SCHEDA / Il testo del discorso di Nani
Moretti
in piazza San Giovanni
"Ora
che ci siamo ritrovati
non perdiamoci di vista"
ROMA - "Ora che ci siamo
ritrovati rimaniamo in contatto. Non perdiamoci di
vista". Così ha scelto di cominciare il suo lungo
discorso dal palco di piazza San Giovanni Nanni Moretti.
"Noi cittadini possiamo fare politica e possiamo
farla con piacere ognuno con le proprie idee ma rimanendo
uniti". Poi sottolinea la continuità della
manifestazione di oggi con il girotondo del 31 luglio
difronte a Palazzo Madama e un collegamento nato in quei
giorni e cresciuto in questi mesi con la classe politica
di centrosinistra. Ma aggiunge: "Continueremo a
delegare ai partiti, ma non sarà più sempre una delega
in bianco".
Moretti attacca poi il centro-destra. "Berlusconi
non è contro la democrazia -dice- Ne è estraneo. Gli fa
perdere troppo tempo...". E Fini: "l'ho
sottovalutato politicamente, perchè l'avevo
sopravvalutato moralmente", pensando che si sarebbe
opposto in qualche modo a Berlusconi. "Perchè l'ho
fatto? Perchè altrimenti, se Berlusconi fosse diventato
presidente della Repubblica, e speriamo che non sarà
così, mi sarei vergognato di non aver fatto
niente".
"Noi che oggi siamo qui -scandisce Moretti- il 31
luglio eravamo davanti al Senato e questa manifestazione
nasce da quelle ore in cui sembrava che il ddl Cirami
fosse diventato la cosa più importante in Italia.
Senatori e senatrici dell'opposizione e rappresentanti
dei movimenti si sono alternati sul palco. In quei giorni
finalmente loro stavano facendo un'opposizione seria e
noi davamo loro coraggio per le battaglie future. Non
c'è stato nessuna assedio. Noi eravamo lì a difendere
le istituzioni che in quei giorni la maggioranza stava
umiliando dentro il palazzo. E nè c'è stato un assedio
selvaggio".
Moretti ricorda poi una serie di accuse rivolte al
movimento in questi mesi: "Ci hanno detto che siamo
estremisti e lo siamo perchè dimostriamo la nostra
intransigenza nei confronti dei principi fondamentali
della democrazia. Ci hanno detto che siamo moderati ma
non passivi perchè non ci abituiamo, perchè ci piace la
Costituzione. E in quanto moderati siamo stati prima
perplessi poi esterrefatti poi decisamente 'incazzati'
per quello che sta succedendo in Italia".
Il regista di 'Caro diario' ricorda poi
come sono cambiate le sue convinzioni dal maggio del 2001
a oggi: "Dopo le ultime elezioni - ha detto - mi ero
rassegnato a cinque anni di terribile e tranquillo e
terribile governo di centro-destra anche perchè pensavo
che fossero diventati meno peggio, che fossero più
politici e più democratici".
"Mi ero rassegnato, invece - prosegue Moretti - si
sono dimostrati più arroganti e incapaci del previsto.
Più sfacciati nell'osservare gli interessi di Berlusconi
e dei suoi amici. Ma la Costituzione è ancora una
miniera preziosa da cui attingere risorse per la
convivenza democratica".
E il regista attacca Berlusconi sul 'contratto con gli
italiani' firmato da Bruno Vespa. "In quel contratto
- dice - non c'era la legge sul rientro illecito dei
capitali, non quella sul falso in bilancio, non quella
sulle rogatorie internazionali. Sono convinto che molti
italiani hanno votato Berlusconi inseguendo un sogno e si
sono risvegliati dentro un incubo. La cupezza è la nota
dominante di questo governo. Noi invece siamo la forza
della tranquillità, noi vogliamo difendere le
istituzioni democratiche".
Poi, tocca a Fini. "Nella mia ingenuità un pò
beota - dice Moretti - pensavo che Gianfranco Fini
potesse diventare autonomo, che avesse il senso dello
Stato, che prima o poi dicesse che Berlusconi sul
conflitto di interessi aveva torto. Ma non avevo capito
che, con cinismo, Fini stava usando politicamente
Berlusconi per avere pezzettini di potere. L'ho
sottovalutato politicamente perchè l'avevo
sopravvalutato moralmente. Ma adesso gli domando, valeva
la pena sacrificare i tanti sforzi fatti per diventare
democratico e poi finire ad essere uno dei tanti e
nemmeno l'unico signorsì di Berlusconi? Ma ne valeva la
pena?".
L'attacco di Moretti si rivolge poi a Rocco Buttiglione.
"Fini e Buttiglione, avete usato Berlusconi e il suo
potere. Ora che avete qualche pezzetto di governo potete
permettervi il lusso della sincerità. Ma davvero pensate
che ci sia una magistratura cattiva?"
