Segmenti

Cronistoria della mia religione

di Salvatore Mica

Il mio pensiero è semplice,ma la storia è lunga, i tentativi sono stati tanti e quindi in questo scritto presenterò dei segmenti di questa cronistoria: sarò quindi necessariamente incompleto e fondamentalmente superficiale.

"Allora S.Mica ci Giura di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità è così Dio l’aiuti?"

No, neanche per sogno,signori: S.Mica qui vi darà degli input di pensiero, il suo pensiero peraltro, e questo, vi assicuro, incasinerà ancora di più tutta la questione, e infine; non ho bisogno dell’aiuto di nessun Dio,l’articolo lo scrivo io, Mica lui.

La storia comincia per tutti allo stesso modo qui nella religiosissima italia, magari non proprio per tutti ma per la maggior parte della gente.

Il primo input di pensiero religioso lo hanno immesso i bravi catechisti quando eravamo abbastanza imbecilli, abbastanza obbedienti ed abbastanza impressionabili. L’età perfetta in cui questi lobotomizzatori professionisti preferiscono lavorare varia dai sette agli undici anni.Perché? Semplice: il pensiero critico non esiste, i bambini assorbono tipo spugne, a quell’età se dici loro che la Luna è fatta di formaggio svizzero non si creeranno troppi problemi. Ma non devono essere neanche troppo piccoli, altrimenti se la fanno addosso, danno troppo fastidio e non sono bravi neanche a ripetere le filastrocche (preghiere).

Da li ho cominciato anche io, non mi piaceva andare al catechismo,ero più piccolo degli altri e non ho fatto amicizia con nessuno. Ci sono andato per due anni di seguito: un anno per la Comunione e un anno per la Cresima. Non ricordo nulla di particolare, solo una gran noia, compiti a casa, roba di mandare a memoria e vomitare al momento giusto, qualche canzone, vestiti belli e costosissimi per la cerimonia e null’altro…Ma l’imprinting c’è stato,ed ha funzionato alla grande,anche con me. La soluzione dei problemi che mi ponevo (anche quando ero piccolo) era nella religione cattolica, nella Bibbia, nei libri che mi avevano passato e in qualche risposta da parte di preti e/o suore che trovavo in abbondanza nella scuola di mia madre. C’era una cosa che però mi rodeva, mi dava fastidio, da sempre: la passività della religione cattolica. Non avevo capito quasi nulla ne della religione cattolica-cristiana ne delle altre religioni, e il mio pensiero critico era appena nato ma, ovviamente, pensavo di avere la risposta giusta per ogni occasione. Il tentativo di capire e di far nascere le domande si stemperava nella fatica di capire le risposte, e questo causava letture di libri vuoti come le persone che li avevano scritti. Le risposte non si trovavano e il mio interesse veniva visto in maniera obliquamente perversa dai miei interlocutori. La religiosità era un bene, l’interesse verso le domande e verso le relative risposte, l’eccessivo interesse era visto come un male, una fissazione, un qualcosa che andava al di la dei doveri di un buon cristiano. Avvertivo quest’immobilità intellettuale come una costrizione e allora mi affidai ad altri ambienti ideali, più dinamici ed intriganti, legatissimi al mondo cattolico inizialmente e alla sua concezione poi via via sempre più lontani: cominciai ad interessarmi all’occultismo. Lo spiritismo ad esempio, forniva uno spiraglio empirico alle sforzatissime volute che la dottrina cattolica-cristiana imponeva agli animi per fede. Le differenze erano trascurabili, l’angelo custode si chiamava spirito guida, ma il sostrato cattolico era innegabile. Buona parte dello spiritismo, delle cosiddette "scienze occulte" di cui mi sono occupato presupponevano l’esistenza di un aldilà, di un castigo e di un premio dopo la morte, e credevano ovviamente all’esistenza delle anime dei trapassati che in un modo o nell’altro vorrebbero/potrebbero comunicare con noi.

