CRASH

di Boris Brollo

Risulta ovvio sin dal titolo l’omaggio di Annamaria Centola a J. G. Ballard, autore dell’ormai famoso romanzo: CRASH, edito in Italia da Rizzoli e poi ripreso in film dal visionario regista Cronenberg.

I dipinti di Annamaria Centola nascono da un progetto ben preciso che non è di oggi: "Looking for Mr. Ballard " è del 1999, in essi ella tenta di dare vita a "Tipi umani spesso intensamente rivolti su se stessi, distaccati, indifferenti, la cui psicologia è contagiata dalle proprie ossessioni " ( A. Centola )

solo una pittura fredda e liscia, quindi, poteva dare un’immagine opacizzata che li rende estranei lontani, tutti presi da sé, dove solo la condiscendenza verso il rischio può sentirli affini.

Il bionico qui non centra. Centra semmai la ferita. La ferita come incubo, quale ossessione, quale ricamo, come valore di grandezza, come eroismo e sfida al pericolo. Sesso e acciaio questa l’intuizione profetica ballardiana che è anche il senso di questa pittura lucida, tirata, come in carrozzeria.

Dopo, solo dopo,verranno gli eccessi genitali legati alla velocità di A. Burgess di Arancia Meccanica. Entrambi profeti di una letteratura dove arte, morte e tecnologia sono funzionali ad un’estetica della violenza. Nell’impatto della violenza c’è il momento di massimo splendore come in un incontro di pugilato (mentore D. H. Lawrence di Donne in Amore).

Annamaria Centola re-inventa la carne di Ballard come quando Gilbert Lely scriveva poesia su il Marchese de Sade egli ne era la nuova carne che prolungava la fantasia del maestro, così Annamaria Centola.

 

 

 

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