Sul
lavoro scatta
l'allarme terrorismo
di CLAUDIA
FUSANI
ROMA - Le modifiche decise dal
governo sull' articolo 18 e gli interventi legislativi
che riguardano la flessibilità del lavoro potrebbero
essere la scintilla di nuovi episodi di terrorismo. L'
analisi è esposta in modo assai chiaro a pagina 5 della
relazione semestrale che i nostri servizi segreti hanno
inviato ieri al Parlamento. "I terroristi si legge
stanno stimolando un percorso operativo che coniuga forte
proiezione internazionalista e decisa ostilità nei
confronti della compagine governativa per le sue scelte
in materia di politica economica".
Nel mirino dei "nuovi interventi offensivi" ci
sono "le personalità politiche, sindacali ed
imprenditoriali maggiormente impegnate nelle riforme
economicosociali e del mercato del lavoro e,
segnatamente, quelle con ruoli chiave in veste di tecnici
e consulenti". La quarantottesima semestrale dei
nostri 007 non si sofferma su nomi ma sotto tiro ci
sarebbero il ministro del Welfare Roberto Maroni e i suoi
più stretti collaboratori oltre a Confindustria e a
quella parte del sindacato meno intransigente sulle
riforme. Questo aspetto della relazione prende spunto
dall' analisi che la nostra intelligence ha potuto
svolgere sulla "pubblicistica eversiva".
C' è un volantino che più di tutti preoccupa i nostri
esperti di antiterrorismo. A gennaio i Nipr (Nuclei di
iniziativa proletaria rivoluzionaria), già autori dell'
attentato di via Brunetti a Roma un anno fa, fecero
ritrovare un volantino presso la sede nazionale della
Cisl a Roma. In quella pagina, siglata dalla stella a
cinque punte e scandita dalle parole d' ordine
"attaccare e spezzare chi alimenta l'
irregimentazione del proletariato", si parlava di
dirigenti sindacali e intellettuali "prezzolati come
D' Antona".
Due i nomi indicati: D' Antoni, ex segretario Cisl, e
Giovanni Trere, dirigente Cisl, "colpevole di
ostacolare l' irreversibile scontro di classe interno
alla classe rilanciando, con i conosciuti traditori Cgil,
l' opzione neocorporativa cattoulivista del
dialogo". Sono le stesse parole che si ripetono
nelle 20 pagine con cui le Brpcc a maggio 1999
rivendicarono l' omicidio D' Antona
(15 marzo 2002)
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