Ben presto nella mia mente si configurò chiaramente il rapporto tra la religione ufficiale e il mondo dell’occultismo. Dai libri cattolici "ufficiali" che sconfinavano un po, da libri di occultismo eretico che si riallacciavano alle tradizioni cattoliche, e anche da qualche discussione con preti di ogni risma, risultò chiaro che la dottrina cattolica basava tutto sulla fede lasciando nulla all’empirismo, alla curiosità, alla verifica, che ogni uomo richiede anche solo mentalmente. Questo istinto dell’uomo viene represso brutalmente, viene considerato una mancanza di fede e quindi un peccato da confessare, una voglia da respingere un desiderio da dimenticare. Lo spiritismo e l’occultismo erano le prove che la religione ufficiale negava. Una specie di verifica fittizia non approvata ufficialmente ma utile per far penetrare le impalpabili idee cristiane anche negli strati più gretti della popolazione. Vi stupisce questo nesso? Il nesso tra lo spiritismo l’occultismo in particolare e le superstizioni in generale è manifesto, la religione che riesce a dominare e ad infiltrarsi in questo livello autocostruito delle credenze popolari, dominerà ufficialmente dal pulpito le anime soggiogate della popolazione.

Quante volte ho sentito dire che per fare una seduta spiritica servono immaginette di santi per tenere lontani gli spiriti malvagi?

E quante altre volte ho sentito dire che non appena è entrato il prete per spruzzacchiare l’acqua in casa della gente, è caduto qualcosa in cucina? (quando cade qualcosa, significa che uno spirito malvagio è scappato via)

L’occultismo di basso livello è l’ultimo tentativo (celato e ufficialmente condannato) della chiesa di imbrigliare gli uomini in credenze prive di fondamento.

L’ho capito tardi. O meglio, l’avevo capito quasi subito ma mancavano le alternative e quindi ho cercato di apprendere quanto più possibile. Tra NDE, catottromanzia, spiritismo, alchimia o metachimica ho impiegato molto tempo, non credo di averlo perso tutto, probabilmente anche se la strada era sbagliata mi ha fatto capire molte cose, se non altro seguire quella strada mi ha fatto capire che era la strada sbagliata.

Tutto l’apparato ideale che mi ero costruito, appagante e rassicurante, crollò all’inizio delle scuole superiori.

Vi erano delle idee fondamentali dettate dalla religione cattolica, posti come assiomi e altre nozioni prese dalle dottrine occulte che avevano la funzione di "TAPPABUCHI", buchi che le idee cattoliche lasciavano inevitabilmente nella mia testa.

Se due nozioni entravano in conflitto bastava scegliere quale delle due era più "fondata" più "giusta" ed eliminare l’altra

Ovviamente la fondatezza e la giustezza di una nozione non poteva essere decisa tramite comuni processi cognitivi o (meno che mai) empirici: l’unico sistema per stabilire quanto giusta era una nozione era il grado di implicazione che aveva con il resto della dottrina, da qui poteva evincersi facilmente la necessità dell’idea X. Insomma il criterio da seguire era quello della coerenza interna.

Al liceo la razionalità prese il sopravvento, grazie allo studio della filosofia, alla mia meravigliosa insegnante, alla vicinanza di amici, intellettualmente elevati e fieramente avversi alla mia posizione pseudo-cattolica, ho cominciato a vedere le cose in maniera diversa, meno coinvolta, ero più distaccato e più freddo nell’analisi.

Le idee che allora mi hanno portato a criticare la religione cattolica-cristiana le condivido pienamente anche oggi, anche se adesso traggo delle conclusioni leggermente diverse, che cercherò di esporre alla fine di questo scritto.

Evito ovviamente di criticare gli atteggiamenti non proprio "cristiani" della chiesa cattolica, sarebbe come sparare sulla croce rossa: troppo facile: se cominciamo dalle crociate, continuiamo con Giordano Bruno e finiamo con le collaborazioni a varie dittature sparse qua e la nel mondo,gli esempi sono tanti ma, come per ogni altro evento, esistono solo per chi vuole vederli.

No,la mia critica va dritta dritta a tutta l’impostazione cattolica-cristiana.

In effetti la critica non è mia, o meglio non solo, prima di me ci aveva pensato in parte anche nietzsche, Kant, Marx, gente insomma che non si lasciava prendere per il naso tanto facilmente.

Partiamo dal presupposto che l’uomo ha una sola arma per comprendere la realtà: la razionalità.

La religione cattolica-cristiana toglie quest’arma all’uomo,lo lascia nudo ed in balia delle credenze più strane.

