Il leader No global: "I
giudici di Cosenza vedono le cose al contrario
Hanno trasformato in cospirazione cose fatte alla luce
del sole"
Dal
carcere parla Caruso
"Vittime di leggi fasciste"
"Ma l'indignazione cresce...
Batteremo l'ingiustizia"
di
CLAUDIA FUSANI
ROMA - Ironico:
"Ringrazio la procura di Cosenza che mi sta dando la
possibilità di vedere i problemi del carcere
dall'interno dopo averli combattuti dall'esterno".
Combattivo: "Tenete duro ragazzi, continuiamo a
correre verso la libertà". Commosso, quando nella
sala socialità del carcere Mammagialla di Viterbo si
trova davanti don Vitaliano e Pecoraro Scanio. Il leader
no global Francesco Caruso è al quinto giorno di
detenzione per associazione sovversiva e una lista di
reati d'opinione. Ha avuto il ricambio abiti, ha imparato
a compilare la domandina che assicura quotidiani e
sigarette
"Ti
accusano per colpa di un manuale e di alcuni filmati in
cui guideresti l'assalto di Napoli. Come smonterai le
accuse?"
"Per incolpare ed arrestare me e tutti i compagni
hanno utilizzato un ferrovecchio giuridico
del regime fascista, un articolo del codice penale usato
da Mussolini per colpire gli oppositori politici.
Associazione sovversiva e cospirazione politica contro lo
Stato. In questo "contenitore" speciale poi
hanno infilato un sacco di cose assolutamente normali,
che il movimento ha fatto pubblicamente, spiegando sempre
le ragioni. Ad esempio il manuale di autodifesa legale è
uno strumento oltre che legittimo anche utile, come lo fu
per il movimento dei movimenti a Seattle ed in ogni
occasione di proteste. Secondo questa logica potrebbero
tranquillamente dire che, siccome abbiamo nominato degli
avvocati, eravamo organizzati per "scardinare
l'autorità giuridica dello Stato". Solo che
sbagliano termine nell'ordinanza. Dovrebbero scrivere
"Regime" e non "Stato".
In quanto a filmati ed immagini
devono avere uno strano videoregistratore in Procura a
Cosenza. Forse anche quello risalente al periodo
fascista. Legge le cose al contrario. A Napoli l'assalto
diventa dei manifestanti contro la polizia e forse a New
York sono le Twin Towers che sono andate contro gli
aerei. E magari siamo noi che abbiamo torturato dei
poliziotti nelle caserme. Dopo averli arrestati
naturalmente. E sono i poveri del mondo che affamano i
ricchi, il mare che inquina il petrolio, i bambini che
uccidono i marines di Bush. I Ros, i giudici di Cosenza e
tutti gli altri dovrebbero guardarsi un bel film, di
Hollywood, che noi disobbedienti citiamo spesso:
"Matrix". Ecco da dove viene il loro
videoregistratore.
"Nelle
intercettazioni risultano parole forti da parte tua.
Possono essere state fraintese?"
Parole forti? Ma forti come quelle di Borghezio che fa i
comizi con i neonazisti chiamando "merde" i
"negri"? O forti come quelle del funzionario di
polizia Aliquò che dice che contro i manifestanti di
Firenze "bisogna avere la stessa determinazione di
Putin con i sequestratori Ceceni"? Certo si vede che
per i signori inquisitori le parole "forti"
danno fastidio solo se a dirle sono coloro che non hanno
potere. Se invece le dicono i potenti, che hanno in mano
polizia, carabinieri, carceri, bombardieri, soldati,
miliardi, va tutto bene.
"No
global o New Global?"
Se New Global vuol dire non opporsi radicalmente alla
globalizzazione neoliberista, ma contrattare "un
posto a tavola", non sono d'accordo. No global
significa volere una globalizzazione dei diritti,
significa globalizzare le lotte dell'umanità di un
pianeta per la democrazia reale, significa che sappiamo
dire no quando bisogna dire no, e si quando si può dire
sì. E' come per la guerra. Senza "se" e senza
"ma" dice tutto il movimento da Firenze. Anche
se la indicesse l'Onu. I New Global devono tenerlo
presente.
"Molta
gente è scesa in piazza contro questi arresti. Cosa
significa?"
Significa che l'indignazione cresce. Che dobbiamo andare
avanti. Che l'onda di un mare non si può fermare. E che
i sogni e la speranza batteranno l'ingiustizia e
l'arroganza del potere. L'avevo già imparato in Chiapas,
dagli ultimi del mondo. Possono arrestare noi, non le
idee che corrono, si diffondono, crescono. Vitaliano dice
sempre che Neruda, in una famosa poesia, dice che
"potranno sradicare tutti i fiori, ma non potranno
fermare la primavera".
"In
piazza abbiamo visto CGIL, Girotondi, cattolici, il
Movimento è ormai un soggetto politico e
sociale?"
Lo è sempre stato. E' un "movimento dei
movimenti" e sbaglia chi pensa che la
"Politica" sia quella dei "Palazzi".
La politica è quella che si fa nel mondo reale,
confrontandosi con le contraddizioni di un paese e che
mette al centro i bisogni di coloro che stanno peggio. La
politica sono i disoccupati, i precari, gli operai di
Termini Imprese, i centri sociali, le case occupate dai
senza casa, le lotte contro la devastazione ambientale,
la disobbedienza alle leggi ingiuste come la Bossi-Fini,
lo "smontaggio" di un centro di detenzione per
migranti. E non è separata dalla società, dal sociale,
mai. Nessuno di noi è autosufficiente e soprattutto la
ricerca e la conquista di democrazia non può mai finire.
Il conflitto, la resistenza, i progetti, la vita di tutti
i giorni, questo è il movimento. Lo imparino i signori
che pensano che noi siamo solo degli
"arruffapopolo". Noi poniamo direttamente in
crisi la "Politica", la sua degenerazione e
corruzione. Diamo un nuovo senso a questa parola.
E'
fisiologica un po' di violenza nel movimento?"
In questo mondo, così violento, ingiusto, terribile, al
tempo della guerra globale permanente, è fisiologico che
chi sta male e chi non accetta i soprusi, si ribelli. Un
mondo così lo possono tenere in ostaggio, controllato,
solo con la violenza. E violenti come loro, i potenti,
non c'è nessuno. Ma noi dobbiamo ribellarci senza mai
diventare come loro, perché abbiamo un'etica e perché
la loro violenza è funzionale al mantenimento del
potere, e non può produrre niente altro. Dobbiamo
disobbedire per impedire le loro violenze, anche a costo
di rischiare sulla nostra pelle. Dobbiamo cercare le
strade, sapendo che questi signori non sono né buoni,
né democratici, né pacifici. Ma come dice sempre Luca,
che è un fratello e che sta spesso con Marcos,
"siamo un esercito di sognatori, per questo siamo
invincibili". Senza nasconderci dietro ad ipocrisie
"politichesi, dobbiamo sapere che la lotta è e
sarà dura. Ognuno la fa in forme diverse dentro
"paletti condivisi". Noi disobbediamo. E siamo
vicini a chi lotta per i propri diritti. Io sono qui
rinchiuso, ma con il cuore sarò a Termini Imprese con
gli operai, le loro famiglie e con i miei compagni
disobbedienti, sarò con loro a Cosenza alla
manifestazione di Sabato, sarò sempre con loro. Tenete
duro ragazzi e continuiamo a correre verso la libertà.
(21 novembre 2002)
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