoso comizio di Lama nell’universita’ occupata ; la svolta al sindacato al congresso dell’Eur; il Pci allineato allo squadrismo di Stato contro la rivoluzione culturale e politica dei movimenti. Percorrendo fino in fondo l’Iter dell’indignazione conviene rievocare il giudizio di Giorgio Amendola sui movimenti" diciannovismo, agitazione convulsa di spostati con pericolo di sbocco fascista, sindrome fiumana, avventurismo e imbarbarimento ". Pertanto se esistono gli errori del contropotere, e’ altresi’ vero che il sistema, in tutti anfratti, manifesta complicita’ collusioni e una violenza legittimata e legalizzata. Da qui’ la necessita’ di una attenta analisi fenomenologia di quegli anni per fare un onesto bilancio. L’apparato invece, avvalendosi della consolidata enciclopedia delle menzogne, continua a seppellire la verita’optando per un indecoroso distinguo tra " buoni e cattivi ". Rimossa la verita’ e occultata la storia, non mancano le imposture, come quella dei " cattivi maestri " . vero e’ che il meccanismo del " capro espiatorio " e’ sotto una constante di tutti i poteri, sin dai tempi della Grecia antica, Socrate docet. Questo meccanismo ‘ stato particolarmente attivo in Italia e cio’ a consentito e consente di stigmatizzare uomini dello spessore di Toni Negri e di costruire osceni teoremi, come quello ben congegnato per Adriano Sofri. Intanto mentre si ripete la congiura del silenzio, si stanno incarnando gli spettri del passato. Il Genoa social forum ha dimostrato, infatti, avvalendosi del linguaggio vitale della " moltitudine " , che e’ possibile la resistenza contro l’ordine bio politico dell’Impero. Cio’ significa che la rivoluzione tradita del ’68 e’ partita alla riscossa. A questo proposito Judith Revel sostiene che la " soggettivita’ bio politica ne riscopre la materialita’… i sampietrini del ’68, dotati di giudizio, sono diventate barricate di vita ". Se i nuovi militanti della liberazione stanno affermando la potenza costituente del " Comune ", e’ altresì vero che il clima cileno di Genova ha mostrato una volonta’ criminale, che, ovviamente, persegue l’obiettivo di stroncare la Resistenza ".le drammatiche giornate genovesi, con i macabri rituali di morte, sono la prova tangibile di un disegno diabolico, infatti il piano delittuoso e’ stato programmato e rivista, per molti aspetti, il copione della strategia della tensione. Cio’ e’ suffragato anche dal lasso di tempo che ha preceduto il G8, in cui non sono mancati i " provvidenziali " ordigni esplosivi, ne una doviziosa informazione sull’allestimento del set di guerra. Predisposto lo scenario della repressione, surriscaldato debitamente il clima di tensione, la mattanza e’ stata l’atto finale di un copione meticolosamente architettato. L’attacco scientifico e preordinato contro il GSF dimostra dunque, che il neoliberismo selvaggio non disdegna le forme di fascismo, nella nuova edizione 2001, fa registrare pestaggi brutali, barbarie aggressioni, collusioni con i neonazisti, macabre danze di morte e la violazione di tutti i diritti umani. Difatti mentre nella fortezza dorata i padroni dell’impero celebravano i fasti della fiera della vanita’, in ? Piazza ", la polizia assassina, coadiuvata da sbirri travestiti da Block, perpretava ai danni dei manifestanti inermi, soprusi abominevoli. Se l’impero si avvale anche del potere militare, e’ altresi’vero che a Genova la volonta’ di morte si e’ manifestata in modo tanto crudele e cinico da generare una vera e propria orgia sanguinosa. Il bollettino di guerra e’ eloquente : quasi seicento feriti, 253 arresti, un morto. Testimonianze e documenti che attestano che gli spiriti animali delle forze dell’ordine non hanno risparmiato nessuno, neppure Vittorio Agnolotto, uomo splendido e illuminato, che e’ stato oggetto di aggressioni nella lunga notte della mattanza. Ripercorrendo le anticamere della morte e rivisitando lo scenario lugubre, riecheggia la furia selvaggia degli assassini, che incalza e ruggisce fino a sferrare il colpo mortale. Da qui’ l’esecuzione della condanna a morte del ragazzo. Carlo Giuliani un giovane di 23 anni infatti, viene assassinato premeditamene, come provano i 14 fotogrammi di Radio Shervood. Lucidamente Luca canarini, portavoce delle tute bianche, con lo stile di un rivoluzionario di razza, ha affermato che la repressione e’ stata pianificata, aggiungendo : " e anche il morto ". Pertanto, considerata l’innegabile e inedita ferocia della repressione, e’ lecito sostenere che non e’ paragonabile a quella degli anni 60, 68, 77, infatti, se si volesse fare un confronto, si dovrebbe ricorrere al Cile e alla Grecia dei colonnelli. E’ evidente che i Copernico del politico hanno rotto ormeggi, manifestando il profilo reale di un governo fascista. Intanto, mentre dilagano le censure e le mistificazioni, occorre gridare, con la forza dell’indignazione che, con l’afferrata brutalita’ delle giornate genovesi, e’ stato tradito il giuramento della costituzione e che il nostro paese e’ governato da una banda di camerati, capeggiata da un cavaliere nero. Da qui un’unica conclusione : il governo e’ fuori legge, sicche’ le dimissioni del presidente-boia s’impongono, senza cedimenti e senza consueti balletti diessini. Fatte queste doverose osservazioni, rivisitando lo scenario dei soprusi,giova sottolineare che, malgrado le barbare violenze, il Forum ha vinto, tant'è che i padroni della terra sono stati costretti a consumare il loro spudorato narcisismo, isolati e immersi in una farsa patetica. Cio’ significa che la forza delle idee puo’ sconfiggere l’Impero dei capitali ossia la piovra che strozza i diritti umani, seminando miseria e morte, devastando l’ambiente, propagando lo sfruttamento e la repressione. Sicche’, contro la globalizzazione liberista, ossia la balena bianca Moby Dick ; contro i lerci assassini ; contro l’omicidio colposo del governo fascista ; contro i pistoleros alla John Wayne, s’impone perentoria la " Resistenza ". D’altro canto, a Genova, malgrado l’invito provocatorio e puttanesco del governo, il Forum ha dimostrato che la lava della moltitudine e’ implacabile e inarrestabile. Ormai

" l’immaginazione produttiva ", di spinoziana memoria, sta prendendo corpo, producendo una cosmovisione variegata che rompe l’unidimensionalita’ del capitalismo globale. Pertanto, pur constatando che il Forum necessita di un affinamento delle strategie e delle tattiche,occorre prendere atto che la potenza dei molti sta creando la costituzione collettiva di un altro mondo.

 

 

 

 

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