"Il commento
di Information Guerrilla agli arresti di ieri
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La sovversione dell'ordine economico
di Domenico De Simone - Information Guerrilla
16/11/01 - Da quello che si legge sulla stampa, l'accusa
nei confronti degli
arrestati di questi giorni consiste nella
"cospirazione mediante
associazione al fine di turbare l'esercizio delle
funzioni di governo,
effettuare propaganda sovversiva e sovvertire
violentemente l'ordinamento
economico costituito nello Stato". Si tratta dei
famigerati artt. 270 e 270
bis del codice penale, che fanno di un'opinione un reato
e pure
particolarmente grave, visto che la pena massima è di
dodici per i promotori
e di tre anni per chi partecipa. Per la verità,
l'articolo 270, parla
esplicitamente di attività volte a stabilire la
dittatura di una classe
sociale sulle altre, e fu redatto in questa forma guarda
caso durante il
fascismo, per colpire i comunisti. Ovviamente gli
eventuali atti violenti
commessi a tal fine sono puniti a parte, poiché quello
che disciplina
l'articolo in questione è la costituzione
dell'associazione e la propaganda
di idee atte alla sovversione dell'ordinamento economico
e politico del
paese. Quindi non è necessario commettere atti di
violenza per essere
puniti.
E' sufficiente la propaganda del sovvertimento dello
Stato, che
nell'ordinanza del GIP calabrese, si risolve nella
sovversione
dell'ordinamento economico per incorrere nel reato.
Questa è una novità
assoluta. Nelle inchieste che hanno preceduta questa,
parimenti fondate
sugli articoli 270 e 270 bis, il riferimento era sempre
alla sovversione
violenta dello Stato e delle istituzioni democratiche.
Qui invece, si
rispolvera dai polverosi archivi della storia, la
sovversione economica. In
che consiste questa sovversione e la relativa propaganda?
In teoria dovrebbe
trattarsi di una attività non solo accompagnata, ma che
si fonda sulla
violenza. La lotta di classe di comunista memoria, e la
dittatura del
proletariato, si fondavano, appunto, su un rovesciamento
violento delle
classi dominanti che sarebbe stato operato dal
proletariato durante la
rivoluzione comunista. Di qui il testo della norma nel
codice Rocco,
promulgato nel lontano 1930 e rimasto invariato fino ad
ora, nonostante i
numerosissimi tentativi di abrogarlo dall'ordinamento
giuridico perché
appunto reato di opinione. Per chi vede la storia mossa
dalla lotta tra le
classi sociali, questa norma è la condanna al silenzio.
Qualsiasi argomento
si traduce di fatto in propaganda sovversiva. Ma adesso
qui non è tanto in
questione l'ordinamento giuridico o quello democratico,
bensì l'ordinamento
economico.
Che cosa sia l'ordinamento economico di questa
repubblica, è un mistero. Oh,
certo, ci sono le norme costituzionali nel titolo terzo,
quello che
disciplina i rapporti economici. Si stabilisce il diritto
al lavoro, ad una
retribuzione economica sufficiente, alla dignità del
lavoratore, la libertà
delle attività sindacali, la tutela della proprietà
privata e
dell'iniziativa economica, nei limiti fissati dalla legge
soprattutto per le
produzioni di interesse nazionale e per l'agricoltura, i
diritti delle donne
lavoratrici, il diritto all'assistenza sociale per tutti.
Questi sono i
principi fondamentali del nostro ordinamento in materia
di economia, ma essi
non costituiscono un ordinamento economico, nel senso che
giuridicamente per
ordinamento si intende un complesso di norme atto a
disciplinare
dirigisticamente e organicamente una serie di attività
il che, al contrario
è escluso, poiché l'iniziativa economica è libera. Se
pure potessimo
definirlo tale, non credo che a nessuno di noi, oggi,
venga in mente di
intraprendere iniziative contro i diritti al lavoro, ad
una retribuzione
sufficiente, alla previdenza sociale, all'iniziativa
economica privata.
Semmai è vero il contrario. Il movimento, come il
sindacato, lotta per la
realizzazione di questi diritti che nella società civile
restano spesso
sulla carta. Lo sfruttamento, la disoccupazione, le
disparità economiche, la
mancanza di retribuzione sufficiente sono diffusissime in
questo paese.
