Gianni Zampieri zampieri.gg@libero.it
CARO ADRIANO SOFRI
Ho sottoscritto forse più di un appello per reclamare la
giustizia che ti è stata
negata ed ero al Palavobis qualche anno fa, assieme a
migliaia di amici, per
lo stesso motivo.
Lo rifarei e lo rifarò se sarà necessario od opportuno,
come faccio tutto
quello che posso per tutti coloro che sono condannati
ingiustamente: non
per niente da quasi vent'anni sono anche socio di Amnesty
International.
Più recentemente ero allo stesso Palavobis, ancora con
migliaia di amici,
molti dei quali gli stessi dell'altra volta, per
protestare assieme a Gino Strada
e Alex Zanotelli contro l'ennesima guerra scellerata.
Ecco il termine: scellerato.
Lo usai molti anni fa, quando mi riferirono e poi mi
fecero leggere quelle tue
scellerate parole pubblicate su Lotta Continua.
Dissi subito che, al di là del
merito che nemmeno condividevo, quelle parole erano
scellerate perché
porgevano agli avversari, fascisti di destra e di
sinistra, un fianco fin troppo
facilmente vulnerabile: anche senza cercare un killer,
sarebbe bastata
l'azione di un qualsiasi fuori di testa. Così (o
cosà ?) è stato, ed ora tu stai
pagando un prezzo ingiusto ed esorbitante per quella
scelleratezza.
Oggi non riesco a capire come, da persona intelligente e
onesta quale io ti
reputo, non capisci quanto siano ancor più scellerate le
tue parole contro
Gino Strada ed a favore della guerra.
Possibile che non ti rendi conto che le giustificazioni
che dai per la guerra,
equivocando tra questa ed un uso responsabile della
forza, non sono altro
che una scellerata riedizione delle giustificazioni
("politiche" naturalmente)
che davi all'eventuale esecuzione del commissario
Calabresi. Con
l'aggravante che le scellerate parole di allora mettevano
a rischio la vita di
una persona precisamente individuata come obbiettivo,
mentre oggi le tue
scelleratissime parole giustificano l'esecuzione
nient'affatto casuale, perché
prevedibile e prevista, di migliaia di innocenti civili,
bambini donne uomini e
vecchi, senza distinzione: un massacro terrorista
legalizzato !
E proprio tu, ti metti dalla parte di quel potere che
combattevi e di cui sei
tutt'ora illustre vittima.
Per chiarire, sulla differenza tra un uso responsabile
della forza e la guerra
come noi tutti la conosciamo, basta pensare all'esempio
emblematico del
folle terrorista che sequestra una classe di bambini o
dirotta un aereo: forse
che non si cerca il modo di intervenire senza mettere in
grave pericolo la
vita dei bambini o dei viaggiatori? Forse che si bombarda
la scuola o si
abbatte l'aereo? Forse che non si cerca di venire a
patti, anche accettando
costi economici elevati ed il rischio che il folle la
faccia franca?
Nel caso poi delle guerre attuali, tragica beffa, il
diavolo Saddam è vivo e
vegeto, BinLaden sembra proprio che non sia morto e
Milosevic sta dando
lezioni di diritto processuale ad un tribunale
internazionale.
"Ma mi faccia il piacere ..." direbbe il grande
Totò.
Mi stupisce ancor più la tua posizione, perché ti
conosco per un intellettuale
molto preparato. Tito Livio pare abbia lasciato scritto
che "le guerre non
sono mai fatte nell'interesse del popolo" e che
"il popolo non ha mai tratto
reali benefici dalle guerre": duemila anni fa. Dopo
di lui, lo stesso concetto
sembra sia stato espresso da una quantità di personaggi
della cultura e
della storia, ma evidentemente cultura e storia non sono
brave maestre,
nemmeno (o soprattutto) per i dotti.
Io sono un semplice cittadino, padre di famiglia,
pensionato e ragioniere, ma
credo di essere e voglio essere cittadino del mondo. Per
questo sono e sarò
contro tutte le guerre, a costo della vita.
Credo che l'unica possibilità reale di fermare o meglio
di impedire e bandire
per sempre questa autentica barbarie, sia che lo esiga un
grande numero di
cittadini. Anche questo è stato detto e ridetto,
da Einstein a Capitini, da Don
Sturzo a Martin Luther King, da Staffan De Mistura a Moni
Ovadia o a
Tiziano Terzani, solo per fare qualche nome di ieri e di
oggi.
Per questo da qualche tempo stiamo proponendo un PATTO
TRA I
CITTADINI DEL MONDO, ora anche con un sito:
www.deicittadinidelmondo.it
Ti auguro "buone" riflessioni e spero proprio
di riconoscerti, fratello.
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