IL SEGNO DELLA FEMMINA di Anna Maria Farabbi
Cosa portargli se non quattro elementi per cena e lanimale rosso che batte sangue dentro le mie costole. Aprirò il pane con un solo taglio di lingua. Il suo petto con la mia nudità regale. Offrirò gli anelli della mia spina dorsale i miei diecimila anni per terra. Quello che vuole: entrare: un lunghissimo viaggio preistorico dentro la mia aorta meraviglia. -------------------------------------------------- Che cosa racconti non so le parole se non in bocca quando mangiano il mio rosso tenerissimo capezzolo la rotondità il respiro il ritmo. Mi dispiace non capisco lalfabeto le cose non so capire. Non ho il peso né la testa. Sono in amore: comanda leggerezza cuore e pancia la resurrezione allegrissima del mio inguine. Ronzio estivo e frizione dei globuli nel sangue: laccoglienza concava tra le mie cosce mi allarga. Mi rende non semplice ma elementare. Gioco nel tuo bosco: lascella. Mi trasformo in arte. Piena di grazia: Ave. Silenzio e grazie per la tua lingua in bocca che mi attraversa per il tuo portarmi in cielo con le mani. Al sole. Fare abbondanza felicissima: qui ora in tutta la nostra terra. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Comè il tempo la mia saliva calda piove con leggerezza minuta lentamente: sbriciola le tue pietre lio i nomi le facce le date scende crolla tenerezze riempe i pozzi segreti della tua fronte. Le rughe offese. Sei nudo perché faccio estate lintimità che ho voluto vedere. Baciarti rospo e principe: la mia stregoneria. Lecco il sole che brucia dentro il tuo orecchio. Il tuo equilibrio nel labirinto. Le correnti dei fiati. La lunghissima curva camminata con un dito mi porta alla nuca. Ti stordisco. Segno il silenzio primordiale nelle profondità tremende del tuo ombelico. La mia lingua cade tutta tua per il piacere. Qui cielo terra mare. Lapertura. Il divenire del linguaggio: tu lultimo abitante del creato che entra esce viene mi rende il corpo felicità intera. Sperma e miele. --------------------------------------------- Quando i miei amori benedicevano la natura tra le mie cosce. La calda tenerezza della mia coppa con cui brindare allavvento della meraviglia: la loro lingua pesciolina in silenzio lì. -------------------------------------------------- IL GIOCO NELLORTO TRA LA MIA BOCCA E LUNICA CILIEGIA DI MAGGIO Cosè questo zucchero intero che non conosco non vedo che ogni volta non conosco Lo sento lo voglio re |