Forse il Gip di Cosenza le attribuisce al movimento, ma
credo che abbia
sbagliato il destinatario delle sue indagini. Dovrebbe
rivolgersi a
finanzieri e speculatori, governanti e burocrati, che con
le loro azioni ed
omissioni e certamente in concerto tra loro, ci hanno
condotto in questa
situazione di crescente miseria economica, in cui la
violazione delle norme
costituzionali che ho elencato sopra, sono all'ordine del
giorno.
Un'attività a tempo pieno, retribuita con il salario da
fame dei LSU (meno
di 500 euro al mese) non viola forse, l'articolo 36 della
Costituzione (Il
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata
alla quantità e
qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad
assicurare a sé e alla
famiglia un'esistenza libera e dignitosa)? E i
licenziamenti alla Fiat non
violano forse l'articolo 35 della stessa Costituzione?
Chi è più sovversivo
tra chi vuole affermare e realizzare diritti e chi li
conculca? Mi viene il
dubbio che il problema non sia la Costituzione. Perché
altrimenti vedremmo
in galera ben altre facce che non un po' di ragazzi
napoletani e calabresi.
Che so, qualche presidente di banche che strangolano con
l'usura e la truffa
l'economia, qualche finanziere che chiude gli
stabilimenti delle aziende che
comprano fregandosene della gente che con quel lavoro ci
campa, e pure
qualche governante che sfrutta il lavoro dei disgraziati
che gli capitano
tra le grinfie costringendoli al lavoro in nero e turni
massacranti per
avere il necessario per vivere, o qualche altro
governante che usa i
peggiori e truffaldini trucchi contabili per mascherare
una realtà
finanziaria disastrosa. O che ne dite di quelle
finanziarie che raccolgono
risparmio e lo bruciano in speculazioni fregandosene
della tutela del
risparmio garantita dalla Costituzione? E allora, quale
delitto contro
l'economia hanno commesso questi giovanotti e signorine
no-global? Il
movimento lotta contro questa globalizzazione economica
delle multinazionali
e del potere finanziario ed è questo il problema. Vanno
criminalizzati
perché c'è il rischio che questa crisi, e le prossime
che verranno, sempre
più dure e sempre più profonde, possano convincere la
gente che il teatrino
mediatico che regola la loro vita fa schifo. E che magari
c'è pure
un'alternativa al liberismo selvaggio, un'alternativa
diversa dal liberismo
buonista, o dal liberismo guerrafondaio, oppure dal
liberismo in
doppiopetto. All'indomani di Firenze il rischio era che
operai siciliani e
studenti piemontesi, disoccupati napoletani e
cassintegrati del Lazio,
scoprissero di avere tutti qualche cosa in comune, un
nemico comune, una
lotta comune. E' già accaduto una volta nella storia del
secondo dopoguerra
ed allora i governi d'Europa tremarono. Questa volta la
comunicazione è
moltiplicata da internet e le distanze sono infinitamente
minori. Ma il
problema maggiore sarebbe se questi signori trovassero un
contatto con
argentini, venezuelani, indiani, coreani, tailandesi,
africani che hanno già
assaggiato sulla loro pelle le delizie dell'ordine
economico globalizzato.
Che non sarà tanto costituzionale ma è quello che
conta, perché paga. E
allora, in galera! E soprattutto via i pc, le email e i
siti.
Ecchissenefrega se il 270 bis è un reato di opinione e
che, se si applicasse
sul serio, mezza Italia dovrebbe andare in galera, ivi
compreso il Papa,
Antonio Ricci, Santoro, e i diesse. Quelli fanno folclore
e spettacolo, e
finché hanno audience che restino pure. Ma il movimento
no, è troppo
pericoloso, perché poi, si fa sul serio a riformare
questo sistema mortifero
di sfruttamento integrale.
Siamo tutti sovversivi?
P.S.. la sinistra giustizialista è servita. Adesso
dovrà o difendere i
giudici che hanno proceduto contro i no-global con un
bell'esercizio di
ipocrisia, come gli chiede a gran voce la destra che gli
ha già presentato
il conto, oppure prendere atto che la giustizia è un
fatto di potere e basta
e che difendere a tutti i costi le procure della
repubblica quando attaccano
gli avversari politici è stupido e suicida"
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