Dante risvegliati!! Hai dimenticato...

Scienze della comunicazione – Catania

di salvatore mica

La mia città è un vero e proprio casino. Per questo la adoro. Le strade sono scassate, la delinquenza è in aumento, i quartieri pullulano di rompiscatole e poliziotti, gli assessori passano il tempo a litigare fra loro, il municipio si autofagocita sbattendosene altamente dei bisogni dei cittadini, un giorno su due c’è qualcuno che da di matto per la disperazione e la rabbia… O forse rinsavisce. Ultimamente in questo tam-tam generale l’Etna ha deciso di buttare il suo carico a coppe. D’altro canto c’è da capirlo il nostro vulcano… E’ sempre stato al centro dell’attenzione, è sempre stato lui a fare il bello ed il cattivo tempo, mandando la gente a gambe all’aria quando gli giravano di brutto, adesso nessuno lo teme più: il casino ce lo siamo fabbricati da soli; macchediavolo! Avrà il diritto di avere i suoi bravi complessi di inferiorità?!! E via con le eruzioni, i terremoti, la polvere nera e le massaie incazzatissime che devono scopare i loro balconi ogni ora…

Ma non voglio parlare di questo: "Su Catania ci sarebbe da scrivere un libro", diciamo spesso tra noi. E’ stato fatto. Lo stanno facendo, lo faranno… Su Catania c’è da scrivere per vite intere, generazioni di scrittori bravi ed idioti, belli e brutti, geniali ed incompresi sono stati formati all’ombra nera della sua meravigliosa lava spenta.

Stavolta voglio parlare di una tragedia inascoltata, un dramma piccolo piccolo, un’ingiustizia quotidiana, insignificante, burocratica…Forse mi brucia proprio per questo.

No, inutile prendersi in giro… C’è poco da fare, McLurg aveva ragione… Questo simpatico giornalista ha inventato una "scala di interesse" delle notizie. Secondo lui bisognava bilanciare l’interesse per una notizia con la lontanza (o vicinanza) di chi la sta ad ascoltare. Per farla più semplice: se crepano 100 minatori in Sicilia ed il giornale per cui lavora il giornalista in questione è siciliano, allora la notizia sarà messa in prima pagina, se invece sono morti 100 minatori gallesi si mette in terza-quarta pagina…forse… In poche parole, tanto più la notizia ci riguarda, tanto più ci interessa. Siamo animali, c’è poco da fare: badiamo alla nostra zona.

Ecco perché mi brucia tanto. Mi riguarda in pieno.

Dovrei vergognarmi: ci sono innumerevoli porcate al mondo più pesanti di questa che avrebbero necessità di spazio ed invece io parlo di questo…

Ma mi son convinto che il mare è fatto di piccole goccie. Parlarne serve a poco.

Questa è goccia mia.

L’anno scorso mi sono iscritto ad un nuovo corso di Laurea: Scienze della comunicazione, interno alla facoltà di Lettere e Filosofia a Catania.

Amo la mia facoltà. Amo le materie, i professori (alcuni), la frequentazione (per il 75% femminile) e gli sbocchi professionali, amo le pareti, i giardini, le aule, il monastero ove è situata... Quello che non amo è…come dire… Lo capirete da soli.

Il corso prometteva bene: grandi sbocchi (editoria tradizionale e multimediale, sbocchi nell’insegnamento, nella ricerca e nei campi "creativi" praticamente di ogni genere…), materie interessanti che spaziavano dalla linguistica alla psicologia, alla storia…C’è n’era per tutti i gusti! E programmi "snelli" come prevedeva il copione della riforma universitaria 3+2 (a proposito: grazie Berly! Ti vogliamo tutti bene!). Un corso di laurea siffatto difficilmente sarebbe stato snobbato dalle matricole.Difatti il nostro Cdl ha avuto un grandissimo successo nonostante le quattordici (si, avete letto bene:14) materie che si sarebbero dovute superare solo durante il primo anno di studi.

Le materie erano:

Psicologia generale

Dialettologia

Storia della lingua Italiana

Filosofia del linguaggio

Storia contemporanea

Storia della musica

Filosofia morale

Storia e critica del cinema

Sociologia della comunicazione

Linguistica

Glottologia

Informatica

Due lingue a scelta tra:

Inglese

Spagnolo

Tedesco

Francese

Difficilotto, no?