E allora succedono i miracoli: gente che ha fatto il carpentiere tutta la vita e non ha mai assistito a nulla che trascenda dalla realtà, crede che all’improvviso Dio prenda un paio di tavolette di pietra e ci scriva sopra 10 regolette molto sociali,molto assolute, molte "umane" nella loro ottusità e le dia ad un popolo a caso di un mondo periferico dell’universo.

Gente intelligente, laureata, dotta, crede a cose che non vede,e le accetta come assolute indiscutibili, assiomi di fede….Sono cose assurde? Credo quia absurdum diceva Tertulliano che ha interpretato tutta la storia cattolica-cristiana prima ancora che fosse scritta.

Assolutamente didascalica è in questo caso la storia di S.Agostino, che camminava beatamente sulla riva del mare quando all’improvviso vide un bambino che con un secchio prendeva l’acqua del mare e la buttava nella riva

"Cosa fai?" chiese incuriosito

"Cerco di svuotare il mare"

"Con quel secchio? E’ impossibile!"

"E’ più facile che io con questo secchio riesca a svuotare il mare piuttosto che tu riesca con la tua razionalità a spiegare i misteri dell’universo"

Naturalmente il bambino era un emissario del signore, un angelo o un cherubino, non so, le schiere angeliche sono nove e la burocrazia non scherza neanche li.

Allora troviamo l’uomo che rinuncia alla sua razionalità (grimaldello che lo ha portato dall’età della pietra fino a qui) e che si affida al trascendente, all’assoluto. Per ironia della sorte, cede le armi all’assoluto, alla conoscenza assoluta, per riporre tutte le sue speranze in un assoluto ideale, costruito artificiosamente su misura per lui, una specie di dolce inganno dell’assoluto stesso.

Questa nozione la possiamo trovare nello scritto di Kant sulla minorità mentale. E’ un’eutanasia del pensiero critico, del libero ragionamento, alla fine l’uomo si affida a chi sa più di lui: il prete. Non il prete inteso come uomo ma il prete rappresentante dell’assoluto che lui uomo misero, limitato e anche un po’ imbecille non riesce a raggiungere.

La religione cattolica-cristiana basa tutto su questo. Tolta la razionalità, l’uomo diventa inerme, e soprattutto manipolabile.

Non ve lo consento; mi riprendo ciò che mi avete tolto. Una volta ripreso il controllo della razionalità, la mia analisi sarà storpia, sarà viziata, sarà di basso livello, ma esisterà, e sarà mia, nessuno mi potrà togliere mai la possibilità di pensare con la mia testa.

Una volta liberato dall’indotto torpore della mente, riesco a guardare in maniera più distaccata, l’idea principale della religione cattolica-cristiana.

Ora mi è chiara, la vedo.

Vedo la linea che hanno voluto costruire, una linea che specchia il nostro mondo, lo capovolge, il nostro mondo è A e l’altro mondo sarà -A. Il primo mondo e il mondo in cui viviamo, che conosciamo a menadito, il secondo è l’esatto opposto, l’immagine speculare di questo mondo.

Allora il povero disgraziato quasotto dall’altra parte è un beato e il beato di quasotto: ricco, corrotto, cattivo, malvagio,potente, è un povero disgraziato dall’altra parte.

Bello questo mondo. E’ proprio come dovrebbe essere, vero?

Qui sta il problema: non è troppo bello per essere vero?

Non abbiamo nessuna prova che esista quel mondo, mentre ne abbiamo fin troppe che esista questo mondo.

E d’altro canto abbiamo capito tutti già da bambini che le storie a lieto fine si chiamavano favole proprio perché non sono storie vere.

Ma non ci hanno consentito di trasferire questo semplice ragionamento nell’ambito religioso.

Ma questa è una favola per grandi, è una favola importante, vediamo perché:

Il povero disgraziato sarà disgraziato ma non scemo, sa farsi i conti:

"Io sono un povero disgraziato, loro sono ricchi e potenti,ma noi siamo tanti, loro sono pochi, vediamo un po di smuovere le acque e cambiare le cose?"

