Ho partecipato con mia moglie Anna, alla manifestazione conclusiva del
Social Forum di Firenze. Siamo partiti con il treno speciale per Firenze la
mattina presto. In un attimo il treno si è riempito di persone tra le più
diverse che mi sia capitato di vedere: giovani, anziani, studenti,
casalinghe, lavoratori, pensionati, professionisti...Insomma tutti
appartenenti alle innumerevoli categorie e componenti le associazioni più
varie con le bandiere dai mille colori. "No global" è un termine che, per
quanto vago e onnicomprensivo,  non riesce a contenere tutte questa facce.
Da Genova è partita quindi una variegata rappresentazione delle anime del
movimento che sarà solo una piccola sfaccettatura di quello che compone il
Social Forum mondiale.
Così c'ero anch'io, con mia moglie, in mezzo a quella che era stata definita
qualche giorno prima un'orda di delinquenti, di snob pacifisti, di "figli di
papà che osano cianciare di povertà", di fiancheggiatori di terroristi.
Abbiamo marciato felici di manifestare con una parte di mondo per l'altra
parte di mondo che non vuole il pensiero unico e il mercato che si dice
libero ma che anch'esso è a senso unico. C'è una parte di mondo che non
vuole che vengano uniformati i valori dello spreco, dell'abuso e della
distruzione dell'ambiente; non vuole il super potere delle multinazionali
americane, il super potere politico nel decidere tutto: questo è
l'antimericanismo che circola, non quello dell'idea di libertà e dei diritti
cui anche l'America è portatrice.
E' stato un bellissimo corteo pacifico per la pace.
Un cartello davanti a me sintetizzava, a mio parere, l'intera filosofia:
"Felici con poco - Felici tutti". Lo portava un uomo con un figlio piccolo
per mano. Una speranza. Chissà se la realtà di un'utopia riuscirà a
concretizzarsi. Basterebbe, a pensarci, poco. Basterebbe il piccolo
cambiamento di ognuno per cambiare il Tutto; per cambiare il molto, per
avere un altro mondo possibile.
Lungo il percorso sono avvicinato da un ragazzo che mi ha porto un sacco per
l'immondizia  con un piccolo biglietto: "questo è il Sacco di Firenze, ogni
manifestante è invitato a raccogliere i rifiuti che trova lungo il percorso,
non siamo qui a sporcare, imbrattare, distruggere". Benissimo, un altro
aspetto della civiltà che ha attraversato la manifestazione. Un bel segnale.
Un aspetto che ha caratterizzato questa manifestazione, a mio giudizio, è
stata la partecipazione dei giovani e delle ragazze, soprattutto ragazze;
sì, giovani donne che ricordavano le ragazze cantate da R. Vecchioni: Le mie
ragazze...hanno 20 anni e un basco con la stella, un lampo di inguaribile
sorriso e tenerezze dietro un muro d'ansia, ma sanno sempre dire un no
deciso...
Per me questa presenza femminile   aveva  un aspetto anche catartico e
afferma una teoria freudiana per la quale la nostra guarigione, cura del
malessere, si ottiene quando si riesce a far cessare "il rifiuto della
femminilità"; ovvero la lotta contro la passività. Questo fa vincere; questo
quando una persona è capace di sottomettersi senza sentirsi sconfitto.
Questo movimento non è certo in analisi, non è certo sul punto di
sottomettersi ma certo non si sente sconfitto, soprattutto non ha quella
"coscienza egoica fallica" che condiziona il mondo attuale. E' un movimento
che è in antinomia a quello che sostiene la Fallaci: da notare come
anagrammando Fallaci si ottenga fallica. La novità di questo movimento è che
non soggiace all'invidia del pene, non esercita una protesta virile; è la
prima volta  che una manifestazione contiene i germi di una lotta passiva e
sorridente, che sa contenere tutti i colori come la bandiera della pace.
Con questo nuovo movimento che sempre più cresce e prende campo tutti
dovranno confrontarcisi.



Giorgio Boratto
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