Diciamo pure impossibile. Ma forse con i programmi snelli, i corsi compatti, forse sono materie da cento pagine l’una…Avranno pensato all’incirca così le mille e cinquecento persone che hanno deciso di iscriversi in questo Cdl, l’anno scorso.

I guai veri e propri li hanno vissuti tutti fin dall’inizio delle lezioni.

Ricordo le scene: dove c’era folla c’erano notizie del nostro Cdl. Nessuno sapeva dire nulla a nessuno, migliaia di persone giravano raminghe per la facoltà, alla ricerca del nome del loro professore, il titolo del libro, l’aula giusta, gli orari...

Una volta trovata l’aula si aspettava il professore che, una volta arrivato, immancabilmente sgranava gli occhi osservando la folla, poi cercava di contarci, poi pensava mugugnando tra sé e sé ed alla fine allargava costantemente le braccia dicendo:

"La lezione è rimandata…ragazzi… Siete troppi…"

In effetti eravamo 1500, ma le aule che assegnavano alle nostre lezioni non avevano mai più di 20 posti a sedere.

Per ovviare a questa babele i "responsabili" della facoltà hanno pensato bene di spostare di BEN UN MESE l’inizio delle lezioni, con immancabile sovraffollamento di lezioni nei successivi due mesi feriali.

Al rientro nulla era cambiato: la disorganizzazione regnava sovrana, moltissime materie erano alternative ad altre in quanto gli orari si sovrapponevano costantemente, rendendo di fatto impossibile la frequenza.

E il diritto allo studio? Ce lo siamo giocati? La questione del diritto allo studio per noi studenti siciliani è parecchio importante! Più che per gli altri studenti d’Italia… Si, perché, oltre ad essere una garanzia di democrazia ed un diritto fondamentale, ottenuto con il sangue e da difendere con i denti, noi lo paghiamo anche! Noi privilegiati siciliani paghiamo una tassa di ben 60 euro circa all’anno che è simpaticamente chiamata dalla nostra regione (che riscuote e ringrazia) "diritto allo studio".

I diritti si pagano qua sotto… Per questo ci teniamo tanto!

Inutile la protesta: la Prof.ssa Alfieri stessa (l’Onnipotente) mi ha detto che non aveva il potere di cambiare le cose…

Si imponeva di fatto una cernita delle materie da seguire ed il conseguente crollo di un mito: i responsabili non avevano organizzato orari, materie, esami e programmi a puntino, di modo che tutti gli iscritti potessero agevolmente superare l’impresa che apparantemente appariva insormontabile (14 materie!). No, nessuno s’era fregato di prevedere nulla.

Benvenuto nel Sud amico bello.

Il dramma vero e proprio ha avuto inizio quando i prof. si sono degnati di fissare le date degli esami - cosa che fecero con regolare ritardo - . Tutti noi ci trovammo esami uno dietro l’altro a distanza di due giorni. Calcolando che durante i corsi era praticamente impossibile studiare a causa delle ore dedicate a prendere appunti, ad inseguire i professori, a consultare le decine di bacheche sparse in giro per la facoltà …, era chiaro a tutti che la preparazione delle materie si sarebbe svolta a ridosso degli esami. Io personalmente ho fatto due esami nello stesso giorno dopo aver ingoiato l’amara provocazione del professore a cui facevo notare l’incongruenza:

"Ma l’altro esame non è alle 15? Ecco..Il mio è alle 9! Che problema c’è?!"

Nessuna delle materie da me preparate aveva il programma "snello", come pretendeva la riforma. In particolare Sociologia della comunicazione ( materia che forniva 4 crediti) era composta da libri, dispense, libriccini per un totale di 800 pagine!

Gli esami erano quasi sempre frammentatissimi:ovvero per una materia bisognava quasi sempre fare un orale ed uno scritto o anche più scritti; evidente il tentativo dei professori di "sfoltire" gli studenti prima dell’esame finale.Una sorta di indegna corsa ad ostacoli.

Ci avevano detto che seguire i seminari era "cosa buona e giusta" e che ci avrebbe dato credito.

