Il
cordoglio del sindacato
D'Amato: "Morte annunciata"
ROMA - Parla di "atto
terribile" Sergio Cofferati. Il segretario generale
della Cgil dice di aver saputo della morte di Marco Biagi a Carrara, dove si trovava per il
centenario della Camera del Lavoro, e di aver provato
"dolore e costernazione". La sua è la prima
reazione proveniente dall'ambiente del lavoro dopo la
notizia dell'assassinio dell'economista a Bologna.
COMMENTO - e' bravissimo COFFERATI a non dire
nulla con queste poche parole - tutti invece attendono la
risposta pratica - cioe' se confermera' o non confermera'
il suo sciopero generale.
La seconda è quella, durissima, del presidente di
Confindustria, Antonio D'Amato: "Quella di Marco
Biagi è purtroppo una morte annunciata, che nasce in un
clima di odio, in una campagna di denigrazione".
D'Amato parla alla trasmissione Rai Porta
a Porta e dice che "seminare
odio invece che idee genera situazioni di questo tipo. Il
confronto vero è fra idee: la risposta al terrorismo è
la democrazia".
COMMENTO - D'AMATO dimentica di sottolineare -
NELLA SUA GIUSTA PROPOSTA - che le idee in questo caso -
come in altri casi che devono decidere la vita economica
futura non solo del nostro paese - .... non bisogna
esporle sempre a vantaggio di una classe dirigente -
ALTRIMENTI E' NATURALE - che gli accordi saltino e il
confronto non risulti esistente.
Cisl e Uil hanno riunito stasera, d'urgenza, le loro
segreterie. Nella sede romana di via Po, la Cisl dovrà
valutare le iniziative da prendere. Questo omicidio
"ha sicuramente fatto un danno al movimento dei
lavoratori spiega Savino Pezzotta, leader della Cisl,
anche lui a Porta a Porta
- Introduce l'elemento della violenza, estraneo alla
cultura del movimento sindacale. Sicuramente da domani
molte cose cambieranno, valuteremo con molta attenzione
il tipo di mobilitazione che dovremo fare, come
riprendere un dialogo, stemperare le situazioni e
ricondurre la dialettica sociale in un canale di
normalità".
Nel ricordare la figura di Biagi, Pezzotta ha voluto
sottolineare "la persona libera, il democratico vero
che aveva il coraggio delle proprie idee anche quando
bisognava combattere perché passassero. Era un grande
esperto del diritto del lavoro, appassionato
dell'Europa". Nel ricordare la
"limpidezza" di Biagi, Pezzotta ha avuto anche
parole di insofferenza: "Non se ne può più,
bisognerebbe trovare un modo affinchè queste cose non
avvengano più". Il leader della Cisl si dice
comunque convinto che il terrorismo sia stato
"sconfitto", anche se "permangono delle
isole a cui bisogna togliere l'acqua che le
alimenta".
COMMENTO - anche in questo caso non si dice
nulla di nulla - ma un errore lo ammette -
involontariamente - quelle isole che si alimentano con
l'acqua - non sono solo piccole isole - stanno diventanto
- per disperazione e poverta' - grandi come il resto del
mondo.
La Cisl ha espresso "rabbia" e "immenso
dolore" alla notizia che Marco Biagi,
"interlocutore e amico", era stato
"barbaramente ucciso". In un comunicato, la
Cisl condanna "l'uso della violenza per intorbidire
la vita politica soprattutto quando essa stronca vite
umane di persone innocenti. Il terrorismo e l'odio
sociale sono come sempre contro ogni riforma, contro la
democrazia, contro i lavoratori. La segreteria della
Cisl, nell'esprimere cordoglio alla famiglia considera la
scomparsa del professor Marco Biagi una perdita per
l'intera comunità nazionale e chiama il mondo del lavoro
e il Paese a un'ampia risposta di mobilitazione a difesa
della vita umana e della democrazia".
COMMENTO - e aggiungiamo che questo comunicato
ci sembra quello piu' chiaro - anche se nella vita di UNA
DEMOCRAZIA QUALSIASI - il lavoro e' determinante - quindi
risolvendo questo nodo - si puo' attingere ad un futuro
meno tobido.
"Marco Biagi è stato assassinato per le sue idee.
E' come se avessero sparato a tutti gli uomini
liberi". Lo ha detto, anche lui nel corso della
trasmissione di Bruno Vespa, il segretario generale della
Uil, Luigi Angeletti: "I conflitti sociali e le
diverse opinioni sono del tutto secondari rispetto alla
libertà di ognuno di noi. Noi siamo prima di tutto
uomini liberi, che hanno ereditato un Paese democratico.
Quando la nostra libertà viene messa in discussione è
la democrazia ad essere colpita. E non ci sono conflitti
sociali che possono mettere in discussione la democrazia
o la libertà. Una sparuta minoranza di
assassini pensa che si possa far sì che milioni di
persone libere perdano la loro libertà, ma questo non
accadrà mai". Anche la Uil ha convocato la
segreteria nazionale, in via Lucullo a Roma.
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