L'allarme
dei servizi
"Torneranno a colpire"
ROMA - Due "inchieste"
già concluse, già pronte. Due nuove vittime nel mirino
dei terroristi, sempre studiosi e tecnici delle riforme
sociali e dei contratti di lavoro individuati per le loro
"colpe" riformiste, seguiti, pedinati, scrutati
nelle loro abitudini e nei punti deboli. L'allarme arriva
dai servizi che dopo l'omicidio dell'economista Marco
Biagi hanno incrociato i contenuti dei documenti fatti
recapitare in questi mesi dalle sigle dell'eversione con
informazioni dirette.
COMMENTO - ci si puo' immaginare di tutto in
questo scritto - ma se i servizi segreti non sanno
proteggere gli uomini - i propri uomini di governo - e'
allora questo che deve dimettersi. SE SUCCEDERA' QUALCOSA
- qualsiasi cosa nelle prossime manifestazioni - la colpa
e la responsabilita' devono essere di questo governo -
che come al solito annuncia il pericolo e mai riesce a
bloccarlo in termini adeguati - per poi far ricadere
accuse nei confronti dei NO GLOBAL - . questo si
ripercuote sulle manifestazioni ancora in atto - ed e'
anche quello che desiderano far accadere. NESSUNO -
ripetiamo NESSUNO - puo' bloccare dimostrazioni pacifiche
che esprimono il nostro dissenzo.
Da novembre a oggi sono almeno una decina i volantini di
minacce arrivati via posta ordinaria e via internet. In
ognuno di questi vengono fatti nomi di esponenti del
sindacato, giuseconomisti come Biagi, politici e ministri
"da giustiziare". Pezzi di carta che suonano
come veri e propri "comunicati di condanna".
Sulla base degli stessi documenti i nostri 007 avevano
elaborato la scorsa settimana la relazione semestrale per
il governo avvisando che "le trattative sulla
riforma dell'articolo 18 avrebbero potuto provocare una
ripresa della lotta armata". Un allarme a cui non si
era voluto dare troppo peso. Fino alle 20,10 di martedì
19 marzo quando è stato ucciso Marco Biagi.
Intanto molte delle scorte che erano state tagliate da
settembre in poi per recuperare uomini all'attività di
prevenzione e investigativa, sono state riassegnate a
magistrati, studiosi, sindacalisti.
COMMENTO - ci informeremo per la BOCCASSINI - se
quanto riportato risulta essersi verificato.
Ieri mattina a Digos ha compiuto quattro perquisizioni a
Firenze e nel Valdarno. Ma nei sei luoghi visitati dai
poliziotti - case dei diretti interessati e di loro
congiunti - non sarebbero stati trovati né armi né
materiale riferibile direttamente all'omicidio di Marco
Biagi. La Digos ha però sequestrato documenti da leggere
e confrontare. Le perquisizioni di ieri mattina fanno
seguito ai controlli scattati martedì sera a Firenze
poche decine di minuti dopo l'omicidio di Biagi, per
verificare la presenza e i movimenti di persone già
finite nel mirino delle inchieste sul terrorismo.
Dall'omicidio di Massimo D'Antona fino ad oggi sono
infatti una cinquantina le persone sottoposte ad indagini
dalla procura di Firenze con l'accusa di associazione con
finalità di terrorismo e dell'ordine democratico. Tutti
sospettati di far parte delle nuove Br o di altre
organizzazioni. Le indagini non hanno ancora prodotto né
rinvii a giudizio né archiviazioni.
Intanto ieri mattina a Genova è comparsa una scritta sul
muro degli spogliatoi delle acciaierie di Cornigliano.
Qualcuno con un gesso bianco ha scritto: "E adesso
tocca a Maroni". E le acciaierie di Cornigliano non
sono una fabbrica qualsiasi. I servizi segreti le hanno
indicate come un potenziale bacino di reclutamento del
nuovo terrorismo.
(23 marzo 2002)
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