nucleo armato della nostra Organizzazione, ha giustiziato Marco Biagi consulente del ministro del lavoro Maroni, ideatore e promotore delle linee e delle formulazioni legislative di un progetto di rimodellazione della regolazione dello sfruttamento del lavoro salariato, e di ridefinizione tanto delle relazioni neocorporative tra Esecutivo, Confindustria e Sindacato confederale, quanto della funzione della negoziazione neocorporativa in rapporto al nuovo modello di democrazia rappresentativa. Una democrazia "governante" che già accentrante nell'ultimo decennio i poteri nell'Esecutivo e nella maggioranza di governo ora con la riforma dell'articolo V della Costituzione (detta "federale") vedrà ripartite competenze e funzioni agli organi politici locali entro i vincoli di indirizzo e di bilancio centralizzati e legati all'integrazione monetaria europea, con il fine di stabilizzare l'avviata alternanza tra coalizioni politiche incentrate sugli interessi della borghesia imperialista, sfruttando il restringimento della base produttiva nazionale non solo come vantaggio competitivo nei livelli di sfruttamento della forza-lavoro rispetto ai sistemi economici di altri paesi, ma come condizione per riadeguare il dominio della borghesia imperialista e rafforzarlo nei confronti delle istanze proletarie e delle tendenze al loro sviluppo in autonomia politica antistatuale e antistituzionale che nascono da queste condizioni strutturali. L'azione riformatrice
di Marco Biagi, esperto giuslavorista e delle relazioni
industriali, rappresentante delle istanze e persino dei
sogni della Confindustria, si è espressa nell'Esecutivo
Berlusconi nelle responsabilità primarie ricoperte
nell'elaborazione del "Libro Bianco", nell'aver
sostenuto le misure di abrogazione dell'articolo 18 dello
Statuto dei lavoratori, e nell'essere promotore e
conseguentemente incaricato del compito di guidare l'
apposita commissione governativa, che ne dovrà
realizzare il definitivo superamento con lo "Statuto
dei lavori" che adeguerebbe la regolazione dei
rapporti di lavoro alle nuove condizioni di mercato, e
cioè costituirebbe uno strumento normativo che,
alludendo alla tutela dei nuovi lavoratori precarizzati,
in realtà definisce le garanzie per i padroni nelle
diverse forme di sfruttamento del lavoro salariato. l'azione riformatrice
di Marco Biagi si è espressa negli Esecutivi lungo tutto
l'arco degli anni '90. Già nel '93 collaborava con il
Ministro del Lavoro Giugni nel governo Ciampi per
riformare la normativa sull'orario di lavoro, mentre nel
'96 nel governo Prodi come consigliere al medesimo
ministero con Tiziano Treu, elabora il famigerato
"pacchetto Treu" base dell'accordo
neocorporativo tra Governo, Confindustria e Sindacato
confederale con cui fu fatto il salto di qualità nelle
varie forme di precarizzazione del lavoro salariato che
hanno così violentemente inciso nelle condizioni
materiali della classe operaia e del proletariato. Con lo
stesso Esecutivo diventa consigliere del Presidente del
Consiglio Prodi, mentre nel successivo Esecutivo D'Alema
segue Treu al ministero dei Trasporti, e nel contempo è
consigliere di Bassolino per gli affari internazionali e
comunitari, veste nella quale presentò il Piano
nazionale per l'occupazione in sede Ue e consulente anche
alla Funzione pubblica con il ministro Piazza. Le responsabilità di Marco Biagi non si sono fermate a un piano nazionale, ma sono state assunte anche a livello internazionale. Ad esempio in sede Ue, dove è stato consigliere di Prodi alla Commissione europea, e membro di comitati ad hoc come il "Gruppo di alta riflessione sulle relazioni industriali" incaricati dalla Commissione stessa, per la riforma del mercato del lavoro e delle relazioni industriali e l'istituzione del "dialogo sociale". Oppure in sede Onu, dove l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) per la quale è stato anche consulente per l'est europeo, con conseguenze che tutti possono immaginare per i livelli di sfruttamento raggiungibili in questi paesi dal capitale, l'ha incaricato di collaborare alla riforma del mercato del lavoro...per la Bosnia! Ciò segnala come la sua iniziativa corrisponda agli interessi del padronato italiano non solo nell'ambito nazionale, ma anche nei paesi recentemente integrati nella catena imperialista anche forzosamente con l'occupazione militare. L'azione
dell'Esecutivo con il Libro Bianco, le deleghe e lo
Statuto dei lavori è tesa a realizzare un progetto di
riforma a carattere complessivo che collegata a quella
sulla previdenza, e alla prevista attribuzione del tfr
dei nuovi assunti alla previdenza integrativa, realizza
quello "scambio" tra tfr e competitività da
tempo richiesto dai padroni. |