Nulla di più falso, spesso nessuno chiedeva le firme, altre volte spuntavano foglietti da ogni dove in giorni successivi alla conferenza, firmati ovviamente da chiunque. Dopo aver assistito a 3 seminari ho deciso di farmi registrare il credito: i professori che avevano organizzato la conferenza mi hanno mandato dalla Prof.ssa Alfieri che, ovviamente, nessuno trovava MAI. Ho desistito quando ho saputo da altri colleghi che non registravano crediti per i seminari, perché avevano ancora da registrare tutte le firme…

In seguito, da voci di corridoio si è appreso che i crediti derivanti dai seminari potevano essere riscossi solo se si fosse presentata a suo tempo una relazione sui seminari in questione. A chi? Dove? Quando? Perché? E soprattutto, come cavolo faccio a scrivere una relazione a giugno su un seminario ascoltato ad ottobre? Mistero della fede…

Ho avuto il libretto a LUGLIO.

Nel secondo semestre la stessa musica si è ripetuta. Disorganizzazione a gogò e non conto neanche più i danni economici, oltre che fisici e morali, che mi hanno causato i noiosissimi andirivieni dalla facoltà alle copisterie, al cinema ABC (dove si tenevano alcune lezioni), alle buche che ci tiravano i professori, gli assistenti, i bidelli e personale amministrativo inidentificato.

Nessuno di noi ha MAI potuto utilizzare il laboratorio linguistico o l’aula computer: per scrivere una tesina io ed un mio collega abbiamo dovuto sborsare di tasca nostra più di 50.000 delle vecchie lire. Una sola volta ci hanno fatto entrare, per poi cacciarci (con poco garbo e nessun rispetto), all’arrivo degli studenti di lingue.

Le materie che ho dato a febbraio sono state registrate nel mio libretto su per giù a giugno.

Dopo aver perso peso, sangue, sudore e capelli sulle materie di giugno e luglio mi sono dato una pausa.

Per passare al secondo anno ad Agosto avremmo dovuto avere 30 crediti, ogni materia dava 4 crediti.Era un limite praticamente impossibile da superare: a prescidendere dal nostro sincero impegno, saremmo stati in ogni caso tutti ripetenti.

"Forse l’Università è così", pensavo fra me e me.

Tacevo (tacevamo) per "amore della pace"; pochissimi hanno cercato di ribellarsi al trattamento bestiale che ci veniva riservato dall’Onnipotente e dai suoi lacchè.

All’inizio di quest’anno è arrivata la goccia che ha rotto il vaso. Era traboccato da tempo, ma lo tenevo ancora integro. Adesso me l’hanno proprio rotto.

Il 5 di Settembre, mi sono recato a Catania per avere informazioni sull’iscrizione al secondo anno.

Alla segreteria di facoltà ho dovuto aspettare, come sempre, un giorno intero, perché ancora nessuno si decide ad assumere nuovo personale o a sveltire le pratiche.

Una volta arrivato il mio turno, la doccia fredda:

"Le materie sono cambiate, alcune materie che hai dato sono al terzo anno, altre al secondo, altre sono state completamente cancellate; ora non ci sono 14 esami al primo anno ma 9, per passare al secondo anno non si dovrebbero più avere 30 crediti entro Agosto, ma solo 24 entro Ottobre e - dulcis in fundo- PER OGNI ESAME CHE HAI FATTO DOVRAI SOSTENERE UN ESAME INTEGRATIVO"

Cosa vuol dire? Forse risulterò prolisso ma è bene far capire a chi "non ci sta dentro" cosa voglia dire tutto questo.

Io ed il mio collega Peppe siamo entrati nel panico più totale. Cercavamo di capir qualcosa basandoci sul vecchio piano di studi, il nuovo, ed il foglietto che in due pagine spiegava tutto questo stravolgimento.

"Filosofia morale? L’abbiamo data ma non c’è più!" tuonava Peppe

"No, no, no! E’ al terzo anno…Ha gli stessi crediti…"

"E ci vale…?"

"Boh…"

"Glottologia è scomparsa…"

"Storia della lingua Italiana adesso è alternativa a dialettologia…"

"Ma noi avevamo comprato tutti i libri…Avevamo frequentato e studiato anche qualcosa! Adesso…abbiamo dato dialettologia quindi dovremo integrare per forza questa…O no?"

