Firenze: corteo pacifista del

9 novembre 2002



Nonostante tutte le difficoltà e le problematiche sollevate il corteo
pacifista ha sfilato per le vie di Firenze. In discussione la sicurezza
pubblica per il coinvolgimento di troppe presenze previste, visti i
dubbi sollevati dalla scelta di autoregolamentazione non sempre bene
riuscita, e la garanzia di salvaguardia dei monumenti di una città
storica e turistica, comunque un bene comune. Un fiume di persone, un
misto tra protesta, festa popolare, grande passeggiata collettiva.
Striscioni, bandiere e manifesti di gruppi giovanili, di gruppi di ogni
genere aggregati, di ogni sorta di sindacato, messaggi e appelli di
tutti i tipi, diritti reclamati dovunque tra megafoni urlanti, visi
dipinti e musica ballata.
Questa volta non sono mancati i fiorentini, affacciati ai davanzali
sopra le bandiere di pace, sui balconi, con portoni di casa aperti.
C'era chi somministrava continuamente bicchieri di tè caldo dalla
finestra di casa. C'era chi aveva formato raggruppamenti ai margini del
corteo, gruppi nati per altri motivi locali, al urlare in sincronia con
suoneria e cartelloni di compartecipazione. Questa volta si respirava
un'aria completamente diversa da quella di Genova, non si odorava la
paura trasmessa dai fatti tragici che accadevano troppo vicini, ma
un'allegra distensione che dovrebbe avere tranquillizzato gli animi
degli scettici che hanno guardato con sospetto fino dall'inizio questa
iniziativa.
Può essere l'effetto dell'inserimento evidente di chi da anni ha saputo
gestire le piazze con un servizio d'ordine attento e preciso presente
lungo tutto il percorso? Può essere l'effetto dovuto alle forze armate
distribuite in modo corretto ai punti di convergenza delle strade
laterali non in schieramento d'attacco? O cos'altro .......? Sicuramente si
sono vissuti gli effetti di una chiara volontà di rispetto
generalizzato condiviso finalmente da tutte la parti in campo. Lascerei
le polemiche sulla scarsità di significato dei contenuti volutamente
tenuti in secondo piano, perché era bello vivere con pienezza momenti
simili che hanno coinvolto troppe persone per continuare ad affermare
che non contano niente. Ognuno di noi deve comunque contribuire a
mettere insieme i tasselli operativi che potranno permettere in parlare
di tutti i problemi sociali ed ambientali, di valori da contrapporre al
liberismo ed alle privatizzazioni sfrenate, in termini di umanità
collettiva.


Ciao Angela Donati -

"Alberi non antenne" Bologna