"Nooo! Non ti azzardare, povero disgraziato - dice il prete - non sai che i poveri disgraziati se saranno buoni bravi ed obbedienti, avranno il regno dei cieli in cambio? Non sai povero disgraziato (anche un po scemo se vogliamo) che il povero più povero in assoluto è proprio nostro signore? Che i primi saranno gli ultimi? Tu prova a diventare ricco qui e non avrai nulla dall’altra parte, te lo assicuro io, e poi pensaci bene, a rimanere disgraziato quasotto fai un buon affare, qui duri circa 90 anni lì invece la beatitudine è eterna!"

"Si…Ma scusa tu mi dici di rimanere povero disgraziato qui, per poi avere la beatitudine eterna…Dammi delle prove, che esiste il mondo di cui parli!Io mi gioco la vita sai?"

"No! Devi crederci per fede, se ti do un paio di prove perdi i tuoi punti di credito e dall’altra parte non ti faranno entrare! Sono rigorosi li, mica come a scuola"

E il povero disgraziato ci crede? Voi che dite? Qualcuno ci ha creduto qualcun altro no.

Intanto la religione ha idealmente giocato la sovversione,ed è questo quello che ci interessa.

Ma non ho detto nulla di nuovo: "La religione è l’oppio dei popoli" è il sunto di quest’ultimo esempio.

Se la chiesa e in generale le idee trascendentali avessero solo ucciso, soffocato, martoriato ogni tentativo di cambiamento sociale, si potrebbero anche perdonare. Ma hanno fatto di peggio.

Hanno ucciso la voglia di capire, la voglia di esplorare, la voglia di sondare, l’immanente non il trascendente, è qui il vero mistero, e la cosa più triste è che tutti sembrano averlo dimenticato.

Hanno ucciso la curiosità. E per questo non ci sarà perdono.

Nessuno sembra vedere questa linea, come nessuno sembra vedere il potere arrogante della chiesa, come nessuno sembra vedere da un altro punto di vista la storia di Gesù Cristo. Un punto di vista un po più umano e meno "divino"

La storia di un grande Uomo, un profeta, povero, rivoluzionario, ribelle, coraggioso, testardo, carismatico, ammazzato dai potenti.

Dai potenti? No da Dio. Ma cosa è Dio se non un potente? Tutta la nostra storia evangelica è la cronaca di un sanguinario sacrificio umano.

Gesù Cristo morto in croce per appagare un Dio crudele, che avrebbe perdonato solo grazie al sacrificio dell’Uomo.

E questo gesto cruento e folle il prete lo ripete dai pulpiti di ogni chiesa quando, nel pieno spirito dei barbari del Nord, beviamo il sangue e mangiamo la carne dell’agnello sacrificale che ci ha riscattato.

Noi beviamo vino e mangiamo ostie,d’accordo, ma il concetto non cambia.

I preti non vi hanno mai proposto questa chiave di lettura del vangelo, vero?

Ho in mente altre decine di critiche verso le idee trascendentali in generale e contro la religione cattolica in particolare ma non posso dilungarmi: sarei prolisso.

Quando questi concetti mi furono finalmente chiari, la mia ricerca si spostò seguendo direttive radicalmente diverse.

Era la razionalità, la logica, l’immanenza le armi che avrei dovuto usare per procedere,ma a questo punto, procedere per cosa? Per trovare cosa? O chi?

Forse cercavo un senso, un senso della vita, un senso nel cosmo, un senso in tutto.

Idea tipicamente finalistica e quindi derivata dal nostro errato modo di ragionare, la natura obbedisce al nulla, al caos, l’entropia aumenta e gli atomi si allontano l’uno dall’altro all’infinito, all’unisono.

La natura evolve in maniera casuale seguendo la legge causale.

Se fossi stato veramente fedele alle mie idee, forse avrei dovuto essere ateo e materialista. Ma non lo sono mai stato.

Trovo molte cose inspiegabili, o perlomeno non spiegate, noi siamo il centro? No tutto quello che abbiamo davanti agli occhi è il centro, dallo scarafaggio alle aquile alle piante, in mezzo ci siamo anche noi, dobbiamo partire da noi, per cercare di capire il resto dell’esistente.

Quali sono i nostri limiti? Esistono i nostri limiti? O li creiamo noi? Sembra una frase da megalomane ma se la rapporto ad un esempio nessuno mi darà torto.