"Che ne so…forse…"

"Storia è passata da 4 crediti ad 8!! E ora? Cambierà tutta la materia! Dire che noi ce l’avevamo pronta da dare…"

"L’abbiamo pure frequentata…Tempo perso…Dovremo rifrequentarla"

"Ma magari ne dobbiamo seguire solo una parte…Dovremmo chiedere al professore Lupo"

"Si…come no…" dissi, ridendo a crepapelle.

Per inciso: il prof. Lupo non si trova MAI nella sua stanza: ha regolari orari di ricevimento che regolarmente ignora. Nessuno è mai riuscito a trovarlo al di fuori dell’orario delle sue lezioni.

"Ma poi se avessimo saputo che le materie erano nove sicuramente avremmo cercato di darne qualcuna in più…"

"Se ci avessero detto che bastava avere 24 crediti entro Ottobre e non 30 entro Agosto ce l’avremmo sicuramente fatta…se… Ma proprio ora ce lo dovevano dire?? Ce lo dicevano a Luglio a quest’ora ci saremmo dati un fottio di materie!! E invece no! Come sempre: ultimo giorno, ultima ora, ultimo minuto!! "

Tutto questo casino inimmaginabile moltiplicato per 1500 persone.

Si tratta di rispetto. E di dignità. Né più né meno.

Si dovrebbe pensare a quei ragazzi che hanno seguito le lezioni, comprato i libri, sottolineato, studiato, ripetuto, imparato a memoria delle frasi che non riuscivano a capire…come delle persone e non dei numeretti da rimandare o ammettere.

Quanti di questi ragazzi per un motivo o per un altro saranno obbligati a rifare TUTTO? Chi per un ritardo, chi per aver rinviato, chi per essersi trovato due esami nello stesso giorno, chi per studiare meglio la materia…Tutto lavoro buttato. Da rifare.

Vogliamo parlare della STREPITOSA idea dei crediti?

Le materie su cui ho sputanto sangue per ottenere quattro striminziti e pulciosi crediti adesso si sono "dopate" e regalano otto crediti! Forse si sono accorti che i programmi tanto "snelli" non erano. La beffa è che adesso pretendono che io assieme a migliaia di altri colleghi facciamo "qualcos’altro"per meritare il voto che abbiamo già ottenuto!

NOI abbiamo sputanto sangue, NOI siamo vittime del loro menefreghismo e disorganizzazione e adesso hanno deciso che NOI dobbiamo pagare il conto, ancora una volta; loro sbagliano e NOI subiamo, NOI dobbiamo "aggiornare" le nostre conoscenze.

A mio avviso è assolutamente rivoltante l’idea (introdotta recentemente con successo sia nelle scuole che nelle università) che gli istituti di istruzione siano un’azienda e che le conoscenze sono oggetto di aggiornamento e scadenza. Come se conoscere Kant andasse bene in un certo modo nel ’98 ma non nel ’02! Kant non è mica uno yogurt! Non "scade"! E’ sempre quello. Mica cambia, come le versioni di Windows!

Ma qui si tratta di altro ancora, l’operazione è senza alcun dubbio più forzata e subdola: le nostre conoscenze sono da rinnovarsi non perché siano incorse in un precoce processo di decadimento, le nostre conoscenze vanno "ufficialmente" cambiate, semplicemente perché così fa comodo alla loro burocrazia, alla loro inefficienza, al loro menefreghismo.

Sostanzialemente hanno fatto ripetere un anno a tutti gli studenti.

"Oltre al danno la beffa" in italiano

"Cunnutu e vastuniatu" diremo noi in catanese.

Tutto questo è già abbastanza scandaloso. Fa venire la nausea se si pensa a quante persone ha coinvolto il lassismo dei responsabili della facoltà. Ma non è ancora finita.

Ho appreso queste notizie solo perché sono andato a perdere una giornata alla segreteria degli studenti. Altrimenti non avrei mai saputo niente.

In Internet non c’era nulla fino al 6 settembre, in facoltà vigeva il silenzio più assoluto, nessuno sapeva o diceva nulla.

Sottovoce, grazie al passaparola, si seppe che forse, non si sapeva bene né dove né quando, l’Onnipotente Alfieri si sarebbe incontrata con la massa degli studenti per spiegare loro come stavano le cose. Giorno 10 Settembre.