Moretti replica poi alle critiche che Berlusconi ha
rivolto al movimento dei girotondi. "Come si fa a
dire che è disdicevole andare in piazza a manifestare,
ma come parla Berlusconi? E poi ride, e più è insicuro
e più ride, ma cosa ride che non c'è niente da ridere.
Quanto alla nostra manifestazione, è bellissima,
allegra, ma non dobbiamo parlare solo di giustizia. La
legge è uguale per tutti è lo slogan, ma anche prima
del ddl Cirami a ben guardare la legge non era proprio
uguale per tutti. Cosa ci è successo? Per paura di
sembrare demagogici e rozzi non abbiamo detto che la
nostra giustizia è di classe, che un immigrato è uno di
noi.
Ha fatto bene chi ci ha criticato per la nostra assenza
durante la colpevole approvazione della legge
Bossi-Fini".
In tanti in questi mesi hanno ironizzato sul movimento
dei girotondi. "Perchè questo nervosismo nei
confronti del nostro movimento? - dice - Perchè le
battute su giro-giro-tondo e sulla regressione? Mi sono
risposto che ci sono due motivi. Il primo è che noi con
la nostra libertà di giudizio, slegati da qualsiasi
logica di partito e dei vertici di centrosinistra abbiamo
dato fiato proprio ai partiti di centrosinistra. Il
secondo motivo è che noi con la nostra manifestazione
siamo riusciti a comunicare con una parte del
centro-destra che non vogliamo definire razzisticamente
per bene".
'Abbiamo parlato agli elettori di centro-destra meno
pigri - prosegue Moretti - che pensano che i principi
fondamentali della democrazia riguardano tutti i
cittadini, non solo una parte. Trattiamo il tema della
giustizia ma anche quello della scuola, della sanita'
perchè sono temi che riguardano tutti e sono felice che
oggi in piazza ci siano persone che non erano mai andate
ad una manifestazione. Così si possono coinvolgere le
persone non retrocedendo o andando verso un fantomatico
centro. Con i valori non si perdono i voti".
"Ai partiti, ai leader di centrosinistra dico
-scandisce ancora- discutiamo, discutete, ma di cose
concrete e non perdete tempo a discutere sul nulla. Non
fate più i capricci, discutete sui servizi pubblici, sul
modo di fare bene l'opposizione, sul modo di vincere le
prossime elezioni, ma non perdete più tempo in continui
e logoranti scontri personalistici sui vertici: sono
ripicche di cui non ce ne importa niente".
Moretti spiega poi quale sarà l'atteggiamento dei
girotondi di qui in avanti nei confronti del
centrosinistra. "Rinnoviamo loro la nostra delega,
ma non sarà sempre una delega in bianco. E visto che
alla sinistra italiana capita un'occasione di governo una
volta ogni secolo, questa volta fatela la legge sul
conflitto di interessi... E poi tutti insieme discutiamo
di scuola pubblica, di una legge antitrust. Ma non contro
qualcuno, a favore della democrazia".
Moretti critica poi la politica del governo rispetto
all'informazione. "E' troppo rozzo e grossolano
ricordare che Berlusconi ha tre reti, pare sia banale e
non insisto. Ma a me come cittadino non interessa una
rete di sinistra, non dobbiamo contrapporre una
faziosità uguale e contraria a quella presente - dice -
Io voglio un'informazione indipendente all'interno di
radio e televisione decenti. Che paura vi fa una
televisione così? Che paura vi faceva Radiotre? Vi fa
così paura la cultura? Che bisogno c'era di smantellare
una rete tanto seguita?".
Sull'atteggiamento del premier nei confronti della
democrazia Moretti aggiunge: "Berlusconi - afferma -
deve ancora imparare che cos'è la democrazia e forse
potrà impararlo dalla sinistra italiana. Perchè, il
Partito Comunista Italiano morì anni fa perchè non
seppe comunicare che la sua storia aveva più a che fare
con l'Emilia Romagna che con l'Unione Sovietica...
Berlusconi è estraneo intimamente alla democrazia, non
la conosce, non la capisce e gli fa perdere un sacco di
tempo".
La conclusione Moretti la riserva a una riflessione sulla
sua partecipazione attiva al movimento: "Mi chiedono
e mi chiedo perchè ho fatto tutto ciò? Perchè la
situazione era diventata troppo seria per far finta di
niente e perchè se dovesse diventare, Dio non voglia,
presidente della Repubblica, cioè di tutti gli italiani,
l'uomo più di parte che c'è in circolazione oggi in
Italia, perchè offende almeno la metà dei cittadini
italiani, io ripensandoci a distanza di anni proverei
vergogna".
(14 settembre 2002)
|