Io mi scotto se colando la pasta mi schizza un po d’acqua bollente nella mano, mia nonna infila la mano nel tegamino con l’acqua che bolle per prendere le uova, e prende anche le teglie dal forno senza presine.

C’è abituata? Può darsi. Come sono abituate le persone che camminano sui carboni ardenti? Non è da escludere. Il potere della psicologia, o meglio il potere di sapere è grande.

Ma ancora più grande è il potere della consapevolezza.

Essere consapevoli di essere parte di un tutto, di essere centro e periferia assieme, di rispettare leggi profonde, sconosciute a noi stessi, che però rispettiamo per istinto; bisogna conoscere queste leggi, scoprirle ed accettarle. Una volte accettate potranno essere manipolate.

Si perché la conoscenza genera potenza.

Se conosco il ciclo di otto allora ho la macchina, posseggo il meccanismo di otto e lo uso per raggiungere i miei scopi.

Questo ragionamento è applicabile a tutte le scoperte umane e così sarà anche per la conoscenza di se, la conoscenza del tutto. La consapevolezza.

Ma ovviamente se mai si raggiungerà la consapevolezza di se e quindi del tutto, se mai si riusciranno a scoprire quelle regole che ci muovono inconsapevolmente, allora la potenza generata sarà proporzionale alla scoperta.

Attenzione: quello che cerco non è, come erroneamente si può pensare, un’altra trascendenza latente, diversa da quella cattolica ma comunque trascendente. Quel che cerco non solo è immanente all’uomo ma è l’essenza stessa della natura, e quindi anche dell’uomo, ciò che lo muove dal profondo, da dentro, dall’intestino, le sue voglie e i suoi desideri, i suoi istinti.

Spesso penso che la nostra natura umana che ci ha portato a ragionare, seguendo una linea diversa da quella naturale, ha inibito la ricerca. Gli animali sono immersi nella natura e nelle sue regole, non le mettono in discussione, obbediscono e quindi le posseggono; possedendole possiedono loro stessi.

E’ come un lago, in cui gli animali sono immersi fino alla testa, completamente, noi invece siamo usciti e guardiamo il lago dall’alto, lo confondiamo con altri elementi del panorama. Abbiamo sbagliato? No, non credo, se un uomo solo riuscirà (o è mai riuscito) a giungere alla consapevolezza, sarà valsa la pena di migliaia di uomini persi in chimere autocostruite.

Questo processo di apprendimento, di ricerca, è lungo e nessuno garantisce il risultato, troppo lungo per percorrerlo da solo. Penso e spero che i sistemi di pensiero nati e sviluppati prima di me, mi aiutino. Mi appoggio all’uomo, alla sua esperienza, alla sua intelligenza, spero che prima di me qualcun altro si sia posto queste domande,ancora una volta cerco nell’immanente non nel trascendente.

Chiamo dal passato e qualcuno risponde.

Elimino immediatamente ogni religione che ammetta la trascendenza, e do un taglio netto, poche reggono alla selezione: taoismo e buddismo: le uniche religioni atee.

Mi aiutano le filosofie shamaniche siberiane (legate al taoismo) e indiane. Ma anche così la strada è incerta e potenzialmente irta di pericoli. I pericoli sono la superstizione, il dogma, il pensiero assoluto, la credenza, il folclore, la sciocchezza, la superficialità, la standardizzazione. Eliminando tutto questo si potrà forse trovare qualcosa di buono. Troverò così quello che cerco.

Ho letto nel chuang-tzu

"L’uomo è un punto di una ruota, le sue idee le sue posizioni, le sue esperienze,anche. Hanno la stessa validità di altre idee, di altri uomini e di altre posizioni,tutte hanno la stessa dignità e tutte sono rappresentanti del Tao. Il Tao è il centro della ruota, unico suo punto immobile."

Questa frase sostiene che la verità assoluta non esiste.

Non ho mai letto una frase più tollerante di questa, fin troppo per un orgoglioso come me.

Lo stesso giorno ho sentito al tg che ratzinger consigliava ai suoi pari di andarci piano con la definizione di "chiese sorelle" riferita alle confessioni protestanti, perché la verità rivelata è una, ed è indiscutibilmente quella cattolica.

Conosci il maschile,

Aderisci al femminile

Sii l’abisso del mondo.

 

 

 

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