Chiesi conferma. Entrai nella stanza dell’Onnipotente e la vidi! Un’epifania! Attorniata da una decina di donne ed - ovviamente- da un’alone di potere quasi mistico, chiesi timidamente se l’incontro del 10 fosse solo una voce o meno. L’Onnipotente trasalì:

"Chi ha messo in giro quest’onirica voce?! Io non ho mai parlato di un incontro con gli studenti!"

Era stizzita. L’idea di un incontro diretto con gli studenti forse l’aveva sconvolta.

Strano che una cosa così importante non sia stata sbandierata ai quattro venti: cambia radicalmente la VITA di due-tre mila persone, penso che valga qualche pezzo di carta affisso ad una bacheca, no?

Non valeva neanche un incontro "diretto" con gli studenti?

Nel frattempo io commisi l’errore di affidarmi ad Internet. "Forse - pensavo ingenuamente - qualcuno s’è preso la briga di aggiornare i siti correlati alla mia facoltà…

In effetti in Internet trovai molte novità: secondo il sito d’orientamento degli studenti (www.unict.it/cof <http://www.unict.it/cof> ;andate a controllare, non dico boiate) non vi erano attivi solo due curricula, ma ben QUATTRO. Son saltato dalla sedia! Dovevo scegliere entro pochi giorni tra quattro curricula praticamente sconosciuti! Si perché in Internet si nominavano i quattro curricula ma non si fornivano le materie di ognuno di questi.

Riassumendo la noiosissima pappardella presente nel sito, si legge:

"Sbocchi professionali

Per l’ambito della comunicazione multimediale si privilegiano le aree tradizionali del giornalismo e dei mass media, oltreché alcune aree più specifiche della professione editoriale: a) produzione del libro tradizionale; b) produzione di libri elettronici; c) produzione di testi per redazioni di periodici e di agenzie di comunicazione, e di testi destinati agli ambienti della comunicazione di massa (radio, televisione, giornali).

Per l’ambito della comunicazione istituzionale e pubblica, oltre ai settori dell’amministrazione pubblica e dell’impresa, si guarderà con specifico interesse al settore dei beni culturali". In quest’ultimo si vuole puntare a figure professionali atte alla valorizzazione e all’utilizzazione socio-economica (aspetti organizzativi ed economici del turismo), dei beni materiali (giacimenti archivistici e bibliografici, raccolte museali, tradizioni musicali) e di altri beni "immateriali" come le tradizioni etnologiche nelle loro molteplici manifestazioni), mettendo a frutto le capacità comunicative e progettuali.

Curricula previsti:

1) Comunicazione multimediale;

2) Editing;

3) Comunicazione istituzionale;

4) Comunicazione dei beni culturali."

Fino a qualche giorno prima esisteva solo Editing e Comunicazione dei beni culturali.

Tornai a Catania per informarmi e seppi che questi curricula erano stati "pensati" due anni fa, ma mai attivati! Il sito dell’orientamento universitario era fermo al mondo dell’iperuranio di due anni or sono, dando così una mano a chiarire la situazione generale.

Leggendo questo rendiconto uno studente settentrionale si confonderà…Posso capirlo! Pensate a noi che abbiamo vissuto immersi in questo bordello!

Ma non è finita qui…

Ho pensato (che dite, sarò stato un po’ malvagio?) che vi fosse una chiara volontà da parte dei "responsabili" del mio cdl, di NON far conoscere i cambiamenti in atto alla massa degli studenti se non quando sarebbe stato oramai troppo tardi per rendersi conto, organizzarsi e protestare.

DIVIDI ET IMPERA. Non hanno inventando nulla di nuovo.

Anche pensavo ancora "l’Università è così"; decisi, e con me molti altri, di non stare più zitto e buono. Cercai di far conoscere a quanta più gente possibile i maltrattamenti che l’amministrazione della nostra facoltà ha riservato ai suoi studenti.

Per questo ho parlato con un giornale di facoltà (L’erroneo) e ho preso contatti con giornalisti del "Giornale di Sicilia" e della "Sicilia".

Una doccia fredda: Il Giornale di Sicilia si è completamente disinteressato, La Sicilia invece mi ha dato piena disponibilità a pubblicare una "lettera aperta" firmata da un gruppo di studenti, ma… no, niente giornalisti, niente inviati, niente inchieste, niente interesse su quest’argomento. Probabilmente la redazione de "La Sicilia" preferisce scrivere un titolone altisonante dedicato ai fasti delle nuove facoltà catanesi, fare panegirici agli insegnanti ed ai meravigliosi top manager dell’Università di Catania, piuttosto che dare voce a chi paga il conto di questa marea di puttanate che girano indisturbate sui "nuovi Cdl".

Disilluso mi misi a studiare follemente una materia per ottenere i crediti necessari per iscrivermi al secondo anno. Stile classico: impara-impara-impara-vomita il giorno dell’esame-scorda tutto dopo. Non importa se la materia fa schifo o meno, se ti intriga, ti affascina, vorresti approfondire, ti piacerebbe leggere altre interpretazioni delle stesse conoscenze…Niente di tutto questo. Sei reputato la controparte intellettuale del lavoratore McDonalds: devi lavorare, in fretta e bene, non facendo nulla di più e nulla di meno di quanto "loro" hanno stabilito tu debba fare.

Riuscii a darmi questa materia: Inglese. Mi iscrissi al secondo anno e ascoltando nuovamente le voci di corridoio (unica fonte informativa ufficiale della facoltà) seppi che era stato programmato un incontro con l’Onnipotente.

"No! Un incontro con gli studenti?! L’Onnipotente?! NON E’ POSSIBILE! Saremo accecati dalla sua luce! Assorbiti dalla sua consapevolezza! Fusi nella sua conoscenza! No…non è possibile…Sarà una pia speranza di qualche sfigata matricola, trasformata dal passaparola in una notizia da diffondere…L’Onnipotente NON PUO’ abbassarsi a tanto!"

E invece le cose stavano proprio così: l’Onnipotente ci avrebbe parlato.

Non vi dico le risate quel giorno.

Erano già cominciate le lezioni del secondo anno. Ovviamente non c’erano abbastanza posti e come sempre eravamo (e siamo) ammassati come bestie, chi in piedi, chi per terra, i fortunati che stavano seduti nei banchi erano pochi e molti di noi sfigati ipotizzarono che fossero stati raccomandati dal Papa. O avessero passato la notte nascosti in facoltà per tenere il posto. Ci sarebbe stato da protestare, ma a questo punto sembra quasi ridicolo pensarlo.

Andai a sentire l’Onnipotente; una volta abituato al bagliore emanato dalla sua forma fenomenica, presi posto ed ascoltai.

Gli interventi da parte degli studenti erano proibiti. Non era un dibattito era un monologo.

L’Onnipotente era circondata dalle solite lacchè-protettrici-arcangeli-laureande, che le guardavano le spalle e la cui unica occupazione era far si che nessuno si avvicinasse a porre quesiti o a disturbare con vane obiezioni l’esposizione delle cristalline verità dell’Onnipotente.

Stare in piedi era proibito. Parlottare era proibito, alzare la mano per chiedere la parola era proibito.

L’unico modo per interagire era porre le proprie domande e/o proteste a 2 ragazze che prendevano appunti e che avrebbero in seguito presentato le domande alle lacchè dell’Onnipotente.

Posi cinque domande, tre delle quali non vennero scritte dalla ragazza, perché ritenute ininfluenti, delle altre due, una venne eliminata presumibilmente dalla lacchè che esaminò le mie richieste ed infine, dopo aver ascoltato un’ora di mega-puttanate sull’istuzione del nostro meraviglioso ed organizzatissimo Cdl, l’Onnipotente pronunciò la mia domanda e la conseguente risposta. Non aveva capito il senso della domanda, diede una conseguente risposta senza senso.

Cercai di avvicinarmi, ma le lacchè mi bloccarono alzando sincronicamente le sopracciglia allarmate.

Andai via.

Dante…Ti parlo col cuore in mano. Ma come cavolo hai fatto a scordarti del nostro amato Cdl nella tua Commedia?! So che allora non c’era ma…Datti da fare bello! L’hai scritta un bel po’ di tempo fa! Non ti hanno detto che le conoscenze vanno aggiornate? Se non ci pensi in tempo i tuoi scritti scadranno. Tipo brioscine…Non ti rammaricare, le cose stanno così in Italia. Rimboccati le maniche e scrivi un Revival della Commedia e per piacere stavolta non dimenticarti del girone più importante:

Cdl in Scienze della comunicazione - Facoltà di lettere e Filosofia - Catania.

09/11/2002